{Vegeta, Bulma, Trunk e Bra}.
66.
Acqua
Vegeta non proferisce parola, solo i suoi passi
echeggiano sul pavimento e tanto basta per risvegliare il piccolo
Trunks; Bulma accorre qualche secondo dopo, prendendo il piccolo
dalla culla e dondolandolo tra le sue braccia.
«Immagino
che non abbia senso chiederti perché sei qui»,
afferma Bulma,
dirigendosi verso il seggiolone. «Se non hai nulla da dire,
mi
piacerebbe che uscissi fuori da questa casa».
Vegeta sarebbe
quasi sul punto di prendere ordini, per la prima volta nella sua
vita, da una donna ma la sua attenzione viene catturata da una
reazione inaspettata.
«A-Acqua», Trunks mugugna quella parola e
Vegeta, senza alcun motivo apparente, ne rimane pietrificato.
«Tesoro, è la tua prima parola!»,
esclama Bulma, mentre il
piccolino allunga l'indice in direzione dell'oggetto desiderato.
Vegeta si volta in loro direzione, Bulma incrocia per qualche
secondo il suo sguardo: che il destino lo voglia o meno, le loro
strade finiranno sempre per incrociarsi –
non sarebbe meglio se finissero per incontrarsi?
67.
Fuoco
Vegeta
osserva con cipiglio severo suo figlio, commentando a debita distanza
i suoi allenamenti. Poco lontano, infatti, Trunks e Goten si lanciano
delle sfere di energia alquanto potenti, ridisegnando il campo
circostante.
«Papino!»,
esclama con voce inaudita Bra, la quale ha preso parte a quel viaggio
del tutto spontaneamente.
Averla attorno non è affatto
necessario, eppure lei si è voluta infilare in macchina
– con il
solito proposito di infastidirlo, probabilmente aiutata da sua madre.
«Cosa vuoi, mocciosa?», tuona Vegeta, cercando di
allontanare
quel piccolo batuffolo da sé.
Bra strattona ancora una volta i
suoi pantaloni, dopodiché chiede:
«Perché Trunks e Goten si
lanciano il fuoco?».
È una domanda innocente, proveniente da
una bambina di pressappoco cinque anni: «Quello non
è fuoco,
mocciosetta, sono sfere di energia. Tutti i Saiyan sono in grado di
lanciarle».
«Anche io, papino?», Bra si volta in direzione del
genitore, mostrandogli i grandi occhioni blu.
Vegeta incrocia le
braccia al petto, poi afferma con indifferenza:
«Forse».
70.
Fulmine
Sebbene
suo padre continui a ripetergli quanto siano importanti i suoi
allenamenti, in quei giorni la mente di Trunks è occupata da
ben
altri pensieri. Ultimamente ogni cosa gli ricorda Marion, è
come se
si fosse infilata in ogni singola vena e ne avesse il completo
possesso.
Bulma bussa alla porta della camera un paio di volte,
poi si fa timidamente avanti: «Tesoro,
non importa quanto gli allenamenti siano fondamentali. Ci sono altre
cose ben più importanti nella vita».
Trunks alza di scatto il
capo, in direzione del genitore: «E tu come fai a
saperlo?».
Bulma
poggia una mano sul petto e, con tono saccente, sentenzia:
«Le madri
sanno e basta, Trunks».
In quella frase c'è molto di più di
quanto sua madre voglia far intendere, Trunks lo sa bene, eppure il
tarlo del dubbio si è annidato nella sua mente e non riesce
a
rifuggirgli:
«Importanti...
Quanto?».
Sua madre non sembra affatto sorpresa, tant'è che
proferisce una frase che non ammette repliche: «Quanto Marion
che ti
aspetta di sotto, tesoro».
68.
Terra
Trunks
ingoia un pesante groppo in gola, dopodiché si fa strada
all'interno
della stanza ove suo padre svolge gli allenamenti quotidiani. Abbassa
la manopola che regola la gravità nella stanza,
così da catturare
l'attenzione del genitore: Vegeta, infatti, si volta immediatamente
in direzione di suo figlio, biascicando qualcosa come: “Hai
interrotto i miei allenamenti”.
