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Autore: Severa Crouch    04/09/2013    7 recensioni
James e Lily, il loro ultimo anno ad Hogwarts, la paura della guerra, i sacrifici che la scelta di combattere per l'Ordine della Fenice comporta e i desideri di due fidanzati: sposarsi come tutti, viaggiare, vedere il mondo.
A loro non è concesso, ma James è un mago fuori dall'ordinario, e per Lily ha un asso nella manica.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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 “Lily, c'è posta anche per te!”

L'esclamazione di Marlene aveva riscosso Lily dal torpore mattutino, come neanche il tè nero e il toast mangiato pigramente era riuscito a fare. In effetti, era piuttosto insolito che Lily ricevesse posta, via gufo poi.

Tutti i suoi amici maghi erano ad Hogwarts come lei, ed era estremamente improbabile che i suoi genitori le scrivessero. Dove l'avrebbero trovato un gufo per mandare un messaggio, poi?

Un barbagianni atterrò di fronte lei, gonfiando le piume del petto e reclamando un premio. Lily allungò un pezzetto di bacon avanzato nel piatto della colazione ed il pennuto volò via soddisfatto di aver compiuto il proprio lavoro.

“Chi è che ti scrive?” domandò Marlene.

Lily alzò lo sguardo ed intercettò quello preoccupato di James: forse aveva paura che uno spasimante Babbano le avesse recapitato una lettera d'amore? Che idiota.

Dal tavolo dei Serpeverde persino quel pettegolo di Severus, che dopo averla offesa nel peggiore dei modi ancora continuava a tormentarla, osservava la scena incuriosito.

“Non mi resta che scoprirlo,” rispose Lily tranquilla.

Guardando meglio, la missiva era una cartolina Babbana, il che era sbalorditivo, da parte di Petunia Evans, il che era ancora più sbalorditivo.

“Cara Lily, ti mando un saluto da Parigi (la città è bellissima e Vernon è adorabile). Il viaggio di nozze in giro per l'Europa procede bene, ci stiamo divertendo un mondo! A presto, Petunia.”

Lily osservò l'immagine dell'Eglise du Sacre Coeur e disse sottovoce, ma con un tono abbastanza alto perché Marlene e James, seduti accanto a lei, potessero sentire: “Che stronza.”

Infilò la cartolina nel volume di Pozioni e riprese a fare colazione, anche se le era passato ogni appetito.

Lo sguardo preoccupato di Marlene la fece sospirare, mentre James le diede una pacca sulla spalla ed un bacio sulla guancia.

James le sorrise ed il mondo sembrò riprendere le solite tonalità.

Quell'altro pettegolo di Sirius, lanciò uno sguardo a Marlene e lei rispose imitando il tono stridulo di Petunia Evans: “L'orrore. L'orrore!”

Sirius ghignava tra sé e sé – lui era un esperto di sofferenze familiari – le prese il libro dalle mani, come se fosse il proprio, estrasse la cartolina e, con la faccia tosta che solo lui riusciva a mantenere in ogni contesto, lesse il messaggio, la rimise a posto nel libro ed esclamò: “Che stronza, quasi quanto mio fratello.”

Lily scoppiò a ridere e Sirius la seguì, e James e Marlene si unirono alle risate, e nessuno nell'intera Hogwarts al di fuori di loro quattro, avrebbe mai immaginato le ragioni della rabbia di Lily, il perché quel gesto apparentemente normale finisse per risultare una cattiveria gratuita.

“L'avrà mandata di nascosto dal bue che ha sposato?” le domandò James per tirarla su di morale.

“Il bue era impegnato a brucare, secondo me,” gli aveva risposto Sirius.

Lily sorrise nell'immaginare Vernon Dursley, l'odioso neomarito dell'altrettanto odiosa Petunia Evans, intento a brucare come un bue al pascolo.

“Secondo me, preferisce le ghiande,” aveva puntualizzato Marlene con un sorrisetto ironico.

“Dici? Non sono sicuro, perché di maiali così grossi non ne ho mai visti...”

“Dite che dovremmo sottoporre la questione al professor Kettleburn?*” aveva domandato Remus, che non si era perso una battuta fin dall'inizio, e che come sempre interveniva alla fine.

Scoppiarono tutti a ridere e a Lily non importava più che sua sorella fosse in viaggio di nozze a Parigi, perché essere ad Hogwarts con i suoi amici, la sua famiglia, valeva più di ogni cosa, anche della libertà.

 

 

“Ti pesa questa situazione?” le aveva domandato James, che per tutto il giorno le era stato vicino e aveva addirittura saltato gli allenamenti di Quidditch per starle accanto. E non c'era stata volta, da quando James Potter era entrato nella squadra di Grifondoro, in cui avesse saltato una partita di Quidditch, e Lily lo sapeva.

A metà del settimo anno, nel vivo del campionato, Lily veniva prima del Quidditch e questo dava l'esatta misura di quanto fosse cresciuto James Potter.

