Capitolo 11
Note: e dato che
l’11 è il mio numero
preferito, questo capitolo conterrà una bella sorpresa *W*
ahaha
***
Il braccio di
Naruto guarì, i giorni passarono, uno dopo
l’altro, tra missioni, in cui il biondo non si risparmiava,
proteggendo se
stesso e il suo compagno, ogni ferita veniva poi curata da Sakura, e
guardata
con tristezza da Sasuke, che di volta in volta diveniva sempre
più forte e
capace, pieno padrone delle sue abilità.
Dormivano
insieme, ma inspiegabilmente Naruto, ogni volta che
le braccia dell’Uchiha lo raggiungevano in cerca di conforto,
si retraeva, tra
le lenzuola, come una bestia offesa.
Durante il
giorno non parlavano mai di quel comportamento, si
limitavano a fare colazione assieme e ad allenarsi, a sfiorarsi
distrattamente
nelle pause, o stesi sull’erba verde dei boschi.
“Naruto...”
Esordì Sasuke un pomeriggio piovoso, steso sul
terreno di una radura di Konoha, il respiro corto per
l’allenamento, lo sguardo
nero rivolto alla figura del biondo intenta in una tecnica complessa.
“Naruto...”
Lo chiamò più forte, il ragazzo si
voltò,
lasciando che le copie che aveva precedentemente creato scomparissero
in una
nuvola di fumo.
“Sas’ke,
dimmi” Rispose chinandosi e guardando il viso del
compagno.
“Baciami”
E per la prima volta quella richiesta, anche se sussurrata,
sembrò un ordine, uno di quelli severi, che spesso uscivano
dalle belle labbra
sottili dell’Uchiha originale.
“No,
Sasuke...basta! A proposito di ciò, volevo
parlarti”
Rispose freddamente Naruto, ignorando la richiesta dell’altro
e sedendosi
vicino al suo corpo steso.
Tutt’intorno
solo i rumori della foresta, delle gocce di
pioggia sugli alberi, sulle foglie, sul terreno, sui tronchi solidi
dove da
bambini si divertivano a piantare kunai, cercando di centrare un
bersaglio
dipinto a mano.
“Io e
te non possiamo...continuare a...” Balbettò
cercando di
formulare un discorso che suonasse abbastanza logico.
Se non fosse
stato così triste avrebbe anche riso, era
inverosimile per lui rifiutare Sasuke, dopo tutto quello che aveva
sofferto per
riaverlo, dopo che lo stesso Uchiha si era praticamente dichiarato,
dopo i loro
baci, sognati segretamente per tanti anni, dopo tutto quello gli
sembravano
assurde quelle parole, eppure doverose, perché i futuri
Hokage non mentivano,
neanche a se stessi.
“Continuare
a...forse è meglio che tu chieda a Kakashi o a
Sakura di ospitarti...”
Sasuke chiuse
gli occhi e sospirò, non voleva andarsene da
quella piccola casa piena di calore, piena di luce, piena di Naruto.
“No...”
Mormorò.
“E’
per il tuo bene...noi due, non...”
“Voglio
stare con te” Sussurrò Sasuke interrompendo in
compagno.
Naruto si morse
il labbro inferiore, chiuse gli occhi e
lasciò che la pioggia lavasse via ogni espressione dal suo
viso.
“Non
possiamo stare insieme, Sasuke...” E cercò di
sorridere,
mentre mentiva.
“Noi
siamo due ragazzi” Continuò.
“Voglio
stare con te lo stesso”
“A
stare con me stai diventando cocciuto...” Cercò di
scherzare Naruto.
Ma Sasuke non
scherzava, approfittò dell’attimo di
distrazione del compagno per salirgli addosso atterrandolo.
“Tu!
Ti prendi cura di me, piangi di nascosto, mi accogli in
casa tua, mi baci senza darmi una spiegazione...rischi la vita per
me...dici di
amarmi...mi respingi, non mi racconti niente del mio passato...credi
che sia
stupido?” Urlava, piangeva, gli puntava contro un kunai,
Sasuke Uchiha sembrava
un ibrido tra il vecchio e aggressivo ninja d’un tempo e un
nuovo ragazzo
travolto dalle emozioni.
