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Autore: Freyja_    04/09/2013    4 recensioni
Gira una leggenda nella campagna del mio paese natale, più che leggenda uno spirito che si manifesta alle famiglie procurando dei lutti, nella maggior parte dei casi si manifesta alla madre, moglie o compagna e nel giro di un anno, può capitare dopo pochissimi minuti, ore, giorni o mesi, l'altra metà muore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Gira una leggenda nella campagna del mio paese natale, più che leggenda uno spirito che si manifesta alle famiglie procurando dei lutti, nella maggior parte dei casi si manifesta alla madre, moglie o compagna e nel giro di un anno, può capitare dopo pochissimi minuti, ore, giorni o mesi, l'altra metà muore.
Io e la mia famiglia dopo la visita del "frate", nome attribuitogli per il suo aspetto, e la morte di mio zio ci siamo trasferiti in Inghilterra e da allora nessun membro della nostra famiglia è stato più tormentato.
 
*Anni dopo*
 
Oggi era il quattordici settembre e a Londra stranamente c'era solamente un leggero venticello che ti scompigliava i capelli.
Stavo per andare a prendere mia figlia alla scuola materna. Anche se la scuola era iniziata da poco Charlotte aveva fatto subito amicizia con gli altri bambini della sua età.
 
Mi trovavo fuori dall'edificio scolastico con gli altri genitori aspettando i propri figli. Ero da sola, il mio compagno Liam non era potuto venire per un imprevisto a lavoro ma ci saremmo visti al parco tra poco meno di un ora.
Ero seduta sull'unica panchina libera sotto l'albero aspettando che quei venti minuti passassero il più velocemente possibile così saremmo tornate a casa per prendere il cesto da picknick per poi incamminarsi al nostro parco.
Girai lentamente il volto dal mio libro quasi finito quando mi colpì una figura, un ombra vicino a un cespuglio . Era una figura con cappuccio e tunica ma non toccava terra. Iniziai a sentire la pelle d'oca, non seppi però se fu per effetto dell'aria frizzantina o dell'incontro poco piacevole. Per pochi secondi l'ombra alzò il capo facendo incontrare i miei con i suoi occhi color rosso fuoco. Da lì una visione si era divulgata nella mia mente, era Liam accasciato a terra che aveva una mano sul cuore e gli occhi sgranati ma non respirava più, era come impietrito, morto.
Il mio cuore perse un battito per poi ricominciare a pompare più velocemente possibile. Ora il mio unico pensiero era prendere Charlotte e dirigermi il più velocemente possibile da Liam. Avevo paura .
 
Mi alzai di scatto dalla panchina e mi diressi all'entrata dell'edificio, mancavano ancora dieci minuti ma non c'era tempo da perdere. Bussai con insistenza alla porta decorata aspettando che qualcuno mi venisse ad aprire.
Bussai ancora più forte fino a quando non si mostrò davanti a me una maestra.
'Signora cosa desidera?'-chiese cercando di assumere un aria dolce, inutilmente.
'Dovrei prendere mia figlia Charlotte'
'Ma mancano solo dieci m...'
'Signora la prego, potrebbe essere questione di vita o di morte'
'Mh.. ok mi dica il nome della bambina'-disse dopo aver sbuffato sonoramente alla mia supplica.
'Si chiama Charlotte Purple Payne'
Vidi la testa della donna scoparire dietro la porta per poi tornare pochi secondi dopo con mia figlia per mano.
'Mamma!'-esclamò la bambina vedendomi.
'Amore, ora dammi la manina che dobbiamo andare da papà'-dissi allungando la mano verso di lei per strapparla dalla maestra.
'Arrivederci'-dissi dolcemente alla maestra per poi correre verso la vettura parcheggiata a pochi passi da lì.
Non sentii risposta e sinceramente questo poco mi importava.
 
