04/09/2013
5 recensioniCapitolo
1
Ancora non ci potevo credere, ero emozionatissima, finalmente avrei realizzato il mio più grande sogno: sarei andata al concerto dei miei idoli.
Gia, gli One Direction.
Si perché dalla prima volta che li ho sentiti dire quella frase “Hi, we’re one direction” ho capito che l’amore non si prova necessariamente solo per un ragazzo quando ti innamori, ma la puoi provare anche innamorandoti di cinque voci che ti trapassano attraverso le cuffie.
Avevo lottato tanto per poter andare a quel concerto, era molto distante da me e il biglietto costava parecchio.
Ripensandoci potevo ancora sentire le voci dei miei e la mia in quella lunga e felice conversazione…
Era un freddo giorno di novembre, ero appena tornata da scuola e come tutti gli altri giorni mi accasciai sul letto stanca aspettando di mangiare.
Sapevo che quello era il giorno in cui erano venuti fuori i biglietti, quando ci pensai scoppiai in lacrime perché ero convinta che non me li avevano presi.
Controllai sul computer ma era gia sold out, in quel momento avrei voluto sotterrarmi.
Sarebbe stata la seconda volta che rimanevo a casa a piangere mentre loro si esibivano.
Ero immersa nei miei pensieri quando ad un certo punto sentii dei passi venire verso la mia camera, in fretta spensi il computer, mi asciugai le lacrime e mi distesi sul letto ad ascoltare little things, la mia canzone preferita.
Mia mamma entrò più seria che mai, ma io vedevo nei suoi occhi qualcosa che la rendeva felice e che lei stava cercando di nascondermi, detestavo quando faceva così perché non mi piaceva stare sulle spine.
Si sedette accanto a me sul letto e dolcemente mi tolse le cuffie dalle orecchie notando i miei occhi contornati di rosso per il pianto.
“Ciao tesoro” mi disse,
“Ciao” risposi forzando un sorriso,
“Com’è andata a scuola?” mi chiese con un largo e sincero sorriso,
“Devi dirmi qualcosa mamma?” le chiesi sarcastica,
“No, non credo” disse facendomi l’occhiolino
“Ok allora vorrei continuare a piangere con little things”
“No, non devi piangere”
“Mamma perché tieni le mani dietro la schiena?”
“Perché ho mal di schiena” disse lei cercando di mentire, ma non è capace a farmela
“Certo mamma, inventane una migliore”
“Sai che giorno è oggi?”
“Si ma per te è uno come un altro vero?”
“Guardami bene negli occhi e dammi le mani” disse lei con la voce tremante di gioia.
Mi prese le mani mentre io la fissavo nei suoi occhi così profondi e scuri, mi porse un pacchettino.
Abbassai lo sguardo cercando di capire cosa potesse essere, strappai la carta da regalo e trovai dei foglietti bianchi, li girai e trovai scritto: One Direction where we are tour, con il numero di fila e la data.
Non volevo crederci! I miei occhi si riempirono di lacrime, ma di gioia questa volta, cominciai a urlare urlare e urlare a più non posso, aprii la finestra e urlai, volevo che tutti potessero sentire la mia gioia.
Mi sentivo la ragazza più felice della terra, loro erano la mia ragione di vita, il mio sorriso e la mia ragione per dire:
“è un brutto momento? Abbi coraggio come Liam, affrontalo come Zayn, sorridigli come Louis, bloccalo come Harry e mandalo via come Niall.”
Mi sentii sollevata dai miei urli e tornati in me, abbracciai forte mia mamma e le diedi un bacione sulla guancia.
Era felice di vedermi felice, era contenta di essere riuscita a farmi dopo molto tempo sorridere sul serio, era felice di essere riuscita ad aiutarmi a realizzare il sogno che da sempre mi portavo nel cuore, il miglior sogno di sempre.
Dopo un po’ se ne andò e mi lasciò sola coi miei biglietti, io ancora incredula li tenevo stretti a me.
Li misi vicino ai miei poster e mi rimisi sul letto contenta.
Sentii la voce angelica di mia mamma chiamarmi.
“Shantal, scendi a mangiare.”
“Arrivoooo..”
Dopo mangiato chiamai la mia amica Giulia con la quale insieme a mia mamma saremmo andate al concerto
Ero contenta di sentirla, lei c’era sempre per me, potevo dirle di tutto e sapevo che lei mi ascoltava.
Eravamo agitatissime dato che il concerto si sarebbe tenuto a Milano tre mesi dopo, stavamo gia pensando come vestirci ed eravamo in crisi, così quel pomeriggio decidemmo di andare a fare shopping.
Tornammo a casa con le borse stracolme di vestiti.
Io mi ero comprata una graziosa salopette e da abbinare delle scarpe bianche con la suola alta e una borsa bianca.
Poi ci siamo prese, trucchi, smalti e un sacco di maglie e vestitini colorati.
Quella sera dormimmo assieme e chiacchierammo felici.
A scuola non facevo che parlare d’altro e i miei compagni si stufavano di sentirmi sempre parlare di quello ma poi ridevamo contenti delle mie stupidate.
Sono finalmente passati questi fatidici mesi ed è finalmente arrivato il giorno della nostra partenza.
Alle sette del mattino ci attendeva il treno alla stazione di Verona per Milano, io e Giulia eravamo agitate ed emozionate.
Dopo due ore di viaggio arrivammo a Milano.
Non l’avevo mai vista e l’avevo sempre desiderato, era una città stupenda, arrivammo in centro e davanti a noi si ergeva il maestoso e imponente Duomo.
Ci avviammo verso l’hotel e ci sistemammo nella stanza.
Quel giorno facemmo un giro per il centro e scattammo un sacco di foto, ci stavamo divertendo e il tempo ci è fuggito di mano erano già le undici di sera e dovevamo riposare perché l’indomani si sarebbe tenuto il concerto.
Andammo a dormire esauste ma contente.
La mattina ci alzammo contente e riposate, ci preparammo e uscimmo, alle 7 della mattina eravamo quasi di fronte allo stadio, mia mamma e la mia amica attraversarono e si appiccicarono all’entrata, io ero rimasta indietro e attraversai dopo di loro.
Stavo attraversando quando tutto ad un tratto…