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Autore: aris_no_nami    04/09/2013    3 recensioni
“- Ora basta! Tu te ne vai dritta dritta in Corea! Mi sono rotta! Tu e quella sottospecie di quattordicenne di tuo fratello ve ne andate da qui! Vi sbatto subito a Seoul da vostro cugino! Mi sono proprio rotta!
Urlò quella stronza. Quella che, teoricamente, doveva essere la nostra tutrice, nostra zia.
-Bene! Perfetto! Preferisco alla grande nostro cugino che una come te! E osa un’altra volta parlare così di Malcol e ti spacco! Hai capito?! Ti spacco! Ti distruggo!
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo
-Partite domani mattina alle 8 in punto.
Certo! Perché secondo lei ero scema, vero?! Secondo lei non sapevo che aspettava che io toppassi per poco per mandarci dritti a Seoul?! Come se non sapessi che aveva due biglietti di sola andata, pronti da un casino di tempo?! Come se fossi cretina come lei!
-Se n’è andata?!
Mi chiese mio fratello, uscendo dal bagno, nel quale si era rifugiato con le sue cuffie, per fuggire a quella lite definitiva.
-Che stai ascoltando?
Gli chiesi io, cercando di sfuggire a quella domanda.
Anche a pochi giorni dal suo compleanno, quella stronza, doveva rompere!
-Heaven di Ailee …
Mi rispose sedendosi accanto a me.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EVA POV     
-Pronto?
Risposi al telefono, interrompendo la canzone che stavo ascoltando.
-Hey!
Rispose una voce squillante dall’altro capo del telefono.
-Salim …
Dissi un po’ titubante.
-SI!
Urlò lui.
-Che c’è?
Chiesi sbuffando, massagiandomi la tempia che continuava a pulsare.
-Ma come? Dopo tanto tempo che non mi senti mi rispondi così?
-Scusa, è solo che ho mal di testa. Ieri mi sono ritrovata sotto un’acquazzone enorme con addosso dei pantaloncini e una canotta e per giunta non sono tornata a casa a dormire, quindi non sono dell’umore adatto per parlare al telefono. E per di più mi si è sciolto tutto il trucco. Fortuna che sono riuscita a toglierlo.
Dissi, controllandomi con uno specchietto che avevo in tasca.
-Oh … ok … Allora ti chiamo in un altro momento, va bene?
Mi chiese.
-Va bene. Namastè.
-Namastè.
Chiusa la chiamata.
Mi rimisi le cuffie e feci ripartire la canzone che avevo interrotto.
Scary monsters and nice spirites, SKRILLEX.
Mi toccai i pantaloncini di jeans completamente zuppi.
Che cavolo … l’altro giorno mi ero titrovata sotto un acquazzone improvviso con vestiti completamente estivi. Fortunatamente avevo trovato un riparo sotto la tettoia di un cinema. Ma visto che non la smetteva di piovere, avevo dovuto stare per ore ed ore seduta la, per poi addormentarmi distesa a terra. Tanto ci ero abituata ad una vita di semi barbonaggio, quindi non mi ero fatta problemi. Quando Salim mi aveva chiamata ero sveglia da poco. Ed ora, ero una specie di pulcino rosso fradicio e infreddolito seduto sui gradini di un cinema ad ascoltare musica mixata dal più grande dj esistente, insieme a David Guetta e ad Avicii.
La cosa buffa era che la mattina c’era un sole da spaccare le pietre. Ero partita per andare a scuola con tutte le più buone intenzioni, e poi, alle 11, una cretina della 5G aveva fatto partire uno stereo e tutta la sua classe era uscita di corsa. Ovviamente, i decelebrati cronici che mi ritrovavo in classe, avevano seguito quella demente, senza pensare alle conseguenze.
Ero rimasta l’unica seduta tranquilla in classe, continuando a leggere.
Poi, con calma, mi ero alzata, stanca di stare la, e tutte le buone intenzioni della mattina avevano fatto “puff”!
Rimasta sola per le vie di quella mini cittadina, mi persi completamente.
Ed infine, per completare l’opera, cominciò a piovere a dirotto.
 
Ecco la storia di come mi ero ritrovata fradicia.
 
Stavo tranquillamente ascoltando musica, quando ricominciò a piovere.
-E ma che cavolo!
Dissi esausta.
Fortuna che il cinema era chiuso, essendo domenica.

Guardavo la pioggia e mi chiedevo chi l’avesse creata …
Chi poteva mai sognarsi di una cosa come lei …
Acqua che cade dal cielo …

Guardavo le persone che si affrettavano ad aprire l’ombrello e a rifuggiarsi sotto di esso …
Erano tutti grigi.
Cemento, pioggia ed obrelli. Tutti grigi …
Ma poi …
Poi vidi un sole.
Un ombrello giallo.
Giallo canarino.
Sotto di esso, un ragazzo un po’ buffo che rideva.
Aveva un cappello dello stesso colore e una giacca di un rosso bordeaux sbiadito.
Camminava immergendo completamente i piedi in ogni pozzanghera e ridendo come un bambino.
 
Quell’immagine mi fece sorridere.

Eppure mi sembrava così familiare …
Si stava avvicinando sempre di più.

