CAPITOLO 23: TI AMERÒ PER SEMPRE...

Cercò di aprire gli occhi, ma erano secchi e ci vedeva sfocato; sbatté le palpebre un paio di volte, finché cominciò a veder chiaro.

Le facevano male tutti i muscoli e non riusciva a muovere il braccio destro.

Si guardò, aveva un tutore sul braccio fasciato: “Siamo alle solite!” sospirò.

“Finalmente ti sei svegliata!”.

Si guardò in torno e finalmente vide chi aveva parlato, come sempre era Trunks.

Era seduto sul letto accanto al suo, aveva il braccio destro appeso al collo e portava un collare che gli teneva la testa alta.

“Credevo fossi morto, sai che paura!”.

“Se ti può consolare anch’io credevo di essere morto ma poi ho visto quella tua strana trasformazione e ho pensato che forse ero solo impazzito dopo le botte in testa che avevo preso, ma ora sono convinto di essere pienamente in grado di intendere e volere”.

“Come ti senti?”.

“Bene, anche se i medici hanno detto che avrei potuto lasciarci le penne con la pazzia che ho fatto, per via del cuore”.

“Però noi sappiamo che ormai sei indistruttibile” sorrise Ainim.

“Gia! Tu invece, come stai?”.

“Abbastanza bene”.

“Vorrai sapere cosa ti hanno fatto al braccio”.

“Lo so già, non ti preoccupare”.

“Accidenti! Lo sai che delle volte mi fai proprio paura? Come fai a saperlo?”.

“L’altra volta che mi sono rotta il braccio contro Leishenion mi hanno detto che se mi fosse successo un’altra volta avrebbero dovuto intervenire chirurgicamente; gli altri come stanno?”.

“Benissimo, loro non si sono fatti niente, hanno perfino le energie per sistemare la casa, così quando ci dimetteranno potremmo tornare a casa”.

“Io non verrò”.

“Cosa?”.

“Prima devo tornare alla casa dei miei genitori per sistemare delle faccende”.

“Lo farai dopo che ti sarai ristabilita, prima rimarrai qualche giorno da noi, poi ti aiuteremo a prendere le cose che hai lascito nella casa di tuoi genitori”.

“Non si tratta di questo, è una cosa molto complicata”.

“Capisco, ci rincontreremo?”.

“Ricordati che ti amerò sempre, anche se non ci incontreremo più”.

“Ti prego, contattami appena avrai sistemato tutto”.

Ainim lo guardò e annuì.

“Di me ti puoi fidare, non farò niente” disse Trunks.

Il viso della ragazza si addolcì: “Lo so, sei un bravo ragazzo”.

Rimasero in ospedale fino alla mattina seguente e quel pomeriggio vennero a trovarli tutti i guerrieri, felici di vedere che stavano bene.

Ainim notò che dopo quella strana trasformazione la sua muscolatura era rimasta molto sviluppata e il tatuaggio sulla schiena era rimasto visibile.

Chiese cosa significassero la seconda trasformazione e il tatuaggio a Vegeta, che ricordava molte leggende e tradizioni del suo popolo e in quell’eredità era nascosta la verità.

“Una leggenda narra che quando uno Saiyan combatterà con l’animo e cuore puri, lotterà mettendo a rischio la sua vita come può fare solo un vero guerriero Saiyan, allora lui diventerà il Leggendario Guerriero del Dragone; in te questa cosa è diversa: tu possiedi la magia della Luce cioè il drago d’argento, e la magia dell’Ombra, cioè il drago d’ombra; da non sottovalutare il nome della tua casata: venne chiamata Leggendaria perché fu proprio uno dei tuoi antenati a riuscire in questa trasformazione.

Lui era il fratello gemello del re ma essendo nato per secondo aveva ricevuto il titolo di consigliere del re.

Io credo che tu sia stata predestinata a diventare ciò che sei”.

“Perché?”.

“Il tuo nome; bisogna dire che non ci sono mai state donne della casata leggendaria che hanno raggiunto tale trasformazione e tu sei la prima; ti ho detto che il tuo nome mi fa pensare che tu sia stata destinata ad essere ciò che sei diventata perché parte del tuo nome come ben sparai non è proprio femminile, è come per una ragazza chiamarsi Andrea, mi riferisco al tuo secondo nome, Tanenks che fu il nome del fratello gemello del re, il primo a compiere la trasformazione leggendaria”.

Ainim abbassò lo sguardo e disse: “Mia madre disse che era stato mio padre a scegliere il mio secondo nome; come può essere riuscito a prevedere la mia trasformazione se questa è una capacità della casata dei Veggenti?”.

“Non dimenticare che i fondatori delle casate avevano lo stesso sangue; è stata la magia a risvegliare questa capacità in tuo padre”.

Ainim sorrise, aveva sempre pensato che nei suoi genitori ci fosse molto di più di ciò che colpiva la vista.

La mattina seguente vennero dimessi e Ainim andò a casa sua ma prima Goku volle firmare i documenti per diventare il suo padre adottivo dicendo che così avrebbero dovuto rincontrarsi per forza.

La giovane si rivolse a Trunks: “Devo darti una cosa, se mi ami la porterai sempre con te, se lo porterai nessuna ragazza ti farà la corte”.

Tirò fuori dalla tasca un anellino d’argento e glielo diede: “È argento alchemico, non si rovinerà mai”.

Il ragazzo la baciò: “Anch’io avevo pensato a qualcosa del genere…”.

Tirò fuori una scatola, Ainim l’aprì.

Dentro vi era un anello incastonato di Anemin.

“Ma sei scemo!”.

“No, perché?”.

Ainim gli si gettò al collo e lo baciò.

“Mi stavo quasi per dimenticare, ecco, questo è il siero per la tua malattia, la sperimentazione ha dato esito positivo, ora potrai stare tranquillo”.

Detto questo gli pose una fiala e lo baciò: “Mi raccomando, non romperla”.

Si salutarono ed ognuno andò in contro al proprio destino, aspettando che il caso offrisse loro la possibilità di incontrarsi di nuovo.

Spero che gli ultimi capitoli vi siano piaciuti, se avete qualcosa da chiedere fatelo tramite "contatta" sul mio account, io sarò felice di rispondervi!

Ainim Skywalker.