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Autore: dragon_queen    03/09/2013    2 recensioni
Dal cap.II:
"Eileen, come se niente fosse successo, si chinò a raccogliere il pacchetto, estraendo il suo dalla tasca e lasciandolo sul divano. Dopodichè fissò intensamente Melany, il cui sguardo pareva adesso dispiaciuto e colpevole, mentre delle involontarie parole le salivano in gola:
-Vorrei che gli gnomi ti portassero via, all'istante-"
Dal cap.III:
" -Sai ragazzina, non pensavo fossi realmente così patetica- disse una voce che la fece sussultare.
Era maschile, ma non apparteneva a Tom, tantomeno a Mel. Era carezzevole, ma allo stesso tempo pungente, rassicurante, ma anche derisoria"
Dal cap.VIII:
"-Maledetto me e il giorno in cui ti vidi. Dannata la mia anima nel momento in cui ti scelsi. Tu mi porterai alla rovina- e detto questo le voltò le spalle e fece per andarsene.
-E' un destino che ti sei scelto da solo, principe- rispose di rimando Eileen, per poi allontanarsi dalla parte opposta"
Dal cap.IX:
"-Io ti vedo, ti sento, sempre ti troverò. Il mio marchio sempre mi dirà dove sei. Nessuno potrà fuggire, perchè io sono il Labirinto-"
***
Bene, una next generation.
Una ragazza più testarda di Sara si scontra con il figlio del Re di Goblin.
Curiosi?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO V
 

         -Ma che succede?!?- chiese sconcertata Eileen, andando a tastare nervosamente la parte di muro dove prima si trovava la loro unica via d’uscita.

   -Te l’ho detto, il labirinto cambia continuamente- rispose Loli, la quale non pareva per niente preoccupata.

   -Ma Ràl aveva promesso che non avrebbe più interferito- disse l’altra, un sorriso nervoso che le si allargava sulle labbra.

   -Infatti, non in ogni caso è colpa del sovrano, sempre se vogliamo davvero credere alla sua buona fede. Si dice che il dedalo costituisca una sorta di esistenza a sè stante, una volontà diversa da quella del suo re, come se fosse una creatura che ha una sua vita. In molti casi si racconta che il labirinto e il re di Goblin abbiano semplicemente stretto un patto-

   -Perfetto, ci mancava solo questa- sospirò Eileen, distanziandosi dal muro e tornando a fissare il centro della piccola piazza.

   -Sicuramente ci sarà una via o un modo per rivelarla. Dobbiamo solo cercare-

   -Ovviamente. Una cosa che funzioni normalmente, no?- sussurrò la bionda, avvicinandosi ad un’altra sezione delle mura concentriche e passandovi sopra le mani, come a voler cercare qualcosa che il suo occhio non riusciva a scorgere.

Cercarono per quelle che parvero ore, senza risultato.

   -Mi arrendo- sospirò allora la ragazza, lasciandosi scivolare con la schiena contro il basamento di pietra al centro della piazza, le ginocchia strette al petto.

   -Avanti, amica mia, se lasci perdere adesso come farai a salvare Melany?- chiese Loli, poggiandosi con il mento sulle ginocchia di lei.

   -Hai ragione, in fondo è tutta colpa mia. Una parte di me però non riesce a non pensare a ciò che mi ha detto prima di sparire. Avresti dovuto vedere i suoi occhi, Loli, lei in quel momento mi odiava…-

   -Eileen, è ciò che Ràl e il labirinto vogliono, che tu ti arrenda. Se lo farai avranno vinto. Quindi adesso alzati e rimettiamoci a cercare-

Mentre la bionda si rimetteva in piedi, sospirando, la pixie notò qualcosa sul basamento che prima non avevano notato.

Si avvicinò alla pietra, fissando il simbolo scolpito. In quel momento l’altra, voltandosi e vedendo la reazione della creaturina, le si avvicinò.

   -Trovato qualcosa?- chiese.

   -Questo simbolo. Nella lingua fatata significa “primo”-

   -Primo? Che vuol dire?-

La pixie mosse un passo indietro, facendosi pensierosa.

   -Si dice che quando Ràl subentrò al padre sul trono fece si che le porte del castello divenissero inespugnabili. Per questo fece forgiare cinque chiavi che nascose in cinque punti del labirinto, protette da un indovinello. Fino a questo momento nessuno di noi creature si era mai imbattuto in uno dei cinque “fuochi”, quindi pensavamo che fosse tutta una storia per tentare di rendere Ràl in qualche modo spaventoso e degno di rispetto. A quanto pare però non era solo una fandonia, ma qualcosa di reale. Ma perché qui? Perché ora?-

   -Non so risponderti, ma da quello che ho capito ci occorrono tutte e cinque le chiavi per arrivare al centro del labirinto-

   -Esatto-

   -Bene, ma io non vedo nessun indovinello-

Loli non le rispose, avvicinandosi nuovamente al simbolo e, dopo averlo sfiorato, lo premette.

