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Autore: ChiiCat92    05/09/2013    2 recensioni
La battaglia contro il vampiro millenario Zachariah è finita, e ha lasciato cuori sanguinanti e promesse infrante.
E' sempre un po' più buio prima dell'alba, e quell'alba sta per sorgere.
Un bambino sta per nascere, una nuova minaccia si staglia all'orizzonte.
Tom e Bill dovranno capire come sopravvivere all'eternità...
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Ecco a voi il seguito di "Come And Wake Me From The Death"! Come al solito, è scritto a quattro mani, e ogni capitolo porta il titolo della persona che lo scrive.
Enjoy it
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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La fece distendere lungo il sottile futon, a terra nella sua stanza, dove ancora non aveva avuto l’onore di recarsi. Era molto più grande rispetto a tutte le altre, ma nonostante tutto molto semplice rispetto quello che si sarebbe aspettato. Simone era andata a prendere dell’acqua e una piccola asciugamano da mettere sulla fronte di Roxanne, che sembrava avere la febbre molto alta.

Bill le accarezzò la guancia, mentre la ragazza aveva gli occhi chiusi ma sapeva che non stava dormendo. Simone tornò subito dopo e vide Bill al capezzale di Roxanne, triste come aveva sperato di non vederlo mai. Sembrava che invece di andare per il meglio, ogni occasione fosse quella giusta per far rattristare quel ragazzo, già di suo molto sensibile, che sembrava non gliene andasse mai bene una. Per non parlare di Roxanne che sembrava vittima di un qualche incantesimo che ancora non avevano avuto il piacere di conoscerne l’entità.

Improvvisi sbalzi di umore, improvvisi svenimenti, convulsioni… non sembrava esserci una via di ripresa, anzi, ogni giorno le cose andavano peggiorando. Si fermò sulla soglia a guardarli, poi gli si avvicinò e si sedette a terra dal lato opposto del figlio.

-Sono tanto forte, e non riesco a capire cos’abbia?- iniziò Bill voltandosi verso la madre, senza ricevere risposta -Sono tanto forte da non servire a nulla per lei?-

Simone bagnò l’asciugamano nell’acqua fredda, la strizzò bene e le mise sulla fronte di Roxanne.

-Probabilmente, ancora è troppo presto…-

-Troppo presto?- rispose lui alzando di poco la voce per evitare di svegliare la vampira -Allora quando sarò capace di fare qualcosa?! Da quando siamo arrivati qui e già da prima a casa, lei ha iniziato a stare male così, per non parlare del viaggio… ti ricordi cos’è successo sull’aereo, vero?-

-Cos’è successo sull’aereo?-

Una vocina lo interruppe. Bill si girò verso la porta, dove si trovava la piccola Hiko, che sembrava aspettare che le dessero il permesso di entrare nella stanza.

Bill non disse nulla, continuava a fissarla con uno strano luccichio negli occhi, come se sperasse che la piccola avesse tutte le risposte.

-Hiko…-

-Come sta?-

-Sembra avere la febbre…- sussurrò Simone quasi senza voce, come se non avesse voglia neanche di parlare.

Hiko-chan si avvicinò a Roxanne e la guardò fissa, mentre respirava a fatica e aggrottava le sopracciglia come se stesse facendo un brutto sogno.

-Togli questa pezza.- la ragazzina prese l’asciugamano dalla sua fronte e la rimise nella bacinella piena d’acqua.- Non serve a niente.-

-Ma… perché? Che cos’ha? Perché io non posso fare niente? Perché non ci riesco?-

-Sei troppo coinvolto, ragazzo.-

-Cosa? A maggior ragione dovrei riuscirci, non credi?-

-Tu… hai Promesso.-

Bill si tolse la giacca che aveva tenuto addosso da quando aveva messo piede lì, per evitare che Megami, o chi che fosse, vedesse il sigillo.

Non importava più nulla. Forse nascondere quei tre anelli dorati che brillavano attorno al suo braccio, all’altezza del bicipite, non era stata una buona idea; forse nasconderlo voleva significare un’insicurezza, un pentimento per aver stipulato quella sorta di contratto che legava lui e Roxanne per tutta l’eternità. E forse era per quel motivo che stava male, come un effetto collaterale dipeso da una medicina sbagliata.

Sembrava essere tutto a posto. Hiko rivolse lo sguardo agli anelli che apparentemente erano “integri” e luccicanti come avrebbero dovuto.

