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Autore: tina369    04/09/2013    1 recensioni
Dalla storia:
Le sue mani smisero di accarezzarmi e mi fissò con occhi pieni di trepidazione e desiderio.
Di sicuro avevo il suo stesso sguardo.
Lontani pochi centimetri, i respiri affannosi che si mescolavano, gli occhi gli uni negli altri.
"Dio Ally... ti amo"
Il cuore sussultò di gioia e sperai di congelare quel momento per sempre.
Non sapendo cosa rispondere lo attirai a me.
Il nostro desiderio era palpabile.
Volevo chiamarlo ma quello che mi uscii fu solo un gemito di piacere.
"Ally..." mi chiamò, ma suonava più come un avvertimento.
Strinse la presa sul mio corpo e subito arrivò il dolore.
Era imprevedibile, eppure è successo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo sei
Ally’s pov
Quel venerdì sera, alle undici e mezza precisamente, mi trovavo nella macchina di Chad, stretta nel mio vestitino rosso e con i piedi pulsanti dentro un paio di tacchi alti neri. Non ero una che amava molto le feste, insomma alcol, fumo e sudore non erano proprio una bella combinazione. Eppure Chad aveva insistito così tanto nel volermi portare e Julie non la finiva di ripetermi che era la mia occasione per mostrare a tutti che fossi io la ragazza attuale del capitano della squadra di basket.
Quando, prima di uscire, mi ero data uno sguardo allo specchio avevo faticato a riconoscere l’immagine riflessa,perché quella di certo non ero io. Julie mi aveva arricciato i capelli che ora ricadevano ondulati sulla schiena, mostrando le diverse sfumature di rame che li dominavano, mi aveva steso sulla palpebra una linea sottile di eyeliner nero,riempito le ciglia di mascara,coloratomi le guance color pesca e riempitomi le labbra con un rossetto della stessa tonalità del vestito. ‘Trucco semplice ma di effetto’, aveva detto lei. E guardandomi non potevo fare altro che pensare di avvicinarmi molto all’aspetto di una bambola di porcellana, con la pelle chiara ricoperta leggermente di lentiggini e le labbra rosse come il fuoco che risaltavano parecchio.
Chad parcheggiò la macchina vicino alla casa e io sentii la musica arrivarmi attutita alle orecchie, nonostante non avessi ancora aperto lo sportello.
Prima di scendere sentii Chad trattenermi per un polso e quando mi voltai mi sorprese, stampandomi un bacio improvviso sulle labbra, per poi sorridermi. Ricambiai il suo sorriso e mi affrettai ad avviarmi alla porta, pronta per addentrarmi ‘’nell’ Inferno’’.
Come avevo temuto, la stanza in cui mi trovavo brulicava di corpi ballanti, di gente ubriaca che con i drink in mano si dimenava sporcando chi gli era vicino e di coppiette che assatanate pomiciavano sui divanetti posti agli angoli della stanza. Mi diressi in bagno lasciando Chad al tavolo delle bevande, visto che stavo morendo di caldo e avevo bisogno di rinfrescarmi. Passai l’acqua gelata sui polsi e sospirai,sentendomi già meglio. Mi dieci una controllata allo specchio, trovando il trucco ancora perfetto e un leggero strato di sudore ad imperlarmi la fronte.
Per buona parte della serata avevo cercato il volto della mia amica tra la folla, ma invano. Avevo ballato un po’ con il mio cavaliere e avevo scorto di sfuggita Adam con Melissa. Sì, me ne aveva parlato qualche giorno prima, affermando di trovarsi bene con lei.
