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Autore: Symphoniies    04/09/2013    2 recensioni
Mystic Fall, 1864. Katherine, in fuga da Klaus, trova riparo a Mystic Falls, a casa Salvatore dove si infatua dei due fratelli Damon e Stefan. Nessuno sa che è una vampira, tranne i due fratelli, la sua amica strega Emily, Pearl e sua figlia Anna. Un giorno, a casa Salvatore, arriverà una giovane ragazza, Vasilisa Smirnenska, vampira trasformata dal fratello di Klaus, Elijah, per salvarle la vita. Inizialmente le due giovani non si riconoscono, ma successivamente scopriranno la verità. Vasilisa, però, nasconde un passato composto da periodi felici e di periodi bui e tristi e nel vivere a casa Salvatore riuscirà ad aprire il suo cuore, a vivere l'adolescenza che non si è mai potuta permettere, e forse anche ad innamorarsi. In una storia fatta di balli, tradimenti, passione, sangue, uccisioni, riuscirà l'amore a sopravvivrete? O finirà tutto in un bagno di sangue?
Frase tratta da uno degli ultimi capitoli della storia:
- L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elijah, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ZDRAVEI, KATERINA
-Capitolo tre-
 
 
 
 
 
 



Era appena l’alba, quando Geremia decise di fermarsi per far riposare Lillà, la sua preziosa giumenta dal manto color crema, che fino a quel momento gli aveva condotti in un piccolo paesino non molto distante da Mystic Falls.
A volte vivere in campagna era davvero una gran seccatura.
“Tesoro” disse Meredith, rivolgendosi a Vasilisa, scendendo dal carro aiutata dall’uomo, “Io devo sbrigare alcune commissioni. Vuoi venire con me?”
“No, mamma. Credo che andrò a fare un giro. Ho visto una libreria e mi piacerebbe prendere un nuovo libro” rispose, scendendo dall’altro lato dal carro, con un salto.
Sua madre si guardò intorno e poi le si avvicinò, “Lissa” le disse con un tono di rimprovero.
“Cosa c’è?” domandò lei, con aria innocente, sistemandosi la gonna del vestito.
“Sei saltata giù dal carro, con i tacchi e avvolta in almeno quattordici metri di stoffa, senza il minimo sforzo. Un po strano, non trovi?”
“Oh, hai ragione” rispose Lissa, mordendosi il labbro inferiore, “Non ci avevo fatto caso. Scusami”
“Tesoro” sussurrò, poggiandole una mano ricoperta di calli e di taglietti sulla guancia, “Come posso lasciarti andare in quella casa se mi cadi anche nelle cose più semplici?”
“Devi fidarti, solo questo. Prometto che non riaccadrà e che farò più attenzione” rispose la giovane, poggiando la propria mano su quella della madre.
La donna annuì rassegnata, “Dov’è l’anello?” chiese poi, ritraendo la mano dal viso del vampiro.
Vasilisa si scostò lievemente il mantello, rivelando così una catenina sottile che andava poi a concludersi all’interno della scollatura dell’abito, “Almeno così è coperto”
“Va bene. Allora io vado. Mi raccomando Lissa, cerca di non dare nell’occhio” le raccomandò, prima di dirigersi verso un negozio con Geremia.
La ragazza finì di sistemarsi il vestito e poi, stringendosi il lungo mantello al collo con una mano, in modo che l’aria gelida non le colpisse la gola, si diresse verso un edificio che, grazie a un’insegna, identificò come la libreria.
Arrivata davanti all’imponente struttura, Lissa spinse lievemente la porta, facendo così suonare il campanellino.
Si guardò intorno.
Il bancone era vuoto e l’enorme locale pieno di scaffali, poco illuminato, emanava un forte odore di muffa e di carta.
“Buongiorno. C’è nessuno?” chiese un po timida Vasilisa, facendo qualche passo avanti.
Silenzio. “Ehilà..?”
Dopo qualche secondo, da dietro uno scaffale, comparve una donna sulla sessantina, con i capelli legati un uno chimion disordinato alla base della testa e un vestito troppo stretto per la sua corporatura. Questo era di un rosa così accesso che la faceva sembrare un confetto gigante.
“Salve!” squittì la donna, andando a posizionarsi dietro al bancone, “Sono Madame Boucher. In cosa posso esservi utile?”
“Mh, mi piacerebbe dare un’occhiata al reparto di letteratura inglese. Mi saprebbe indicare qual è?”
“Terzo scaffale a sinistra”
Dopo aver ringraziato la donna con un lieve inchino, Lissa si incamminò.
Dopo circa trenta minuti, la giovane decise di comprare una nuova copia di ‘Romeo e Giulietta’ visto che la sua si stava ormai riducendo in brandelli e poi comprò anche una nuova piuma e un nuovo calamaio.
“In tutto sono dieci monete” disse Madame Boucher.
Vasilisa le sorrise e poi passò il denaro alla donna.
“Vuoi non siete di qui, vero signorina?” le chiese, mentre la ragazza afferrava cautamente la borsa contenete i suoi acquisti.
“No, infatti. Come avete fatto a capirlo?” chiese curiosa Lissa.
“Avete un accento diverso, anche se cercate di imitare quello Americano. Da dove venite?”
La giovane si sorprese.
Nessuno le aveva mai fatto una domanda simile, visto che nessuno aveva mai fatto caso al suo modo di parlare, “Ho origini Bulgare. Quando ero molto piccola i miei genitori morirono…morirono in un incendio e io venni affidata a dei miei parenti in Inghilterra, ma purtroppo anche loro morirono, così fui costretta a trasferirmi qui, da un’amica di mia zia”
“Oh, capisco” disse la donna, “E ora dove siete diretta?”
“Vado a lavorare nella tenuta dei Salvatore, a Villa Veritas, per aiutare la mia nuova famiglia”
“Volete dirmi che state andando a Mystic Falls?” chiese Madame Boucher, con una strana espressione in volto.
“Esatto” rispose il vampiro, cercando di decifrare l’espressione dell’anziana.
“Oh, povera cara! Ve ne prego, finchè potete non dirigetevi in quel luogo! E’ una cittadina piena di demoni!”
“Demoni?” chiese confusa, “Quali demoni?”
“Da qualche tempo ormai, più o meno da quando è scoppiata la guerra, nella cittadina di Mystic Falls si sono verificate diverse morti, tutte causate da animali. Persino la futura sposa del signor Stefan Salvatore, figlio di Giuseppe Salvatore, è stata aggredita da un coyote” rispose la donna, poggiandosi una mano sul cuore.
“Animali? Demoni? La prego” disse la ragazza, seria, “Mi spieghi bene”
“Tutti credono che siano stati attacchi animali, ma la gente lo sa”
“Sa cosa?”
“Che i demoni sono tra loro. Che nessuno è più al sicuro ormai, perché loro…loro portano morte e non risparmiano neanche i bambini”
Lissa avrebbe voluto fare altre domande a Madame Boucher, ma in quel momento un uomo entrò nel negozio.
“La prego di scusarmi, signorina” disse l’anziana rivolgendosi alla giovane, cercando di ricomporsi.
“Certo. E’ stato un piacere conoscerla e grazie mille per le sue informazioni”
E così dicendo, il vampiro uscì dall’edificio.
 
