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Autore: Barby1205    04/09/2013    1 recensioni
Le vuoi veramente bene? Allora allontanati da lei e non dire a nessuno che siete sorelle!
-affermò mia madre più convinta che mai-
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I need you in my life
 
Signorina Swift…sua nonna ha l’Alzherimer
-terminò la frase che aveva cominciato poco fa-
 
C-cosa?
-balbettai veramente preoccupata-
 
Conoscevo della gravità di questa malattia grazie al mio telefilm preferito. La mamma della protagonista era morta a causa di quest’ultima. E se mia nonna fosse morta? Lei era la mia famiglia ormai. Non riuscivo ad immaginarmi la mia vita senza di lei. Non potevo. E se invece, si dimenticasse di me? Se tutto ad un tratto non riuscisse a riconoscermi? Se mi prendesse per una sconosciuta? Cosa farei? No, no, no! Non potevo nemmeno pensare a tutto questo. Perché tutte a me? Perché mia nonna? Perché lei?
 
Signorina, mi dispiace molto ma è così. Sua nonna fortunatamente, nonostante l’età, non è ancora in uno stato avanzato. Conosce la malattia? E’ dovuta ad una distruzione progressiva di neuroni e purtroppo, al giorno d’oggi, non c’è ancora una cura definitiva.
-cominciò a spiegare-
 
Quindi non possiamo fare nulla. Dobbiamo soltanto aspettare e sperare che non peggiori progressivamente. Ora è tardi e io devo andare. Mi faccia sapere se ci sono novità.
 
Ah e un’ultima cosa! Quando avrà delle crisi, tipo quelle di poco fa, la assecondi. Se le fa capire che sta avendo un’allucinazione, non fa altro che peggiorare la situazione.
-disse infine per poi andare via-
 
Nessun medico, nessun farmaco, nessuna cura. Potevamo avere tutti i soldi del mondo, e mia sorella ne aveva veramente tanti, ma niente poteva migliorare le condizioni di mia nonna. Ero triste, arrabbiata, delusa, sconfitta. Mia nonna era diventata il mio esempio di vita. Era quella donna che, nonostante la perdita del marito, era rimasta forte. Lei riusciva sempre a guardare il bicchiere mezzo pieno, riusciva sempre a sorridere nonostante le difficoltà. Mi aveva insegnato tanto in questi anni e io cosa stavo facendo per lei? Veramente niente. E ora, ora che era malata, continuavo a non poter fare niente. L’impotenza..che brutta cosa! Avere accanto una persona che sta soffrendo e non poter fare nulla per farla stare meglio: questa era forse la cosa che più odiavo.
 
Joy? Joy mi stai ascoltando?
-sentii improvvisamente chiamarmi-
 
Era mia nonna che continuava a muovere la mano davanti ai miei occhi e che io, probabilmente, fio a qualche secondo fa, non avevo proprio sentito, immersa nei miei pensieri.
 
Certo! Dimmi nonna!
-risposi-
 
Allora, cosa ti ha detto il dottor Fox?
-domandò ansiosa di conoscere la risposta-
 
Mi ha detto che soffri di Alzheimer e che noi non possiamo fare nulla al momento. Probabilmente ti dimenticherai presto di me, della tua famiglia, di te, e addirittura potresti morire per questa malattia. Questa era la verità.
 
Era come dicevi tu, nonna. Non era nulla di grave! Mi ha solo detto che, data la tua età, dovresti riposarti un po’ in più perché ti trova stressata.
-mentii spudoratamente come mi aveva consigliato il dottore-
 
Ma che età? Io sono giovane!
-insinuò, mostrando un sorriso a trentadue denti-
 
Si, si, sei giovane! Comunque devi riposarti!
-le ordinai, come se fossi io l’adulta e lei la bambina da crescere-
 
Quindi, adesso andiamo di sopra e ci mettiamo a dormire. Si è fatto tardi ormai.
-suggerii-
 
Le augurai la buona notte e andai in camera mia. Lei fece lo stesso. Decisi di fare un bagno caldo. Era l’unico rimedio in momenti come questi. Ogni volta che tutto sembrava andare per il verso sbagliato, ogni volta che ero preoccupata per qualcosa, ogni volta che avevo voglia di rilassarmi, ogni volta che dovevo riflettere su qualcosa, mettevo la radio nel bagno a basso volume, riempivo la vasca e mi sdraiavo. L’acqua era il mio rimedio naturale. Con essa, scendevano giù tutti i dolori e le preoccupazioni. E, pur essendo una soluzione solo momentanea, riusciva a farmi sentire meglio, anche se solo per qualche minuto. Quando uscii dal bagno, misi il pigiama e andai a controllare se mia nonna aveva fatto come le avevo detto. La trovai distesa sul letto che dormiva, con la finestra aperta.
 