Trunks
si sente mancare la terra sotto i piedi, solo per un attimo, pur
tuttavia cerca di non lasciarsi intimorire: d'altro canto,
ciò che
sta per dire a suo padre è molto più importante
di qualsiasi
esercizio in vista.
Trunks è quasi sul punto di proferir parola,
quando alle sue spalle compare la figura alta e slanciata di Marion
e, potrebbe giurarlo, il volto di suo padre assume gradazioni
alquanto singolari. Marion intreccia le sue dita in quelle di Trunks,
sorridendo in sua direzione solo come una donna innamorata
può fare,
poi ammette: «Non
sarai solo in questo».
Vegeta assume una espressione
interrogativa, invece, dopotutto la pazienza non è mai stato
uno dei
suoi punti forti; ma, ancor prima che egli possa chieder loro il
motivo di tanta solennità, è Trunks a parlare:
«Papà... Marion
potrebbe essere incinta».
«Cosa?», tuona con un tono imperioso
Vegeta, osservando dall'alto verso il basso la ragazza.
«Potrebbe...
È... », Trunks appare titubante per qualche
secondo, poi ammette:
«Incinta, sai?».
Vegeta potrebbe decantare le lodi dei Saiyan
finché suo figlio e, con tutta probabilità, la
sua futura nuora non
ne avranno abbastanza, ma invece preferisce chiudere quel discorso
con una semplice espressione: «Da quanto tempo la
donna
sa tutto ciò?».
«Da sempre».
60.
Senza
tempo
Bulma
osserva a debita distanza la sua bambina, per quanto debba ricordarsi
di non usare tale epiteto di fronte a lei, le sembra che il tempo sia
trascorso troppo in fretta.
Ormai Bra si trova davanti allo
specchio da ben venti minuti, quanto basta a Bulma per capire che sua
figlia è davvero cresciuta: per quanto fatichi ad accettarlo
la vita
procede con rapidità, ma l'amore di una madre è
una fonte
inesauribile e senza
tempo.
«Mamma,
potresti uscire da lì dietro?».
Bra si volta in sua direzione e
Bulma, colta in flagrante, può solo ammettere le sue colpe e
avvicinarsi alla figura di una se stessa da giovane: «Scusa,
tesoro,
è solo che... sei
così bella».
Bulma
le riavvia i capelli all'indietro, lasciando che i suoi grandi occhi
azzurri risaltino
di
più; sulle guance di Bra indugia un principio di rossore,
invece, il
quale viene mascherato con sorprendente rapidità.
«Un po' di
trucco, però, lo toglierei. Non vorrei che tuo padre
rovinasse i
tuoi piani, non facendoti uscire...».
«O seguendomi», aggiunge
Bra, porgendo al genitore un batuffolo di ovatta.
61.
Origine
Vegeta
osserva la creaturina, sin troppo umana per i suoi gusti, che spunta
oltre la vetrata e non riesce proprio ad ignorare l'orribile
sensazione che lo pervade. È qualcosa
che
non sa bene come definire, eppure esiste: si rende conto, proprio in
quel momento, che gli anni trascorrono senza tregua e la vita si
dimostra un ciclo che si ripete all'infinito.
Bulma si appoggia
al suo braccio, osservando con occhi lucidi oltre la vetrata che li
separa: «Mi
sembra ieri che Trunks è nato e ora...»,
si interrompe per qualche secondo, poi recupera le forze. «E
ora anche lui è un padre. E tu sarai...».
«Non
osare, donna».
Vegeta interrompe bruscamente lo sproloquio di
Bulma, ma non può fare a meno di pensare a quanto siano vere
le cose
che ha detto – d'altro canto, sua moglie riesce sempre a
tradurre a
parole ciò che i suoi pensieri non oserebbero mai.
62.
Nascita
Sono
i primi giorni di vita della nuova Saiyan venuta al mondo, tutta la
famiglia si è raccolta intorno alla nuova arrivata.