Un’ora dopo erano arrivati a Mystic Falls.
Vasilisa continuava a scervellarsi per capire bene quello che le aveva detto Madame Boucher.
Che ci fossero altri vampiri a Mystic Falls?
No, impossibile o in qualche modo sarebbe di certo venuta a saperlo; sua madre glielo avrebbe detto.
La signora si sbagliava.
Erano semplicemente animali. Solo quelli.
“Grazie Geremia, aspettami pure qui” disse Meredith, scendendo dal carro con la figlia e incamminandosi poi verso l’entrata principale dell’enorme villa, costeggiata da numerosi vasi in cui crescevano rigogliosi gigli anche se ormai l’estate stava lasciando spazio all’autunno.
Sul portico, numerose colonne bianche risplendevano sotto i raggi del sole mattutino che ormai non riscaldava più.
Quella sarebbe stata la sua nuova casa e avrebbe dovuto imparare ad amarla.
Vasilisa seguì la madre, senza proferir parola.
Meglio non parlare, anzi pensare, più a questo argomento.
Sua madre le aveva raccontato di quanto fosse grande Villa Veritas, ma vedendola di persona era tutta un’altra cosa.
Costruita su un terreno di duecento acri, la tenuta era divisa in varie zone.
La villa dei Salvatore, dove si stavano dirigendo ora loro, delle dependance per gli ospiti, una grande stalla, dove Geremia stava portando Lillà, gli alloggi per la servitù e poi chissà quali altri posti che da li non riusciva a vedere.
La donna, una volta arrivata davanti alla porta, bussò e dopo qualche secondo, questa fu aperta da una donna abbastanza robusta, con i capelli legati in un severo chignon.
“Si?” disse la donna, che doveva essere una cameriera, squadrandole da capo a piedi.
“Ho un appuntamento con il Signor Salvatore” rispose Meredith.
La donna scomparve e dopo qualche minuto si presentò davanti a loro un uomo alto e snello, dal portamento fiero che di certo avrebbe intimorito chiunque, con delle rughe in fronte che di certo non lo aiutavano ad ammorbidire i tratti del volto.
I capelli erano corti e castani, accompagnati da degli occhi azzurri non molto gradi.
Era vestito di tutto punto con un bellissimo e raffinato completo da giorno.
L’uomo guardò la madre di Lissa e poi le sorrise, “Meredith!”
“Giuseppe” rispose lei, inchinandosi.
“Che piacere vederti!” disse lui, baciandole la mano, “E questa deve essere tua figlia, Vasilisa” aggiunse lui, girandosi verso il vampiro.
La giovane si tolse il cappuccio, “Lissa, la prego. E’ un vero onore per me fare la vostra conoscenza” disse lei, inchinandosi.
“I racconti di vostra madre non vi rendono giustizia. Siete incantevole” disse Giuseppe.
“La ringrazio. Lei è troppo gentile”
“Bene, ora sei vuoi seguirmi Meredith, io e te dobbiamo discutere di alcune faccende. Lissa, intanto tu puoi fare una passeggiata nel cortile” disse il Signor Salvatore, indicandole con un gesto della mano un sentiero di pietra che si perdeva poi dietro a alcuni cespugli.
La ragazza annuì, e lentamente iniziò a incamminarsi sul sentiero fatto di ciottoli, fino a ritrovarsi davanti a un enorme statua.
Vasilisa si mise a fissarla.
“Buongiorno” disse una voce alle sue spalle.
La giovane si girò, ritrovandosi davanti un bambino.
“Buongiorno” disse a sua volta, sorridendo.
“Siete una principessa?” domandò il bambino, che dall’aspetto doveva avere sui dieci anni.
Lissa scoppiò a ridere, “Purtroppo no”
“Peccato” disse, un po deluso.
“Come mai ti interessava saperlo?” chiese lei curiosa, inclinando la testa.