Mi diressi nuovamente nel punto in cui avevo lasciato Chad, facendomi spazio a suon di gomitate, ma quando arrivai non c’era nessuna traccia del castano. Mi guardai intorno, scrutando attentamente tra la folla, ma non lo scorsi. Sentii improvvisamente la gola secca e quando mi girai alla ricerca di acqua, mi sentii parecchio inesperta. Sul tavolo vi erano diversi contenitori con dei liquidi dal colore indefinito, che avevano tutta l’aria di essere alcolici. Afferrai un bicchiere e presi una caraffa con il fluido trasparente, che mi sembrava quello meno forte. Bevvi tutto d’un fiato la bevanda e la sentii attraversarmi la gola bruciando. Tossii convulsamente, portandomi le mani al collo, che andava in fiamme. Sentii dopo pochi istanti la testa girare forte, faticavo persino a restare in piedi; feci un passo in avanti barcollando, persi l’equilibrio, ma proprio quando stavo crollando a terra, avvertii due forti braccia sollevarmi di peso e qualcuno gridare qualcosa che non riuscii a definire al mio orecchio. Mi sentii trascinare dall’altra parte della stanza e solo allora, con non poca fatica, vidi che si trattava di Adam.
Oh, il mio Adam, che mi salvava da qualsiasi situazione. Il mio eroe.
Mi chiese se stessi bene e io scossi la testa molto lentamente, dicendogli che mi facevano male i piedi. Mi prese in braccio, guidandomi lungo il corridoio, e io mi accoccolai al suo petto, contando i battiti del suo cuore.
Entrammo in una stanza piuttosto grande e mi sentii poggiare su qualcosa di morbido e grande. Un letto matrimoniale. Poggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, sentendo formicolio ai piedi e la testa vorticare in maniera assurda. Adam mi tolse le scarpe e il cardigan, poi si adagiò accanto a me. Aprii gli occhi, trovandomelo vicino e sorrisi.
-93- dissi e ricevetti come risposta una strana occhiata.
Risi, senza un vero motivo.
-I battiti del tuo cuore- affermai poi, con voce biascicante.
Adam rise, per poi ritornare stranamente serio.
D’un tratto sentii un dolore lancinante alla testa, come se un trapano mi stesse conficcando un chiodo proprio al centro,e da quel momento in poi, non capii più niente.
 
 
Adam’s pov
Venerdì sera.
Ma non era solo un venerdì sera, era IL venerdì sera. L’evento che porterà praticamente tutta la nostra scuola e altra gente a me sconosciuta a fare casino tutta la notte: la festa da Marco. Ogni anno questo figlio di papà organizza come minimo una festa nella sua lussuosa villa (quando i suoi non ci sono ovviamente) e spera così di far parte della cerchia dei fighi della nostra scuola.
Qualcuno dovrebbe spiegarglielo che se non c’è riuscito fino ad adesso, e sono passati cinque anni di liceo, non ci riuscirà mai più. Eppure lui continua con questa sua fissa e fino a quando ci permette di divertirci io non gli dirò sicuramente nulla. La festa era dopo circa quarantacinque minuti e io dovevo sbrigarmi considerando che dovevo passare a prendere anche Mel. Non riuscivo ancora a definirla e non riuscivo a categorizzare il nostro rapporto ma ero sicuro che fosse più di un’amicizia. Uscito dalla doccia e, con solo l’asciugamano in vita, presi ad asciugarmi i capelli. Ci misi più di quanto pensassi e appena finii mi fiondai in camera e mi piazzai davanti l’armadio. Era una semplice festa e considerando che non mi è mai interessato il giudizio degli altri optai per dei semplici jeans, una maglietta e una felpa. Scarpe da ginnastica e giubbotto pesante.
Ero pronto.
Uscii dalla mia stanza e fuggii fuori di casa.
Mia madre era una persona che pretendeva di sapere sempre troppo e questo mi faceva incazzare da morire considerando che ero un maschio e avevo diciotto anni. Mi diressi di corsa verso la mia auto e appena entrai mesi in moto e accesi il riscaldamento.
Cazzo che freddo.
Presi il cellulare e controllai l’ora: venti minuti. Potevo farcela, per questo partii senza fretta. Casa di Mel non era particolarmente vicina, ma visto che avevo abbastanza tempo me la presi con comodo ed evitai di morire prima di partecipare a questa strepitosa festa che mi aspettava.
