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Autore: LadyDepp    05/09/2013    2 recensioni
I tempi in cui Sasuke riusciva a calmarsi quando Naruto lo abbracciava, lo stringeva e gli diceva che lo amava con tutto il suo cuore, erano finiti; ora, il tocco di Naruto lo mandava in bestia.
La voce di Naruto che gli chiedeva cosa avesse, oppure perché fosse arrabbiato, lo irritavano ancora di più.
Voleva solo che la finisse, che la smettesse con le sue tenere carezze, con i suoi morbidi baci.
Ma Sasuke sapeva che i suoi pensieri erano sbagliati, falsi, cattivi, perché nei pochi momenti di lucidità rimasti, riusciva a comprendere quanto in realtà fossero folli.
Così, quel giorno freddo di novembre, prese una decisione. Perché Sasuke amava Naruto, amava Naruto così tanto che doveva proteggerlo dalla furia e dalla pazzia di se stesso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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gne
Note
Penso che la canzone che da il nome al titolo sia perfetta per Naruto e Sasuke. Quando l’ascolto, e lo faccio spesso perché è una delle mie preferite, mi vengono in mente loro due; in seguito, pensando a questa piccola storia, ho scoperto che calzava a pennello.
Vi ho messo sotto il link, così potete ascoltarla se non la conoscete. Ringrazio chi leggerà e chi commenterà, sempre se qualcuno deciderà di farlo! xD
 
 

START AGAIN

 


Prologo

 
And I remember everything,
Everything I loved,
I gave it away like it wasn't enough


 
Sasuke Uchiha aveva raggiunto il punto di non ritorno.
Quel giorno, aveva deciso di chiudere definitivamente i contatti con il mondo esterno, eliminare dalla sua lista ogni essere umano pensante, liberarsi di tutto ciò che poteva causargli dolore.
Si, perché Sasuke stava soffrendo; e nessuno aveva posato più di uno sguardo su di lui in modo tale da accorgersene. Oppure, tutti avevano ignorato il segno del suo malessere per evitare complicazioni e noie.
In realtà, la vera causa del cuore tormentato di Sasuke, era il suo ragazzo, Naruto Uzumaki; il biondo venticinquenne, affermato scrittore nonostante la sua giovane età, vincitore di numerosi premi letterari in soli due anni, era troppo concentrato sul suo successo e sul suo benessere per notare la rabbia, la tristezza, l’odio, che lentamente prendevano possesso dell’anima di Sasuke.
O almeno, era quello che Sasuke aveva cominciato a pensare; così i suoi pensieri distruttivi, che prima erano solo supposizioni, purtroppo per lui erano diventate certezze.
Di solito, dopo una giornata impegnativa con il proprio editore, Naruto tornava nella loro casa, ed evitava di svegliare Sasuke perché voleva che almeno lui riuscisse a dormire più di cinque ore a notte; Sasuke invece era sempre sveglio, ma mentiva sul suo sonno, e intanto rimuginava su Naruto che non voleva più avere niente a che fare con lui, e che preferiva lasciarlo dormire piuttosto che recuperare tempo perduto facendo l’amore.
Quando Naruto si accoccolava dietro la sua schiena, lasciandogli un bacio dolce alla base della nuca, Sasuke digrignava i denti silenziosamente, chiedendosi con rabbia quanti baci il suo ragazzo avesse offerto gratuitamente quel giorno.
E quando Naruto continuava a riferirgli il numero delle vendite, il successo che aveva ottenuto con un libro, i premi ricevuti, lo faceva  perché desiderava condividere la sua felicità con la persona amata, senza nessuno scopo infido.
Purtroppo Sasuke non riusciva a vedere niente di tutto questo; ogni gesto, ogni parola, e ogni azione di Naruto erano diventati motivo di scontro, motivo di dubbio; divenne scontato domandarsi che cosa c’era dietro, il perché Naruto non l’avesse svegliato la mattina – voleva evitare Sasuke? Non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia per pochi minuti prima di rintanarsi nel suo studio?
Oppure chiedersi il perché non gli avesse raccontato del suo fan ossessivo – forse a Naruto gli piaceva essere seguito, desiderato? Sasuke non gli bastava più, oppure Naruto era solo un grande ammiratore di se stesso? Un ragazzo che godeva delle attenzioni altrui, e che voleva compiacere tutti perché adorava sentirsi al centro dell’universo?
La gelosia, la rabbia di essere escluso, di essere non-voluto, di essere abbandonato, erano i sentimenti che albergavano l’animo di Sasuke.
L’affetto, l’amore, rimanevano ma erano contaminati.
Sasuke aveva sempre avuto la certezza che le persone guardano solo al loro esclusivo interesse, che nessuno è indispensabile, che tutti possono essere sostituiti; all’inizio, Naruto era solo l’eccezione in tutto quello schifo che Sasuke pensava fosse il mondo.
Ma ormai era tutto cambiato, anzi, forse era sempre stato tutto sotto i suoi occhi, e lui era stato troppo cieco per vedere.
Forse Naruto era sempre stato come gli altri, e Sasuke si era fatto abbindolare dal suo sorriso dolce e dai suoi bellissimi occhi azzurri.
I tempi in cui riusciva a calmarsi quando Naruto lo abbracciava, lo stringeva e gli diceva che lo amava con tutto il suo cuore, erano finiti; ora il tocco di Naruto, lo mandava in bestia.
La voce di Naruto che gli chiedeva cosa avesse, oppure il perché fosse arrabbiato, lo irritavano ancora di più.
Voleva solo che la smettesse, che la smettesse con le sue tenere carezze, con i suoi morbidi baci.
E Sasuke in cuor suo sapeva che Naruto lo amava profondamente; sapeva che i suoi oscuri pensieri erano sbagliati, falsi, cattivi, perché nei pochi momenti di lucidità che gli erano rimasti, riusciva a comprendere quanto in realtà fossero folli.
Ma era troppo tardi per rimediare; dopo quell’attimo di luce, ritornavano le tenebre, seguiti dalla paranoia, dal dubbio.
Sasuke si era perso ancora una volta.
Perciò, quel giorno freddo di novembre, prese la decisione definitiva.
Perché Sasuke amava Naruto, amava Naruto così tanto che doveva proteggerlo dalla furia e dalla pazzia di se stesso.
 