“Sas’ke,
sei pesante” Continuò a sdrammatizzare Naruto,
sentendo il corpo del compagno sopra il suo, una mano pallida puntargli
contro
il viso la lama di un kunai affilato.
“Smettila!
Dannazione!” Scoppiò il moro.
“Io ti
voglio, anche se siamo due ragazzi, io ti voglio,
voglio stare con te!” Sasuke gettò
l’arma lontano e si fiondò sulle labbra del
compagno, le baciò in un modo che a Naruto sembrò
goffo e impacciato eppure
incredibilmente carico di disperazione e di desiderio.
“Amami
come dici” Disse flebilmente ad un centimetro dal
volto sconvolto del compagno, che non riusciva ancora a credere che
tutto ciò
stesse realmente succedendo, che Sasuke fosse realmente lì,
che una parte di
lui avrebbe avuto voglia di rifiutarlo per rispettare l’odio
dell’originale
Uchiha.
Sentimenti ed
emozioni contrastanti gli esplosero nel petto,
facendo indugiare le sue dita su quel volto pallido, bagnato di pioggia
e di
lacrime.
Sasuke si
portò le mani ruvide di Naruto al viso, sulle
guance.
“Toccami
Naruto”
E gli
sembrò quasi una supplica.
“Quando
mi tocchi così non mi sento così
incompleto...è come
con il combattimento o le missioni, come se il mio corpo riconoscesse
il
tuo...” Gli spiegò, portandosi le dita al collo,
sul petto, chiudendo gli occhi
e sospirando ad ogni carezza.
Naruto
portò il viso di Sasuke contro il suo, gli baciò
la
fronte, la punta del naso, le guance, e Sasuke sorrise.
“Sì,
era questo che intendevo” Aggiunse, toccando a sua volta
i lineamenti del compagno, le spalle, il petto.
“Andiamo
a casa, Sasuke”
***
Avevano corso,
le mani strette, le dita intrecciate, salde
come le radici degli alberi di Konoha.
Naruto aveva
aperto la porta di casa facendo cadere le chiavi
un paio di volte, per poi guidare Sasuke sul letto, entrambi vestiti
ancora con
l’uniforme da ninja, gli abiti e i capelli completamente
zuppi di pioggia.
“Ancora”
Sussultò Sasuke, quando le labbra di Naruto si staccarono
dalle sue.
“Eccomi,
eccomi” Sorrise il biondo, gettando i vestiti a
terra e tornando alla bocca sottile del compagno, cercando la sua
lingua con
delicatezza, godendosi appieno quel contatto caldo e umido.
Sasuke,
nonostante le numerose e sottili cicatrici, per
Naruto, aveva la pelle più bella del mondo. Candida e
profumata di pioggia,
fresca, umida, bella da baciare, da toccare, da leccare, mentre con le
dita
intorpidite dall’emozione gli sfilava i vestiti.
L’Uchiha
lo guardava silenzioso, come se non sapesse bene
cosa fare, come se l’unico percorso da seguire,
l’unica guida provenisse dalle
mani o dalla bocca del compagno, dai movimenti di quel corpo che
desiderava.
Era strano per
Naruto trovarsi lì, in un letto bagnato di
pioggia, con il corpo nudo di Sasuke Uchiha sotto il proprio, le sue
labbra
sottili sul collo, le sue belle mani affusolate tra i capelli, mentre
si
lasciava toccare senza vergogna, senza ucciderlo, senza ferirlo.
Per un attimo si
sentì come se lo stesse in un certo modo
imbrogliando, violentando, come se stesse abusando del corpo di Sasuke
alle sue
spalle, mentre con le dita cercava il suo piacere o facendosi spazio
dentro di
lui a fatica, un poco per volta, cercando a tentoni i tasti giusti.
“Non...ti
faccio male, vero?” Gli mormorò
all’orecchio,
sapendo in cuor suo che l’altro Sasuke non gli avrebbe mai
permesso di toccarlo
così, di affondare con le dita nel suo corpo, o di baciarlo
ovunque.
Ma il nuovo
Sasuke gli rispose invece con un bacio, con il
fremito e il tremore di chi attende di essere preso, completato e amato.