-Sì, come vedi ho Promesso… di starle vicino in eterno. Di amarla in eterno e proteggerla. Lei e quella creaturina che porta in grembo. Forse avrei davvero dovuto gridarlo al mondo intero, senza nascondere una promessa così importante? Forse è per questo che sta così? Hiko, se sai qual è la causa, dimmelo. Te ne prego.-

-Non credo che per un braccio coperto, la tua ragazza entri in fibrillazione.-

-E allora cos’è? Voglio che stiano bene entrambi, e farò qualunque cosa, basta che mi dici cosa c’è.-

Hiko si morse il labbro inferiore come combattuta, se dover parlare o no… perlomeno non ancora, ma gli occhi di Bill parlavano soli. Era un ragazzo che per l’ennesima volta era stanco di sentirsi inutile. Cosciente e consapevole di avere un grande potere dentro di sé e non poterlo (o saperlo) sfruttare come avrebbe dovuto e voluto, consapevole anche di essersi ritrovato in un mondo totalmente diverso da quello che aveva conosciuto e in cui aveva vissuto per ventitré anni, ma che nonostante tutto aveva avuto il coraggio di affrontare, adattandosi a regole che ancora neanche conosceva, ad assumersi la responsabilità di essere il Capo di creature fantastiche, divoratrici di uomini, con capacità ultraterrene e immortali. Che prima ancora, aveva dedicato la sua vita ad un’altra creatura “non-morta”, considerata il male dell’umanità, il giusto opposto del ruolo che avrebbe avuto lui. Il sacro e il profano, il bene e il male, il giorno e la notte, la luce e il buio… anche i loro cuori avrebbero dovuto essere diversi, invece una parte coincideva e incastrava perfettamente con l’altra… quella era la perfezione.

Hiko si decise. Sul suo viso si aprì uno sguardo scettico, quasi provocatorio come se non credesse che lui davvero non avesse capito proprio nulla.

-Sei davvero sicuro di non aver capito nulla?-

Bill restò su di lei con espressione corrucciata.

-Dicendo così, mi fai capire che ho davvero ragione io e che la colpa di tutto questo è mia…-

Hiko lo interruppe quanto prima, per evitare di farlo scaldare più di quanto non lo fosse.

-No, amico. Ti sto dicendo che hai capito proprio il contrario.-

-Che vuoi dire?-

-Magari se mi facessi parlare, arriverei al punto prima che tu ti alteri.-

Bill non disse più nulla per consentirle la parola. Ansioso e preoccupato di conoscere la verità, sempre se fosse stata quella che stava per dire. Ma ora come ora avrebbe creduto alla qualunque.

-La promessa lega te e Roxanne.- disse Hiko come se stesse parlando di una cosa ovvia, cosa che era davvero -Quindi se il sigillo è a posto, direi che il problema non è il vostro rapporto o ognuno di voi, singolarmente.-

-E quindi?- si intromise Simone.

-E quindi non c’entra nulla il sigillo, e non c’entra nulla con la promessa, è completamente tutt’altra faccenda.-

-E tu, se sai qual è quest’altra faccenda, ti prego di parlare!-

-Il problema è il bambino.-

-Cosa?!- Bill sgranò gli occhi e Hiko fece sì col capo, amaramente.

-Ma lui è l’incarnazione della nostra promessa! E’ come se fosse un anello dei tre che ho attorno al braccio, ci unisce lui, è lui che ci lega!-

-No, ti ripeto che non c’entra nulla con la promessa! Semmai è una conseguenza. Due persone non stanno insieme perché hanno un figlio, ma hanno un figlio perché stanno insieme.-

Bill, nonostante il gioco di parole, afferrò il concetto. Il sigillo non c’entrava nulla col bambino.

-Ok… Non c’entra tra noi… ma allora, cos’è? Cosa c’entra il bambino?-

-Non so dirti molto perché non so chi ci sia dentro di lui, in questo momento.-

-Cosa significa “dentro di lui”?-

-Non posso dirti tutto adesso.-

-No, tu devi dirmi tutto adesso!- Bill si gettò sulla ragazzina ma lei schizzò indietro per non farsi afferrare.

-Sapremo tutto quando nascerà, ora come ora posso solo dirti che devi seriamente imparare a evolverti: impara nuove tecniche, impara a combattere, impara ad essere un buon Shirei-Kan… e se non sei già pronto a tutto, impara ad essere anche quello.-

-In cosa consiste questo “tutto”?-

Hiko rivolse uno sguardo a Roxanne, ancora a terra nello stesso identico stato. Nessun cambiamento.

-In base allo stato in cui sta, credo che tra una settimana si rivelerà da solo.-

-Vuoi dire che…? Ma non è possibile, è ancora troppo presto!- si intromise Simone.

