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Autore: Edoatar    03/09/2013    1 recensioni
Fanfiction basata sulle avventure del giovane capitano pirata Edward Kenway che, insieme alla sua fedele ciurma, naviga nel Mar dei Caraibi sotto bandiera nera.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Edward Kenway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cacciatore



Fiamme. Fiamme ovunque. La fattoria va a fuoco. Sto correndo verso di essa. Una donna urla.

-”Mamma.” Chiamo.

-”Edward.” Risponde lei. La sua voce è debole e la sento tossire per il fumo.

Decido di entrare per soccorrerla, quando l'intera struttura crolla.

-”Mamma!”


Qualcuno mi tocca una spalla. E' il mio vice, che mi offre da bere. Stavo di nuovo sognando ad occhi aperti. Senza nemmeno sapere cosa contenga, mi porto il boccale alle labbra e lo svuoto tutto d'un fiato. E' normalissima birra. Faccio segno all'oste di portarne un altro, quando il rumore dei cardini della porta che si apre attirano la mia attenzione. Mi volto e ottengo conferma di ciò che speravo. George è stato bravo nel fornirmi le indicazioni.

Nella locanda entra un manipolo di guardie della marina. Scortano un uomo alto, vestito con una lunga toga bianca, pantaloni da ufficiale e un grande e piatto cappello gli copre la nuca. Thomas Marrow.

Il tenente maggiore dei soldati britannici che controllano le Bahamas. E' famoso per i suoi traffici di spezie nell'Atlantico. Ed è il mio bersaglio.

Si siede a circa sei metri di distanza da dove mi trovo io.

Con un cenno della testa, indico a Robert le guardie del corpo di Marrow, poi un manipolo di ubriaconi seduti ad un tavolo. Lui comprende subito.

Si avvicina al tavolo dei chiassosi marinai e inizia a cantare insieme a loro. Poi, senza preavviso, molla un pugno dritto in faccia ad uno di quelli. I suoi compari saltano subito addosso a Robert, attirando l'attenzione delle guardie. Bravissimo Robert.

Io mi alzo dallo sgabello e mi infilo il cappuccio. La rissa che è cominciata alle mie spalle continua e questo mi da il tempo di raggiungere la postazione di Marrow. Una bottiglia di rum mi vola incontro, l'afferro al volo e la rompo sulla testa di una delle sue guardie del corpo, che cade a terra svenuta. L'altra si volta, vede il suo compagno a terra, estrae la spada e la cala su di me. Paro l'attacco con la lama celata e lo finisco tagliandogli la gola.

Marrow, il quale ha assistito allo spettacolo, si alza pesantemente e si prepara ad affrontarmi. Sguaina un pugnale ricurvo e mi carica contro. Io mi sposto leggermente, gli faccio lo sgambetto e quello cade a terra. Patetico.

Lascio che si rialzi. Lui afferra l'arma e la solleva fin sopra la testa, pronto a colpirmi. A quel punto scatto in avanti e gli conficco la lama celata nello stomaco.

Requiescat In Pace.

Gli apro la toga e frugo tra le tasche. Dopo qualche ricerca lo trovo. Un piccolo sacchetto di tela. Ma non ho il tempo di aprirlo perché arrivano altre guardie e noi siamo troppo pochi per uno scontro diretto.

Velocemente, io e Robert corriamo alla Jackdaw, ormeggiata alla fine del porto. E' un bene, perché così nel giro di pochi minuti stiamo già navigando in mare aperto.

Prendo il mio posto al timone, e dirigo la nave verso il nostro rifugio, un'isola circondata da alberi nel bel mezzo dei Caraibi.

-”Nave in vista!” Urla William dall'albero di trinchetto.

Mi volto e scorgo in lontananza la Delicia, la nave di Nicolas Huraby.

E' noto tra di noi per la sua specialità nel dare la caccia ai pirati. Riesce a catturare anche i più scaltri e famigerati di noi. E stavolta sembra aver preso di mira me. Non posso fare a meno di sentirmi onorato.

Ma ecco una cosa che Huraby non prende in considerazione. Io sono un pirata. Ma sono anche un Assassino.

La Delicia è una nave possente, ma nulla che i miei cannonieri non possano affondare. Ma non è questo il piano. Voglio ispezionare la stiva per cercare tesori, bottini, o altro; se ne trasporta.

Qui l'acqua è troppo profonda per gettare l'ancora e non posso contare del fattore sorpresa. Ordino di sparare due palle di cannone ai nemici, ma sono costretto ad usare i cannoni rotanti, che hanno minor potenza.

Colpiscono il rostro della Delicia, quindi non provocano neanche un graffio alla nave. Sento i nemici che se la ridono. Hanno abbassato la guardia. E' il momento.

-”Spostate il peso del ponte da un lato. Tutta a tribordo!” Ordino. Poi viro con il timone e porto la Jackdaw proprio nel punto che volevo.

-”Armate i cannoni!” Gli uomini eseguono.

-”Edward, cosa vuoi fare?” Mi urla Robert.

-”Fidati di me. Pronti? Fuoco!”

Gli artiglieri accendono le micce e i cannoni sparano una selva nera di palle di piombo, che si abbattono sul ponte superiore della Delicia, falciando i marinai in coperta. Prendo il cannocchiale per constatare i danni provocati. Alcuni uomini sono stati colpiti mentre altri sono caduti in mare, e i loro cannoni sono inutilizzabili. Direi che possiamo avvicinarci.

