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Autore: Anna Wanderer Love    04/09/2013    6 recensioni
Celeste, appena arrivata al Campo Mezzosangue e non ancora riconosciuta, si ambienta bene. La sua prima mattinata è allegra e coinvolgente. Tranne per due occhi. Due occhi scuri. Due occhi all'apparenza allegri e incuranti. Gli occhi di Nico Di Angelo...
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadows Cycle'
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Ci fu qualche istante di silenzio, poi tutti iniziarono a proporre nomi. Non ci capivo niente, era tutto un ammasso confuso di voci. Era incredibile come nove ragazzi (contando Nico) riuscissero a fare così tanto baccano. Mi rifugiai tra le braccia di Nico, che mi strinse ridacchiando. Qualche secondo dopo (sei, per l’esattezza) James iniziò a strillare.
-Silenzio! Uno alla volta!- Era l’unico che era rimasto zitto.
Alla sua voce tutti si zittirono, e lui, un po’ più calmo, continuò. Mi gettò un’occhiata e gli sorrisi grata.
-Layla, inizia tu. Che nome proponi?
-Sognatore o Somniator- disse lei. James annuì, gli occhi viola brillanti.
-Stai migliorando in latino, complimenti- lei arrossì e mi sorrise felice. Ricambiai il sorriso e mi appoggiai al petto forte di Nico, prendendo il cucciolo, che era rimasto tranquillo. Mi leccò una guancia, poi tornò ad appallottolarsi sul mio petto.
-Jason, hai qualche idea?
Ci pensò su per qualche istante, poi allargò le braccia, stringendosi nelle spalle.
-Mi verrebbe Morfeo, però si farebbe confusione con lui e papà.... magari Amavit, significa amato.
-Va bene. Qualcuno ha qualche idea?
Un ragazzo, piuttosto basso e muscoloso, di nome Richard, alzò la mano. Con un cenno, James gli disse di parlare.
-Poppy. Significa papavero, e di solito il papavero compare spesso nei sogni di Morfeo.
-Bella idea- esclamai. Lui mi sorrise allegro. Aveva un bel volto, regolare, abbronzato, con folti capelli ricci e castani. Sapevo che era fidanzato con una certa Annalisa, una ragazza figlia di Afrodite, e a quanto mi avevano detto erano proprio carini insieme.
-Io! Io ho un’idea!- Saltellò Sara.
-Dimmi- la invitai. Sentii le dita di Nico sfiorare la mia gamba e feci del mio meglio per non sussultare.
-Alexios! Vuol dire protettore... oddio, ora che ci penso Alex è il nome del mio fratellastro, quindi no! Fa’ finta che non abbia aperto bocca- esclamò, e tutti scoppiammo a ridere.
-Okay, ragazzi, sforziamoci di trovare altri nomi, su!
Pensammo per un po’ in silenzio. Io accarezzavo il lupo, riflettendo. Mi venne in mente un’idea. E se l’avessi chiamato come Bianca... Bianco? Meglio di no, a Nico avrebbe ricordato sua sorella, e non volevo rischiare che si arrabbiasse.
D’un tratto una ragazza schioccò le dita. Era piccola ed esile, e aveva origini giapponesi.  I suoi capelli neri e lisci, lunghissimi, erano raccolti in una treccia che le arrivava fino a metà della schiena, più o meno. Rivolse i suoi lucenti occhi azzurri su di me.
-Ci sono!
Tutti puntarono gli occhi su di lei e arrossì. La incoraggiai con un sorriso e lei sembrò rilassarsi un poco.
-Be’... non sono nomi in inglese, in giapponese... però a me sembrano carini...
-Dimmi- dissi gentilmente.
-Yoru... o Hachiko.
-Hachiko? L’ho già sentito...
Michelle annuì.