 
***
    
 
Parte prima

All the words I said and all you forgive
How could I hurt you again?
 


Aveva bussato alla porta dello studio, ma aprì l’anta senza aspettare la sua risposta; il suo ragazzo era seduto alla scrivania, il suo volto coperto dallo schermo del computer.
«Naruto»
Il rumore dei tasti che venivano digitati, cessò; Naruto si sporse per guardare Sasuke, che intanto era entrato nella stanza fermandosi di fronte a lui.
«Ehi Sas’ke»
Naruto gli sorrise dolcemente, mentre Sasuke si domandava perché gli stesse sorridendo quando non c’era proprio niente per cui essere felici.
«E’ successo qualcosa?» si sentì chiedere, sempre con quel tono allegro e accondiscendente.
Sasuke sospirò profondamente, prima di rispondere.
«Ho deciso di chiudere»
Non aveva aspettato oltre, perchè non voleva cambiare idea; Sasuke era convinto che se avesse esitato solo qualche istante, Naruto sarebbe riuscito in qualche modo a fargli fare dietro front; quindi era meglio finirla in fretta.
«Cosa?» Naruto si alzò dalla sedia girevole, e in un attimo gli fu vicino. «Cosa stai dicendo Sasuke? Hai deciso cosa?» la sua fronte era aggrottata dalla preoccupazione, il suo sorriso era sparito.
«Mi hai sentito» replicò Sasuke, affrontandolo con lo sguardo; riusciva a guardarlo negli occhi, perché sapeva che la decisione che aveva preso era quella giusta.
«Non capisco!» Naruto gli afferrò i polsi, stringendoli forte tra le sue mani «Vuoi chiudere cosa? Vuoi chiudere con me?»
Sasuke non tentò di liberarsi, riusciva a vedere il tormento negli occhi di Naruto, ed anche quella presa era un segno di turbamento, di quanto fosse preoccupato.
«Non ha senso continuare» mormorò apaticamente «Ormai non parliamo più, non condividiamo più nulla se non questa casa»
«Sei tu che non vuoi farlo! Sei tu che non mi parli! Ti domando cos’hai e mi rispondi a monosillabi, non te lo domando e ti arrabbi con me perché non l’ho fatto!»
Naruto lo stava aggredendo verbalmente, e intanto la sua presa stringeva, e Sasuke sapeva che il giorno dopo sarebbero comparsi dei lividi ai polsi.
«Hai ragione» gli rispose, sempre con il solito tono, ma lo pensava sul serio; sapeva che era solo colpa sua, della sua mente malata, della sua gelosia e delle sue numerose paure.
«Mi prendi in giro?» Naruto lo lasciò libero, ma solo per afferrare il suo volto tra le mani «Sasuke, ti prego, dimmi che cosa c’è che non va, dimmi solo…dimmi solo quello che provi, quello che vuoi, e ti giuro che farò tutto per aiutarti. Ma ti scongiuro…non farlo»
Sasuke alzò le sue mani per posarle su quelle di Naruto, sentendo quanto fossero umide per l’agitazione. Accarezzò i palmi, con dolcezza inusuale, provando solo dolore per l’angoscia che sentiva provenire da Naruto, provando rabbia per se stesso, e per ciò che stava per fare all’amore della sua vita.
«Non puoi fare niente, perché è un mio problema, non tuo. Io sono così, sono…sbagliato, Naruto. Non merito di starti vicino, e non posso perché continuerei a trasferire il mio odio su di te»
«Tu non sei sbagliato» gli rispose, con forza «Non puoi abbandonarmi solo perché tu pensi che mi farai soffrire!»
«Non penso, già lo faccio, e lo sai bene. Non sono uno stupido, vedo che non sei felice con me»
«Non sono felice perché tu non sei felice» Naruto abbassò le mani, tenendole strette a quelle di Sasuke, facendo scivolare le dita con le sue; anche la sua voce si fece più bassa, intima.
«Vorrei solo non vederti ogni giorno arrabbiato, triste, con il mondo. Vorrei che tu avessi quello che vuoi, vorrei vederti sorridere almeno un poco, per non sentirmi come un essere inutile. Hai ragione ad avercela con me…ho continuato a concentrarmi sulla mia vita e sulla mia carriera ignorando il tuo malessere, facendo finta che tutto fosse a posto perché non volevo discutere, e rischiare di perderti definitivamente. Ho sbagliato, ora l’ho capito. Sono io che non ti faccio stare bene?»
Naruto lo vide scuotere la testa lentamente, ma continuò a sussurrare, con gli occhi turbati dal dolore. «Se vuoi lasciarmi perché non mi vuoi più lo capirò. Ma se ci tieni a me e stai soffrendo, io voglio sapere il perché. Devo poter far qualcosa per aggiustare le cose.»
Sasuke strinse le labbra, sopraffatto dai sentimenti che Naruto riusciva a fargli provare; un altro poco, e non avrebbe avuto più il coraggio di lasciarlo e sarebbe tornato tutto come prima; Sasuke avrebbe provato odio per la loro storia, avrebbe cominciato a trattarlo male, a chiamarlo bugiardo, ad avere dubbi sul loro rapporto e su Naruto stesso come persona.
Non doveva succedere.
«Tu non capisci…» si districò dalle sue dita con un gesto così brusco che sorprese l’altro, e indietreggiò di qualche passo mettendo distanza tra loro «Non capisci che cosa continuo a pensare di te? Che stai con me solo per abitudine, che ti sei stancato, che sei un bugiardo e preferisci lavorare piuttosto che vedermi! Che parli con tutti tranne che con me! Che ti confidi solo con il tuo amichetto, e che quando piangi lo fai con lui! E poi continui a nascondermi le cose…e io devo scoprirle da solo, e quando lo faccio devo anche sopportare la tua faccia soddisfatta!»