Sarai anche più grande di me, ma rimani una bambina! Hai lasciato la finestra aperta e, considerando le temperature inglesi, è una cosa molto irresponsabile.
-sussurrai con un filo di voce per non farla svegliare-
 
Chiusi la finestra, spensi la televisione, che era ancora accesa, e le sistemai le coperte sul corpo.
 
Ti voglio bene!
-esclamai ancora sull’uscio della porta-
 
Ora ero tranquilla. Tutto andava bene, almeno per il momento.
 
E ora che si fa?
-chiesi a me stessa, per poi prendere il cellulare e controllare l’orario-
 
C’erano due messaggi.
 
Allora, come è andata con Taylor?  
-il primo era di Eve, che, curiosa come al solito, voleva sapere tutti i dettagli del nostro incontro-
 
Ti racconto tutto appena ci vediamo!
-mi precipitai a rispondere-
 
Sono contenta che le cose si siano sistemate! Spero che il nostro rapporto si recuperi giorno dopo giorno e ritorni quello di una volta! Ti voglio bene sorellina! T.xx
-il secondo era di Taylor-
 
Lo spero anche io! Ora vado a dormire perché sono stanchissima, buona notte! Ti voglio bene anche io J.
 
Buona notte! Ah, come promesso, domani sera ti presenterò il mio ragazzo! Preparati ad una serata con 5 inglesi.
 
5 inglesi? Hai 5 ragazzi? O.o
 
Ma no! Ahahah Sicuramente ci saranno tutti i suoi migliori amici! Non si perderebbero per nessun motivo al mondo un evento tanto importante.
 
Mhhh, va bene!
 
Non rispose più. Impostai la sveglia, spensi il cellulare e chiusi gli occhi. Mi addormentai in qualche secondo. Ero veramente stanca.
 
****
 
*Too much light in this window, don’t wake me up, only coffee no sugar inside my cup. If I wake and you’re still here, give me a kiss, I was in this dreamin about to lapse, don’t wake me up, up, up, up, up*
 
Sveglia, fottuta sveglia! Possibile che sia già mattino?
 
Era così strano! Quando si è svegli e si vuole arrivare alla sera, il tempo sembra non passare mai. E quando invece, finalmente, ci si mette comodi nel letto, puff, in un lampo, il sole sorge.
 
Il lavoro mi chiama!
-dissi a me stessa, come per convincermi ad alzarmi-
 
Scesi di corsa le scale e, arrivata in cucina, trovai la colazione già a tavola.
 
Buon giorno amore mio!
-annunciò mia nonna sorridendo e abbracciandomi-
 
Cos’è tutta questa dolcezza a prima mattina? Mi farai venire il diabete!
-scherzai-
 
La solita acida! Quand’è che cambierai tu eh?
-chiese ironica-
 
Mai!
-le diedi un bacio e cominciai a mangiare-
 
Non avevo molto tempo e ad essere sincera avrei preferito saltare la colazione, ma, dato che aveva preparato tutta quella roba, decisi di farla contenta. Wrustel, patatine, fagioli, uova, bacon: era tutto ben sistemato sul tavolo.
 
Vuoi proprio farmi ingrassare oh!
 
Zitta e mangia! La colazione è..
 
E’ il pasto più importante della giornata!
-la anticipai, avendo imparato la sua citazione ormai a memoria-
 
****
 
Prende solo questo?
-domandai al cliente, che aveva tra le mani un pacco di biscotti-
 
Sono 1.30£!
-dissi, mostrando lo scontrino-
 
Grazie mille e arrivederci!
-terminai con la solita frase-
 
Ciao
-rispose-
 
Il mio turno era finalmente finito e stavo per andare via. Al Tesco c’era sempre folla e dopo cinque ore consecutive di lavoro, non ne potevo più. Questa gente faceva sempre la spesa? E’ che cazzo! Avevo appena posizionato il cartello ‘La cassa è chiusa’  quando fui interrotta da una signora.
 
Signorina, devo pagare solo questo!
-mi disse con un tono di voce strano-
 
Mi dispiace ma ho chiuso la cassa, ce ne sono altre aperte!
-le annunciai gentilmente-
 
Ma è soltanto questo, la prego. Lì c’è una fila enorme.
 
Signora, le ripeto, ho chiuso la cassa, non è possibile!
-dissi di nuovo, ripetendo le stesse parole usate precedentemente-
 
Ma..
-stava per controbattere, ma la anticipai-
 
Nessun ma!
 
Quanto erano scostumati alcuni clienti. In questi casi gli avrei risposto molto acidamente o li avrei semplicemente mandati a quel paese, ma Max, il mio capo, mi ripeteva sempre di essere gentile e evitare discussioni inutili. ‘Il cliente ha sempre ragione’ si giustificava. Ma spesso non era così, anzi, non era mai così.
 