Accesi la radio e misi la musica a tutto volume e senza accorgermene arrivai davanti casa di Mel. La trovai davanti il piccolo cancello e appena riconobbe la mia macchina mi presentò uno dei suoi sorrisi sinceri. Continuò a sorridere mentre si avvicinava alla macchina, entrava e richiudeva la portiera.
-Ciao- mi disse e si avvicinò senza timore a posarmi un leggero e timido bacio sulla guancia. Tornò a sorridere a rivolgere lo sguardo davanti a sé, imbarazzata.
-Ciao a te- E sorrisi anche io perché mi veniva del tutto naturale con lei.
Mentre ripartivo senza farmi vedere cercai di capire come fosse vestita, ma l’unica che notai fu che aveva le gambe coperte da delle calze scure e dei tacchi belli alti. Il resto era nascosto da un cappotto lungo e pesante. Poco trucco ma che la rendeva davvero carina.
Ma che cavolo di pensieri mi mettevo a fare adesso?
Che coglione che ero diventato. Proprio un coglione senza speranza.
Il viaggio era stato un po’ lungo visto che Marco aveva una mega villa dispersa tra i boschi, eppure non era stato un peso. In fondo Mel non era una così cattiva compagnia. Dopo aver parcheggiato ci dirigemmo alla festa. Aiutai Mel a non inciampare a causa dei tacchi e con lei che mi stringeva il braccio varcai la soglia: come avevo immaginato la musica era assordante e c’era un casino pazzesco. La cosa che mi colpì più di tutte fu che già c’era gente ubriaca con la festa che era iniziata da massimo trenta minuti.
-Andiamo?- Mel mi aveva parlato all’orecchio consapevole del fatto che non avrei sentito niente.
Mi sorrise.
-Andiamo-
 
Non avrei mai immaginato che quello sfigato conoscesse così tanta gente. In tempo record erano arrivate tantissime persone e avevo ringraziato il figlio di papà di avere una casa così grande. E più mi guardavo intorno, più incontravo persone che ancora in quasi tre ore di festa non avevo visto. Bevvi un altro sorso della mia bevanda continuando a guardarmi intorno dalla mia comoda posizione.
-Ahia che male-
Mi voltai alla mia destra e trovai Mel che, seduta accanto a me, era occupata a far passare il mal di piedi che le era venuto a causa delle scarpe.
Sorrisi involontariamente e tornai a fissare il casino di gente che passava e ballava poco stabile a causa del bere o delle scarpe con tacco altissimo. Stavo per guardare altrove quando vidi una figura che mi sembrava di conoscere ma allo stesso tempo mi appariva sconosciuta.
Era una ragazza di profilo con uno stretto vestitino rosso che le metteva ancora più in risalto le curve esaltando quello che era il suo splendido sedere. I capelli rossi erano acconciati in modo molto carino e richiamavano perfettamente il colore acceso del vestito e a completare l’opera c’erano dei tacchi, anche questi particolarmente alti, che la slanciavano in modo perfetto. Il mio sguardo non riusciva a staccarsi dalla figura che pian piano mi mostrò sempre di più il suo viso… Ally?
Era proprio la mia migliore amica quella bellissima ragazza che in quel momento si stava guardando intorno in modo confuso e con uno sguardo non del tutto vigile.
I miei nervi si tesero.
Dov’era quel coglione di Chad?
Perché l’aveva lasciata da sola in un posto come quello, bella com’era?
 Senza pensarci due volte mi alzai dal mio posto e facendomi spazio tra la massa di corpi che avevo di fronte cercai di raggiungere il posto in cui si trovava. Mentre attraversavo l’ultima coppia un coglione mi diede un colpo e fui portato lontano dalla mandria ma anche dalla mia traiettoria.
-Cazzo-
Stavo per andare a strozzarlo quando ciò che vidi mi fermò sul posto.
Vicino alle scale che sicuramente portavano ai piani superiori una ragazza e un ragazzo si stavano baciando e quel ragazzo era proprio Chad.