Lo riconobbi.
Per poco non mi si fermò il fiato …
 
Ormai era sotto la tettoia anche lui, e stava guardando i tabelloni del cinema. Tirò fuori un cellulare, ovviamente giallo e se lo mise all’orecchio
-Hei … ragazzi, c’è un problemino. Sono fermo alla cittadina della mia scuola. Non c’è neanche un treno e sta piovendo … non l’ho fatto apposta … senti Chan, passami un attimo Dae, che gliene dico quattro … Hei Dae, tu e quella tua testolina dovete andare subito dove voi sapete! E vi prego, cercate qualche santo angelo che sia disposto a venirmi a prendermi, grazie … ok, aspetto un messaggio, bye.
Chiuse la chiamata sbuffando.
-è mai possibile …
Disse tra se e se.
Si girò, pronto a riaprire l’ombrello, quando mi vide.
-Oh. Ciao.
Io gli feci un mezzo sorrisino.
-Hem … come va?
Mi chiese.
-Potrebbe andare meglio.
Risposi guardando la pioggia che cadeva imperterrita.
-Perché? Non ti piace la pioggia?
-Diciamo che tra ieri ed oggi non è stata molto buona con me …
Lui mi guardò perplesso, per poi sedersi accanto a me.
-Cosa ti ha fatto?
-Secondo te?
Chiesi indicandomi.
Lui ridacchiò per poi annuire.
-Sai – disse dopo un po’ – mi ricordi qualcuno, ma non mi ricordo chi …
Io mi misi a ridere.
-Perché ridi?
Mi chiese, quasi offeso.
Scossi il capo
-Hai le idee poco chiare, mi pare.
Fece spallucce, per poi unirsi alla mia risata.
 
Intanto la pioggia continuava a scendere.
-Posso farti una domanda un po’ delicata?
Mi chiese all’improvviso.
Annuii.
-Sei una barbona?
-Si. Sono nata per strada. Fino a sette anni ho suonato la fisarmonica per strada, poi una compagnia di un circo mi ha presa con loro e mi hanno cominciato a far andare a scuola, viaggiando insieme. Dei miei genitori so solo che facevano parte di un circo. Non posso dirti altro altrimenti dopo dovresti sparire dalla mia vita.
Dissi seria.
Lui sgranò gli occhi.
Ops … per sdrammatizzare scoppiai a ridere.
-M-ma sei seria?
-No – dissi tra le risate – Sono una semplice ragazza della scuola d’arte di questa città. Ieri l’acquazzone mi ha presa alla sprovvista vestita così e non sono riuscita a tornare a casa!
Fece un gran respiro per poi ridacchiare
-Ti avevo quasi creduto …
È già … ero una semplice ragazza con una bella famiglia felice che mi aspettava a casa con un minestrone pronto … magari …
-Ma quindi hai passato tutta la notte qua?
Annuii.
Mi si avviccinò subito e mi avvolse in un abbraccio, facendomi delle carezze veloci per riscaldarmi.
-Cavolo. Così ti prenderai sicuramente un malore!
-Non mi conosci e ti preoccupi così tanto?
Chiesi stupita.
Lui annuì convinto
-Come ti chiami?
-Eva.
-Ora ti conosco. Io sono Yongjae. Apposto, ora ci conosciamo.
Ok … era matto.
Passò un po’ di tempo così, quando si alzò improvvisamente.
-HO CAPITO!
Urlò.
Io lo guardai male.
-Tu sei quella nuova! Eva Carolos …
-Carlos …
Precisai.
-Si, Carlos. Sei in 5 …
-L … Ma tu come lo sai?
Riuscii finalmente a chiedere.
Lui mi si accucciò davanti.
-Sono nella tua stessa scuola. 5G. Non ti ricordi? Il tuo primo giorno hai cantato dopo di me, Jongup e l’altro ragazzo …
Io cercai di ricordarmi …
-Niente?
Mi chiese di nuovo
-Mh … ah, si! Mi ricordo …
Si risedette accanto a me e stette zitto a guardare la pioggia che non aveva intenzione di cessare.
 
-Perché stai fermo qui?
Chiesi di punto in bianco.
-Perché non mi hanno ancora mandato qualcuno a prendermi.
Mi rispose serio.
Così, senza pensarci cominciai a canticchiare I wanna be everything you need.
 Mi girai verso Yongjae e lo trovai con gli occhi sbarrati.
-Oh … scusa …
Dissi imbarazzata.
Sul suo viso si stampò un sorrisone enorme e ricominciò a cantarla.
Io lo guardai per un po’ … come faceva a conoscere quella canzone?
Cioè … poche persone la conoscevano …
Senza pensarci due volte mi misi a cantare insieme a lui.
 
-Non pensavo esistesse qualcun altro che conoscesse quella canzone …
Mi disse sempre con quel sorriso.
-Conosci Text di Stevie Hoang?
Chiesi.
Lui, come risposta, cominciò a cantarla.
Io lo seguii a ruota.
Avevo cominciato a tenere il tempo col piede e continuavo a sorridere come un’ebete.
Quando finimmo di cantare ci guardammodritti negli occhi per poi scoppiare a ridere.
-Sei veramente brava … hai una voce bellissima.
Mi disse serio.
Alzai un sopracciglio.
-Si, certo.
Dissi ironicamente.
-è vero!
Continuò lui.
-Mh.
Tagliai corto, tornando ad osservare la pioggia.
Fortunatamente quel silenzio imbarazzante fu interrotto dal suo cellulare che cominciò a vibrare.
-Pronto? – rispose – Ah … ok … dove? … d’accordo, arrivo.
Chiuse la chiamata e mi guardò per un po’.
-Che c’è …?
Chiesi un po’ imbarazzata.
Si tolse la giacca e me la mise sulle spalle, per poi alzarsi.
-Ormai non piove più, quindi non mi serve la giacca. Sta anche venendo fuori il sole.
Disse, guardando l’orizzonte.
-Mh …
Risposi semplicemente.
-Be, ora devo andare. L’angelo chiamato Mihyun è venuto a prendermi. Ci vediamo Eva.
-Ci vediamo Yongjae … e grazie mille.
Risposi arrosendo leggermente.
Detto questo se ne andò sorridente, continuando ad entrare in ogni pozzanghera possibile.
Che tipo!
Guardai il cielo.
Il sole stava uscendo dalla nuvola che l’aveva coperto e in lontananza si intravedeva un arcobaleno …
Segno che stava iniziando un altro giorno …