Naruto chiuse
gli occhi, era strano, era tutto
incredibilmente strano, stargli sopra, guidare...lui, che nei sogni
più
disperati aveva sempre immaginato un Sasuke forte e abile, pronto a
toccarlo,
pronto a prenderlo, a dilaniarlo nell’intimo di un calore che
Naruto sarebbe
stato pronto a concedergli, sempre... Aveva immaginato un Sasuke forte,
quasi
sadico, che lo obbligava a inginocchiarsi tra le sue cosce pallide, a
succhiare
il suo piacere, e lui avrebbe eseguito, avrebbe venerato di quel
giovane uomo
ogni cellula, ogni molecola, si sarebbe fatto odiare amandolo.
Ma Naruto per
una volta ignorò il ricordo del vecchio Uchiha
e seguì i baci e le carezze del nuovo, il richiamo delle sue
gambe aperte che
andavano circondandogli la schiena, del suo corpo esile e pallido
eppure tanto
forte che accoglieva i suoi affondi inizialmente incerti, accompagnati
da
qualche sospiro trattenuto.
Bello, per una
volta vulnerabile, raggiungibile, afferrabile.
Naruto aveva
fatto l’amore solo una volta, prima di quella,
con una ragazza di un villaggio che aveva visitato assieme a Kakashi.
Era
riuscito a ubriacarsi in una taverna squallida, rigirandosi tra le dita
il
vecchio coprifronte di Sasuke, un Sasuke che per lui era sempre
presente, anche
se solo nei pensieri. Lei si era avvicinata, lo aveva fissato con un
sorriso
sghembo. Naruto ricordava le labbra pallide e sottili, come quelle di
lui, gli
occhi nerissimi, i capelli corvini, più lunghi di quelloi dell’Uchiha.
Ricordava che si era lasciato trascinare
nella sua stanza, che lei si era spogliata, che l’aveva
chiamato sul futon
aprendo le gambe in modo vergognoso. Naruto ricordava che per eccitarsi
aveva
dovuto pensare ai capelli di Sasuke, mentre toccava quelli di lei, alle
labbra
sottili di lui, mentre quelle della giovane ragazza percorrevano il suo
corpo,
aveva dovuto pensare a Sasuke per entrarle dentro con un colpo secco, e
riempire quel buco che tanti altri come lui poi avevano dovuto pagare
in
denaro, alla fine. Quando si era svegliato, il mattino dopo, le aveva
lasciato
i soldi su un piccolo tavolo della stanza, guardandola nella luce
crudele del
giorno e con gli occhi di un sobrio si era pentito, poco importava che
avesse
avuto la sua stessa pelle chiara, i capelli corvini e gli occhi
scurissimi, lei
non era Sasuke, non lo sarebbe mai stata.
Perciò
Naruto baciò quel ragazzo altre dieci, venti volte,
toccando con una mano l’erezione tra le gambe pallide,
spingendosi dentro di
lui ancora una volta, questa volta riuscendo a farsi spazio.
“N-non
ti faccio male?” Gli chiese muovendosi lentamente,
uscendo un poco da quell’antro bollente e rientrando ancora
con un po’ di
fatica.
Quel nuovo
Sasuke scosse la testa, i capelli bagnati di
sudore e di pioggia gli caddero sul viso accaldato con una carezza nera
e
morbida, coprendogli gli occhi scuri e le piccole lacrime di dolore.
“Farò
piano, te lo prometto, faccio piano...” Mormorò
Naruto,
poggiando le labbra sulla sua fronte, con un moto nel petto che lo
induceva a
piangere, ma non sapeva se di gioia, di dolore, di disperazione, di
desiderio...
C’erano
troppe emozioni, troppe, rischiava di esplodere su
quel corpo pallido, di piangere come un ragazzino che dopo anni ed anni
di
esilio e solitudine ritrova finalmente la strada di casa.
“N-Naruto”
Ansimò Sasuke, assecondando una spinta più
profonda, sentendosi riempire all’inverosimile, aprendo di
più le gambe per
gustarsi un calore piacevole e nuovo.
“Baciami,
adesso non mi fai male” Disse con quella voce
sottile, prendendo il viso del biondo tra le dita e portandolo contro
il suo,
cercando il suo respiro con la bocca.