'Mamma dov'è papà?'-chiese Charlotte appoggiando la sua manina sulla mia che controllava la leva del cambio marcia.
'Non lo so amore ma adesso lo chiamo okay?'-chiesi sorridendo alla bambina dai boccoli biondi seduta accanto a me.
Sorrise anche lei e annuì.
Composi il numero sul telefonino e cliccai 'chiama'. Un squillo, due squilli, tre squilli.
'Pronto amore?'-chiese dall'altra parte del telefono.
'Liam!'-esclamai
'Ehy Franci, qual'è il problema?'-chiese dolce, sicuramente stava sorridendo ...
'Amore, dove sei?
'Sono appena uscito dallo studio..'
'Ok, fermo la, non fare nulla ... un minuto e sono da te, Liam promettimi che starai immobile.'
'Emh, ok piccola.. ma c'è qualche problema?'-chiese
Chiusi la chiamata, a lui non avevo mai raccontato nulla di tutto ciò e ovviamente sarei stata presa per pazza.
Arrivai davanti allo studio, aspettai pochissimo e vidi la figura di Liam che apriva la portiera.
'Ehi principesse!'-esclamò vedendoci.
Io sorrisi e lo stesso fece Charlotte portando le sue braccia intorno al collo del papà.
Salì nel posto davanti con Charlotte in braccio che giocava distrattamente con il suo colletto in Jeans. Aveva una camicia blu con i risvolti del colletto e delle maniche in Jeans, pantaloni neri e le sue scarpe preferite, lo stesso abbigliamento della visione e la cosa mi stava facendo accapponare sempre di più la pelle.
'Amore dove stiamo andando?'-chiese lui metre accarezzava la schiena di Charlotte con una mano e con l'altra il dorso della mia mano.
'In ospedale'-dissi prendendo la prima uscita per l'ospedale più vicino.
'Ospedale? S-stai male?'
'No amore, stiamo tutte e due bene'-dissi continuando a tenere stretto il volante.
'Allora per...'
'Liam ti prego non fare domande, è troppo difficile da spiegare, magari dopo ma non adesso.'
Restammo in silenzio per i successivi cinque minuti fino a quando arrivammo in ospedale.
Appena varcammo la soglia del cancello mi precipitai con Liam al pronto soccorso per un elettrocardiogramma.
Ci avevano detto di attendere una decina di minuti ma a me sembravano troppi.
Ero sempre più in tensione, mi sentivo così impotente, non volevo che li capitasse nulla.
Quando finalmente arrivò il nostro turno Liam si sedette sul lettino in attesa del medico ma poco prima che la porta fu aperta vidi Liam sgranare gli occhi e massaggiarsi il petto con la mano destra. Non volevo crederci quella fottuta visione stava avvenendo lì sotto i miei occhi e io non potevo fare niente.
Appena il dottore entrò nella stanza chiamò immediatamente delle infermiere con il defibrillatore.
Il mio viso era inondato di lacrime, Charlotte era nella stanza bambini a giocare e non volevo che assistesse a questo spettacolo infernale.
Un infermiera mi prese per mano e mi accompagnò fuori dalla stanza per aspettare.
 
Passarono dieci minuti e nessuno si era fatto vivo, l'unico rumore che si poteva udire era il battito accellerato del mio cuore e il mio continuo piangere.
Finalmente la porta si aprii e comparve il medico di prima.
'Lei è la signora Payne?'-chiese indicandomi.
'Sì, sono io... come sta? S-sta bene?'-chiesi nel mentre che mi asciugavo le lacrime.
'Suo marito ha avuto un infarto ma fortunatamente l'abbiamo preso in tempo per evitare spiacevoli conseguenze, ora sta bene, ma sta dormendo... vuole entrare?'-chiese
Annuii e entrai nella stanza.
Liam era disteso su un lettino con la bocca leggermente socchiusa e il petto che ritmicamente saliva e scendeva.
Mi sedetti nella sedia vicino al suo cuscino.
'Amore, ora stai dormendo e probabilmente non mi sentirai visto che hai il sonno pesante, volevo spiegarti ...'
Raccontai per filo e per segno tutto, la morte di mio zio e dell'incontro dell'ora prima.
Appena finii di raccontare vidi le sue palpebre sbattere lentamente.
'Liam... '-dissi prendendo la sua mano ma lui non reagii.
'Hai sentito tutto vero?'-chiesi e lui annuii.
'So che sei arrabbiato con me perché non te l'ho mai detto prima ma..'
'Arrabbiato? Tesoro tu mi hai salvato la vita! Ma perché non me l'hai detto prima?'
'Avevo paura che ti potesse succedere qualcosa ma alla fine non è servito a nulla.'
Dissi abbassando il capo e facendo colare una lacrima sulla mia guancia.
'Ehi, non è successo niente... vedi? Io sono ancora qua , grazie a te!'
Sorrisi leggermente vedendolo avvicinare la sua mano al mio volto per rimuovere il residuo di quella lacrima.
'Ti prego non piangere, ti amo piccola, così come il primo giorno, così come quando ci siamo sposati.'
'Ti amo anche io e non potrei vivere senza di te.'
'Eh infatti non lo farai perché io starò sempre qui con te'.
Disse avviciando il mio volto al suo per far combaciare le nostre labbra, per far combaciare i nostri stati d'animo, battere il cuore alla stessa assurda velocità e amplificare il sentimento che ci univa e che mai ci avrebbe lasciato. Lui mi amava e io amavo lui.



  
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