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MALCOL POV
Erano arrivati tutti i ragazzi. Anche Yongjae era arrivato insieme a Misan.
Eravamo tutti seduti in cerchio in un tavolino isolato in un bar.
Aveva appena finito di piovere …
Ora sarebbe arrivata la parte complicata … spiegare tutta la faccenda …
Hair, Misan, DJ, Ryo e Neel sapevano già.
Bev e Sukkie non avrebbero avuto problemi a capire.
Ma quelli che mi preoccupavano di più … erano i B.A.P …
 
-Dunque … - cominicò Misan – Poche persone sanno precisamente perché siamo qua … Cioè … sapete per quella cosa che ci sarà più tardi al centro commerciale … ma c’è anche un altro motivo … riguardante Penelope …
Non riuscivo a sentirlo parlare così … come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi …
Sapevo che a Penelope non avrebbe dato fastidio se anche gli altri avessero saputo, quindi io avrei detto tutto quel che potevo!
-Penelope ha avuto la leucemia a 10 anni.
Dissi tutto d’un fiato.
Tutti quanti mi guardarono con occhi sbarrati.
-C-come scusa?
Mi chiese Yong Guk.
Feci un respiro profondo e mi preparai a raccontare la nostra storia …
-Mia sorella a 10 anni ha avuto la leucemia. Ha dovuto fare la chemio terapia per tre mesi a dodici anni. Il giorno che scoprì di avere la leucemia era lo stesso giorno di oggi. Il 20 settembre. 4 anni dopo, a quattordici anni, fece un incidente in auto col suo ragazzo. Lui morì proteggendola, mentre lei subì gravi fratture e altre ferite. Quando stette meglio e gli dissero che lui era morto impazzì. Dovette andare da uno psicologo e prendere continue pastiglie. Poco tempo dopo ebbe anche attacchi di panico nel vedere i cimiteri e nell’entrare nei mezzi di trasporto. Tutti questi problemi non sono ancora spariti completamente.
Io e lei non viveamo nel migliore dei modi nemmeno prima. Eravamo dentro brutti giri e siamo finiti molte volte in mezzo a casini più grandi di noi. Ma dopo questo lei cominciò a frequentare brutti giri … L’anno prima, quindi quando lei aveva 13 anni ed io 12, eravamo stati mandati in vacanza studio, lei a New York ed io in Corea del nord. Quell’anno io non fui il più bravo dei ragazzini … e di questo ne risentì. Oggi è il giorno dell’anniversario di tutto. Della conoscenza della leucemia, della sua morte, di quando era entrata nel giro, di quando si erano conosciuti, di quando nostra madre ci aveva abbandonati e di quando nostro padre fu disperso in guerra …
 