Affianco la Jackdaw alla Delicia e inizia l'abbordaggio.

-”Avvicinatela.” Gli uomini si apprestano ad ancorare la nostra nave al parapetto dell'altra.

Afferro una fune e mi preparo all'arrembaggio, quando Richard, l'uomo al mio fianco, viene colpito alla spalla da un proiettile. Cerco l'origine del colpo e poi sento un'altra pallottola fischiarmi vicina all'orecchio.

Sono cecchini. Se ne stanno al sicuro in cima all'albero di trinchetto e sparano verso di noi. Vigliacchi.

Raggiungo la carrucola dell'albero maestro e taglio la corda del contrappeso, venendo tirato verso l'alto. Nessuno mi ha visto. Agilmente e silenziosamente, arrivo sul posto di vedetta, proprio vicino alla bandiera sventolante. Poi corro in equilibrio sul pennone e salto su quello della Delicia. Arrivo di soppiatto sopra ai cecchini, solo due, e salto verso di loro. Faccio scattare entrambe le lame celate e mentre atterro le conficco nel loro collo. Non si sono nemmeno resi conto di quel che è successo. I loro corpi cadono di sotto.

Infilzo la spada nella vela e mi lascio cadere. Arrivo sul ponte della Delicia, dove restano solo pochi soldati impauriti, a differenza di Huraby, che continua a combattere.

Sparo quattro colpi di pistola alle guardie che sovrastavano Robert. Scaglio una fiocina al soldato che stava per fare fuoco contro William e lo trapasso da parte a parte e utilizzo il suo corpo come scudo quando un manipolo di marinai mi scarica contro grossi proiettili di piombo.

Giungo alla poppa della nave e sposto l'uomo che era impegnato a duellare con Nicolas Huraby. Tutti si fermano a guardarci.

Huraby mi fissa con disprezzo. Indossa una divisa militare azzurra, porta un cappello a tre punte dello stesso colore e, cosa più importante, mi punta contro una sciabola da capitano.

-”Voi non potete sconfiggere un impero.” Mi sbraita -”Non siete altro che feccia. Granelli di sabbia sotto le unghie dei nostri piedi. Voi non prevarrete. Perché vi ostinate a resistere?”

Resto fermo a guardarlo, poi sorrido, facendogli un dispetto.

-”Oh certo. E' facile eliminare dal mondo quelli che non la pensano come voi. Siete tiranni. Non cercate il bene del popolo.”

-”Voi pirati sì, invece?”

-”Almeno noi abbiamo un codice d'onore.” Ribatto.

-”Già. Il Codice. Non bastava la vostra presenza a disgustare i porti e i villaggi. No. Ora le vostre idiozie sono anche scritte su carta.” Mi provoca.

-”Non capisci. Voi siete uomini corrotti, crudeli e schiavi del potere. E' per questo che io non smetterò mai di darvi la caccia. Noi siamo quel che siamo perché voi avete cercato di negarci la libertà. La vita.”

-”Siete ladri e taglia gole. Voi non cercate la pace. Cercate sangue e oro.”

-”Vero. Ma solo un certo tipo in particolare.” Dico, lanciandomi subito dopo contro di lui. L'attacco non lo coglie di sorpresa e devia facilmente la mia spada con la lama della sua. Poi è lui a contrattaccare. Ci sfidiamo in una serie di colpi, sferzate, affondi e fendenti. Riesco quasi a gettarlo fuori bordo, ma lui avanza nuovamente attaccandomi alla testa. Lo scontro continua finché non riesce a farmi perdere la presa sulla spada, che finisce a terra.

-”Dunque. Saresti tu quello che dovrebbe darmi la caccia? Sei solo un ragazzino troppo ansioso di diventare uomo.” Mi deride.

Carica indietro la sciabola e attacca con un fendente diagonale. Lo evito spostando il busto, poi incastro la sua spada con la lama celata e al posto di spingere in avanti tiro verso di me, facendolo inciampare e perdere l'equilibrio. Il braccio della spada e la testa gli rimangono incastrati tra i pomelli del timone.

Huraby si agita, ma è bloccato e non riesce a sollevarsi. I suoi soldati restano fermi ai loro posti. Avanzo lentamente verso di lui.

Non c'è lo spazio per la pietà nel nostro mondo, prima lo si accetta e meglio è. Se non lo comprendi allora è probabile che tu muoia in breve tempo.

Huraby mi guarda con rabbia.

Saresti tu quello che dovrebbe darmi la caccia?

-”Sì, sono io.” Afferro il timone e tiro verso il basso.

Requiescat In Pace.


Razziamo tutto ciò che troviamo nella stiva e nella cabina di Huraby. I pochi soldati superstiti accettano di venire arruolati nella nostra ciurma.

La vittoria è nostra.

Quella sera, mentre gli uomini banchettano allegramente, mi siedo a prua ed estraggo il sacchetto di seta di Marrow. Lo apro e ne esamino il contenuto. Una pietra preziosa. E' un piccolo cubo. Assomiglia a un diamante, ma non possiede ne la stessa forma ne il caratteristico colore. Qualcosa brilla al suo interno, emettendo una strana luce violacea.

Non ho mai visto niente di simile.

Non posso fissarlo oltre perché arriva Robert ad avvisarmi che il pesce è in tavola, e quindi sono costretto a nasconderlo.

Di norma il tesoro viene regolarmente spartito tra i membri della ciurma.

Ma, ehi, sono un pirata.

  
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