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Autore: rainicornsan    03/09/2013    0 recensioni
Susan è triste. E' reduce da un anno scolastico difficile, terminato con il botto!
Vive in una grande casa vuota. I suoi amici non si vedono da più di una settimana ed è alle prese con una pasticceria.
Hannah si è svegliata in un bosco, accanto ad un Mangiamorte morto.
Justin è immerso fino al collo in una situazione difficile. Colpito da un incantesimo di memoria, solo con una madre che fa di tutto per farlo smettere di compiere incantesimi, e senza il minimo ricordo degli amici. Dovrà ricordare, e Susan, con una tristezza infinita legata ad un amore che Justin non ricorda, lo aiuterà.
I personaggi minori sono Ernest Macmillan, Neville Paciock e altri persone.
Buona lettura nel dolce mondo di Susan!
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Susan Bones | Coppie: Hannah/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao sperò vi piacerà perchè davvero mi è uscita dal cuore <3
Oggi la nostra nuova 'Joann Ketlin Rouling' è in vena di sentimentalismi... *ride sprezzante*
E tu chi sei? E poi non scrivere della mia idolessa (?) in quel modo che mi viene l'orticaria!
Sono la tua metà oscura, Michela... O dovrei dire Michicucciola?! Che nome da bimba minchia! Non potevi sceglierti un nome tipo Miky2000LoverLover<3<3 oppure MikelynaTheBestxdxdxdxdxdxdxdxdxdxdxd così sfociavi nel più totale compatimento?
Ooooh, ma stà un pò zitta! *le ficca in bocca una cioccorana*
Mfa ua a cagaue!
Ssssh, non mi disturbare! Buona lettura!

La scuola era finita per Susan Bones, un anno terribile era terminato, come si può dire, con il botto.
Il botto che aveva fatto esplodere la Stanza delle Necessità poco dopo che Potter e gli altri ne erano usciti. Se ne era accorta praticamente solo lei dal principio.
Per fortuna l'Ardemonio (il fuoco letale e maledetto che appiccò non mi ricordo se Tiger o Goyle) non aveva provocato danni all'esterno, ma la Stanza era devastata.
A lei e ai membri dell'ES si era spezzato il cuore pensando alla loro Stanza che li aveva aiutati in così tante occasioni.
Ma ora Susan stava tornando a casa. Una casa senza i suoi genitori, morti quando lei aveva un paio d'anni, e senza gli zii, i fratelli Edgar e Amelia, presso cui viveva, che erano stati uccisi entrambi.
Ecco cosa era ora, la sua magnifica casa. Una magnifica casa vuota e inquietante. E aveva qualche altro problemino. Come avrebbe fatto con la pasticceria di Zio Edgar a Hogsmeade?
Zia Amelia non si era presa la briga di continuare la gestione dopo la morte del fratello, quindi ora la pasticceria sarebbe stata esattamente come lo zio l'aveva lasciato il giorno in cui era morto, solo enormemente coperto di polvere e con le scorte piene di marciume.
"Zia Amelia! Questa me la paghi!" pensò, prima di rendersi conto che non poteva farlo. Una lacrima le scese sul volto, così, per evitarne altre, si riconcentrò sulla pasticceria.
A lei piaceva da matti. Lì si sentiva a casa. Ma non sapeva come fare... Lei si sentiva più una Curatrice che una pasticcera, e poi di venderla o affidarla a qualcun altro non se ne parlava neanche.
Era una cosa sua. Sicuramente i nuovi gestori la avrebbero ristrutturata, e non se ne parlava neanche. Al solo pensiero le veniva voglia di urlare. 
Quel giorno, quando era arrivata nella villetta color crema ai margini di Diagon Halley, si era sentita sprofondare. Era entrata, e aveva depositato le valigie a terra con un tocco di bacchetta.
Si era avviata in camera sua, cercando di non guardare le altre stanze. Poi aveva chiuso la porta, aveva dato tre giri di chiave e si era buttata sul letto con solo la fioca luce della bacchetta a illuminare i mobili aranciati.
Aveva passato venti minuti con la faccia sprofondata nel cuscino impolverato e i capelli sparsi attorno, come un girasole rosso. 
Sputacchiando polvere si era alzata e aveva cominciato a disfare i bauli. Con una lentezza esasperante. Susan pensò di essere esasperante. Dopo altri venti minuti aveva sistemato le valigie, vuote, sotto il letto.
Non aveva voglia di usare la magia. Nella cena organizzata la sera prima per celebrare la vittoria di Harry Potter, lui aveva raccontato la storia di Voldemort.
Si accorse di starsi riducendo come Merope Gaunt. "Sciocchezze, Susan!" le disse la sua mente con la voce più intimidatoria che poteva, "tu sei solo una ragazza sola! Trovati un ragazzo o esci con le tue amiche! Ai miei tempi le ragazze si sposavano circa alla tua età, e poi andavano a prendere il tè nei salotti! Datti una svegliata, ragazza!"
La sua mente aveva la voce della zia Amelia. Funzionava sempre. Da quando alcuni Serpeverde avevano provato a farla fumare (NON CI PROVARE NEMMENO, SUSAN BONES! I TUOI POLMONI SAREBBERO DEVASTATI, RAGAZZA!) a quando era stata sul punto di ubriacarsi a una festa nella Stanza delle Necessità (Brava Susan, bevi pure quel bicchiere, così ti troveranno fuori a vagare come una disperata
all'una di notte e farai perdere dei punti a Tassorosso... Sai quanti punti ho fatto perdere io a Tassorosso alla tua età? Neanche una piccola ambra è andata dall'altra parte della clessidra quando si trattava di me, ragazza! Vedi di fare lo stesso!). Sua zia c'era sempre.
Decise di seguire il suo consiglio. Spalancò le imposte e spense il flebile 'lumos' con cui si era fatta luce tutto il tempo. Passò in rassegna le stanze evocando i ricordi che le ispiravano, aprendo di volta in volta le finestre.
La stanza dei suoi genitori. Appena vide il cuscino a forma di cuore in mezzo al letto con la scritta 'Susan' si sentì barcollare e così uscì dalla porta. La stanza di zia Amelia e dello zio Edgar gli sortirono lo stesso effetto, ma non uscì dalle due stanze.
Nella prima osservò la zia salutare da varie foto. Era molto simile a lei. Anche lei portava la divisa di Hogwarts con il cravattino giallo e nero di Tassorosso. Solo che i capelli rossi erano raccolti in un severo chignon.
Nella stanza dello zio Edgar osservò alcune confezioni di dolci. Era uguale alla zia e golosa come lo zio. E dai suoi genitori cosa aveva preso?
Di sua madre la zia diceva che era una donna felice, accogliente e dolce, mentre il suo papà era affettuoso e aperto. Insomma, una coppia molto amata dai vicini.
Ma lei non era nè felice, dolce o tutte le altre cose. Glielo dicevano gli altri. Anche Hannah diceva che era la persona più dolce e gentile che avesse mai conosciuto, ma lei non ci credeva. 
Neanche un pò. Lei era malvagia e spregevole. Lei era odiosa. "Susan Bones, non mi vorrai dire che credi alle parole di quel fedifrago di Smith? Se c'è un Tassorosso meno degno di esserlo, quello è lui, cara. Susan, tu sei la figlia di mio fratello e di sua moglie, le persone più dolci e sensibili del mondo.
Fammi credere che tu abbia preso solo la prima delle due qualità, ragazza. Sensibile rende ancora più sweet la faccenda, ma meglio non esserlo! Godric Grifondoro avrà fatto un errore a stregare quel cappello, se un idiota simile come quel Zacharias è finito nella nobile casa della gentile Tosca Tass..."
Susan sorrise rincuorata e interruppe il flusso dei pensieri. Fece l'occhiolino alla zia da giovane, che le fece un sorriso, e uscì, continuando il giro di ispezione.
Spalancò le porte in bagno, in sala da pranzo, in cucina, nella biblioteca e infine nella stanza degli ospiti. Si ricordò del giorno di Natale di due anni prima, quando Hannah era rimasta sua ospite per le vacanze. Avevano dormito lì. Era stata felice di avere la sua più cara amica con lei.
Infine, la soffitta. Susan entrò attraverso una scala a chiocciola. Si guardò intorno. Montagne di scatoloni e pacchi di lettere. C'era persino un grosso divano dall'aspetto comodo. 
Susan si sedette, incurante della polvere. Il materassone cigolò. Dai jeans di Susan volò fuori qualcosa. Era una sorta di sassolino. Lo guardò rimbalzare e poi lo afferrò. Sì, era proprio un sasso.
Legato attorno con del Magiscotch, c'era un bigliettino bianco. Srotolò con cura il Magiscotch e lo aprì.