Finii di dire con gli occhi lucidi. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso.
Per tutto il tempo avevo guardato la tazza di cioccolata che avevo davanti.
La presi tra le mani e ne bevvi un sorso.
-Dì dei tuoi genitori.
Alzai la testa per vedere chi era stato.
Jongup.
Tutti quanti lo stavano osservando.
Zelo, che gli era vicino, gli diede una gomitata, alla quale non badò, continuando a guardarmi dritto negli occhi.
Feci un respiro profondo e mi preparai a quella parte.
-Mia madre era rimasta incinta a 16 anni. Lei era italiana e mentre nostro padre era Sud Coreano. La famiglia di nostra madre non erano molto aperta mentalmente e non gli andava bene nostro padre. Ma lei lo amava … Sta di fatto che era un militare, più precisamente un marines. Quando partì lei era incinta di Penelope, e lui non lo sapeva. Dopo cinque mesi che era via lo chiamò e glielo disse. Tornò subito a casa. Ripartì dopo un anno circa. La cosa si ripetè con me. Penelope aveva 4 anni ed io 3 quando nostra madre sparì. L’unica cosa che lasciò fu un bigliettino in cui c’era scritto, in un corsivo magnifico, “Goodbye”. Noi venimmo dati a sua sorella, che ci odiava. Nostro padre tornava ogni volta che poteva e con lui venivamo qui in Corea dalla sua famiglia, che era anche la famiglia di Mihyun. Infatti sua madre era la sorella di nostro padre. Comunque … ad ogni occasione buona, la stronza, ci mandava qui. Poco tempo fa, Penelope, aveva toppato e quella si è incazzata e ci ha mandati da Mihyun per sempre … Quando avevamo 10 e 9 anni, ci chiamarono e ci dissero che nostro padre era disperso in guerra … Probabilmente morto …
In tutto questo c’è stata una cosa che l’ha sempre tirata fuori e che l’ha fatta rinascere. La musica. Io gli feci conoscere il K-Pop, quando era andata, una delle tante volte, in ospedale per attacco di panico. In mezzo a tutti questi avvenimenti dovete metterci in mezzo tante altre cose. Tipo il fatto che gli insegnai il parkour e l’hip-hop, il fatto che fin da piccola aveva una dote fantstica per suonare il piano ed altre cose. Tante altre cose …
Finii di dire.
C’era un silenzio tremendo …
-Scusate … - disse Daehyun attirando l’attenzione di tutti – Non vorrei essere sgarbato … e non vorrei sembrare stupide e insensibile ma … io, questa Penelope, non ho la più pallida idea di chi sia …
Completò un po’ imbarazzato.
Tutti quanti scoppiammo a ridere.
Lui ci guardò un po’ disorientato.
-E che ho fatto adesso?
Chiese innocentemente.
-Povero Daehyunnie … poverino.
Disse Yongjae tra le risate, accarezzandogli la testa.
Fortunatamente quel clima freddo si era riscaldato.
Sorrisi contento.
-Allora ragazzi. Ora sapete e vi chiedo di non guardarli diversamente da come li guardavate prima, soprattutto Penelope. E ora andiamo che siamo già in ritardo.
Disse una voce calda.
Tutti ci girammo verso la voce e, con nostra grande sorpresa, scoprimmo che ha parlare era stato Hair.
-Che c’è?
Chiese lui, vedendo che tutti lo fissavano.
-Niente. Hai ragione. Ora andiamo.
Disse Ryo uscendo dal bar, seguito da tutti.
Mi alzai per utlimo aspettando che quasi tutti fossero usciti.
Quando vidi Yong Guk che stava per andarsene lo bloccai per un braccio.
Questo si girò.
-Posso parlarti un attimo?
-Certo …
Rispose lui un po’ titubante.
-Senti … Mia sorella ti ha fatto vedere i tatuaggi?
Annuì.
-Bene … quindi hai visto l’uguaglianza con le vostre canzoni … Ti posso assicurare che quando se li è fatti non sapeva minimamente della vostra esistenza …
-Tranquillo.
Mi rassicurò lui.
-Ecco … Bang … quando lei vi ha scoperti, non molto tempo fa … non so come dire … è stata meglio … Quello era un periodo molto buio per lei … e le vostre canzoni l’hanno tirata su. Soprattutto la tua voce. Si era completamente innamorata della tua voce. Quando la sentì ricominciò a cantare dopo tanto …
Lui mi guardò con uno sguardo tra lo spaventato e il confuso.
-Ti ho detto questo solamente per chiederti di non fare cazzate … tutto qua.
Chiarii.
Lui annuì e mi sorrise.
-Ok, farò del mio meglio.
-Grazie.

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KIKWANG(B2ST) POV
-Cavolo Yoseob! Ma come abbiamo fatto a perderci qua?
Chiesi stremato.
Era da circa mezz’ora che stavamo camminando a vuoto per quel centro commerciale enorme.
-Senti, non è colpa mia se questo posto è grande quanto tutta la Corea!
Si giustificò lui, guardandosi intorno.
-Senti Hyunseung, non è che quella la ti abbia dato un nome sbagliato?
Mi rivolsi verso l’altro.
-Hey, quella la non mi sopporta! Potrebbe anche averlo fatto!
Rispose lui grattandosi la testa confuso.
-Ma è pur sempre la nostra stilista … almeno un po’ di affetto dovrebbe provarlo per noi!
S’intromise Yoseob che si era avvicinato ad un cartellone con la piantina dell’edifici.
Io sbuffai stanco.
Il centro era completamente vuoto per l’evento è solo chi aveva il pass poteva entrare.
-Ma gli altri?
Chiesi.
-Tra poco dovrebbero arrivare.
Mi rispose Hyun, maneggiando col cellulare.
-Dongwoon e la sua fissa per l’aspetto perfetto …
Mi lamentai.
-Cavolo … è veramente grande …
Disse Seob, con fare sognante.
-MA VA?!
Rispondemmo in coro io e Hyun.
-Hey hey hey! Venite qua a guardare!
Continuò lui, come se non gli avessimo detto niente.
Svogliatamente ci avvicinammo a lui.
Indicò un punto sul cartellone e disse
-Qui siamo noi e qui è dove dobbiamo andare!
Spiegò entusiasto.
-E come fai ad essere sicuro di questo?
Gli chiesi-
-Perché la c’è scritto che è la parte destinata agli eventi.
Disse in tono ovvio.
-Ok.
Disse Hyun incamminandosi e noi lo seguimmo.
 
