-Allora, è tutto pronto? Non posso più aspettare.- Michelle stava parlando con qualcuno mediante il cellulare, e sembrava davvero arrabbiata. –Lo so, potrebbe scoprirci, ma dobbiamo correre questo rischio. Non mi insultare, altrimenti te la farò pagare! Aspetta, aspetta, non intendevo offenderti: dopotutto, sei il mio orsacchiotto. Stai già scrivendo la lettera? Oh, devi soltanto firmarla. Perché non lo fai adesso, idiota? Ah, non hai tempo … Va bene. Hai seguito la mia scaletta? Ok, baby. Ti richiamo io tra qualche giorno.- La ragazza pigiò un tasto, e concluse in tal modo la telefonata. In punta di piedi, sgusciò fuori dalla sua camera, e raggiunse quella di Austin. Erano soltanto le due del mattino. Probabilmente lui stava dormendo. Michelle aprì la porta, e subito una ventata di odori sgradevoli entrò nelle sue narici. Si tappò il naso, avanzando lentamente verso il letto del ragazzo. Quando si trovò a pochi centimetri di distanza dal viso di quest’ultimo, bisbigliò:-Oh, povero Austin. Dormi in modo così tranquillo, ma quando saprai cosa ti aspetta, la notte per te sarà soltanto un’ulteriore fonte di sofferenze. Il mio piano sta procedendo alla perfezione, grazie a te e a quella sciocca ragazzina. L’amore è una cosa meravigliosa, però non ti servirà a molto, senza la tua amata carriera.- .
Michelle si allontanò, intenta a raggiungere la sua stanza, ma poi, fingendo di essere sorpresa, disse:-Oh, ho dimenticato di darti la buonanotte.- . Si voltò, poi si diresse nuovamente verso il letto di Austin, il quale dormiva serenamente. La ragazza avvicinò le sue labbra all’orecchio destro del ragazzo. –Sogni d’oro, amore mio.- sussurrò.
-Ally!- gridò Trish. La ragazza stava dormendo sul bancone del negozio, la testa appoggiata al braccio destro. Molti clienti si trovavano proprio intorno a lei, lamentandosi continuamente dell’incapacità del personale. Ally si svegliò di soprassalto. –Non penso ad Austin!- biascicò. Trish cominciò a ridere. –Ally, pensi ad Austin anche quando dormi! Quando ti deciderai ad ammettere che, nonostante tutto, non l’hai dimenticato?-.
Era vero: Ally non voleva dimenticare Austin. Era stato il suo primo grande amore, quello che le aveva procurato felicità e tristezza, gioia e dolore, sorrisi e lacrime. Dimenticarlo sarebbe stato soltanto un atto di timore. Come aveva potuto sostituire Austin con una falsa copia del vero amore. Per lei, infatti, Dan era soltanto questo, ma nonostante tutto non poteva lasciarlo. Era come un amico, forse più di un amico, ma di certo non raggiungeva il livello di “amici amici”. Com’era difficile, l’amore! Trish continuò a parlare, ma Ally non diede molta importanza al discorso che aveva appena cominciato. Per quest’ultima erano soltanto ronzii senza alcun significato. Del resto, le parole non hanno sempre un significato. A volte, combinate insieme, creano frasi capaci di migliorare o rovinare la vita di qualcuno, come “Ti amo”. Questa frase, per Ally, non significava più niente, ormai.
Mentre pensava a tutto ciò, un raggio di sole squarciò le nuvole scure, e illuminò proprio il SONIC BOOM. Ally sorrise. Era una sorta di speranza per il futuro, e ne aveva bisogno. Molto bisogno. La vetrina del negozio offriva una splendida visuale del cielo, quel giorno grigio e tetro. Le tenebre erano scese sulla città, e non esisteva via di scampo. Eccetto quel piccolo raggio di sole, che simboleggiava la vittoria della luce, ovvero, del bene. –Ally, mi stai ascoltando?- le chiese Trish. Ally smise di guardare il nulla, e disse:-Cosa?-. L’amica si infuriò, quindi prese un giornale, lo arrotolò, e lo scaraventò verso l’amica.