-Sì, c’è una storia... Hachiko era un cane che era stato abbandonato, e un professore lo raccolse. Lo tenne con se e ogni giorno Hachiko andava ad aspettarlo alla stazione e insieme tornavano a casa. Continuò a farlo per anni, anche quando il professore morì.
Dopo un istante di silenzio parlai.
-Be’, sono belli tutti e due... mm, tu quale preferisci?- Chiesi girandomi verso Nico. Lui si strinse nelle spalle, e cercai di non perdermi in quei suoi meravigliosi occhi scuri, di ossidiana.
-Sono entrambi bellissimi. Yoru in effetti ha un suono melodioso, ed la storia di Hachiko è bella... però, boh, mi ispira più Yoru.
Sorrisi e lui ricambiò, accarezzandomi una guancia.
-Bene, è deciso.
Mi rivolsi direttamente al lupetto viola che tenevo tra le braccia.
-Ti chiamerai Yoru.
Yoru abbaiò e sorrisi, accarezzando quelle piccole orecchie.
Sentii il braccio di Nico cingermi la vita e feci del mio meglio per non arrossire. Si chinò a mormorò, posando il mento sulla mia spalla: -Andiamo?
Annuii.
Dieci minuti dopo, Yoru stava ammazzando di leccate Joanna, che si trovava con Travis. Decisi che dopo le avrei fatto l’interrogatorio, visto che si guardavano in uno strano modo... però, intanto, ero rifugiata tra le braccia del mio figlio di Ade. Sì, esatto, Kristine! Mio!!
Eravamo seduti sugli spalti dell’arena dove Connor si stava esercitando contro Laura. Erano pari, nessuno dei due riusciva a battere l’altro.
Distolsi lo sguardo dai due dopo che Connor ebbe alzato lo sguardo e mi ebbe sorriso, beccandosi un taglio sulla guancia.
-Celeste?
Girai 
la testa e incrociai gli occhi scuri, caldi di Nico. Sorrisi, allungando il braccio e spostandogli i capelli dietro l’orecchio. Ero seduta sulle sue gambe, e mi teneva un braccio sulla schiena per sostenermi, cosa che non mi dispiaceva affatto.
-Sai che sei bellissima, vero?- Sussurrò con un sorriso dolce. Arrossii, non sapendo se imbarazzarmi o essere felice per quel complimento inaspettato.
Posai la testa sulla sua spalla. Com’era bello stargli così vicino...
-Nico?
-Dimmi- fece lui, guardandomi curioso.
-Ho notato... nella mia casa... i miei fratelli e io non siamo uguali. Cioé, hai visto Annabeth con i suoi fratelli, no? Sono praticamente identici. Nel senso, hanno qualche caratteristica che li distingue. Anche quelli di Ermes sono così... in effetti, ora che ci penso, tutti i figli degli dei che hanno un dio in comune come genitore sono simili. Ma...
-Questo non vale per la casa di Morfeo- completò lui, annuendo.
-Sì... come mai?
Nico si strinse nelle spalle, osservandomi intensamente.
-Non saprei...
Una voce ci fece sussultare.
-E’ semplice- ci voltammo e vedemmo che Laura e Connor ci stavano lentamente raggiungendo, con le spade in mano. Lei era davanti a lui, e aveva i lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo che le stava molto bene. Aveva le guance rosse ed era sudata, ma persino così era bella. Mi rivolse un sorriso scintillante.
-Ehi, Celeste! Volevo proprio venire a trovarti. E’ da un po’ che non ci vediamo. Comunque, per rispondere alla tua domanda... di solito gli dei quando sono sulla Terra non cambiano mai le loro sembianze. Rimangono sempre con lo stesso aspetto- disse sedendosi davanti a me. Connor si mise seduto accanto a lei e completò la frase.
