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Autore: Frank Ottobre    05/09/2013    0 recensioni
Ero contento di essere lì con il mio migliore amico. Si prospetta una bella serata, pensavo tra me e me. Poi si avvicinò una stravagante figura...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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L’atmosfera era piena di tensione. Mr. Lambert si avvicinò al rettile e disse qualcosa di incomprensibile bisbigliando. Mr. Rattle fece un cenno con la testa per far intendere che aveva capito… Si girò. Mi fissò. Poi ritornò ad incrociare lo sguardo del suo padrone. Quello che stava succedendo era tremendamente strano e inverosimile. Il pubblico era ammutolito. La vista di Mr. Rattle non era adatta ai deboli di cuore… Silenzio. < Dicci il tuo nome > disse Mr. Lambert con tono amichevole e premuroso, nemmeno mia mamma mi aveva mai rivolto la parola in quel modo. Esitai per un attimo. Poi presi un bel respiro. < Connor > mugugnai con insicurezza. < Okay. Signore e Signori un bel applauso per il nostro coraggioso volontario! > Partì un applauso davvero timido e modesto. < Molti di voi si staranno domandando cosa abbia in mente di fare. > . Ancora silenzio. Mr. Lambert sembrava nutrirsi della paura e della terribile tensione che arieggiava sotto quel tendone. Guardava compiaciuto le espressioni di timore che notava tra i presenti del pubblico. < Ora lo vedrete.. > Si girò. Mi guardò. < Non devi muovere un muscolo > bisbigliò. Il suo tono di voce era così basso che si mescolò con il timido silenzio di quel momento. Nessuno aveva avvertito la sua voce a parte me. < Adesso! > strillò Mr. Lambert. Di colpo il serpente balzò con una forza tale da stendermi a terra. Non sentì niente, il suo corpo aveva attutito la caduta. Ero immobile. Il rettile continuava a stringere. Sentivo il suo viscido corpo addosso a me. Mr. Rattle stava stringendo troppo. Troppo forte per essere solo un numero da circo. Le spire del rettile mi stavano letteralmente uccidendo. Pensai a quello che mi aveva detto Mr. Lambert qualche secondo prima. Non devi muovere un muscolo. Mi sentivo lentamente morire, non potevo non muovere un muscolo. Azzardai. Tentai di ribellarmi alla viscida presenza che avevo addosso. Il serpente di colpo allentò la presa e si allontanò da me. Mi alzai in piedi. Stavo ripulendo i miei pantaloni dallo sporco. Alzai lo sguardo. Il pubblico era ancora senza parole. Partì un appaluso… da parte di Mr. Lambert. Mentre batteva le mani soddisfatto si rivolse a me < Davvero niente male, ragazzo > e poi al pubblico < Signore e Signori, vi ringrazio di essere stati qui con noi stasera! Non dimenticate, saremo qui ancora per altri due giorni di puro spettacolo e divertimento! > fece una piccola pausa. < Da parte di tutto il circo… grazie e buona serata! >. La gente stava andando via. Molti di loro scombussolati dall’ultimo numero della serata. Guardai in mezzo alla folla , che si avviava all’uscita, per vedere se c’era Kevin. Ero ancora al centro della pista. Mr. Lambert e il suo “adorabile” assistente erano spariti. Mi stavo incamminando verso l’uscita… < Connor! Connor! >. Era Kevin. Mi stava aspettando seduto su una sedia posta vicino all’uscita. Feci un cenno con la mano. Si alzò. Mi venne incontro. < Tutto bene? > Non risposi subito. Ero ancora sotto shock. < Un serpente mi è appena saltato addosso… tu credi che qualcuno possa stare bene dopo una cosa simile? > < Scusa, hai ragione > disse abbassando la testa. Stavo per chiedergli scusa. Non avevo il diritto di scaldarmi così tanto con lui. < Da questa parte >. Si avvertì un bisbiglio. Ci girammo. < Su, venite > disse un ombra in lontananza. Il tono di voce era familiare. L’unica cosa che volevo veramente in quel momento era solo andare a casa e stendermi sul letto. Come attratto da quella voce feci il primo passo verso l’oscurità da dove essa proveniva. Kevin si limitò a seguire i miei passi in silenzio. Man mano che ci avvicinavamo alla voce quest’ultima si allontanava sempre di più. Uscimmo dal tendone, non c’era nessuno. Era buio e non si vedeva niente. Solo la leggera luce di un lampione illuminava il nostro cammino… Una porta si distingueva da tutto il resto che era preda dell’oscurità della notte. Mi resi conto che era la porta di cui mi aveva parlato Mr. Lambert. Tutto ad un tratto… Passi, passi nell’ombra. < La serata non è ancora finita… > si sentì questo sibilo che pareva provenire da tutte le direzioni. Ormai ero abituato a quella voce… Era fin troppo familiare. Kevin era accanto a me che tremava dalla paura e si guardava attorno cercando invano di individuare qualcosa. Comparve così dal nulla. < Ragazzi miei > fece una pausa… e ci rivolse il suo gelido sguardo. < Noi dobbiamo parlare… >
  
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