Nonostante
l'indifferenza di Vegeta, i dissidi tra quest'ultimo e Crilin e la
freddezza di C-18, Bulma pensa che siano davvero un quadretto
perfetto. A dir la verità la cosa più bella, in
quel momento, è
l'espressione distesa e serena dei neo-genitori, i quali sembrano le
persone più felici sulla Terra. Una sensazione che Bulma, in
qualità
di genitore, ben conosce: così, senza alcun indugio, prende
tra le
braccia la nipotina e la osserva dimenarsi vivacemente. Poi,
voltandosi verso il principe dei Saiyan, esclama con convinzione:
«Oh,
ti fa venir voglia di avere un altro bambino!».
Vegeta potrebbe
aver biascicato una parola o due in merito all'argomento, ma Bulma
è
riuscita a catturare per un solo secondo il suo mezzo sorriso e tanto
basta per renderla felice.
63.
Crescita
Bra
attraversa il corridoio, seguita a ruota da suo padre, per poi
arrivare in cucina e sbraitare contro il genitore: «Papà,
ho sedici anni. Sono grande. Esco con chi voglio io!».
Sulla
tempia di Vegeta pulsa insistentemente una vena, sebbene voglia
negarlo deve ammettere che Bra ha ereditato il suo brusco
caratterino.
«Non finché sarai qui dentro», bandisce
Vegeta,
grugnendo subito dopo per aver proferito quella frase terribilmente
umana.
«Mamma!».
Bulma
si sfila la montatura dal naso, poggia il giornale sul tavolo e si
volta in direzione di sua figlia; poi, dopo un tacito scambio di
sguardi con il coniuge, sentenzia: «Tesoro, tuo padre ha
ragione.
Quando io avevo la tua età... oh, cambiamo
argomento».
Bulma
abbassa le spalle, ricordando per un sol momento i tempi ormai
andati, dopodiché ritorna con la mente al presente:
«E chi sarebbe
il fortunato?».
«Son Goten».
Le labbra di Bulma si aprono
in un ovale di stupore, mentre la vena che indugia sulla fronte di
Vegeta rischia pericolosamente di esplodere da un momento all'altro.
69.
Aria
«Oh,
tesoro... non puoi fissarli per sempre».
Bulma si avvicina alla
finestra della cucina, osservando l'espressione quanto mai imperiosa
di Vegeta. Quel giorno Bra ha deciso di invitare per la prima volta a
pranzo Son Goten e quello è un affronto che il principe dei
Saiyan
non può proprio sopportare: preferirebbe la decapitazione,
piuttosto
che avere in linea di successione la famiglia del suo peggior nemico.
«Mi dovrò trovare un altro mollusco in
famiglia», proferisce
Vegeta, incrociando le braccia al petto.
Bulma inclina il capo di
lato, volta ad osservare l'espressione completamente diversa di sua
figlia quando i suoi occhi si dirigono in quelli di Goten. Poi, dopo
un'attenta considerazione, afferma: «Beh, meglio Son Goten,
che già
conosciamo, piuttosto che altri...».
Vegeta si sofferma per un
attimo a riflettere, dopodiché lascia cadere le braccia
lungo i
fianchi e si arrende alla crudele realtà; Bulma, allora,
prende il
suo viso tra le dita e, voltandolo in sua direzione, indugia sulle
labbra del Saiyan per qualche secondo. In quel preciso momento
Vegeta immagina che i suoi piani siano ormai infranti e che le sue
attenzioni debbano essere rivolte altrove: ma, ancora una volta,
è
la neo coppia a catturare la loro attenzione.
Bra tossisce,
alquanto imbarazzata per aver colto i suoi genitori in fallo, in modo
tale da richiedere la loro attenzione: «Mamma...
P-Papà», mugugna
con un pizzico di insicurezza. «Io e Goten abbiamo deciso di
sposarci!»
Bra mostra un anello di diamanti in direzione di sua
madre, Vegeta borbotta ripetutamente qualcosa che suona come
un'accusa: «Avrei dovuto osservarli di
più».
64.