 Ha provocato la morte di un mio lontano discendente, ma so che tu ne farai un uso migliore. Non restituirmela, io sono in pace con il presente, ma tu hai perso persone quasi quanto me. H P

H P voleva sicuramente dire Harry Potter! Ma cos'era? Se la rigirò fra le mani, cercando di capire. Sentì la pietra riscaldarsi fra le sue mani.
Spalancò gli occhi e strillò quando vide apparire i suoi genitori e gli zii. Provò a toccarli ma la sua mano oltrepassò la pancia della zia Amelia, che brontolò.
Ecco cos'era! La pietra della resurrezione! Ne aveva parlato! Accipicchia, era la proprietaria di uno dei Doni!
Doveva essere degna della Pietra. Perciò chiese:
"Mamma, papà, zii, ma voi resterete con me per sempre?". A dispetto del suo proposito, avvertì una nota di desiderio nella sua voce.
Cercò di darsi un contegno quando sua madre le rispose:"Susan, non per sempre. Noi siamo morti, ma resteremo con te finchè non sarai felice. E' l'unica cosa di cui hai bisogno al momento, cara.".
Lei sorrise mentre alcune silenziose lacrime le imperlavano le ciglia rossiccie, coperte da un ciuffo fulvo.


Salve di nuovo, adorabili lettori!
Guardatela come vi ruffiana per ottenere recensioni!
Stà zitta, okay?! Oppure ti faccio finire al San Mungo!
Cosa mi fai, tu? *il viso della parte oscura di Michicucciola si infiamma pericolosamente*
Ti lancio un bel... Silencio! Hai profanato le mie sacre orecchie per troppo!
*La parte oscura di Michicucciola blatera senza emettere suoni*
Vabbè, alla prossima!!! *Michicucciola saltella cercando di evitare i silenziosi schiantesimi e Avada Kedavra della sua parte oscura*
   
 
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