Un quarto d’ora dopo …
-Hyung, il tuo senso d’orientamento è pari a zero!
Urlai esausto.
Sdraiandomi su una panchina insieme a Yoseob.
-Insomma! Non vi ho mai detto di seguirmi! Doveva far strana Seob!
Si lamentò, indicandolo.
Quest’ultimo si alzò di scatto e con faccia confusa chiese
-E che ho fatto io adesso?
In lontananza sentimmo delle voci.
Tutti e tre stemmo la immobili ad osservare verso quella direzione.
Quando finalmente vedemmo venire avanti dei ragazzi.
Uno biondo, uno moro e uno rossiccio.
-GUUUUUUUUUK!!!!
Urlò Seob correndogli incontro.
Il tipo dai capelli biondi lo salutò con un cennodel capo.
-Yo, come va?
Gli chiese.
-Male, male, tanto male!
Si disperò l’altro.
-Perché?
Gli chiese.
-Ci siamo persi.
-Ci?
Chiese nuovamente, alzando un sopracciglio.
Seob punto il pollice dietro di se indicandoci, e noi salutammo con la manina.
I quattro si avvicinarono a noi e partirono le presentazioni.
-Ragazzi, lui è Yong Guk. Il ragazzo con cui ho fatto la canzone I Remember.
Ci disse il mongoletto.
-Seobbie, cucciolo mezzo scemo … non siamo scemi. Sappiamo chi è.
Rispose Hyun cantilenando.
L’altro rimase un po’ perplesso, ma continuò a presentare gli altri.
-Mentre questo è Him Chan, e lui … Chi sei tu?
Chiese al ross, il quale ridacchiò.
-Jong Up.
Rispose.
-Io sono Kikwang e lui Hyunseung.
Dissi.
-Hello.
Li salutò l’altro.
-Ragazziragazziragazzi!
Sentimmo urlare ad un certo punto.
Poco dopo un fulmine sullo skate fu tra noi.
Sopra di esso uno spilungone biondo con il ciuffo azzurro.
-Ragazzi! I due cretini mi hanno lasciato solo in bagno! Ci ero andato e mi hanno lasciato solo soletto! E se ne sono andati! Ma poi ho snetito delle voci e le ho seguite!
Disse tutto d’un fiato.
-Junhong … girati.
Gli disse Jongup.
Questo si girò e quando ci vide emise un
-Oh.
-Lui è Zelo.
Lo presentò Yong Guk.
Passandosi una mano sui capelli.
Zelo sorrise e si inchinò.
-Scusa – dissi io – ma sei Q       UEL Zelo?
Chiesi.
Lui mi guardò confuso.
-QUEL?
-Si … sei quel tipetto che ha un rap stravelcoe!
Disse convinto lo hyung.
-Sveglia … sono i B.A.P.
Disse una voce alle nostre spalle.
Ci girammo e ci trovammo davanti …
LA DIVA?!
Noi tutti lo guardammo perplesso.
-Non sapete nemmeno riconoscere un membro degli SHINee?
Chiese lui, facendo il finto offeso.
-Brutto idiota, non lasciarmi indietro!
Urlò una voce.
Poco dopo un tizio mezzo biondo era accanto all’altro con il fiatone.
Alzò la testa e sorrise
-Giorno gente!
Salutò.
-Non ditemi che vi siete persi anche voi …
Dissi speranzoso.
Loro si guardarono per poi annuire con una smorfia.
Ah …
Fantastico!