Pensavo mi avessi mandato a quel paese!
-mi disse la stessa voce di prima-
 
Eh?
-chiesi confusa-
 
Sono io! Taylor!
-esclamò-
 
Taylor? E che ci fai conciata così?
-non mi fece terminare la frase e mi mise la mano davanti alla bocca-
 
Shhh! Non volevo che mi riconoscessero.
 
Dimenticavo che la tua privacy è andata a farsi fottere!
-bisbigliai-
 
Max, io vado! A domani.
-lo salutai-
 
Tu, levati quel cappello dalla testa e questi occhiali, non ti riconosco così! Mi sembra tanto di parlare con una sconosciuta!
 
Era questo il mio scopo: non farmi riconoscere!
-disse alzando un sopracciglio-
 
In momenti come questo non invidiavo per niente i vip. Very important person, si, ma perdevano la loro vita privata nel momento in cui salivano su quel palco. Era vero: i fans volevano soltanto un autografo, una foto, un abbraccio, ma spesso lo chiedevano in momenti inopportuni. Era brutto non avere più la privacy; era brutto dover indossare degli occhiali e un cappello per camminare per strada. Però, tutte queste ‘sofferenze’ erano ben ricambiate dall’amore che tutti mostravano nei loro confronti.
 
Sono venuta a prenderti con Harry! Andiamo a mangiare qualcosa da Nando’s con i suoi amici, ti va?
-interruppe i miei pensieri-
 
Va bene!
-mi mostrai d’accordo-
 
Volevo conoscere il fidanzato di mia sorella e non solo tramite una rivista. Eve mi aveva detto che era membro di una boy band molto famosa in tutto il mondo, ma, ad essere sincera, non lo avevo mai sentito questo Harry Styles, né tantomeno questi suoi amici. Taylor mi indicò una macchina scura dall’altro lato della strada. Era una Range Rover.
 
Si tratta bene il ragazzo eh!
-pensai ad alta voce, facendo ridere Taylor-
 
Eh si! Sali!
-mi disse, aprendomi lo sportello della macchina-
 
Ciao! Io sono Louis!
-si presentò un ragazzo dai capelli castani non appena salii in macchina-
 
Joy! Piacere!
-allungai la mano nella sua direzione-
 
E lei è Eleanor, la mia ragazza!
-continuò sempre lui-
 
Joy!
-dissi ancora-
 
E il riccioluto alla guida è Harry, tuo cognato!
-spiegò, per poi scoppiare a ridere-
 
Lou potevo fare da solo! Io sono Harry comunque!
-spiegò-
 
Sempre Joy!
-risposi ironica-
 
Il tragitto durò una decina di minuti, d’altronde lavoravo al centro della città. Andammo al Nando’s più vicino, che si trovava nei pressi del Tamigi. Durante la strada in macchina, Louis non faceva altro che prendere in giro il povero Harry, che probabilmente doveva essere in imbarazzo, a differenza mia. Anche se avevo vissuto a Londra, non ero mai stata in locali come questo. Appena entrammo, fui colpita da una vista meravigliosa. Da lontano si vedeva tutto Westminster che, al tramonto, era una cosa spettacolare.
 
Wow! E’ bellissimo!
-esclamai-
 
Non ci eri mai stata?
-mi domandarono all’unisono Harry e Louis, evidentemente sorpresi-
 
Ehm, no.
-risposi grattandomi la nuca-
 
Raggiungemmo il tavolo che avevano preparato e che era già occupato da tre ragazzi. Ci presentammo velocemente e cominciammo a parlare del più e del meno. Erano tutti molto simpatici e soprattutto erano veramente un bel gruppo. Si vedeva che si volevano molto bene e che il loro rapporto andava ben oltre la loro carriera. Improvvisamente mi squillò il cellulare. Accesi lo schermo ed era Eve, che mi stava chiamando.
 
Mi allontano un attimo!
-annunciai ai presenti-
 
Dio mi hai salvato Eve! Non sapevo più cosa dire e sai che il silenzio mi imbarazza parecchio! Ma non vorrei essere logorroica
-dissi a bassa voce per non farmi sentire-
 
Ma dove stai?
-rise-
 
Sono a cena con i famosi cantanti qua! Però stiamo per tornare a casa!
 
Tu sei a cena con loro e non mi hai invitato? Cattiva Joy, cattiva!
-finse di essersela presa-
 
Rimedieremo, promesso!
 
Voglio sapere brevemente dai! Come sono dal vivo? Sono belli? Sono simpatici?
 