-Ahi!- esclamò quest’ultima, massaggiandosi la parte colpita. –Mi spieghi cosa ti prende? Ieri sei scappata via, senza dare spiegazioni, e oggi non presti la minima attenzione a quello che ti circonda! Non penso che l’unico motivo siano le tue incertezze amorose. Cosa è accaduto?-. Trish si avvicinò a Ally, pretendendo una risposta. –Ehm, ieri sera, mentre cantavo, ho visto … -cominciò la ragazza. L’arrivo inatteso di Austin interruppe quel discorso. –C…c…ciao, Austin - lo salutò Ally. Lui le rivolse un rapido movimento delle dita, poi si sedette su una delle poltrone di fronte alla vetrina. Anche lui sembrava depresso. –Austin, qualcosa non va?- gli chiese Ally. –No, tutto a posto. Sono soltanto un po’ stanco per la serata di ieri. Michelle mi ha portato ad una festa noiosissima. Soltanto uomini in smoking.- rispose. Poi si alzò dalla poltrona, e si avvicinò alla ragazza. I loro visi si ritrovarono a soli pochi millimetri di distanza. –E poi, quando mi sono esibito, ho pensato a te … -. Quelle parole erano sensuali, molto sensuali. Di sicuro voleva baciarla. “Cosa devo fare?”pensò Ally. Una parte di lei voleva dargli uno schiaffo, ma l’altra voleva stringerlo a sé, e baciarlo con tutta la passione di cui era capace. Imbarazzata, abbassò lo sguardo. Austin, capendo subito la situazione, aggiunse: - … e al tuo concerto, ovviamente. A proposito, com’è andato?- .
-Alla grande. Non poteva andare meglio!- mentì. Il ragazzo sembrò sorpreso di quella risposta, infatti prese una rivista dal suo zaino, con una foto di lei che fugge in lacrime dal palco. Gliela mostrò.
-Davvero? È una versione molto diversa da quella che ho letto su questa rivista!-. Ally la prese, in preda al panico. Dopo averla osservata per un paio di secondi, cominciò a ridere. –Si vede chiaramente che è stata modificata con Foto Shop. Vedi queste lacrime? Sono semplici schizzi di colore. E poi non stavo scappando. Era una semplice camminata per dare enfasi alle parole della canzone. Questi sono soltanto pettegolezzi!-.
Austin la guardò, incuriosito. Trish intervenne. –Ally, c’ero anch’io, e ho assistito alla scena. Non puoi negarlo. Inoltre, mi hai liquidata senza dare spiegazioni. Hai qualcosa da aggiungere, in tua discolpa?-.
Ally cominciò a masticare una ciocca dei suoi lunghi e voluminosi capelli. Ormai era in trappola. –Io … - .
Intanto, alle sue spalle, la TV mandò in onda il notiziario del giorno. Il giornalista in giacca e cravatta annunciò: -Buongiorno! Inizieremo a parlare di Ally Dawson, la giovane cantante del momento, e della fuga dal suo concerto. I fans, delusi, hanno distrutto il palcoscenico, pretendendo il ritorno della cantautrice, la quale ha appena reso vano quel poco successo che aveva. Il servizio è di … - . Ally spense la TV. I suoi amici la osservarono sarcastici. Tutto era contro di lei. Perfino il notiziario. –Ally, non devi mentire. Il primo concerto è sempre quello più duro, ma non devi fuggire. –. Austin fece per abbracciarla, ma lei si scostò. –Tu non capisci!- disse. Voleva scappare un’altra volta, proprio in quel momento, per quella situazione imbarazzante. Il ragazzo sembrò capire le sue intenzioni. –Hai per caso ascoltato la segreteria del tuo telefono?- le chiese, trattenendola per un braccio. Senza indugi, lei rispose: - No. Il mio cellulare è spento da ieri sera. Non ho avuto il coraggio di riaccenderlo.- . Ally, sconsolata, indietreggiò, liberandosi da quella presa forte. Il ragazzo le prese nuovamente una mano. –Ti ho lasciato un messaggio, che avresti dovuto ascoltare. Forse ti avrebbe aiutato a superare quel momento di panico.- . Ally sorrise. Austin stava cercando di sollevarle il morale! La cosa più dolce che un amico le avesse mai fatto. Lui, soltanto lui, meritava la verità. –Austin … - iniziò. Quando vide Trish spostare lo sguardo da l’una all’altro, le intimò:- Lasciaci da soli per un momento. Per favore.- . L’amica, senza protestare, si allontanò da loro, e si avvicinò alla vetrina, dove qualcosa attirò la sua attenzione. –Austin,- cominciò Ally –ieri sera è accaduto qualcosa di magico, che nemmeno io saprei spiegare. Eri accanto a me, come quando cantammo You Can Come To Me la prima volta. Lo so, è una cosa che capita soltanto alle persone in manicomio, ma io … io ti sentivo vicino. Non c’era Dan vicino a me. C’eri solamente tu. - . Finalmente Ally si sentiva libera. Era come si fosse tolta un peso dalla coscienza. Austin, invece, era esterrefatto. Non sembrava più lui. Dopo alcuni secondi, però, si decise a parlare. –Non … non è possibile … - . La ragazza non si aspettava quella risposta. Subito si pentì di avergliene parlato. –Lo so che è impossibile, ma non girare il dito nella piaga.- . Austin fu animato da un movimento rapido e improvviso. Evidentemente, non aveva ancora terminato la frase. –No, non sto dicendo questo. Anche a me è capitata la stessa cosa! È come se mi fossi collegato al tuo cervello, e così facendo ho visto la tua immagine, proprio accanto a me. Fantascientifico!-.