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MALCOL POV
Mi dileguai dagli altri con la scusa che avevo un impegno.
In verità sarei dovuto andare alla scuola di danza, quella del volantino della bimba, a chiedere per prendere quel posto.
Fortunatamente la scuola non era distante.
Uscii dall’enorme centro commerciale e cominciai a correre.
Dopo 10 minuti circa mi trovavo davanti una scuola abbastanza grande, tutta dedicata alla danza.
Entrai e mi trovai davanti ad un bancone enorme. Dietro di esso c’era una donna non troppo giovane dai capelli castani, che smanettava col computer.
-Buongiorno …
Dissi.
La signora alzò subito la testa e appena mi vide fece un sorrisone a 32 denti.
-Tu devi essere l’insegnante, vero?!
Io annuii.
-Sono venuto per chiarire un po’ di cose. – spiegai – Per esempio, l’età? Bisogna avere i 16 anni?
la donna scosse la testa.
-Forse non lo sai, ma questa scuola è un po’ particolare … è stata istituita da una persona di alto livello nel governo. Per sua decisione si può insegnare dai 14 anni.
Io tirai un sospiro di sollievo.
-Bene, perché io ne devo compiere 15 tra poco.
La donna strabuzzò gli occhi.
-Hai solo 14 anni? Tesoro, sembri molto più grande!
Io sorrisi per non risponderle male.
Non sopportavo quando le persone mi vedevano più grande …
Era insopportabile!
-E i giorni in cui dovrei venire?
Lei cominciò a rovistare tra alcuni fogli.
-Allora, i giorni sono …
Non fece in tempo a finire la frase che, sul bancone, si buttò completamente una ragazza da capelli rossicci.
-Yo Hanade! Come vaaaaa?
Chiese.
Ok. Imparato un nome.
Hanade … la signora Hanade …
-Jin Rah! Non vedi che stavo parlando?
Chiese Hanade, sbuffando.
Jin Rah … ragazza rossiccia.
Questa scosse la testa e rispose
-No.
-Ah … Jin Rah sei senza speranze!
Jin Rah si alzò e si girò verso di me.
Mi arrivava circa alle spalle.
-Stava parlando con te?
Mi chiese.
Io annuii.
Poi mi porse la mano e mi disse.
-Jin Rah.
Gliela strinsi.
-Malcol.
-Oh … sei straniero?
-Italiano.
Risposi secco togliendo la mano.
Non ero tanto socevole.
-Oh.
Rispose delusa facendo una smorfia.
Che tipa stronza!
-Haaaanaaaadeeeee!
Urlò un’altra voce.
Ci girammo tutti verso la porta e poco dopo vi entrò una ragazza dai capelli mori e mossi. Aveva una maglia bianca con delle scritte, larga e dei pantaloni di tuta neri morbidi.
-Ragazze, ma dove l’avete lasciata la buona educazione?
Chiese esasperata la povera Hanade.
L’altra la guardò perplessa, per poi posare lo sguardo su di me.
-Sei il nuovo insegnante di hip-hop?
Mi chiese avvicinandosi.
-Hip-hop?
Chiese alzando un sopracciglio.
-Oddio … non dirmi che non sai ballare l’hip-hop …
Disse la donna.
Io mi misi a ridere.
-No. In verità era quello che speravo e forse quello che ballo con più energia.
-Fantastico!
Esultò la mora.
-Perché?
Chiesi.
Ridacchiò per poi dire.
-Non so se te l’ha già detto ma tra poco faremmo una specie di saggio e noi insegnanti ed altri ragazzi dovremo fare una specie di musical.
Io per poco non mi strozzai.
-COSA?!
-Piacere. Maya.
Mi rispose.
Guardai Hanade che mi stava lanciando sguardi cucciolosi.
Sbuffai per poi sorridere.
-Dove devo firmare?
Lei subito mi porse tutti i fogli che io compilai. Poi mi diede anche un foglio con scritti gli orari e i giorni.
-Io penso che per te sia meglio la fascia d’età dei dodici anni. Però devo dirti che ci sono anche dei ragazzini di tredici anni … ti crea problemi?
-Assolutamente no. – risposi – Posso chiedere una cosa?
Lei annuì.
-Se per caso dovessi venire qua per un mio piacere o per provare delle cose da solo o al massimo con degli amici …? O è un problema?
Chiesi.
-Lo facciamo anche noi.
Si mise in mezzo Maya, appoggianodsi al bancone.
-Esatto.
Le fece eco la rossa.
Maya era proprio una bella ragazza … ed era più bassa di me di veramente poco.
Anche Jin Rah non era niente male … Addosso aveva dei leggins blu scuro e una maglia con la mandiera americana, ed in testa un basco di lana rossa.
-Quindi è ok?
Chiesi conferma.
-Okkeissimo.
Rispose Hanade facendomi l’occhiolino.
-Senti Malcol, ti dispiacerebbe cominciare adesso?
Mi chiese poi.
-Non mi dispiacerebbe … ma non ho i vestiti adatti …
E avevo proprio ragione!
Con un paio di jeans stra attillati e a cavallo basso e una maglia altrettanto aderente avrei faticato un po’ a ballare. Anche senza la giacca di pelle rossa avrei faticato un bel po’ …
Vidi che Jin Rah mi guardò da testa a piedi con due occhi sgranati.
Si stronzetta. Ammira tutta la mia pura fighezza!
-No problem! Abbiamo sempre dei cambi di riserva, quindi puoi cambiarti.
Mi comunicò Maya.
-Ok allora.
-Seguimi. Ti porto nei camerini.
Disse comicniando a salire le scale.
Io la seguii.
Al piano di sopra c’era una scrivania con accanto una porta. Varcata quella c’era una stanzetta d’attesa con due divani. Dopo di quelli c’erano i camerini e ancora dopo una stanza di ballo.
Lei mi fece entrare nei camerini e mi diede i vestiti.
Io, senza problemi, comicniai a svestirmi con ancora lei dentro, che sembrò non badarci molto.
-Allora Malcol – mi disse – quanti anni hai?
-Quasi 15.
-Wow … e secondo te sei già pronto per fare l’insegnante?
-Assolutamente.
Risposi con un sorriso da sfida.
-Mh … dopo si vedrà. Io invece ho 20 anni e insegno moderno. Mentre Jin Rah ha 18 annie insegna classico.
-Quella fa classico?!
Chiesi sconcertato.
Appena lo dissi entrò la diretta interessata
-Si. Problemi?!
Mi chiese con fare da dura, ma appena mi vide a petto nudo diventò completamente rossa.
Io mi misi a ridere per poi dire
-Non mi sembravi tipa da classico.
-E tu che ne sai?
Richiese, mettendosi le mani sui fianchi e riprendendo un colorito naturale.
-Che ne so?! – le chiesi a mia volta, avvicinandomi – Tesorino, io sono l’angelo della danza classica.
Mi pavoneggiai.
-Non mi sembri tanto angelo con quei capelli.
Risi di nuovo.
Se solo mi avesse visto prima, con i capelli biondi e boccolosi, avrebbe cambiato subito idea e non avrebbe avuto tutta questa confidenza, che stavo cominciando a non reggere più.
-Dai ragazzi. Adesso andiamo sulla stanza da ballo che c’è di sotto e ci fai vedere che sai fare.
S’intromise Maya.
-Ok.
Rispose seguendola giu per le scale.
Da vestire mi avevano dato dei pantaloni di tuta blu scuro e una canotta grigia. Anche questa maglia, però, era parecchio attillata.
Ritornammo di sotto e, dietro al bancone c’era una porta, varcata quella c’era un’enorme stanza da ballo, più grande di quella di sopra.
La stanza era veramente immensa. Grande quanto poteva essere grande un campo da basket e c’erano pure gli spalti. Le pareti erano completamente tappezzate di specchi …
Fantastica!
Le ragazze si sedettero sugli spalti e Jin Rah mi disse
-Ora noi faremo partire delle canzoni e tu dovrai ballarle.
-Nessun problema.
Risposi posizionandomi di fronte a una parete di specchi e cominciando a riscalodarmi.
Dopo un po’ fecero partire una canzone.
History degli EXO.
Sorrisi nel sentirla.
Comnciando facendo dei semplici passi con i piedi ed abbinandoci le mani.
Poi cominciai a fare passi sempre più complicati e finii il tutto con una capriola per aria, all’indietro.
Quando finii mi girai verso di loro che avevano gli occhi sgranati.
-Un’altra?
Chiesi.
Non se lo fecero ripetere due volte.
BTOB, Insane.
Anche questa la ballai sciallissimo, lasciandole senza parole.
-Sono canzoni troppo conosciute …
Si disse Jin Rah.
Madcon, Beggin.
-E SECONDO TE QUESTA NON è CONOSICUTA?
Urlai sopra la musica, cercando di ricordarmi un po’ come l’aveva ballata Jong Up nel Weekly Idol.
Cambiarono subito canzone senza farmi finire.
Deep In Love.
Mi girai verso di loro e urlai
-VI PREGO! IMPEGNATEVI!
La rossa sbuffò infastidita.
Dale.
Ok … poteva andare abbastanza bene …
No … Quando sentii che era tutta tunz tunz mi misi le mani nei capelli disperato.
-EHY! NON MI OFFENDERE!
Urlò la rossa cambiando nuovamente canzone.
-Ah … baby come back …
Cominciò la canzone.
-Ok. Questa va bene.
Bad Boy dei BIG BANG.