Vita
Vegeta
potrebbe sopportare di esser stato vestito come un pinguino, persino
di dover incontrare una marea di volti sconosciuti, ma dover
accompagnare sua figlia all'altare lo ritiene un vero sdegno per la
razza a cui appartiene.
«Oh,
papino...», Bra abbassa il tono di un'ottava, in tono
supplichevole.
«Non ti farò fare alcun discorso imbarazzante al
momento del
brindisi, almeno questo!».
Vegeta grugnisce qualcosa tra i denti,
poi si infila le mani in tasca e si volta in direzione della
finestra: Son Goku e sua moglie Chichi diventeranno ufficialmente
parte della famiglia, mai nella vita avrebbe potuto immaginare un
simile risvolto.
«E poi questo sarà il tuo ultimo
matrimonio»,
continua Bra, sistemandosi il velo.
«Speriamo», osserva Bulma,
lisciando le pieghe dell'abito di sua figlia.
«Mamma! Tra tutte
le persone che avrebbero potuto dirmi una cosa del genere... pensavo
che tu saresti stata l'ultima!».
Vegeta si volta nuovamente in
direzione di Bra, ammettendo per la prima volta di essere d'accordo
con lei; Bulma sospira per un secondo, poi riprende:
«È stato
semplicemente tutto così improvviso, tesoro. Vi frequentate
solo da
un paio di mesi, ecco».
Bra osserva la sua immagine di fronte
allo specchio per qualche secondo, poi si volta in direzione di
entrambi i genitori e afferma: «Quando senti di aver trovato
la
persona giusta, tutto il tempo del mondo valso a cercarla sembra uno
spreco. La vita è breve, sapete, ogni cosa va vissuta prima
che
scompaia per sempre», Bra si ferma un breve istante,
sfiorando
nervosamente l'anello di fidanzamento. «E poi... quella
sensazione
che tutto andrà bene, nonostante tutti gli ostacoli da
affrontare,
l'avete mai provata?».
Bulma si volta in direzione di suo
marito, scambiando un tacito segno d'assenso: pensano entrambi a
quanto la vita scorra velocemente e che, nonostante tutto, la meta
sia ancora lontana.
65.
Morte
Le
grandi gioie della vita non sembrano dover avere mai fine, paiono
inossidabili e senza tempo, mentre i dolori si insediano senza alcuna
fatica nell'animo umano e lì vi rimangono.
Bra si stringe tra le
braccia del fratello, affondando il viso nella sua spalla; Vegeta,
invece, se ne sta fermo di fronte al volto ormai smunto, eppur
bellissimo, di sua moglie e lo contempla silenziosamente. Vegeta le
ha voluto tenere la mano, fino all'ultimo respiro, come per eternare
quel gesto – Bulma ha dovuto aspettare la fine della sua vita
affinché Vegeta compiesse uno sforzo come quello,
incredibile.
Bra
appare improvvisamente alle sue spalle, stringendolo in un abbraccio
che sembra voler contenere un vuoto ormai incolmabile.
O
forse è proprio quel vuoto, per quanto insopportabile, a
rendere gli
esseri umani così inclini ai sentimenti?
Vegeta
alza il capo con vigore, ringraziando mentalmente l'unica donna che
gli ha permesso di vivere quella grande avventura e si promette che
porterà tutto ciò dentro di sé, molto
più di qualsiasi fardello o
trionfo subito in battaglia.
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Dunque,
potrei intitolare queste brevi flashfic collegate tra loro:
“il
ciclo vitale”. Dalla nascita alla morte, praticamente, l'ho
voluta
incentrare sulla famiglia come nucleo centrale. La numero #70,
Fulmine, si riferisce al “colpo di fulmine” di
Trunks nei
confronti di Marion.
I vari accenni Trunks/Marion sono dedicati
alla mia amica HamletRedDiablo, che in questo momento si trova
dall'altra parte del mondo (love
you, sister! :3).
Il
titolo gioca su un gioco di parole (perdonate la ripetizione):
significa sia “Brevi momenti di famiglia” sia
“I momenti della
famiglia Brief”.
Aggiornerò la prossima settimana, con i
moments dal #42
al #52!
Kì.