Lily aveva scosso la testa, sistemando gli occhiali sul naso di James, aveva inutilmente cercato di sistemargli i capelli, perché lei amava infilare le dita tra i folti capelli spettinati di James, e ancor di più amava sentire i piccoli brividi che questo gesto aveva su di lui.

“Non mi pesa questa situazione. Petunia, però, è proprio una stronza.”

Lily sapeva benissimo che doveva fermarsi, che lei non era il tipo di ragazza che parla addosso alle persone, che si lamenta in continuazione e fa monologhi lunghissimi. Aveva cercato di controllarsi per tutto il giorno, e sapeva che se avesse resistito fino all'ora di andare a letto, il giorno dopo si sarebbe alzata riposata e con Petunia sbattuta nel dimenticatoio.

Sì, perché la rimozione era il meccanismo di difesa dell'io preferito da Lily, e presto avrebbe rimosso quella stupida cartolina, se solo James non le stesse tirando le parole di bocca.

“Lo sai come è fatta tua sorella...”

Quella frase fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sì, Lily sapeva come era fatta Petunia, ma mai avrebbe pensato che sarebbe arrivata a tanto: era inconcepibile, persino per gli standard di cattiveria di Petunia.

“Lo so come è fatta, è da quando siamo piccole che è invidiosa di me. Adesso, non solo ha preteso di sposarsi prima di me con quello stupido Dursley, non appena le ho detto che ci eravamo fidanzati ufficialmente e che dopo Hogwarts ci saremmo sposati. No, adesso è andata in viaggio di nozze a Parigi, ed io amo Parigi! Lei ha sempre detto di preferire l'Italia alla Francia, ed ora quello stupido Dursley le fa fare il giro d'Europa! Ma sarebbe andato bene tutto se non fosse che noi non faremo mai un viaggio di nozze perché Tu-Sai-Chi ci dà la caccia, e siamo in guerra, e lei se ne va in giro per l'Europa con il suo stupido marito Babbano e ottuso, mentre noi moriremo cercando di difenderli! E lei, invece di essere orgogliosa di avere una sorella disposta a morire pur di difendere le proprie origini Babbane, mi manda una cartolina, in viaggio di nozze, dalla mia città preferita, per ricordarmi quello che io non avrò mai!”

Lily camminava avanti indietro, e adesso gesticolava anche. Lei odiava gesticolare, si sentiva come se non avesse il controllo di sé, e lei voleva sempre avere tutto sotto controllo.

James la guardava, divertito dalla trasformazione. Lily capì di essere caduta in una delle sue solite provocazioni e non capiva cosa ci trovasse di divertente nel vederla gesticolare come una pazza.

“Noi andremo in viaggio di nozze. Andremo a Parigi, vedremo il mondo intero!”

Gli occhi di James brillavano di speranza, Lily amava il marrone dei suoi occhi, così caldo e accogliente: gli occhi di James sapevano di casa, erano la prima e l'ultima cosa che avrebbe visto ogni giorno della sua vita. Quando si soffermava a pensare al coraggio – o l'incoscienza, come la definiva Remus – di James, alla speranza continua, anche contro le evidenze della vita, Lily trovava mille e altri motivi per i quali avrebbe sposato James, anche se non poteva andare a Parigi, e non ci sarebbe stato nessun viaggio di nozze, perché quando guardava negli occhi marroni di James, la morte per lei non esisteva più.

James le diede il suo orologio d'oro, il regalo di suo padre a cui era morbosamente attaccato, quasi quanto a Sirius.

Lily osservò l'orologio, stupita da quel gesto, quando James le disse: “A mezzanotte in punto, ci vediamo all'inizio del corridoio del settimo piano.”

“A cosa mi serve l'orologio?”

“Ad essere puntuale,” le disse scompigliandosi i capelli. Le diede un bacio a fior di labbra e scappò via.

Lily provò ad inseguirlo, ma lui riuscì a seminarla, e le sembrava anche di sentire le sue risate di scherno.

James non aveva mai smesso di prendere in giro Lily e giocare con i suoi difetti. Un tempo questo atteggiamento provocava ondate di rabbia in Lily, ma adesso stava imparando a conviverci, specie dopo che Remus le aveva dimostrato come dietro ogni provocazione di James ci fosse un fine tutt'altro che idiota.

Adesso, lui solleticava la sua curiosità, e sapeva benissimo come sfuggire a Lily, perché non c'era nessuno che conoscesse Hogwarts meglio di James Potter, forse Sirius Black, e ovviamente, Albus Silente.

Sebbene lei e Remus fossero stati Prefetti, ogni volta che lei aveva avvertito che James e Sirius stessero violando il coprifuoco – e Lily certe cose le avvertiva a pelle – quei due riuscivano sempre a sfuggirle.

Così, Lily si decise a comportarsi da persona matura: allacciò al polso l'orologio di James, tornò in sala comune, dove avrebbe studiato fino a che non si fosse fatta l'ora di andare da James.

