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Autore: Rebekah_tvd    04/09/2013    2 recensioni
Lei aveva un sogno che realizzò quando riuscì a fuggire dal suo passato...
Lui aveva un sogno ma, nascosto dietro una facciata di cristallo, continuava a rimanere intrappolato nel suo mondo...
Una storia di destini che si incrociano, di amore, di dolore e di tutto ciò che si può nascondere dietro una persona.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 3
 
 
Quella giornata non avrebbe potuto iniziare in modo migliore. Rebecca si era alzata presto accompagnata dal profumo delizioso di brioches appena sfornate che proveniva dal café proprio sotto il suo appartamento. All’improvviso si era sentita come a casa in quell’appartamentino e non aveva potuto fare a meno di sorridere. E poi quello era il giorno in cui avrebbe iniziato a frequentare il City College of San Francisco. Al solo pensiero le venivano in mente tutti quei film ambientati nei college americani che tante volte aveva visto insieme a sua sorella. Come avrebbe voluto avere una vita da film… Ma forse era meglio non fantasticare troppo!
 
                   _  _  _
 
 
Camminando ammirava la grande città. Iniziava proprio ad amare San Francisco. Gli abitanti sembravano tutti così amichevoli, erano stati tutti disponibili ogni volta che li aveva fermati per chiedere informazioni (e non erano state poche visto che aveva addirittura dimenticato la cartina a casa) e poi era una città così frenetica. Tutto si muoveva a velocità della luce ed era molto difficile per lei stare al passo con tutti. Ma ciò che quel giorno l’aveva resa veramente felice era il fatto di vedere con i suoi occhi i tipici tram cittadini. Può sembrare una cosa sciocca ma lei era cresciuta ammirandoli nei numerosi episodi del telefilm Streghe e aveva sempre sognato il giorno in cui li avrebbe visti dal vivo.
Ormai era abbastanza certa che il college non fosse molto distante da dove si trovava e se aveva ragione sarebbe arrivata anche in anticipo. Così decise di fermarsi vicino a una fontana che si trovava proprio all’entrata di un piccolo parco. Si guardava intorno senza lasciarsi sfuggire neppure il più piccolo dettaglio e intanto si chiedeva come sarebbero state le lezioni, i profess…………………OUCH!!!!!!
 
Cos’era successo? Rebecca proprio non sapeva. L’unica cosa certa era quel dolore martellante in testa che proprio non voleva smettere. Era così confusa. Poi aprì gli occhi e in quel momento si rese conto di aver preso proprio una bella botta…lui era lì, la stava guardando e questo non poteva essere vero. Poi riuscì finalmente a mettere a fuoco. Si trovava ancora all’entrata del parco, ma ora era distesa a terra e……lui era veramente li!!
-Mi dispiace tantissimo, stavo andando in bicicletta e mi sono distratto un attimo. Non ti ho proprio vista. Scusami ancora .- disse mentre l’aiutava ad rialzarsi.
-Sono davvero così invisibile?
- Scusa?
-E’ la seconda volta che non ti accorgi della mia presenza, spero non diventi un’abitudine.
-Ah si al negozio, scusa anche per quello- e le sue parole furono accompagnate da un sorriso così pieno d’imbarazzo che Rebecca provò una grande tenerezza e non poté fare a meno di sorridere.- Comunque non ci siamo ancora presentanti, mi chiamo Noah.
-Piacere, io sono Rebecca.
-Sei italiana vero?
-Siamo così facilmente riconoscibili noi italiani?
-Bhè…diciamo che avete le vostre caratteristiche...- Rebecca non sapeva se prenderlo come un complimento o un insulto ma preferì sorvolare. Diede un’occhiata all’orologio. Se prima era in anticipo ora sarebbe arrivata sicuramente in ritardo.
-Scusami devo assolutamente andare, non puoi neanche immaginare quanto sia in ritardo.- ed era solo il suo primo giorno, si sarebbe fatta subito notare…
-Ehi se vuoi ti posso dare un passaggio io- entrambi si girarono verso la bicicletta ancora a terra dopo l’incidente. Non era certo il mezzo più adatto per un passaggio…e in quello stato poi. Ma Rebecca era davvero disperata. Con un espressione sconcertata accettò l’offerta e un istante dopo era seduta sul manubrio, cercando disperatamente di non perdere l’equilibrio. Noah era proprio sicuro di riuscire a guidare in quelle condizioni?...Preferiva non saperlo.
Mentre percorrevano le strade affiancate dai marciapiedi troppo affollati Noah parlò ed era così vicino che la sua voce le accarezzò l’orecchio.- Così frequente il City College. Immagino non ti trovi qui solo per una vacanza.
-In effetti no, mi sono appena trasferita e non penso che me ne andrò tanto presto. Anche tu frequenti il college?
-Si sono all’ultimo anno.
 
Quando arrivarono mancavano pochi minuti all’inizio della prima lezione.
-Ti ringrazio tantissimo. Non sarei mai arrivata in tempo senza di te.
-E’ stato un piacere- Ancora quel sorriso capace di sciogliere il cuore di Rebecca.
Dopo aver ricambiato il sorriso Rebecca si allontanò in direzione dell’entrata quando sentì di nuovo la sua voce alle sue spalle. Si volse.
-Stavo pensando, visto che domani non ci saranno le lezioni e visto che tu sei appena arrivata, ti andrebbe di visitare un po’ la città? Sai non puoi dire di no a un giro turistico offerto da un vero californiano…
E come poteva dirgli di no, soprattutto se aveva quell’espressione implorante e gli occhioni da bambino.
-Certo, mi farebbe piacere.
Forse dopotutto non era poi così sbagliato fantasticare.
 
 
 
 
 
 
  
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