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Autore: biberon    03/09/2013    4 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Quando Courtney rientrò, quella sera, in casa sembrava tutto tranquillo.
Aveva in mano i documenti con gli esami di Bridgette, ma non li aveva ancora letti.
La surfista avrebbe dovuto rimanere in ospedale per una notte almeno, e Geoff era rimasto lì.

L’ispanica ebbe un gemito di disapprovazione quando vide il tavolo sporco, con i resti di bistecca e il sugo sparsi ovunque.
Sospirando prese uno straccio, ripulì il tavolo e mise i piatti in lavatrice.
Appena finito salì al piano di sopra per controllare dove fossero gwen e Duncan.

Li trovò addormentati.

Duncan a pancia in su con le braccia allargate e Gwen appoggiata con la testa al suo petto.
Courtney non si ingelosì affatto nel vederli, ma provò un senso di sollievo e tenerezza.
Posò gli esami sulla mensola del corridoio, poi si lavò, si mise in pigiama ed andò a dormire nel letto matrimoniale da sola.


Il mattino dopo …


Duncan scese in cucina per la colazione abbastanza presto, verso le otto del mattino.
Trovò Courtney seduta al tavolo.
Leggeva e rileggeva alcuni fogli con un’espressione preoccupata.

“Che cosa sono quelli, amore?”

“Gli esami di Bridgette.”

“Ah, già. Che cos’ha la surfista?”

“Dicono che l’insetto in questione sembra non esistere. Ha il DNA di una zanzara, ma molto più forte, resistente e potente.”

L’ispanica sospirò.

“Ha iniettato un veleno che ha alterato in parte il flusso sanguigno di Bridgette e il suo dna. Sono riusciti a togliere solo poco con molte iniezioni. La salute di Bridgette è instabile, e … e …”

Courtney singhiozzò.

Una lacrima solitaria si formò sotto il suo occhi destro e avanzò lungo la guancia morbida.

“Bridgette è …”

“Cosa è successo?!” chiese Duncan allarmato, preparandosi al peggio.

“è entrata in coma. Abbiamo informato i suoi genitori, stanno andando là … come è potuto accadere!? La mia migliore amica!”
Singhiozzò di nuovo.

In quel momento  arrivò Gwen.

“Migliore amica?” chiese.

“Di chi parlate?”

“DI Bridgette.”

“Che cos’ha?”

“è entrata in coma.”

Gwen abbozzò un’espressione triste, ma dentro di sé stava esplodendo di felicità.

Tutto. Andava. Secondo. Il. Piano.

“Domani starà benone …” disse sedondosi a tavola.

“MA CHE STUPIDAGGINE è QUESTA!? È IN COMA! POTREBBE MORIRE O RESTARCI PER IL RESTO DELLA SUA VITA!” sclerò Courtney.

“Calmati, principessa!” esclamò Duncan tenendola ferma con le braccia.

“Scusa,” disse rivolto a Gwen “La mia principessa è tesa per questa situazione”.

Poi si rivolse all’ispanica “Tesoro, calmati, Gwen non sai niente del coma …”

“Sì, hai ragione.” Disse lei, e si calmò. “Scusa.”

“Di nulla!” cinguettò Gwen, che sembrava più allegra che mai.
 
Dopo la colazione le ragazze decisero di preparare una torta salata per pranzo, mentre Duncan salì in camera sua per rilassarsi.


Accese la playstation e la televisione, ma notò subito una cosa stranissima.
Sullo schermo della tv era attaccato un post it giallo con scritto sopra un numero.
Guardò meglio: sembrava un numero telefonico.

Gli ricordava vagamente qualcosa …

Scese in cucina per chiedere alle ragazze.

“Courtney, Gwen, è per caso vostro questo?” chiese mostrando il foglietto.

“No, mio non è.”

“Nemmeno mio.”

Duncan salì di nuovo in camera.

Eppure … quel numero era terribilmente familiare: 66783967912 …
Guardò e riguardò quello strano bigliettino …
Si dimenticò persino di giocare.
C’era qualcosa che gli stuzzicava la memoria, qualcosa di terribilmente familiare.
Ad un certo punto andò in bagno, aveva sete.
Si versò un bicchier d’acqua del rubinetto e lanciò un’occhiata di sfuggita allo specchio.
Per poco non si strozzò con l’acqua.

“Ma che diav …?!”

Sullo specchio c’era una macchia più opaca, come se qualcuno ci avesse alitato sopra per poi scriverci qualcosa.

E infatti, qualcosa c’era scritto: 66783967912 …

 
   
 
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