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Autore: CUCCIOLA_83    10/03/2008    3 recensioni
[...]Lo aveva fatto veramente, alla fine. Aveva ucciso un uomo. Il caos, il rumore, il pianto dei bambini tutto attorno a lei svanì all’istante, lasciandola sola nel silenzio più assoluto. Rimase in piedi, in mezzo alla battaglia che andava esaurendosi attorno a lei [...] Riuscirà Tonks a riprendersi? chi le darà una mano?
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con una nuova storia. in verità sono te storie, con un filo invisibile che le unisce. Ogni racconto sarà preceduto da un Prologo per spiegare più o meno di cosa si parlerà nella storia.

Spero di essere stata chiara heheh

Va beh buona lettura ;)







L’intero ufficio Auror era in subbuglio, una soffiata su di un possibile attacco dei Mangiamorte in una scuola babbana si rivelò più che attendibile.

Diverse pattuglie erano state inviate sul luogo segnalato. Arrivarono giusto in tempo, i Mangiamorte si erano da poco materializzati nel cortile, appena si accorsero degli Auror cominciarono a lanciare incantesimi in tutte le direzioni.

I bambini, che in quel momento si trovavano chi nella varie aule e chi nel cortile sul retro per la lezione di ginnastica, cominciarono ad urlare e a correre terrorizzati. La situazione stava precipitando, oltre che a schivare i colpi dei Mangiamorte, gli Auror dovevano stare attenti a non colpire i bambini, problema che naturalmente, gli avversari non si ponevano.

Tonks si guardò in giro, improvvisamente vide un gruppetto di bambini rannicchiati vicino a ad un capanno, sfortunatamente, anche un Mangiamorte li vide, si staccò dalla battaglia e, con un ghigno malefico, si diresse nella loro direzione,

«No!» Urlò Tonks, e senza pensarci sopra due volte, corse da loro mettendosi tra i bambini e il Mangiamorte.

«Ma guarda, ora assumono anche le ragazzine tra le fila dei grandi Auror del ministero», la schernì, puntandole la bacchetta contro. «Sarà un piacere toglierti di mezzo, con loro». Alzò il braccio pronto a sferrare il colpo di grazia quando cadde a terra con un tonfo sordo, privo di vita.

Tonks rimase lì impietrita con ancora la bacchetta puntata verso il punto in cui pochi istanti prima si trovava il suo nemico.

Lo aveva fatto veramente, alla fine. Aveva ucciso un uomo. Il caos, il rumore, il pianto dei bambini tutto attorno a lei svanì all’istante, lasciandola sola nel silenzio più assoluto. Rimase in piedi, in mezzo alla battaglia che andava esaurendosi attorno a lei: le ultime maledizioni le sfrecciavano vicine, senza che lei se ne rendesse realmente conto, conscia solo del corpo senza vita sdraiato scompostamente davanti a lei. La parte più razionale della sua mente le stava urlando di fare qualcosa, di cercare di reagire e togliersi di mezzo portando con se i bimbi ma quella più emotiva non riusciva a riprendere il controllo.

Una maledizione fischiò vicino al suo orecchio sinistro, facendole quasi perdere l’equilibrio per lo spostamento d’aria; Tonks scosse la testa violentemente, cercando di schiarirsi la mente e, alla fine, grazie anche al pianto disperato dei bambini alle sue spalle, riuscì a riprendersi quel tanto per portarli in salvo, lontano dalla battaglia.

«Forza, venite andiamo da quella parte!» Urlò prendendo il più piccolo dei cinque bambini in braccio, e portandoli verso uno dei palazzi poco distanti dalla scuola.

Una volta assicuratasi che tutti bimbi stessero bene tornò alla scuola ma i Mangiamorte erano già spariti. Nel cortile rimasero solo i caduti e i feriti, Tonks si avvicinò al Mangiamorte che aveva ucciso. Alcuni colleghi erano già lì.

«Ottimo lavoro, Tonks», le disse uno di loro, ma lei non rispose, mentre toglieva la maschera al Mangiamorte caduto.

Tonks lo fissò ancora incredula ma i due colleghi sembrarono non accorgersene.

«E’ incredibile, diventano sempre più sfacciati, colpire così una scuola piena di bambini»

«Già, dovremo stare sempre più attenti. Questa volta siamo riusciti a metterli in fuga prima che facessero troppi danni o che evocassero il marchio nero, ma non ci andrà sempre così bene. Tonks dico bene?»

«Cosa?» Chiese confusa.

«Questa volta siamo stati fortunati, li abbiamo cacciati prima che scatenassero tutta la loro forza».

«Ah sì, giusto». Ma non stava dando molto retta ai suoi colleghi.

«Ti senti bene?»

«Certo che mi sento bene, abbiamo vinto». Cerco di dare alla sua voce un tono disinvolto.

«Giusto! I bambini stanno bene, a parte alcune ferite superficiali da caduta, le maestre anche, basterà solo cancellare loro la memoria di quello che è successo e potremo andarcene».

In quel momento da nulla comparvero due squadre di obliviatori. Con passo sicuro si diressero verso le maestre e i bambini, la prima, mentre la seconda si disperse rapidamente verso la piccola folla che si era radunata in torno alla scuola.

« Bene, sono arrivati. Che ne dite di andare al pub a festeggiare?» Propose uno dei due Auror.

«Scusate ma devo tornare a casa». Cercava di dare alla sua voce un tono di voce convincente mentre fissava, ancora incredula quel corpo senza vita.

«Eddai, vieni con noi!» Cercarono di convincerla, ma lei senza dire niente si smaterializzò.

Al quartier generale dell’ordine tutti discutevano dell’attacco, quando Tonks si comparve dalla porta della cucina si ritrovò assalita da mille domande sull’accaduto,

«Allora, raccontaci tutto» disse Moody.

«Cosa? Oh niente di particolare, abbiamo avuto una soffiata e ci siamo diretti alla scuola. I Mangiamorte erano appena arrivati, siamo riusciti a mettere in salvo tutti i bambini. E ho… Ne abbiamo uccisi tre prima che riuscissero a scappare». Nessuno sembrò accorgersi dell’esitazione nella sua voce pronunciando quelle ultime parole.

«Strano, colpire così in pieno giorno». Remus sembrava sconcertato.

«Si stanno facendo sempre più spavaldi…» Confermò pensieroso Sirius.

«Scusate, me ne vado in camera». Tonks ne aveva abbastanza di sentir parlare di quella faccenda. Si voltò e uscì dalla cucina, lasciandoli alle loro congetture, voleva solo starsene da sola.

Remus rimase particolarmente colpito dall’atteggiamento della ragazza, pensò attentamente al suo racconto e ne capì immediatamente il perché.

«Moony cosa ti prende?» Gli chiese Sirius.

«Non hai notato niente di strano in tua cugina?» Chiese a sua volta.

Sirius ci pensò un attimo.«In effetti, era strana».

«Già». Remus fissò preoccupato la porta, ormai chiusa.





Spero che come inizio vi abbia intrigato abbastanza da voler leggere il capitolo vero e proprio.

Alla prossima, prometto che aggiornerò presto.

Tao tao :*

   
 
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