-Non è presto, c’è il rischio che nasca ancora prima del dovuto.-

-Ma tra sei giorni dobbiamo tornare a casa!-

-Appunto. Approfitta di ogni istante qui per l’addestramento. Probabilmente nascerà quando non sarete più sotto la nostra vigilanza, quindi dovrete cavarvela da soli.-

Calò il silenzio, Bill cercò di ponderare la cosa, evitando di esplodere e buttare tutto in aria.

-Quindi è… davvero pericoloso?- parlò lentamente prendendo fiato a ogni parola.

-Dagli effetti che ha su Roxanne, sembrerebbe di sì… -

-Quando potremo vivere una vita normale? Me lo sai dire?- si allontanò da Hiko, buttando la testa all’indietro e con le mani ai fianchi, dandole le spalle.

-Mai. Non siete fatti per una vita normale proprio perché normali non siete.-

-E cosa dovrei fare? E cosa dovrà fare Roxanne? Questo essere resterà sempre dentro nostro figlio?-

-Solo una cosa si può fare. Imparare a conviverci.-

-Imparare… imparare…quante cose devo imparare in una settimana, Hiko, me lo vuoi dire?!- mentre il tono si alzava, Bill rimaneva nello stesso punto cercando di controllarsi.

-Tutto quello che non hai imparato fino ad ora! Pensi che non ho capito che finora ti sei sentito emarginato e indifeso? Pensi che io, per le capacità che ho, poteri o come vuoi chiamarli tu, non senta e non sappia cosa tu abbia lì dentro!? A maggior ragione, cerca di capire con chi stai parlando, senza fare domande, senza fare la vittima e piangerti addosso con “che faccio?” e “come faccio adesso?”.- non poteva vedere che il ragazzo cercava di trattenere le lacrime mordendosi il labbro inferiore e guardando in alto, fuori dall’enorme finestra che dava su un ruscello che rifletteva il colore indaco del cielo.- Esci fuori il coraggio che hai. Io lo sento, è il fuoco più grande che abbia sentito ardere in anni e secoli, millenni di vita! Non saresti qui se non fosse così!-

Bill mandò giù le lacrime; non doveva piangere. Tornò dalla volpina che ondeggiava la grande coda quasi più grande di lei.

In quegli occhioni giallo limone, quasi incandescenti, c’era qualcosa di strano. Hiko lo guardava in un modo diverso da tutte le altre volpi lì in mezzo. Senza malizia, senza perversione, ma anzi con tanta dolcezza, anche se spesso usava parole dure nei suoi confronti. Sembrava come una sorellina minore che cercava di fargli da sorella maggiore, per guidarlo e non farlo sbattere ancora contro muri alti e spessi.

 

 

Si recò di gran corsa al santuario, che era riservato esclusivamente a lei, a meno che non si dovessero riunire tutte le volpi per pregare davanti al Dai Kasai, il Grande Fuoco.

Intrecciò le mani al petto dopo aver chiuso le porte scorrevoli alle proprie spalle. Chiuse gli occhi, inspirò profondamente e si diresse verso il fuoco che restava sempre acceso, giorno e notte. Agitò le mani per farle assumere le forme diverse per richiamare a sé l’attenzione dello Spirito del Fuoco.

-Watashiniha akiraka ni- sussurrò. Il fuoco iniziò ad agitarsi davanti ai suoi occhi, lei lo fissava come se tra uno scoppiettio e l’altro, vi trovasse degli occhi, come se lo stesse ascoltando. Le porte scorrevoli si aprirono di colpo facendola sobbalzare, mentre il fuoco si ritirò leggermente.

-Che vuoi?- rispose Megami come se non fosse successo nulla.

-Ti prego di aiutarlo.-

-Perché dovrei?- la miko restò lì al cospetto del fuoco cercando di ritrovare la concentrazione, ma per quanto tentasse di recuperarlo non ci riuscì.

-E’ l’unico modo. Non trattarlo come se fosse un intruso, deve adempiere al suo dovere, non può andarsene così soprattutto in questa situazione critica.

-Se ci tieni così tanto, addestralo tu.- disse con tono irritato Megami.

-E’ il tuo compito.- rispose la vocina.

Megami fece un mezzo sorriso, pieno di amarezza.

-Non ho intenzione di perdere tempo.-

-Sai benissimo che il problema non è la ragazza.-

-Non mi importa chi è il problema, il fulcro è sempre lei, da lei è scaturito tutto. Prima la promessa, ora questo!-

-Sai della Promessa?-

-Credi che sia stupida a tal punto? Vuoi che non sappia che un novizio si lasci trasportare dall’irresponsabilità come un bambino, senza sapere quello che sta facendo? Una Promessa per noi non è una cosa da niente. È un contratto che non si scioglie, resti marchiato a vita per questo, destinato a non poter cambiare le cose. Vuoi o meno. E se non la mantieni… è come se non esistessi più.-

Entrambe strinsero i pugni, chi per rabbia, chi per tristezza.