Un improvviso terremoto scosse la terra. La fatina si avvicinò preoccupata ad Eileen, mentre entrambi videro cinque aree nascoste aprirsi in modo consequenziale. All’interno di ognuna stava una statua che raffigurava una creatura diversa: una fata, un drago, un goblin, uno gnomo e un essere umano.

   -Sai che ti dico, Loli? Il principe dovrebbe trovarsi un passatempo un po’ più normale. Ha mai pensato ai francobolli?-

La pixie le rivolse uno sguardo confuso.

   -Lascia stare- rispose la ragazza, arresa.

   -Dunque, dov’è questo indovinello?- chiese poi.

   -Guarda-

La bionda si voltò nuovamente verso il basamento, notando che anche su quello si era aperto uno scomparto segreto.

   -Riesci a leggerlo?- chiese alla piccola amica.

   -Aspetta. Si, anche questa è lingua fatata. Dice all’incirca così:

“Coloro che credono solo all’occhio che vede

a loro le strade del magico da sempre vietate,

all’essere che solo ragione possiede

le nostre presenze da sempre celate.

Mura cangianti nel dedalo infinito

rendono la prova un sentiero gremito

di trappole e follie che la mente divorano

E in questa realtà alla fine dimorano”-

Quando Loli ebbe concluso, la ragazza si fece pensierosa.

   -Cosa vuol dire? Beh, in fondo è facile, non ci resta che provare ognuna delle statue finchè non troviamo quella giusta- e la bionda fece per dirigersi verso quella che raffigurava la fata.

   -Ferma!! Le ultime due righe dicono che se sbagliamo ce ne pentiremo-

   -E spiega come?-

   -No, lascio spazio alla tua immaginazione-

   -Voleva essere una battuta? Perché, per la cronaca, non faceva ridere-

 

         Ràl fissava l’immagine dell’umana seduto scompostamente sullo stesso trono che un tempo era appartenuto a suo padre, il re di cui ancora si raccontava nelle terre di Goblin, colui che aveva avuto l’audacia o la stoltezza di sfidare un umano, l’essere più imprevedibile e ingestibile che divinità avesse creato, ad un gioco volubile come quello del labirinto, venendone irrimediabilmente sconfitto e distrutto.

Il principe pensò che a lui non sarebbe successo. Sarebbe riuscito a sottomettere quella sciocca umana, facendo così tornare il regno del labirinto ad essere conosciuto, rispettato e temuto. Avrebbe dimostrato quanto lui potesse essere meglio di suo padre.

Avrebbe vinto, in un modo o nell’altro.

D’un tratto un sospiro si levò nel silenzio della stanza, un lamento lo fece voltare verso una figura riversa ai piedi del trono, stesa a terra sino a quel momento.

Gli occhi di Ràl si assottigliarono, mentre il sorriso maligno si allargava ulteriormente.

Una testa di folti capelli castani si sollevò un poco da terra, lanciandosi una palesemente confusa occhiata attorno.

   -Finalmente…il sonno è stato di tuo gradimento?- chiese il principe, una nota velenosa nella voce.

In fondo quella ragazza non era di suo interesse, era stata solo il mezzo per far raggiungere quel posto alla sua vera preda.

   -Dove sono?- chiese una voce impastata.

   -Sei a Goblin- rispose annoiato il sovrano, distogliendo lo sguardo dal grande specchio e poggiando una guancia sul pugno chiuso, abbassando per un attimo le palpebre.

   -Goblin? Come ci sono finita? Sto sognando? È uno scherzo?-

   -No, non stai sognando e non ho certo tempo di scherzare. È stata la tua amica a mandarti qui-

   -Eileen? Non è possibile, sto decisamente sognando- disse la ragazza cocciuta, premendosi le tempie con i pugni chiusi e schiudendosi in un’espressione incredula e nervosa.

   -Sul serio lo credi? Allora spera davvero che prima o poi ti sveglierai, in quanto se la cara Eileen perde, tu resterai qui per sempre e non certo con l’aspetto che hai adesso-

   -Quindi è tutto vero? È stata quella traditrice a condannarmi a questo?-

Non seppe bene perché, ma ad udire quell’epiteto qualcosa montò nel corpo di Ràl, un moto di stizza e anche fastidio, tanto che, senza rendersene conto, si alzò con impeto dal suo trono, avvicinandosi ad una spaventata Melany.

   -Come osi, ragazzina?!?! Quanto infimo può essere il tuo animo? Se non fosse che mi servi per attirarla qui, a quest’ora ti avrei già scaraventato in uno dei buchi più putridi e profondi del mio labirinto. Adesso sparisci, prima che mi penta di qualche mia sconsiderata azione- e, con uno schiocco di dita, la bruna sparì.

Esausto da quello sfogo si lasciò cadere sul trono, lo sguardo fisso sul soffitto, mentre il viso veniva nascosto dai ciuffi corvini. Il cuore batteva come un tamburo, mentre gli arti formicolavano. Si portò una mano sugli occhi, sospirando.

