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Autore: _perrieslover_    04/09/2013    4 recensioni
24 settembre 2010.
Quella fu la data che diede una svolta alla vita del ragazzo quattordicenne e di sua sorella tredicenne, Ally.
Ma cosa farà cambiare i due fratelli tre anni più tardi? Cosa farà andare avanti Ally? Forse l'amore di un ragazzo...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 4.
Arrivammo davanti al gazebo mentre diedi cinque dollari al proprietario.
“Devi centrare il bersaglio con la freccetta. Hai tre possibilità ragazzo!”
Ammetto che praticavo tiro con l’arco sino all’età di tredici anni, e la mira non mi mancava di certo! Tirai la freccetta in direzione del cerchio rosso e, cosa che mi aspettavo, presi il centro.
Si, sono un fenomeno.
“Che mira, ragazzo! Lasci scegliere il premio alla tua ragazza?” mi chiese meravigliato l’uomo.
Aveva appena detto “la tua ragazza” o era solamente uno dei miei trailer mentali? Se l’udito non mi tradiva a diciotto anni, aveva appena pronunciato quelle tre parole. Avrei voluto rispondere “magari fosse la mia ragazza!”, ma cercai di non farlo.
“Non sono la sua ragazza.” La pelle chiara di Ally tutto ad un tratto diventò rossa. Era adorabile quando arrossiva.
“Scegli.” Le sussurrai abbassandomi al livello del suo orecchio, anche se me ne pentii subito: incontrai due occhi azzurri come il cielo d’estate che fissavano i miei, dai quali non riuscivo a distogliere lo sguardo.
“Allora?” interruppe l’uomo mentre ci guardava con le braccia incrociate. Giuro che stavo per mandarlo a quel paese, ma non potevo far brutte figure con Ally.
“Il pinguino!” disse Ally con gli occhi che le brillavano, come una bambina che riceve il suo primo regalo.
Il proprietario mi porse il peluche, che subito diedi ad Ally.
“Arrivederci ragazzi!” ci salutò il tizio calvo.
Iniziammo a camminare quando mi squillò il telefono.
“Si, pronto?”
“Ashton, sono Luke. Mi hanno appena chiamato dal lavoro.. hanno bisogno di me quindi sono già andato via. Ally è lì con te?”
“Si, ovvio. Poi la riaccompagno a casa?”
“No, passo io a prenderla. Ora scappo, mi chiamano. Ciao Ashton.”
“Okay. Ciao Luke.”
Così capii che in quel giorno Dio era dalla mia parte, e che avrei avuto una chance in più.
“Era Luke. Ha detto che è scappato al lavoro, era una cosa urgente.” Spiegai a sua sorella, mentre chiudevo la chiamata.
“Okay. Ah, comunque grazie…”
Il modo in cui arrossiva era una cosa stupenda, sembrava così innocente e carina… era perfetta.
“Di cosa?” le chiesi come se non sapessi nulla.
“Per il pinguino! Credo che dovrei dargli un nome.”
“Come vuoi chiamarlo?”
“Ash…”
A quelle parole feci l’unica cosa che mi venne in mente: senza pensarci due volte la strinsi a me e con mio stupore, Ally ricambiò l’abbraccio.       Sentì un brivido lungo la schiena e il mio cuore che batteva all’impazzata… C’era una sola spiegazione a tutto ciò…                         
*ALLY’S POINT OF VIEW*
“Come vuoi chiamarlo?”
Riflettei per qualche secondo a quella domanda, anche se la risposta che avrei dato sarebbe stata più che azzeccata.
“Ash…”
In un secondo, mi ritrovai tra le grandi braccia di Ashton, che mi stringeva a sé come fossi la persona più importante del mondo, come fossi una celebrità. Avrei voluto dirgli “guarda che non sono mica Justin Bieber!”, ma feci la cosa più ovvia del mondo e la più spontanea allo stesso tempo, ricambiando l’abbraccio.
Sentivo il suo cuore battere forte e il mio faceva la stessa cosa. Il ritmo era lo stesso e forse anche i sentimenti.
Era una cosa stranissima, dopotutto conoscevo quel ragazzo da meno di ventiquattro ore, eppure non mi si poteva avvicinare che subito mi provocava quello che tutti comunemente chiamano “farfalle nello Rimanemmo abbracciati ascoltando il ritmo dei nostri respiri caldi, quando sentii delle goccioline picchiettare sulla mia pelle.