-Quindi, è questo il Destino a cui ti riferisci?

Dall’altro lato non ricevette risposta. Solo dopo un po’ si fece sentire.

-Cosa c’è di sbagliato in quello che ha fatto, tanto da punirlo così duramente!? Cosa ti importa di quella scelta?-

-A me niente. A te?-

Megami fece finta di nulla.

-Cosa c’entro io?- rispose la vocina dopo un sussulto.

-Risparmia i convenevoli e il buonismo.- continuò la sacerdotessa.- Risparmiami la ramanzina sul Destino, il filo rosso e idiozie varie. Si sta rivelando tutto l’opposto di quello che si prospettava. Un ragazzino che non crede in se stesso come credi che possa essere il capo della Valle di Hikari? Come credi che possa eliminare una volta per tutte i Vampiri dalla faccia della terra dopo che è legato ad una di loro? Come credi che possa ritrovare l’equilibrio tra le Bestiis Terrae?-

-Se gli mostrassi un minimo di fiducia, sicuramente ti ricrederesti!-

Megami aspettò a rispondere, dopodiché cambiò argomento.

-Cosa hai provato quando l’hai visto per la prima volta, dopo tanto tempo?-

-Niente. Mi ha fatto molto piacere conoscerlo. Cosa c’entra adesso?-

-Non la odi?- altra pausa.

-Non ne ho motivo di odiarla.-

-…Però eri promessa sposa a lui, vero Hiko?-

-Il destino ha voluto così.- rispose freddamente Hiko -In realtà, lo sai benissimo che non l’ho mai conosciuto. È rimasto troppo poco tempo qui a Hikari. È cresciuto in un altro Mondo, come se fosse stato anni luce distante da me. Non avrei comunque avuto neanche il tempo di affezionarmi abbastanza a lui.-

Megami si alzò in piedi ma restò di spalle.

-Non voglio sapere niente, basta così.-

Hiko non disse più nulla. Per l’imbarazzo tornò volpe, col corpicino grande quanto il palmo della mano di un uomo, non di più. Le orecchie che le coprivano il faccino birichino e la grande coda che riusciva a coprirla tutta per intero.

-Ho toccato un tasto dolente, ma non era questo il punto, lo sai bene.-

Hiko cercò di ribattere ma Megami la interruppe.

-Avevo già iniziato l’addestramento, suppongo che tu lo sappia. Ma sarei grata se non ti intromettessi.-

-Io?-

-Sei stata tu ad aiutare Kaneko. Quel kekkai era troppo spesso per essere infranto così facilmente da una come sua madre… c’è stato il tuo zampino.-

Hiko fece una piccola risata squillante e imbarazzata.

-Sei affezionata a lei, posso ben capirlo.-

La piccola Hiko smise di ridere.

-Non mi ha mai preso in giro…- rispose decisa.

Megami fece sì con la testa e continuò il discorso.

-Ho iniziato a metterlo alla prova. Poi ho ceduto per cercare di metterlo in guardia. Ora che ho capito la situazione, mi comporterò di conseguenza. Non sarà facile per il Volpone… e spero che non lo sia neanche per quell’esserino.-

-Sono sicura che se preso in tempo, non succederà nulla.-

Megami si affacciò alla veranda che dava su un prato verdissimo, pieno di luci e che emanava un bellissimo profumo di ciliegi, mentre i petali danzavano tra i soffi del vento.

-Caro Bill, rimboccati le maniche, non ti lascerò riposare fin quando non sarai allo stremo.- sussurrò la sacerdotessa.

Hiko uscì dalla stanza fiduciosa e sgattaiolò via verso il giardino.

 

The Corner

Salve a tutti e a tutti ben trovati!
sono tornata! evviva!
quanto siete contenti da uno a un milione?! XD
l'unica storia che non sono riuscita ad aggiornare stavolta è "Humanoi Universe 2",
ma prima della fine della settimana arriverà il capitolo nuovo anche di quella!
ora però, ho bisogno del vostro parere!
c'è una storia che preferireste portassi a termine nell'immediato?
la scelta è tra:
Call my name ad save me from the dark
Hunger TH
Humanoid Universe 2
Tierfreunde.
gestirle tutte non è proprio la cosa più semplice del mondo...
quindi tocca a voi!
raccoglierò le vostre opinioni e la storia che avrà ricevuto più "voti" sarà la prescelta!
in ogni caso, ci si sente giovedì 12 Settembre con gli aggiornamenti!
bye bye
Chii
   
 
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