wild.

i came in like a wrecking ball, i never hit so hard in love. all I wanted was to break your walls, all you ever did was break me.
yeah, you wreck me.

L’Hexanchus griseus è una razza di squalo famosa per la modalità con cui è solita a riprodursi.
Non sappiamo granché su questo atto; molti biologhi e scienziati lo studiano tuttora senza arrivare mai a reali conclusioni.
L'ipotesi più certa è che i denti del maschio si siano adattati alle fessure delle branchie della femmina; questi buchi, tra l’altro, sembrano essere nati apposta per l’accoppiamento. Entrambi gli squali, quindi, hanno modificato il proprio essere per il partner.
La cosa più interessante, comunque, è che, durante l’atto della riproduzione, questi animali scatenano il loro lato più selvaggio, arrivando addirittura a farsi del male reciprocamente. In altre parole, si stringono talmente forte da lasciarsi i graffi sulla pelle.



Hiroto ha la schiena martoriata da segni rossastri: sono cose che probabilmente Nagumo nemmeno conosce, perché nel momento in cui glieli procura lui ha gli occhi serrati e la testa nell’incurvatura elegante del suo collo; sono graffi, cicatrici, che quei occhi dorati probabilmente nemmeno hanno visto, se non di sfuggita, ma che lo fanno stare bene.
Certo, deve pur sempre evitare sforzi troppo grandi per qualche giorno, deve ricordarsi di entrare piano nella doccia e di non appoggiarsi alla testata del letto, ma è pur sempre un sollievo sapere di essere ancora suo. Perché Hiroto, anche se gli costa ammetterlo, anche se l’idea di essere posseduto gli fa venire voglia di stringere i pugni e sospirare, è di Haruya: esattamente come Haruya appartiene a lui e a nessun altro.
I graffi dietro la schiena sono un chiaro invito a ricordarsi di respirare; il rosso sente la pelle tirare mentre si stiracchia e non può fare a meno di sorridere perché, anche oggi, come ieri, lui è qui, lui è un qualcosa e anche un qualcuno.
Il problema è che il mattino dopo le cose poi si complicano, quasi sempre senza un perché, e gli stessi segni, che tirano la pelle, ora bruciano sulla schiena.
E il dolore piacevole e di compiacimento diventa solamente sofferenza e rimpianto, e Hiroto pregherebbe Dio solo sa cosa per potersi strappare quei graffi che inevitabilmente sanno di uno sguardo felino, di una voce profonda e roca, di mani decise e di gesti bruschi, che sanno di Haruya, e tornare a respirare ancora.

Alcune cose, Nagumo lo sa, sono fatte esclusivamente per Hiroto.
Sono fatti per lui gli occhiali da vista che gli incorniciano il volto quando lavora al portatile, il caffè che beve puntualmente tre volte al giorno e senza zucchero, tutti quei libri dalle pagine gialle e consumate per il troppo leggere, e anche quelli che stanno in un angolo del suo appartamento e che non verranno mai letti. Sono fatti solo per lui solo i cartoni della domenica mattina, quelli che guardano insieme sul suo divano, dopo una maratona di sesso.
Ci sono cose, nell'appartamento di Haruya, per strada, tra i cassetti e nelle metropolitane, che sono state create solo per Hiroto. Per lui, per la sua persona, la sua figura alta e slanciata, per le sue spalle larghe e le mani sempre fredde, per quella pelle di porcellana, pallida e liscia, per quel sorriso sghembo e la voce calma e invitante in qualunque circostanza.
E se c’è qualcosa che invece è stato creato apposta per Nagumo sono gli occhi di Hiroto, quegli occhi di cui non si conosce il colore esatto –Suzuno sostiene che sono di un verde bosco, intenso, mentre Ryuuji continua a ripetere che sono acquamarina.
Il fatto è che non riesce ancora a gestirlo; i suoi silenzi non riesce ancora ad interpretarli, le litigate del mattino dopo, che scoppiano senza motivo ma sono quelle più furiose, quelle non riesce ancora a capirle e quando si fissano nel buio della loro stanza, in piedi e immobili, gli prudono le mani e sente i muscoli irrigidirsi.
Sono situazioni che Haruya non riesce a gestire, perché quegli occhi, gli occhi di Kiyama, quelli a cui non puoi dare un nome o un colore, lo fanno sentire nudo, lo fanno deglutire, infuriare, tremare, imprecare, stringere i pugni e sussurrare, e magari, in casi anche più estremi, piangere.
Nagumo non si arrende, ma Hiroto lo rende fragile, irascibile, anche più del solito, e gli fa tirare pugni alle pareti della casa, le stesse che sono stanche di sentire ogni volta i soliti piagnistei, lamentele e domande sussurrate nel cuore della notte, con risposte sottintese se non mai date.
 

“A volte ci pensi mai a noi?
Pensi mai che siamo un po’ come quegli animali dei documentari, che non si capisce mai se si stanno massacrando o se stanno facendo l'amore?"




you let me burn
and now, we’re ashes on the ground.

nda.
hello gente ~
non pensavo di pubblicare qualcosa così velocemente, ma, boh, è venuta così (?)
ho letto così tante belle ff sulla guraban che ha iniziato a piacermi e non ho resistito a scrivere qualcosa su di loro, pardon c':
le frasi in verdognolo(?) sono prese dalle canzoni 'wrecking ball' di miley cyrus e 'wild' di jesse j e da lì anche l'ispirazione per la ff
sono soddisfatta di questa shot, e spero solo che piaccia almeno un pochino ♥
grazie di aver letto,
simo.