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Mi avevano messo un casino di canzoni …
Blue … Beautiful Night … Hurricane … Fantastic Baby … Still Alive …
E chi più ne ha più ne metta!
Ero a dir poco sfinito!
Le due scesero dagli spalti e mi diedero un asciugamano.
-Sei veramente bravo.
Mi disse Maya sorridendomi.
-Sai fare anche brak dance?
Chiese l’altra.
-E adirittura parkour!
Aggiunsi, avvicinandomi alla mia bottiglietta.
-Sei perfetto per questo posto … Sai, l’insegnante di prima era un buono a nulla e aveva solo che pompato i ragazzi, facendoli esibire con cose orribili e fin troppo semplici. Il problema è ch etutti questi ragazzini si credono dei divini del ballo. E invece non sanno fare quasi nulla.
Mi spiegò Jin.
-State tranquille. Cercherò di cambiarli … e di non ucciderli.
Loro risero.
-Non era una battuta.
Dissi serio.
Loro NON risero.
Senza poter aggiungere altro entrarono dalla porta dei ragazzini che avevano tutti sui dodici tredici anni.
Mi guardarono perplessi e schifati.
-E questo?
Chiese un’oca umanizzata.
Era una ragazzina dai capelli corti e neri. Una faccia da prendere a sberle assurda …
-Già … chi è?
Le fece eco un’altra, anch’essa con i capelli corti, ma mossi e castani.
-Ragazze, lui è il vostro nuovo insegnante di hip-hop. Malcol.
Detto questo, Maya e Jin Rah, se ne andarono salutandole.
Un attimo …
Erano tutte femmine …
TUTTE MOCCIOSE?
Ok …
Sarei morto.
 
-Vuoi chiederci i nostri nomi o vuoi aspettare notte?!
Mi chiese nuovamente la tipetta da capelli neri e corti.
-Forza. Come vi chiamate.
Chiesi scazzato.
-Io sono Mi Han.
-Io Kitty.
Disse quella con i capelli corti e mossi.
-Minci.
Aveva i capelli lunghi e mossi raccolti in una coda. Quei capelli dovevano essere per forza tinti. Quel rosso era innaturale!
-Sandara, ma chiamami Sandy.
Capelli biondi scuro e alla fine arricciati.
Tintaaaaaa!
-Nidia.
Castani, mossi.
Naturaleeeeee!
-Carly.
Biondi ossigenati, corti.
Stra tintaaaaa!
Orrore!
-Bene – dissi – Finite le presentazioni?
-No, manca ancora Cameron …
Disse … hem … come si chiamava?!
Ah, si! Minci!
Avrei faticato a ricordarmi tutti quei nomi …
-E per caso sapete quando arriva?
-No – rispose Mi Han – Non avverte mai. È sempre così approssimativa …
Spiegò sbuffando.
Improvvisamente la porta si spalancò e vi entrò una ragazzina dai lunghi capelli castani ramati e l’unica ad averli dritti come fusi.
Ultra naturali!
Aveva una grande felpona col cappuccio e un cappello rap.
-Oh … cavolo … che … corsa …
Disse, prendendo fiato ad ogno parola.
Si avvicinò alle altre ragazze e mi guardò sorridente.
-Sono il nuovo insegnante.
Le dissi facendo un sorrisino sghembo.
-Lo so! Me l’avevano già detto!
Disse entusiasta, saltellando.
Ok …
-Pensa che questa matta è la nostra Unnie …
Mi disse … Sandy mettendosi a ridacchiare.
-Quanti anni hai?
Le chiesi.
-13! E mi chiamo Cameron.
Mi rispose, inchinandosi.
-Ok. Ora ci siamo conosciuti. Per chi non si ricordasse il mio nome è Malcol. Ora cominciamo facendo un po’ di riscaldamento e poi mi farete vedere che sapete fare. Forza!
Spiegai, mettendomi allo specchio e facendo partire lo stereo.
Uffa! Mi avevano affibbiato una mandria di mocciose indemoniate e oche!
Mi Han era una stronza e Kitty le faceva compagnia.
Minci stava in un mondo tutto suo e quando la interrompevi potevi magiarti.
Sandy era anche abbastanza normale … apparte i capelli.
Nidia era una menefreghista acuta che non aveva la minima espressione facciale.
Carly aveva uno sguardo killer … e si truccava parecchio per la sua età.
Cameron …
Mi soffermai un attimo ad osservarla dallo specchio, intanto che stavo facendo stirare le gambe.
Era una ragazzina buffa … diversa dalle altre … e sembrava l’unica felice di aver cambiato insegnante.
Non me ne resi neppure conto che aveva alzato lo sguardo e adesso mi stava sorridendo.
Io lo distolsi subito e passai ad un altro esercizio.
Dopo una buona decina di minuti feci finire il riscaldamento. Mi girai verso di loro e le trovai distrutte.
-Per così poco avete il fiatone?
Chiesi alzando il sopracciglio.
-TI PARE POCO 10 MINUTI?
Sbraitò Kitty.
-GIà! CHE CAVOLO AVEVI INTENZIONE DI FARE? AMMAZZARCI PER CASO?
La seguì Carly.
Tutte le altre mi stavano fissando con uno sguardo assassino. L’unica che stava ridendo sotto i baffi era Cameron. Io la guardaie scossi la testa.
-Ok – dissi – Ora calmatevi e bevete poco.
-POCO?
Gridò Minci.
-Se dopo non vuoi andare a casa vomitando come un maiale, si!
Risposi facendo un sorrisino isterico.
Questa fece una faccia strana, per poi bere un po’.
 