Appoggiato con la schiena alla parete palpava in maniera schifosa la moretta praticamente più svestita che vestita mentre si baciavano con violenza e desiderio. Da come la ragazza si avvinghiava a lui a tempo record sarebbero finiti a letto: che schifo e che stronzo. Prima o poi gliel’avrei fatta pagare a quel grandissimo coglione, ma per adesso non avrei fatto niente avendo promesso ad Ally di starne fuori.
Mi faceva male l’idea che lei potesse soffrire ma era stata lei a prendere quella decisione e a lei sarebbero toccate le conseguenze.
Ally, giusto!
Rivolsi lo sguardo al punto in cui si trovava poco prima e per fortuna era ancora lì. La raggiunsi con pochi passi e la presi per la vita.
-Ally che ci fai qui?- La mia Bambi mi rivolse uno sguardo vacuo e mi sorrise in modo poco normale.
-Adam ciao!- Non ricordavo che avesse questa voce stridula.
-Ally sei ubriaca?-
-No! Sto benissimo! Però avevo sete mentre cercavo Chad e ho bevuto un bicchierino- Mi fece un segno con le dite per indicarmi che il bicchiere era davvero piccolo. Avrei dovuto crederle?
-Solo un bicchiere?- Mi sorrise e io riflettei. Un bicchiere non riduce in quelle condizioni.
-Ally avevi mangiato?- Lei si imbronciò e poi fece segno di no con la testa.
Sbuffai in preda alla rabbia e decisi che era il momento di fare qualcosa. Spinsi Ally con poca grazia attraverso quella folla.
-Forza ti porto dove potrai riprenderti un po’-
Ally fece per seguirmi senza obiettare ma dopo alcuni passi quasi inciampò.
Si fermò di botto con tutto il suo peso e con gli occhi già lucidi mi guardò come se potesse mettersi a piangere da un momento all’altro.
-Mi fanno male i piedi con queste scarpe- piagnucolò.
Io la guardai quasi senza parole e poi seguendo l’amicizia che ci legava da diversi anni decisi di prenderla in braccio. Ally si accucciò subito sul mio petto e chiuse gli occhi tranquilla mentre io salivo le scale e mi rendevo conto che Chad era sparito.
Arrivai al primo piano ed entrai nella prima stanza che trovai. Era una camera da letto con bagno in stanza: era perfetta.
Senza perdere tempo appoggiai Ally sul letto che sprofondò un po’ sotto il peso della ragazza. Lei si lamentò del cambiamento e sembrò non esserne per niente felice.
-Sento caldo- disse e assomigliava tanto ad una bambina capricciosa.
 Salii sul letto anche io e facendomi aiutare, più o meno, da lei le tolsi la giacchetta che portava e la posai su una sedia che si trovava là vicino.
Considerando che aveva male ai piedi decisi di toglierle pure le scarpe e come se fossi stato attirato da una calamita mi ritrovai sdraiato accanto a lei a sorridere come un idiota per il suo viso.
Aveva gli occhi leggermente chiusi e lucidi, segno che non era nelle sue piene facoltà mentali, e le guance arrossate. Il rossetto rosso che tingeva le sue labbra spiccava in modo esagerato sulla sua pelle di porcellana, andandosi a mischiare con quello dei suoi capelli e contrastando con le piccole lentiggini che dominavano i suoi zigomi, donandole un’aria innocente.
-93- disse.
La guardai chiedendomi che cosa volesse significare ma senza aspettarmi nulla di particolare da un’ubriaca.
Lei rise.
-Sono i battiti del tuo cuore- affermò con voce biascicante e tornò a fissarmi e per la prima volta da quando l’avevo portata in quella stanza mi sembrò poco più lucida. Non lasciò neanche un momento i miei occhi mentre alzava la mano destra e la posava delicatamente sul mio viso facendo in modo che il suo pollice arrivasse al mio labbra inferiore.
-Sei così bello- sussurrò e io cominciai in quel momento a notare che ci fosse particolarmente caldo in quella stanza.
Insomma anche io avevo bevuto e di certo non al massimo.
Ally continuò a tracciare il profilo delle mie labbra mentre io mi rendevo conto che era meglio se la fermavo. Era passata al mio viso quando dolcemente gli presi la mano e l’allontanai da me.