“Andiamo via di qui prima che scoppi un temporale. Vieni.” Il magico abbraccio s’interruppe lì, tra quella confusione colossale che cercava riparo.                                                                                                                      Cercai in tutti i modi di seguire Ashton, ma la folla non me lo permise quando mi ritrovai immobile, come pietrificata in mezzo alla gente, e per quanto non fossi perspicace, capii subito che mi ero persa.                                    Odiavo perdermi ed ero terrorizzata: intendiamoci, al giorno d’oggi si sentono così tante brutte notizie al telegiornale che a volte pensi che rimanere in casa sia la cosa più sicura. Iniziai a guardarmi intorno, ma il ragazzo non era lì e in poco tempo mi ritrovai a correre sotto la pioggia in chissà quale direzione. Ero sull’orlo di un pianto isterico quando sentii qualcuno urlare il mio nome, e dalla voce lo riconobbi.                                                     Grazie al cielo!
“Ash! Sono qui! Sono qui!”
“Scusami Ally, scusa! Sono un cretino, lo so, mi meriterei un paio di schiaffi!” era disperato e mi fece una tenerezza assurda.
“No, no! Non sei un cretino, è colpa mia. Non sono stata attenta!”                               
La pioggia batteva su di noi come fosse in collera con qualcuno e noi eravamo lì, Ashton con il mio viso fra le sue grandi mani, le mie che afferravano i suoi polsi.
“Sei tutta bagnata, vieni con me. Hai bisogno di metterti qualcosa di asciutto.”
Camminavo sulle punte cercando di non mettere i piedi nel fango, tanto che le Vans nere assunsero un colore ancora più scuro.
“Oddio, avrai i piedi tutti bagnati. Così ti ammalerai! Vieni qui, su!” Il ragazzo guardò verso il basso in direzione delle mie scarpe e nel giro di qualche secondo posizionò una mano attorno la mia schiena e l’altra nell’incavo sotto le ginocchia, mentre io tenevo il pinguino in mano. Insomma, come faceva di solito Luke!                                                                                                                                                                                                         Ero tutta bagnata e in più gelata: ecco come una giornata splendida al Luna Park poteva trasformarsi nel diluvio universale.
“Ash ho freddo.” Gli sussurrai strofinando la testa nell’incavo del suo collo sentendo le sue braccia stringermi di più a sé.
“Siamo arrivati, non preoccuparti.”
Arrivammo davanti ad una villetta, con tanto di siepe e di cancello. Ashton prese le chiavi dalla tasca posteriore dei suoi jeans e ne infilò una nella serratura. Attraversò il vialetto con me ancora in braccio e arrivammo davanti alla porta, che si affrettò ad aprire e a richiudere dietro di noi con un calcio poco violento.                                                                                                                                                                                                           Quando entrai mi poggiò per terra, mentre lui si tolse le scarpe e accese la luce.
“Che bella casa!” mi limitai a fare un complimento, dato che ero a casa sua.                           
“Grazie.”
“Ci vivi da solo?” A volte la mia bocca era imprevedibile. Ciò che pensavo non corrispondeva alle mie azioni e al posto di Ashton avrei risposto con un bel ‘ma i fatti tuoi?’ lui invece annuii con tutta la calma del mondo.
“Ora devi assolutamente cambiarti, non puoi ammalarti. Andiamo.” Mi rivolse uno dei suoi sorrisi mozzafiato ed io rimasi lì ad annuire, e iniziai a seguirlo salendo le scale. Arrivammo in una stanza piuttosto grande, con un grande letto matrimoniale dalle lenzuola di un azzurro chiaro, i mobili e l’armadio di legno bianco, i muri e la moquette azzurri.                                        
“Ma ora da dove andrai a prendere degli indumenti femminili?” gli chiesi mentre mi dava le spalle.

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Ciao 5SOSFamily!
Sono tornata con un nuovo capitolo di Fall In Love  e con una novità: dalle recensioni ho capito che due settimane sono tante, quindi lascio a voi la scelta. Più recensioni ci saranno, meno tempo ci vorrà per aggiornare. Partiamo da tre recensioni in su.
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento...
Al prossimo capitolo! ;)
P.S. L'immagine è stata presa da google immagini. 
  
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