Ma che diamine gli era preso?

 

         Eileen e Loli stavano in silenzio, cercando una soluzione che però non arrivava. Avevano una possibilità su cinque e le statistiche non erano certo dalla loro.

In quel momento, sospirando, la pixie si lasciò cadere a terra.

   -Basta, mi arrendo-

Ad Eileen scappò un sorriso.

   -Andiamo Loli, non eri tu quella che diceva che non dovevamo farlo perché questo è quello che Ràl e il labirinto vogliono? Beh, il tuo discorso mi ha convinto, ma sembra che adesso tu lo debba applicare su te stessa-

   -Forse dovevo essere impazzita o solo colpita da un improvviso senso del verbo per dire quelle cose. Non riesco a trovare una risposta a questo cavolo di indovinello-

   -Non possiamo rinunciare-

   -Eileen, scusa la franchezza, ma cosa speri di ottenere?-

   -Non saprei, ma non ho comunque intenzione di arrendermi, ora meno di prima-

Detto ciò la bionda si accomodò accanto alla pixie e, continuando a recitare l’indovinello come una filastrocca, chiuse gli occhi. D’un tratto avvertì come se il suo corpo venisse attraversato da un fulmine e ogni suo muscolo si irrigidì. Sentì la voce di Loli lontana che la chiamava, probabilmente perché si era resa conto di ciò che le stava accadendo.

Più tentava di aprire gli occhi e meno ci riusciva, sentendo come se le palpebre fossero pesanti come blocchi di cemento.

D’improvviso, nell’oscurità della sua mente, si accesero cinque scintille incandescenti, mentre nell’aria avvertiva danzare una melodia, la quale le ricordava un lontano sogno. A poco a poco le scintille le si avvicinarono, delineandosi in delle figure, che in pochi secondi capì trattarsi delle cinque statue. Poi, di colpo, solo una continuò a brillare, mentre le altre si spensero: era quella che raffigurava l’essere umano.

Una sensazione di profonda paura si propagò in lei, in quanto capì immediatamente di aver trovato la soluzione, ma non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile. Era come se qualcosa dentro di lei sapesse già le risposte prima di porre le domande giuste, come se tutta quell’assurda situazione avesse d’improvviso assunto i tratti di un remoto ricordo.

Come se il torpore l’avesse d’un tratto abbandonata, spalancò nuovamente gli occhi, trovandosi a specchiarsi in quelli verdi della pixie, la quale la fissava, preoccupata.

   -Oh, Eileen, meno male ti sei svegliata. Sei caduta a terra come un sacco di patate e per quanto mi sforzassi non accennavi ad aprire gli occhi. Cosa è successo?-

   -Non lo so Loli, non so spiegarmelo. Posso dirti solo che credo di aver risolto l’indovinello-

   -Come?-

   -Non chiedermelo-

   -Ne sei sicura?-

   -C’è solo un modo per scoprirlo-

Lentamente si rimise in piedi, anche se per un attimo le sembrò che le gambe l’avrebbero abbandonata da un momento all’altro. Con passo barcollante come quello di un ubriaco, la testa che le pulsava e gli occhi che le bruciavano, si diresse verso la statua dell’essere umano.

Stava per toccarla, quando avvertì una presa all’orlo della maglietta. Si voltò, incontrando nuovamente lo sguardo preoccupato di Loli.

   -Eileen, non possiamo rischiare-

La bionda allora sorrise.

   -Andrà tutto bene- le rispose e con decisione poggiò il palmo della mano sulla fredda pietra della statua.

La terra prese a tremare di nuovo, mentre l’effige rientrava dentro il muro. Per un attimo gli occhi, freddi e vuoti sino a quel momento, si illuminarono, come a voler dire qualcosa. Dopodiché la statua collassò su se stessa, riducendosi in mille pezzi.

Di colpo le scosse finirono, mentre un rumore meccanico si udì alle spalle delle due. Entrambe si voltarono, notando il basamento di pietra aprirsi e da quello sorgere un piedistallo.

Loli rimase impalata dov’era, probabilmente troppo spaventata da ciò che era appena accaduto, mentre Eileen, anche se titubante, si avvicinò.

Sopra il piedistallo appena apparso, stava una strana chiave dalla testa rotonda e soli tre denti, di un materiale che pareva quarzo. Con mano tremante la giovane la afferrò e, tirando un sospiro di sollievo, non accadde niente.

Se la rigirò per un attimo tra le mani, poi si voltò sorridendo verso la pixie, mostrandole il loro premio.

   -Come hai fatto?- chiese Loli, la voce che ancora le tremava.

La ragazza tornò seria.

   -Non ne sono sicura-

 

         Ràl avvertì una fitta al petto, come una stilettata. Si piegò su se stesso gemendo, ma subito un sorriso compiaciuto si allargò sulle sue labbra.

   -E così è riuscita a recuperare la prima chiave. Bene-

Si, pensò che la sua preda era decisamente quella giusta.

  
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