-Ally, basta, sei ubriaca e anche io non sono messo bene- Lei non accettò bene queste parole e con rabbia si alzò e allontanò la sua mano dalla mia stretta. Si girò in modo da darmi le spalle. Quella ragazza mi avrebbe fatto andare al manicomio primo o poi.
-Ally, per favore- Le presi le spalle in modo da farla girare e tutto mi sarei aspettato tranne che mi inchiodasse con lo sguardo e lentamente si avvicinasse in maniera pericolosa.
-Sei davvero bellissimo, Adam- Fu quando disse il mio nome che tornai in me.
Esatto, era Adam il suo migliore amico e stando così non la stavo aiutando per niente.
Poggiai le mani sulle sue spalle e la trattenni in modo che non potesse avvicinarsi più.
-Adesso basta, la situazione è più grave di quanto pensassi quindi è il momento che ti riporti a casa-
So che stava per ribattere ma io non lo avrei permesso così, dopo aver recuperato la giacchetta e le scarpe, la presi di peso anche se cercò di ribellarsi e scesi al piano di sotto.
 
Arrivati a casa di Ally lei stava dormendo in macchina e ne approfittai per prendere il cellulare. Uscendo da casa di Marco non avevo visto Mel ma le avrei mandato un messaggio comunque per avvertirla che non sapevo se avrei potuto riaccompagnarla a casa. La schermata mi mostrò che avevo un messaggio e che era proprio di Mel. Grazie al cielo non era alla festa ed era tornata a casa perché proprio non riusciva a resistere per il dolore ai piedi e che me lo aveva detto via messaggio perché non era riuscita più a trovarmi. Rimisi il cellulare nella tasca del giubbotto, presi le scarpe di Ally e poi tornai a prenderla in braccio. Si accucciò di nuovo contro il mio petto e tremò appena per la differenza di temperatura.
Con lei in braccio presi la chiave ed entrai in casa.
tutto buio ma per fortuna conoscevo a memoria quella casa quindi silenziosamente riuscii a portarla in camera sua senza destare sospetti nei suoi genitori.
Chiusi lentamente la porta alle mie spalle e ripresi Ally che mi stava cadendo dalle braccia.
Con gli occhi abituati all’oscurità mi avvicinai al suo letto. Spostai le coperte e l’adagiai lentamente. Lei cambiò posizione mettendosi su di un fianco e io la coprii. La guardai un’ultima volta poi decisi che era meglio anche per me andare a dormire. Mi voltai per andarmene quando una manina si fermò sul mio polso e strinse abbastanza forte da fermarmi.
Mi voltai di scatto e trovai gli occhi piccoli per il sonno della mia Bambi che mi fissavano.
-Resta con me per favore- Il suo sguardo era una supplica, ma perché?
-Per favore- Ripeté in un sussurro.
Guardandola in quelle condizioni non riuscii a dirle di no così, con un piccolo sospiro, feci il giro del letto, mi tolsi le scarpe e mi misi a letto. Ally si voltò dal mio lato e si accucciò contro il mio petto.
Involontariamente l’abbracciai e fu così che ci addormentammo. 
 
 
Note delle autrici
Buonsalve, bella gente!
Inizio col dire che questo capitolo è stato praticamente un parto gemellare, perché io e la mia collega non ci riuscivamo a mettere d’accordo per i punti di vista, ma alla fine eccolo qui, bello –si spera- e pronto, solo per voi!
Bè, sono successe delle cose davvero interessanti in questo capitolo… Chissà cosa vorrà dire il comportamento di Ally… Si sarà comportata così per via dell’alcol? Oppure era solo una scusa per mandare un messaggio indiretto ad Adam?
Lo scoprirete solo vivendo… Anzi, leggendo lol
Ok, basta, la smetto di fare la scema e vi lascia, non prima di aver ringraziato di cuore tutti coloro che mi sefuono, chi recensisce regalandoci un sorriso e anche chi legge in silenzio (:
Ci si vede alla prossima, un bacio :*
  
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