-Bene. Ora che avete riposato un po’ potete farmi vedere che sapete fare con un po’ di freestyle.
Loro si scmbiarono delle occhiate preoccupate.
Le feci sedere tutte vicino allo stereo.
-Chi vuole cominciare?
Chiesi.
Mi Han si alzò e andò davanti allo specchio.
-Bene bene …
Feci partire subito Don’t stop the music delle 2NE1.
All’inizio stette un po’ ferma, ma poi cominciò a muoversi bene, facendo dei passi di popping.
Neanche un minuto di canzone e la bloccai.
Lei mi guardò male.
-Bene. Puoi sederti. Un’altra.
Subito Minci si fiondò davanti lo specchio.
Dopo di lei fu il turno di Kitty.
Sandy, Carly, Nidia ed infine Cameron.
Mi Han non era male … ma lavorava praticamente solo di braccia.
Minci invece era solo gambe.
Kitty era un disastro totale.
Sandy se la cavava col reaggeton.
Carly era una bomba tra ginnastica artistica e breakdance, ma solo quello.
Nidia, invece, solo ginnastica artistica e moderno.
Cameron mi aveva stupito parecchio … era veramente brava con l’hip-hop e col popping, ma se la cavava anche col Locking.
Dopo averle fatte ballare tutte e averle fatte ririposare era ormai passata un’ora e dovevano andare via.
-Bene ragazze, prima di andare dovreid irvi un paio di cose … Cameron, ti consiglio di non metterti più felpone del genere se non vuoi morire dal caldo o mettile per uscire dopo lezione. A tutte quelle con i capelli lunghi, andreste meglio con un chignon invece che con la coda. Se volete portatevi un asciugamano per il sudore e un cambio completo, sempre. ok … credo possa bastare … Ci vediamo e buon fine settimana.
Finii di dire sorridendo.
Le uniche che ricambiarono il sorriso furono Sandy e Cameron, mentre le altre andarono via lamentandosi.
Andai eni cmaerini machili. Mi lavai e poi mi rimisi i miei vestiti.
Non ci avevo messo molto, ma le altre ragazzine se ne erano già andate, visto che non le sentivo più urlare.
Aprii la tenda dei camerini e mi ritrovai davanti Cameron tutta sorridente.
-Ti dispiacerebbe accompagnarmi a casa?
Io alzai un sopracciglio.
-Perché’
-Be … ecco … - disse abbassando lo sguardo e grattandosi la testa – Di solito mi veniva a prendere mio padre … ma oggi non riesce a venire … e devo fare un pezzo a piedi di cui non mi fido molto … e  …
Io la interruppi
-E all’andata come hai fatto?
-Mi ha accompagnata Hanade.
-Ah … ok.
Risposi scendendo le scale, seguito a dala ragazzina.
Uscimmo salutando la signora e ci incamminammo verso destra.
-Dimmi un po’ Cameron – dissi ad un tratto – Non sei figlia unica, vero?!
-Esatto. O due fratellini di 6 e 8 anni e un fratello maggiore di 20, che ora si trova in Cina. Sono circondata da uomini contando anche mio padre.
-E tua madre?
Chiesi.
-è morta due anni fa per una malattia.
Rispose, non togliendo mai quel sorriso che le solcava sempre il volto.
Stavamo ormai camminando da un po’ …
-Mi dispiace per te.
-Ah, fa niente.
Dopo pochi chilometri si fermò e mi guardò.
-La in fondo c’è la casa di mia nonna, nella quale devo andare.
Disse indicando col dito una casa a fine via.
Erano tutte case vecchie ma tenute bene.
-Grazie ancora.
E cominciò a correre verso la casa.
-Di niente … Ma la zona poco affidabile?
Chiesi urlando per farmi sentire.
-Già passata da un bel po’!
Mi rispose facendomi la linguaccia mettendosi a ridere, per poi ricominciare a correre
Che tipetta!

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HELLO PIPPOL! COME VA?
AVETE VISTO QUANTI COLPI DI SCENA?
VOGLIO ASSOLUTAMENTE SAPERE CHE NE PENSATE!
LE DOMANDE SONO LE SOLITE:
PARTI PIù DIVERTENTI?
PERSONAGGI/O PREFERITI/O?
IN PIù:
CHE NE PENSATE DEL POV DI EVA?
E QUELLO DI KIKWANG?
CHE NE DITE DI HAIR?
E DELLE RAGAZZE DELLA SCUOLA DI DANZA IN CUI LAVORA MALCOL?
LA PARTE PIù TRISTE?
CHE NE PENSATE DELLA TRISTE STORIA DI MALCOL E PENELOPE?
CHE REAZIONE AVETE AVUTO NEL LEGGERLA?
MI PIACEREBBE VERAMENTE SAPERE CHE NE PENSATE!
SPERO RISPONDIATE ALMENO ALLE PRIME DUE DOMANDE...
VI SALUUUUUTO!
Kiss Kiss
il panda della felicità
Aris*Chan


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