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Autore: RedF0x    03/09/2013    1 recensioni
E come al solito intorno a me si fa silenzio.
Era una cosa rara sentirla cantare, soprattutto quella canzone, così ricca di significati da poter essere punito chiunque solo per averne intonato una strofa. Io avevo quel piccolo privilegio di aver potuto sentire la voce di un angelo prima di morire.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Vorrei essere morta.

Quell'unico pensiero si fa spazio nella mia mente e non se ne va via da quando tre giorni fa un hovercraft mi ha preso dall'arena.
Francamente non m'importa più di nulla, non m'importa di essere sopravvissuta, non m'importa di stare andando a casa.
Non credo di avere più nessuna forza di vivere, sono stanca di lottare per un vita migliore quando questa mi muore all'ultimo secondo tra le braccia.
le lacrime cominciano a scorrere, non voglio neppure cercare di nasconderle, tanto in questa maledetta stanza chiusa da fuori non c'è mai nessuno.
L'unica che mi ha fatto l'onore di parlarmi è stata Iberis. La mia ex mentore.
Non che sia stata una discussione di qualche importanza, per la verità non ho proprio parlato. So solo che sto andando a casa, che tra poco avrò l'intervista con Caesar, che ho vinto.
Ma sinceramente non so più niente. Sono stata presa dall'arena di colpo, sono stata curata e rimessa in sesto. Nonostante sia uscita mi sento ancora in trappola, sotto il comando di qualcuno. Insomma, non sono ancora libera.
La mia stanza non doveva inizialmente servire a questo scopo, perché sul pavimento ci sono dei graffi, sembra che qualcuno abbia spostato di gran fretta dei mobili. Oltre al mio letto non c'è nulla, solo gli avanzi dei pasti di 3 giorni, dai quali ho mangiato un boccone e basta.

Potrei morire di fame e nessuno se ne accorgerebbe.

Anche se scherzo, non posso fare a meno di meditare su questa possibilità. Morire e non dover più soffrire. Fare come mia madre. Ora non la considero più vigliacca, aveva le sue ragioni.

Le stesse mie.

Alla fine il ciclo si ripete, un'altra ragazza che si suicida. Ma questa volta non ci sarà nessuno a piangere per la mia morte, o crescere senza una mamma.
L'aspettativa della morte diventa quasi una beatitudine per me, anche se ho combattuto proprio per essere viva. D'altronde, cosa posso fare ora che l'unica ragione per cui respiravo ancora nell'arena è morta? Cosa posso fare?
Non ho tempo di pensare ad altri motivi per suicidarmi che il rumore di qualcosa che sbatte mi fa saltare dalla paura.
Mi giro verso la fonte del baccano, con mia sorpresa il muro su un lato della stanza si è alzato, rivelandone un'altra identica alla mia, forse messa meglio. Qualcosa d'invisibile le divide, se non fossi ferma e con gli occhi fissi non avrei visto il luccicare dei bordi del campo di forza.
Sento il cuore in gola.

Cosa vogliono fare? Perché?

Quasi mi dimentico che qualcuno sta sbattendo contro lo scudo, e faccio in tempo a vedere due occhi di ghiaccio, così familiari, che la paura comincia ad intensificarsi. Solo due secondi dopo sto già tremando. Alex.

Non è lui.
E' morto, l'ho visto morire.
E' un'illusione.


So di star piangendo, non riesco a reggermi in piedi e cado per terra.

Lui è morto, è morto per colpa mia.

Senza rendermene conto sono in un angolo della stanza, coricata e con la testa abbassata per non guardare quei penetranti occhi ghiacciati.

E' un ibrido. Vogliono uccidermi, ma prima vogliono che io soffra ancora di più.

Dovrei calmarmi, ma sto continuando a tremare. Tra i singhiozzi sussurro.
- Stai lontano da me...
Non voglio morire, non per mano sua. Sarebbe troppo, morirei con questo ultimo ricordo. Non voglio vedere quei meravigliosi occhi azzurri iniettati di sangue, non voglio vedere quel bellissimo sorriso sarcastico tramutarsi in un ghigno.
- Ti prego, basta. Perché mi fate questo... -
La rabbia verso Capitol City arriva immediata, perché so di essere stata spiata per tutti questi giorni, so che studiavano ogni mio comportamento. Capitol City mi ha sempre tenuto in pugno, anche se voleva convincermi del contrario.
- Vattene via mostro... vattene via... -
Sento le lacrime scorrere sulle guance, ma non è tempo di fermarle. E' di nuovo tempo di scappare, di combattere, perché non voglio morire così.
Sento un leggero rumore, ed ora so che non c'è nessun muro tra di noi. Il tempo è scaduto.
Poi solo tanto calore, mi giunge inaspettato, rinchiusa nell'angolino della mia sudicia stanza. Sto quasi credendo che abbiano cambiato idea, che qualcuno mi stia proteggendo, e le mie ipotesi hanno conferma, ma non come mi aspettavo.
- Sono vivo, Sam, puoi fidarti di me. -
L'ho sempre fatto.

Sto cominciando a considerare che una vita passata con lui sia molto meglio di una coltellata nello stomaco.

----- ANGOLO DELLA SCRITTRICE ----

E la nostra storia è quasi giunta al termine. Ed io ho già voglia di ideare il seguito.
Questa volta non voglio parlare propriamente del capitolo, ma di voi.
Si voi, le ragazze/i ragazzi che hanno seguito questa mia prima fan fiction, le ragazze che hanno recensito i capitoli con tanto impegno.
Voi mi avete reso una persona migliore, perché prima io non avevo il coraggio di far leggere ad altri le mie storie, mi vergognavo troppo. Ma poi siete arrivati voi, mi avete fatto capire quanto sia importante per me far leggere ad altri le mie storie, e credetemi se vi dico che difficilmente smetterò di farlo.
Vi ringrazio di cuore, veramente. Non so come sarebbe stato senza di voi, mi avete veramente migliorato la vita, in un certo senso.
Vi voglio bene, tanto, sempre.
   
 
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