-Credo di avere una spiegazione più romantica in proposito.- disse Ally. –E se fossimo destinati a stare insieme? Non possiamo lasciare al caso quello che è accaduto … - . Austin ed Ally si avvicinarono, i loro visi così maledettamente vicini … -Se fosse questo il destino, credo che dovremmo rispettare la sua volontà.- disse Austin. Ecco, il momento cruciale era arrivato: stavano per baciarsi una terza volta. Tutto dipendeva da quel bacio, perfino le loro stesse vite. Avrebbero rischiato molto, ma in quel momento Ally voleva soltanto baciarlo con tutta se stessa. Non era mai stata così spregiudicata. A volte l’amore può fare miracoli. Le loro labbra erano vicinissime. Entrambi non prestavano attenzione a ciò che sarebbe potuto derivare da quel “quasi” bacio. Furono investiti da un’ondata di passione, che li costrinse ad abbreviare i tempi. In quel momento, in cui le loro vite avrebbero potuto prendere una piega diversa, Dez entrò nel negoziò, e chiamò Austin, allarmato. Quest’ultimo, di malavoglia, si allontanò da Ally. Lei rimase esterrefatta. Dez rovinava sempre tutto. Sempre. Oppure aveva salvato la situazione. Dipendeva dai punti di vista. –Cosa c’è, Dez?- gli domandò Austin. L’amico, riprendendo fiato, gli porse una lettera. –Questa … questa è per te. Tua madre l’ha letta, e dopo averti chiamato più volte, ha composto il mio numero. Mi ha raccontato tutto. Dovresti leggerla. È una minaccia.- .
Austin, allarmato prese la lettera. Sia Trish che Ally si avvicinarono a lui, e quando quest’ultimo aprì la busta contenente la lettera, i quattro si raccolsero in un cerchio ristretto. La calligrafia era indecifrabile, e troppo elegante per far parte di una lettera di minacce. Qualcosa non quadrava.
“Caro
Austin
Moon. Tu non mi conosci, ma io conosco te. In questo momento sei
famoso, molto
famoso, e per molto tempo le tue canzoni hanno illuminato
i miei pomeriggi di estate.
Purtroppo, è arrivato quel momento in cui tutti i fiori del
male sbocciano, ed
io sono uno di questi. Ti
ho seguito per mesi,
e ho capito i tuoi punti
deboli. Non so se ho reso l’idea. Vediamo … ti
piacciono le frittelle, adori i
videogame, e ami in particolar modo rovinare le carriere altrui. Se non
hai
ancora capito, questa è una lettera di minacce. Sono molto
bravo a confondere
gli altri. Comunque, dovrai
abbandonare la
tua carriera per
sempre, altrimenti le persone a cui tieni di più
scompariranno misteriosamente.
Se vuoi salvarle, vediamoci nel
parco
del centro commerciale tra sette giorni alle ore 22:30. Una volta
lì, ti farò
firmare un contratto, che non dovrai violare
per nulla al mondo. Mi impossesserò io
della
tua carriera! (Risata malefica). Non portare
nessuno, e non chiamare le forze dell’ordine, altrimenti
potrai dire già
addio a tua madre , tuo padre, Dez, Trish,
Michelle, e in particolar modo a Ally . Se non ti presenterai,
pubblicherò sul
giornale false foto
su di te, e rovinerò
per sempre la tua carriera. In entrambi i casi, sarai costretto a
cedermela. Ti
conviene scegliere in fretta, per il tuo
bene.
Con
tutto il male
del mondo
Anonimo
P.S.
Porta una torta di
fragole. Adoro le fragole!
Tutti rimasero a bocca aperta. Qualcuno
voleva impossessarsi della carriera di Austin! Ally si
allontanò, pensando ad
alcuni dettagli della lettera. Tra le righe, era sottointeso che fosse
stata
scritta da qualcuno che occupava un ruolo importante, mandato in
frantumi da
Austin. Quante carriere aveva rovinato? Un bel po’ , secondo
i calcoli. Ally fu
scossa da un pensiero improvviso. Subito capì chi era il
mittente della
lettera. –Ragazzi!- gridò, correndo
all’impazzata verso i tre amici. –Penso di
sapere chi sia il colpevole.- . Austin la guardò sorpreso.
Dopo alcuni secondi,
la sua mente si mise in moto come un’auto da corsa. Nella sua
testa si fece
strada il nome del misterioso anonimo.
Angolo
autrice