-Mentre questo non avviene per tuo padre. Visto che è il dio dei sogni, talvolta usa anche i suoi poteri con i mortali... okay, è complicato. Allora, ricapitolando, lui stesso è, come dire, fatto di sogni... in un certo senso. E’ un dio, è solido, ma è fatto di sogni, che lo mantengono in vita... e i sogni sono mutevoli, cambiano a seconda della persona. Lui è un centro che raccoglie tutti i sogni delle persone, quindi è in un certo senso condizionato dai sogni... è la materia che lo ha creato e che gli dà forza, la fonte del suo potere. Proprio per questo motivo preferisce non assumere sempre le stesse sembianze, sarebbe un po’ come rinnegare la propria natura, visto che i sogni sono liberi e diversi ogni secondo che passa. Quando scende nel mondo mortale cambia aspetto varie volte. Quindi, probabilmente con tua madre sarà stato alto e con i capelli castani, con Richard basso e muscoloso.
Restai in silenzio per un po’. Anche se confusa, la spiegazione di Connor era stata abbastanza illuminante. Prima che potessi parlare, però, Joanna intervenne, ponendo la stessa domanda che avevo in mente io.
-Quindi... in sostanza, Morfeo ha assunto diversi aspetti, che però sono tutti suoi?
Laura annuì, sorridendo.
-Esatto. Non ha un aspetto fisso ma può assumere tutti quelli che vuole.
-Sarebbe forte- commentò Travis, e dopo qualche secondo un ghigno illuminò il suo volto furbo.
-Vi immaginate quanti scherzi si potrebbero fare? Potremmo rubare a Clarisse la sua lancia...
Scoppiammo tutti a ridere. Era sempre lo stesso. Jo gli rifilò uno schiaffo sulla spalla con aria di rimprovero, ma sorrideva anche lei. Appena lo colpì, Travis arrossì. Istintivamente guardai Connor, che aveva notato pure lui la cosa, e ci scambiammo un ghigno. A quanto pare quei due si intendevano bene anche senza il nostro ipotetico piano di metterli assieme.
Tornai a guardare Nico, che era rimasto in silenzio tutto quel tempo e aveva un’aria corrucciata. Fissava davanti a se, giù nell’arena, dietro alle mie spalle. Mi voltai anche io e vidi una scena che mi fece restare a bocca aperta. Connor notò il mio sguardo basito.
-Celeste, che c’è?
Non sentii e rimasi a fissare imbambolata l’oggetto delle nostre attenzioni. Tutti si voltarono, e dopo qualche secondo di silenzio Travis scoppiò a ridere.
Yoru stava ringhiando giocosamente alla signora O’Leary, che lo fissava con le orecchie basse. In quel momento il lupetto le saltò addosso, rovesciandola sotto di se, e lei guaì, come per ammettere che era più forte lui. Scoppiai a ridere a crepapelle, mentre Yoru continuava ad abbaiare e a rincorrere il segugio infernale per l’arena, che fingeva di scappare terrorizzata.
-Non è possibile- disse con voce fioca Laura, le spalle curve per la sorpresa.
-Direi che si piacciono- commentò allegramente Nico.
-Eh sì- confermò Joanna. Dal tono di voce capii che stava sorridendo. Mi rilassai, appoggiandomi al petto di Nico, e le sue braccia mi avvolsero la vita, stringendomi con forza a se.
-Allora dovremo stare attenti che giocando non spacchino tutto il Campo- disse Connor, preoccupato. Sorrisi.
-Ma no, vedrai che non succederà nien...
In quel momento, la signora O’Leary saltò sulle gradinate dell’arena, sbiciolandone un pezzo con il suo peso. Tutti si voltarono a guardarmi scettici e mi ritrassi control il mio figlio di Ade.
-Come non detto- dissi, con la risata dolce di Nico che mi risuonava nelle orecchie.


AnGoLo DeLl'AuTrIcE:
Gionno a tuttiii! Come state? Lo so, questo capitolo non è un granché, scusatemi... :( mi spiace, per il prossimo vedrò di trovare qualcosa di meglio. Spero mi perdoniate :D

   
 
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