“Fra qualche anno sarò pronto a prendere moglie e voi siete davvero una bella ragazza”
“Ti ringrazio” rispose, dandogli del ‘tu’.
“Quindi, se non posso avervi come moglie, mi posso scordare un vostro bacio vero?” domandò lui.
‘Ma quanti anni ha questo bambino? Ne dimostra dieci, ma si comporta come un ventenne!’
“Oh, bè, non potrò essere tua sposa, ma credo che un bacio possa dartelo senza problemi”
E così dicendo, Vasilisa si avvicinò al bambino.
Si scostò i lunghi capelli dal viso, mentre lentamente si chinava in avanti.
Le sue labbra stavano per toccare la sua guancia destra ,quando qualcuno li interruppe.
“Claudio!” gridò una voce maschile.
La ragazza si rialzò, incontrando due enormi occhi verdi.
“Claudio, ma che fine avevi fatto?” domandò il ragazzo dagli occhi verdi, avvicinandosi al bambino.
“Stavo parlando con una principessa” rispose.
“Non sono una principessa” ripetè il vampiro, gentile.
In quel momento comparve un altro ragazzo, una ragazza e, infine, sua madre accompagnata dal signor Salvatore.
“Oh, bene!” disse Giuseppe, rivolgendosi a occhi verdi, “Vedo che hai già conosciuto Vasilisa, Stefan. Lei sarà la nostra nuova domestica”
“In realtà, non ci siamo ancora presentati ufficialmente” rispose il ragazzo, “Piacere di conoscerti Vasilisa, io sono Stefan Salvatore”
Stefan doveva avere la sua stessa età. Cioè, l’età che avrebbe dimostrato per sempre.
Aveva i capelli castano chiaro e gli occhi verdi, un sorriso gentile e la carnagione chiara.
“La prego, mi chiami Lissa, signorino Salvatore” disse educata.
“Io sono Claudio, il cugino di Stefan” disse il bambino, aggrappandosi alla giacca di Stefan.
Lissa gli fece un inchino cortese.
“Lui, invece” disse Giuseppe, “E’ il mio primo genito, Damon, che dovrebbe essere a combattere per il proprio paese, invece di stare qui a fare il fannullone”
Vasilisa si girò verso l’altro ragazzo, comparso da poco e…ne rimase incantata.
Incantata dalle labbra rosee e carnose.
Dal sorriso perfetto.
Incantata dai capelli neri e curati.
Dalla carnagione olivastra.
Incantata da due occhi color del cielo, circondati da delle ciglia nere e folte.
Damon face un piccolo inchino, “Spero ti divertirai…a rifarmi il letto” disse, sussurrando le ultime parole.
Appena udita quella frase, l’immagine del ragazzo bello e gentile formatosi nella testa dalla giovane, andò in mille pezzi.
‘Arrogante’, pensò.
“Lei è Katherine Pierce” disse poi il Signor Salvatore, “E’ nostra ospite da un mese ormai”
La signorina la guardò con sufficienza, mentre Lissa si prestava a fare un altro inchino.
“Sai, dolce Katherine, anche Vasilisa sa parlare il Bulgaro” disse Giuseppe.
“Davvero?” domandò sorpresa la ragazza.
“Sì, signora” rispose il vampiro, sorridendole gentile, “Me lo hanno insegnato delle suore” mentì.
Solo perché era scorbutica, non voleva dire che anche lei avrebbe dovuto esserlo.
“Perché non mi fai sentire qualcosa?”
“Zdravei, Katerina” disse Lissa, guardandola dritta negli occhi.
Quella donna aveva qualcosa di familiare.
 
 
 
 
Angolo autore
Buonasera  a tutti, anzi buona notte ahha
Terzo capitolo della FF.
So che sono stata abbastanza misteriosa sul passato di Lissa, ma piano, piano, scopriremo tutto quello che la riguarda, che fine ha fatto la sua vera famiglia in Bulgaria, dove sono gli Originali e soprattutto dov’è Elijah.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito gli scorsi capitoli.
Un bacio
   
 
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