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Autore: somewhereineverland    04/09/2013    0 recensioni
«Luce e buio. Amore e odio. Angeli e demoni. Bene e male. Opposti.
Se ci si va a pensare, però, il buio è solo l'assenza di luce.
L'odio è solo la mancanza di amore.
Si sta bene quando non accade nulla di male.
E magari un demone è tale non quando non è un angelo, ma quando c'è l'assenza di esso.»
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimenticare di ricordarsi.
Ricordarsi di dimenticare.
Possono sembrar due cose assolutamente distinte, ma per lei non era così.
Voleva solo andare avanti. Avanti, dove nessuno poteva colpirla.
Voleva solo lasciar perdere tutto quello che la circondava.


Il caldo venticello di fine agosto le ricopriva ogni centimetro del viso.
Era quasi soffocante, restar lì ferma a lasciarsi sopraffare.
Ma non poteva andar via. Non adesso. Non con così tante persone attorno.
«Al, vieni qui e bevi qualcosa» urlò una vocetta stridula dall’altro capo della stanza.
Electra.
Quei suoi capelli così biondi, le sue unghie sempre laccate di un colore così acceso da farle girare la testa, i suoi vestiti sempre perfetti per ogni occasione, e quel suo sorriso sempre così ampio.

Nessuno avrebbe mai detto che le due possano esser sorelle. Erano così diverse.
Stava indossando un vestitino con una gonna ampia in tulle, quasi come se dopo avesse un importante saggio di danza.
Alaska si guardò intorno.
Si trovava in un grande appartamento, in uno dei piani più alti del palazzo, quasi non ricordava come ci fosse arrivata. I muri bianchi ingialliti dal tempo, sedie e divani sparsi un po’ ovunque, un odore di alcool eccessivo anche per lei.
Una finestra spalancata alla sua sinistra, i corti capelli corvini le volavano ovunque.
Mai come allora avrebbe voluto aprire le dorate ali e scappare via.
Si sentiva così diversa, ..così fuori posto.

«Alliii, mi hai sentita?» si sentì ancora.
Si avvicinò lentamente, cercando si non pensare alla sua schiena che ardeva.
«Ti ho detto fin troppe volte che non devi chiamarmi Alli, Electra.»
«E andiamo, siamo ad una festa, e tu sei pur sempre la mia sorellina.»
Rise aspramente.
«Oh no tesoro. Non lo siamo mai state, e mai lo saremo.»
Electra si alzò, e si mise esattamente di fronte al viso di Alaska. Erano alte perfettamente uguali.
«Smettila.» sussurrò in tono molto più dolce del previsto.
Alaska sorrise. Ma la sua amarezza trapelava da ogni poro.
Si voltò, e tornò verso la finestra.
La sorella la seguì, quasi impaurita.
Intanto lei si era appollaiata sul balcone, quasi aspettandola.
Stette in equilibrio sulla ringhiera, divertita da tutte quelle persone che la guardavano come se fosse impazzita di colpo.
Pensò che forse era pazza per davvero, per essere rimasta così a lungo.
Guardò il cielo, le stelle. Poi si girò verso Electra, non scendendo mai dalla ringhiera.
Sorrise, ancora, con cattiveria.
«Mai.»
Chiuse gli occhi, aprì le braccia, e si gettò con la schiena rivolta al vuoto.


 
  
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