Ma che è il quarto grado? Uhm, si! Il finto biondo, Niall, è molto simpatico e mangia molto come me! Ha un punto in più solo per questo! Poi Liam sembra un ragazzo molto dolce e tra tutti sembra quello più normale. Louis è un pazzo scappato dal manicomio. Zayn è quello che ho inquadrato di meno! Non ha parlato molto per tutta la serata. E infine, Harry è il cognato perfetto!
-gli spiegai tutto d’un fiato-
 
Si, ma queste cose già le sapevo! Ufff!
 
Non è colpa mia se sai tutti i loro cazzi!
-la accusai-
 
Taylor POV.
 
Joy era andata a rispondere al cellulare: doveva essere la nonna, che, sicuramente preoccupata, voleva sapere dove stesse. Era stupendo tornare a condividere tutto con lei. Raccontarle la mia vita, vederla sorridere insieme ai miei amici, guardarla mentre cercava di conoscere il mio ragazzo: era tutto perfetto. Mi sarebbe piaciuto che quella serata, con le persone più importanti della mia vita, sarebbe durata per sempre, ma purtroppo dovevamo tornare a casa.
 
E’ carina la piccola Swift eh?
-domandò Louis-
 
Quasi di più della sorella!
-risposero Harry e Zayn contemporaneamente-
 
Ehi, ehi, ehi! Primo: è mia sorella e non si tocca! Secondo: Grazie Harry eh! E menomale che c’è la tua ragazza presente!
-esclamai, facendo ridere tutti a crepapelle-
 
Alla fine noi due andavamo d’accordo perché eravamo due ragazzi affetti dalla sindrome di Peter Pan. Non volevamo crescere. Preferivamo essere bambini: mettere il muso per le cose più stupide per poi risolvere tutto con un bacio; essere felici per una piccola cosa senza aspettarci nulla. E poi…stavamo realizzando lo stesso sogno!
 
Ma stavo scherzando!
-si giustificò per poi rubarmi un bacio-
 
Appena Joy tornò, chiedemmo il conto e, dopo aver pagato, tornammo a casa.
 
E’ stato un piacere conoscervi! Ho passato veramente una serata stupenda! Grazie a tutti!
-disse mostrando uno di quei suoi sorrisi che andavano da una parte all’altra-
 
Spero di rivederti presto!
-rispose Harry ricambiando il sorriso-
 
Ciao Taylor!
-mi lasciò un bacio sulla guancia destra-
 
A domani sorellina!
 
Scese dalla macchina e, prese le chiavi, entrò in casa.
 
Joy POV.
 
Che serata magnifica!
-pensai tra me e me, gettandomi a capofitto sul letto-
 
Erano le 11 p.m. e non avevo ancora sonno. Come si poteva dormire? Come si poteva entrare nel mondo dei sogni quando la realtà era diventata così perfetta? No, non si poteva!
 
Joyyyy
-mia nonna mi chiamò-
 
Che c’è?
-non ebbi alcuna risposta e decisi di alzarmi dal letto-
 
Nonna lo sai che odio quando mi chiami e poi non mi rispondi!
-la rimproverai andando in camera sua-
 
Entrai e la vidi a terra.
 
Nonna. Nonna, nonna! Che hai?
-domandai-
 
No…non puoi! Nonnaaaa!
-urlai-
 
Non puoi abbandonarmi anche tu!
-le lacrime cominciarono a scendere velocemente-
 
Io ho bisogno di te!
 
 
SPAZIO DELL’AUTRICE: Prima di dire qualsiasi cosa, mi dispiace per aver pubblicato un po’ in ritardo, ma ultimamente ho molte cose da fare e non riuscivo a trovare il tempo per scrivere. Ma comunque, non vi interessa, quindi parliamo del capitolo hahaha
Bene! La nostra Joy ha incontrato i famosi One Direction! Mio Dio, quanto vorrei essere io al suo posto! Avere Taylor Swift come sorella, essere americana, vivere a londra e andare da Nando’s con i miei cantanti preferiti! Uffa L
Poi, poi, poi! Soffermiamoci sulla parte iniziale del capitolo e su quella finale, dedicate alla nonna! La povera nonnina soffre di Alzheimer..cosa le succederà? In questo caso non vorrei essere nei panni di Joy.
Ho scritto questo capitolo pensando molto alla storia di mia nonna. Mi ha abbandonato un paio di anni fa e ogni giorno sento sempre di più la sua mancanza..quindi questo è un capitolo che mi tocca veramente molto!
L’ho scritto con tutto il mio cuore e le emozioni che prova la nostra piccola Swift, come chiamata da Harry, le ho provate anche io!
Ok, ok, ok. Ho parlato anche troppo! Me ne vado! Cosa pensate succederà?
Recensite per favore! E’ davvero bello leggere cosa pensate della storia J Un bacio e grazie a tutte!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
 
 
  
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