Naruto non
pianse, ricacciò indietro quelle lacrime e lo
baciò con foga, ripeté il suo nome ad ogni spinta
più forte, finché Sasuke non
gli macchiò l’addome con il suo piacere caldo,
bagnato, mentre lui si faceva
strada verso la sua anima, mentre lo riempiva, lo marchiava con il suo
amore.
Sasuke si
addormentò su un fianco, con il bel viso disteso
rivolto verso di lui. I capelli corvini ormai asciutti gli ricadevano
in
ciocche ordinate e lisce sulla pelle chiara delle guance e della
fronte, che
Naruto baciò delicatamente, prima di guardarlo.
Cosa
c’era di sbagliato, in quel momento tanto perfetto, da
farlo stare così male?
“Mi
avresti picchiato fino ad uccidermi, prima di lasciarti
fare una cosa del genere da me...” Confessò
sottovoce, coprendo le spalle nude
del compagno con un lenzuolo di fortuna, uno di quelli con le spirali
blu su
sfondo arancione.
“Mi
avresti strappato la lingua, prima di lasciarti baciare
così” Sorrise tristemente, ascoltando la propria
voce invadere l’aria
silenziosa, coprire il respiro sommesso del ragazzo.
“Non
riusciresti a perdonare te stesso, se solo sapessi che
ti sei lasciato amare” Gli carezzò una guancia.
Sasuke
increspò le belle labbra sottili e aggrottò un
poco le
sopracciglia scure, come un bambino che fa un brutto sogno.
“Mi
avresti ucciso...ed io l’avrei preferito” Pianse
Naruto,
affogando la faccia nel cuscino, stringendo le lenzuola con foga,
affondando le
dita nella stoffa, le stesse dita che poche ore prima avevano esplorato
ogni
lembo di pelle di quel corpo che in realtà non gli
apparteneva.
“Uccidimi
ti prego, uccidimi” Pensò, mentre Sasuke lo
cercava
inconsciamente con i piedi, con le braccia, reclamando calore.
“Svegliati,
dannazione, apri quegli occhi rossi come il
fuoco, puniscimi per quello che ti ho fatto!” Urlava la voce
nella sua testa,
tanto forte che credeva di poter impazzire.
“Guardami
dall’alto in basso con quel ghigno superiore, con
quegli occhi maledetti, distruggimi...voglio che tu mi odi come allora,
anziché
avere questo te che di noi non ricorda niente...”
Si
addormentò con Sasuke tra le braccia, con il naso tra i
suoi capelli corvini, sognando quando da ragazzini litigavano per
qualsiasi
cosa finendo sempre per fare pace.
Note
dell’autore:
Allora....ehm...SONO
UN
PO’ IN RITARDO! Ahhaha questa fic è naturalmente
un Reverse! Il capitolo 11
doveva essere un regalino perché come avrete visto contiene
una scena “romantici
osa” un po’ NARUSASU! Mi sono fatta perdonare?
Almeno un pochino? Spero di
sì...il vero Sasukino si sarebbe incacchiato nero, avrebbe
urlato come un pazzo
nel sapere che Naruto...beh...insomma...il vero Sasukino TIFA per il
SASUNARU,
naturalmente...ahahah avrà occasione di riscattarsi...
Come
sempre chiedo
perdono, immenso... spero che questo capitolo vi sia piaciuto...spero
che i
sentimenti di Naruto siano comprensibili... si è lasciato
andare, si è preso
quel corpo che desiderava da sempre, ma avrebbe preferito essere ucciso
dal
vero Sas’ke anziché vivere accanto a qualcuno che
non ricorda il loro
burrascoso passato...
Com’è
complicato l’amore
ahaha
Spazio
a commenti,
pomodori, Itachi nudi, coperti solo da foglioline di fico, anche i
Kaka-sensei
vanno benissimo <3
Un
grazie a tutti
quelli che mi hanno seguito fino ad adesso con pazienza, e con pazienza
hanno
sempre lasciato una traccia del loro passaggio con impressioni,
commenti,
consigli...<3 vi adoro!
Per
chi mi avesse
perdonata per l’incredibile ritardo può trovare
nella mia pagina anche una
nuova oneshot pwp <3 sempre sui nostri due amici...
<3
Al prossimo
capitolo
Allyn
<3