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Autore: emashugs    03/09/2013    2 recensioni
Entrò nella sala e lo trovò lì,in silenzio con le mani che sembravano ali. E suonò mezz'ora,senza sosta.
Poi riposò le sue ali,prese dell'acqua e poggiò la testa sul piano. Aveva suonato tutta la notte.
Al ragazzo venne solo una domanda.
- Perchè? -
Lui si girò. Non l'aveva sentito. Il suono delle sue ali superò l'apertura della porta.
- Perchè voglio vincere. Voglio vincere per te -
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccome se aveva paura. Gliel’avevano descritto come il più menefreghista e pericoloso della città. Eppure sua madre aveva insistito tanto sull’andarci e magari,se era il caso, proporglielo che si ritrovò davanti la casa del ragazzo suonando il campanello.
“Fa che sia sua madre fa che sia sua madre”
Figuriamoci,aprì il ragazzo.
Non un buongiorno,non un salve.
- Che è matita quella? -

“Dio,che stupido Louis”
Quello di tutta risposta storse il viso e chiuse la porta.
Suonò di nuovo,allora.
- Ma che vuoi? 
- Sono Louis
- Ecco bravo,ma io ho chiesto che vuoi
- Volevo chiederti di questo -
Gli porse un volantino. Il ragazzo lo prese senza dargli un’occhiata.
- Che è?
- Ho bisogno di qualcuno che mi accompagni al pianoforte. Anche un cantante
- Ma che sei nuovo, vero?
- Sì, perché? –
Gli diede un ultima occhiata e poi chiuse la porta. Senza un ciao,un arrivederci,o un magari sì ti aiuto io.

“Col cazzo,stavolta non risuono”
Louis lasciò l’uscio della porta per dirigersi a casa sua.

- Dio,divento gay ogni giorno di più
-Che è che hai detto?
Gemma,la sorella,scendeva le scale.
- Ha suonato uno:Louis -
La ragazza prese le chiavi.
- E’ fidanzato da tre anni
- Ha detto di essere nuovo
- E’ stato con me a scuola,poi l’ha cambiata
- Non c’è solo lui con quel nome
- L’ho visto ieri al parco -
Chiuse la porta terminando il discorso.
-Fanculo- disse sistemandosi allo specchio.
-Harry?- sua madre lo sentì.
- Era Gemma,non io -
Non era sorda,tantomeno cieca.
- Chi era alla porta?
-Uno. M’ha chiesto se era matita quella sull’occhio
- E dei tatuaggi?
- Cosa?
- Dei tatuaggi non ti ha chiesto?
- Sarà abituato a vederli
Poi silenzio. Sua madre poggiò la tazza sul tavolo, sistemò i vasi sulla credenza e aggiustò il quadro storto accanto alla finestra.
- Ma è venuto per chiederti se quella era matita?
- M’ha chiesto di fare qualche cazzata..
- Harry…
- .. qualche cavolata. M’ha lasciato il foglio,è sul tavolo
- Qui c’è scritto di un concorso
-Ma che? -
Il volantino blu illustrava le regole per quella che doveva essere una sfida tra veri artisti.
- Non me l’aveva mica detto
- Incontralo,magari ti saprà spiegare
- Sì, mamma,sto uscendo,ciao -
- Ma stai andando da.. com’è che si chiama?
-Louis. Comunque vado da Liam,ha il lavandino rotto e mi ha chiesto una mano-

Dodici settembre e già pioveva.
-E a mia madre che cazzo gli dico?
- Non lo sa che sei con me?
- Si, a casa tua a riparare il lavandino
- Complimenti -
Squillò il telefono. Sua madre capì che non era in casa e lui si dovette inventare..
- Sono uscito a comprare il cacciavite. Quello s’è rotto -
Allora riattaccò tranquilla.
- Ma che fa,adesso non puoi più uscire ?
- Senti,ti ho già detto che mia madre sta male e con ‘sto fatto dei soldi anche peggio. Quindi se chiama rispondo
- Già,scusa
- Ma che ti scusi coglione? Piuttosto,troviamo un modo per andare a casa tua -
Mentre camminavano sotto il tetto di qualche caffetteria della città Liam domandò quello che chiunque si sarebbe chiesto.
- Ma la ragazza? -
Harry imprecò.
“Che m’invento ora?”
- Cosa? -
Gli uscì solo questo.
- Non l’hai da tre anni. Dai,è impossibile che sei rimasto solo per tre anni -
- Sono cazzi miei,e fidati,che tre anni solo non ci sono stato -
Liam si zittì perplesso e continuarono a camminare sotto i tetti dei negozi.
Tre meno un quarto e la cioccolata preparata dalla madre di Liam era pronta.
- Perché c’ha preparato sta cosa?
- Bevi e fa silenzio -
Harry bevve in silenzio,leggermente innervosito per essere costretto,ma bevve.
- Comunque Michael ha detto che non è riuscito a convincere il proprietario
- Capito
- Tu che farai?
- Troverò qualcos’altro -
Dato che Michael non era riuscito a trovare un posto per Harry,il ragazzo era rimasto senza scelte. Era disoccupato. E sua madre non sarebbe stata meglio dopo questa notizia.
- Okay Liam,io vado
- Ma dove? Fuori piove ancora
- Non è troppo forte – prese il berretto di lana dal tavolo e si diresse davanti la porta – E senti. Conosci uno nuovo..Louis? -
- Quello con la ragazza? -
Harry buttò gli occhi al cielo.
- Si,quello con la ragazza
- Certo
- Dove abita?
- Davanti la caffetteria,quella dove lavora Michael
- Ciao
Indossò il berretto verde e incominciò a dirigersi verso la casa. Benché il vento soffiasse forte e la pioggia si intensificasse,Harry continuava col suo passo veloce. Se la matita si fosse sbavata, si sarebbe di sicuro innervosito più di quanto non lo fosse già. Quindi avanzava tenendo la testa bassa.
Quattro e venti e il citofono di Louis suonò.
Lui aprì la porta e lo vide.
Harry si toglieva il berretto. Aggiustava i capelli, con qualche goccia d’acqua. Alzava i pantaloni, scivolati giù durante la camminata. Agitava le mani lungo le braccia. Freddo.

“Che Dio mi aiuti” pensò Louis deglutendo. 

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ssalve.
spero tanto che la mia storia vi sia piaciuta. questo dovrebbe essere l'inizio di una lunga fanfiction.
ovviamente non voglio anticiparvi nulla. e non so più che dire,hahaha.
se vi è piaciuta vi chiedo solo di recensire,per favore. :c
con amore,gresy.
  
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