Nonostante le domande di Marlene sul perché Lily avesse l'orologio di James, e le risatine divertite di lui dal fondo della sala comune, e le battute di Sirius, Lily riuscì a mantenere saldo il proposito di non perdere il controllo.

Riuscì a coinvolgere Peter Minus in una serie di ripetizioni di Incantesimi e gli spiegò i punti carenti del tema di Pozioni. Al ripasso si unirono anche Remus e Marlene, e così Lily si disse che avrebbe dovuto inventare una scusa per non tornare in dormitorio con Marlene.

Erano le undici e mezzo passate quando Marlene e le ultime studentesse raccolsero piume e pergamene e salirono al dormitorio, Lily disse loro che voleva leggere un po' perché non riusciva a chiudere occhio. Le amiche le lanciarono un libro di Storia della Magia, dicendole che forse le avrebbe conciliato il sonno, e la salutarono.

Lily passò il tempo ad osservare l'orologio di James, ne studiò il meccanismo, analizzò il ritmo delle lancette ed il rumore. Ad un certo punto credette anche di sentire la voce di James che le diceva: “Arriverai in ritardo se non esci adesso!”

Balzò dritta sul divano e sgaiattolò fuori dalla sala comune pensando cosa avrebbero detto se avessero saputo che il Prefetto Evans violava il coprifuoco.

Pensava che doveva prestare attenzione e non farsi scoprire, perché era troppo curiosa di sapere cosa volesse James, e questa era la sola ragione per cui non aveva detto nulla a Marlene, nonostante morisse dalla voglia di fare congetture con l'amica.

All'inizio del corridoio del settimo piano, come per magia – ed era il caso di dirlo, visto che non è possibile Materializzarsi all'interno di Hogwarts – spuntò James.

“Sei puntuale,” le disse sorridente, mentre intrecciava le proprie dita a quelle di Lily.

La guidò fino ad un punto in cui Lily pensò di non essere mai stata, si fermarono dinnanzi ad una porta che non sapeva dove avrebbe condotto, ma non avrebbe mai lasciato la mano di James. Senza contare che la curiosità continuava ad aumentare, e se non fosse stato per la paura di essere scoperta mista al fascino di quella strana situazione, avrebbe fatto un milione di domande a James.

Appena varcato l'uscio Lily si trovò a Parigi: era nel mezzo de les Tuilleries, ammirava il Palazzo del Louvre, James le sorrideva accanto. Lily era una strega – molto in gamba, secondo il professor Lumacorno – ma non avrebbe mai creduto che la magia potesse fare tanto. Si ritrovò in un café, seduta ad un tavolino con James, con accanto una serie di deliziosi dolci francesi: era un sogno, non c'erano altre spiegazioni.

James le sorrideva, e certamente si godeva il suo stupore.

“Te l'ho detto che ti avrei dato il viaggio di nozze che sognavi, anche se tecnicamente non siamo ancora sposati. Diciamo che è un anticipo...”

“Sei stato tu?” domandò sorpresa.

“Beh... il merito principale è della Stanza Va e Vieni, e di Sirius che l'ha scoperta, naturalmente, ma mi sono dovuto impegnare per far apparire esattamente quello che volevo,” ammise scompigliandosi i capelli.

Lily baciò James e non aveva più paura, per lei adesso la morte non era niente e sapeva che la vita non avrebbe mai potuto uccidere il loro amore. James le aveva appena dimostrato che la speranza, anche la più assurda – come andare a Parigi – si poteva realizzare, e forse loro sarebbero anche potuti sopravvivere alla guerra ed essere felici. Un giorno, chissà, sarebbero realmente andati a Parigi.

 

La vita non uccide più

i nostri baci

i nostri sogni

e le parole.

Il tempo non le imbianca più

e non si seccano a lasciarle stese al sole.
 




NdA: Eccomi con un'altra storia - l'ultima per la Mistery Weekly Table-y - e questa volta è una James/Lily. Mi sto innamorando di loro due. La colpa è principalmente dei disegni di viria13, ma anche loro ci si mettono di impegno! 
Come note alla storia, vi segnalo che quando James compare "per magia", in realtà è sotto il suo meraviglioso Mantello dell'Invisibilità, ed è anche il motivo per cui Lily "sentiva" che James e Sirius erano in giro, ma non riusciva mai a beccarli durante le sue ronde da Prefetto. 
È la prima volte che uso il cliché della Stanza delle Necessità, e prima o poi doveva accadere. xD
Non so cosa pensare di questa storia, l'ho scritta di getto, nonostante le intromissioni di Sirius (prima donna che non sei altro...), e spero che possa piacere ai fan del pairing.
Questa volta i prompt della tabella sono stati:
La Morte (non esiste più) dei Baustelle 

- L'orrore. L'orrore! (F.F.COPPOLA, Apocalypse Now)


Alla prossima,
Sev

   
 
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