Naruto era annientato dalla raffica delle sue parole, tanto che non riusciva ad emettere alcun suono; i suoi occhi spalancati e turbati fissavano Sasuke, che aveva ripreso a soffiare con una punta di cattiveria, come se volesse davvero ferirlo; e ci stava riuscendo.
«Penso che sei solo un bugiardo e che appena volto gli occhi, ti concentri su qualcos’altro che non sia io! E a volte ti odio! A volte vorrei ucciderti! È questo che vuoi? Che continui a pensare queste cose? Vuoi continuare una relazione con una persona del genere?!»
Sasuke terminò, respirando affannosamente, e portandosi una mano sugli occhi per smettere di vedere.
Non voleva assistere al viso di Naruto, rosso e bagnato di lacrime; non aveva il coraggio, non poteva assistere ai suoi occhi azzurri annebbiati che lo guardavano con disperazione.
Sapeva di aver superato il limite, ma arrivato a quel punto non c’era stato verso di fermarsi; aveva sputato fuori tutto quello che aveva dentro, la rabbia, l’insoddisfazione, la gelosia; e nel farlo aveva ferito Naruto, colpendolo dritto al cuore.
L’aveva distrutto; l’aveva anche fatto piangere?
Si aspettava di sentire i suoi singhiozzi o lamenti, ma il silenzio regnava nella stanza.
Allora Sasuke divenne confuso, e decise di controllare la situazione, abbassando la mano lentamente.
Naruto non stava piangendo,  ma lo stava guardando con aria decisa, anche se ad una vista più attenta, si poteva notare che il suo corpo tremava leggermente a causa del turbamento che stava provando.
«Naruto…» sussurrò Sasuke, quando tutt’un tratto lo vide avvicinarsi; poi all’improvviso venne abbracciato con forza, Naruto lo strinse come se non volesse mai più separarsi da lui, facendogli male, prendendolo per i capelli e forzandolo ad abbassare la testa.
Così Sasuke si trovò accerchiato, con la faccia piegata e premuta sulla sua spalla, il corpo circondato dalle sue braccia, le gambe incastrate con le sue, i petti uniti.
E Naruto gli lasciò piccoli e soffici baci al collo, ai lati del viso, sui capelli, mentre le mani correvano sulla sua schiena, massaggiandogli i muscoli con lenta dolcezza.
«Mi dispiace Sas’ke, mi dispiace tanto»
Sasuke era così sorpreso da non riuscire a reagire, aprì la bocca per parlare ma non emise alcun suono; era confuso, turbato dalla reazione di Naruto, che invece di urlargli contro e di essere proprio lui a lasciarlo andare dopo la sua sfuriata, lo stava abbracciando con vigore e amore.
«Non dovevo fare finta di nulla, non dovevo lasciarti solo. Dovevo insistere, dovevo costringerti a parlare, e invece ti ho fatto arrivare a questo punto…ti prometto che non accadrà più, non lascerò che dei falsi pensieri, e dei dubbi, si mettano tra noi»
Sasuke lo ascoltò inebetito, ma fortunatamente dopo qualche attimo di smarrimento riprese pieno controllo del suo corpo, e con riluttanza provò a staccarsi da quella presa ferrea.
Naruto non lasciò andare facilmente, ma incrociando lo sguardo scuro dell’altro, decise di dargli spazio; lo liberò dall’abbraccio, e indietreggiò di qualche passo.
«Tu non hai capito» lo aggredì subito Sasuke, stringendo le labbra e serrando i pugni fino a scavarsi la pelle con le unghie «Pensi che parlare risolva qualcosa? Continuerò a pensar male di te, continuerò ad avere dubbi. Non ha senso continuare questa falsa!»
Naruto lo guardò con un accenno di sfida negli occhi azzurri. «Proviamoci. Ti chiedo solo di provare e io farò di tutto per non darti motivo di dubitare di me»
«Perché ci tieni tanto?»
«Non chiedermi l’ovvio, Sasuke» Naruto era più deciso che mai, e Sasuke sapeva che non era tipo da gettare la spugna, e che avrebbe fatto di tutto per raggiungere il suo scopo.
Non si sarebbe arreso fino a quando non avesse ottenuto quello che voleva; era sempre stato così.
E Naruto voleva Sasuke.
«Ricominciamo, okay?» incalzò ancora Naruto, ma usando un tono più pacato, facendo scorrere la mano tra i suoi capelli neri, intrecciando delle ciocche di capelli con le dita, lasciandogli una piacevole sensazione sulla nuca.
Sasuke annuì, seppur riluttante e per niente convinto; ma quando si spostarono sul divano dello studio, e cominciarono a baciarsi, dimenticò i suoi pensieri distruttivi.
Si concentrò solo su Naruto, sulle sue soffici labbra che si bagnarono quando vennero a contatto con la sua lingua, sugli occhi azzurro cielo che divennero offuscati dal bisogno; soffocò un gemito di piacere al contatto con il suo corpo nudo, che era premuto sotto il suo.
E mentre era dentro Naruto,  tutto quello che sentiva e provava era desiderio, passione e amore. Avrebbe voluto rimanere così per sempre, perché si sentiva al sicuro lì, il suo rifugio era il corpo di Naruto, l’avere le sue braccia intorno al collo, le sue gambe strette alla vita.
Ma una piccola vocina nella sua testa non cessava di parlare, continuava a dirgli che ora era in pace, che ora si sentiva tranquillo, ma non sarebbe durata.
E Sasuke sapeva che aveva ragione; aveva sbagliato, avrebbe dovuto lasciarlo andare per sempre ma aveva fallito.


