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Autore: Maharet    04/09/2013    2 recensioni
La scomparsa di una persona cara é sempre un duro colpo, soprattutto se l'incertezza sul suo destino impedisce di guardare avanti. Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Alec, e ormai solo le due persone a lui più vicine non si rassegnano a crederlo morto. Ma a volte nemmeno la morte riesce a recidere legami così forti, e forse la speranza di Magnus e Jace non é del tutto vana...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Al mio Magnus. Perché so che in un modo o nell'altro non ci perderemo mai.


Magnus si immobilizzò, fissandolo con sguardo incredulo, come se si aspettasse da un momento all’altro una smentita. Ma le labbra di Alec rimasero serrate. Il senso di colpa si fece strada lentamente dentro di lui. Maureen aveva ragione, e l’aveva avuta anche lui stesso nel pensare che, restando al suo fianco, avrebbe forse potuto salvarlo. Ma la motivazione era persino più dura da accettare di quanto avrebbe mai pensato.

Perché era ovvio che l’unica cosa che avrebbe potuto spingere il giovane Shadowhunter ad un gesto simile era il suo abbandono. Quando Jace era andato da lui, implorandolo di tornare sui suoi passi e descrivendogli la depressione che aveva colto il suo parabatai, aveva scelto deliberatamente di ignorarlo. Il suo maledetto orgoglio, che era riuscito a tenere a bada così a lungo nel rapporto con il ragazzo, aveva infine avuto la meglio. Il desiderio di punire Alec per il dolore che gli aveva procurato era stato per un istante più forte del suo amore per lui.

In cuor suo era realmente convinto che gli sarebbe passata, col tempo, e che se la sarebbe tutto sommato cavata molto meglio senza di lui. Mai, neppure per un istante, l’aveva sfiorato l’idea che Alec, il suo Alec, così forte ed insieme così fragile, lo amasse a tal punto da preferire la morte ad una vita lontana da lui. Arretrò quasi inconsciamente di un passo, sotto lo sguardo ferito del vampiro.
  • E’ colpa mia… ho passato gli ultimi anni a sentirmi in diritto di soffrire per la tua scomparsa, e non avevo idea di esserne io l’unica causa. Se lei non ti avesse trovato, quella sera… Come puoi ancora guardarmi negli occhi, Alexander? Come??
Il vampiro coprì in un battito di ciglia la distanza che lo stregone aveva posto tra loro, fermandosi a pochi centimetri dal suo corpo, gli occhi fissi in quelli di lui.
  • Non so neppure io come possa aver concepito una simile opzione, Magnus. Dico davvero. Ero stanco, terribilmente stanco. Tutti mi compativano, ed incolpavano te delle mie condizioni. Ma io sapevo come stavano realmente le cose. E non riuscivo a sopportare il peso di quella consapevolezza.
Lo stregone scosse la testa, arretrando ancora.
  • Non potrai mai superare questa cosa, Alexander. Io ti ho portato via tutto. La tua famiglia, i tuoi amici… tutta la tua vita. Non saresti dovuto tornare… Ora è meglio che vada!
Non fece in tempo a muovere un solo passo. Aveva dimenticato, per un istante, la nuova natura del suo ex fidanzato. Si ritrovò immobilizzato contro una quercia nodosa, i polsi imprigionati in una presa ferrea ed il corpo del vampiro premuto sul suo. I suoi occhi lampeggiavano di una feroce determinazione, che gli risultava difficile associare al ragazzo che aveva conosciuto.
  • Stavolta non ti lascerò andare via così facilmente, Magnus…
Il sibilo vicino al suo orecchio lo fece rabbrividire, la paura mista ad altre sensazioni, decisamente meno spiacevoli.
  • Vuoi uccidermi?
Il vampiro rise senza allegria, avvicinandosi fino ad appoggiare la fronte sulla sua, ad occhi chiusi.
  • Non voglio farti del male, Magnus. Ma ci sei solo tu, per me. Ci sei sempre stato solo tu. Se per te le cose sono cambiate ti lascerò andare, e non mi rivedrai mai più. Ma se ancora mi ami, come mi hai detto quel giorno, ti giuro che stavolta farò in modo che sia abbastanza.
Lo stregone spalancò gli occhi a quelle parole inaspettate, incapace di credere che ancora, dopo tutto ciò che era successo tra loro, Alec lo rivolesse con sé. Appoggiò la guancia a quella fredda di lui, socchiudendo gli occhi.
  • Aku cinta kamu, amore mio. Non ho mai smesso di amarti, e non credo che ci riuscirò mai… come ho detto a Camille una volta, tu sei il mio futuro. Questo non è cambiato.
Il volto di Alec si illuminò mentre annullava lo spazio tra le loro labbra, catturando quelle dello stregone in un bacio che cancellò completamente qualsiasi residua remora. Magnus sfilò i polsi da quella che ormai era più una carezza che una presa e lo strinse tra le braccia, avvertendo appena la temperatura più fredda del suo corpo e l’assenza di battito all’interno della gabbia toracica. Era il suo Alec, e tanto bastava.
   
 
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