***
 

Fine parte prima
 

Non so bene cosa dire di questo primo capitolo, tranne che è un’anticipazione dei problemi che ha Sasuke, nel gestire se stesso e il suo rapporto con Naruto. Nel prossimo aggiornamento vedrete come i pensieri di Sasuke andranno ad influire sul suo comportamento, visto che in questo capitolo c’è stato solo un riassunto.
 
Voglio precisare una cosa prima di andare avanti: non voglio dipingere Naruto come un santo, perché è anche a causa sua che Sasuke ha cominciato a pensare male di lui.
Sasuke si è sentito trascurato, abbandonato da Naruto; è vero che Naruto a volte gli ha chiesto che cosa ci fosse, che cosa avesse, perché fosse arrabbiato, ma queste domande di circostanza sono sufficienti?
Quando si ama non bisogna scavare, indagare, costringere la persona a confessare il proprio malessere? Naruto non l’ha fatto; Sasuke lo ha sempre ascoltato, lo ha ascoltato mentre blaterava del suo lavoro, dei suoi fans, della sua vita, ma non ha avuto niente in cambio e lentamente ha cominciato a pensare male di lui, che fosse troppo concentrato sulla sua vita, che fosse egocentrico.
Sasuke ha un carattere diverso, più chiuso; non si esprime se non quando è necessario, ma non vuol dire che lui è sempre la persona che deve ascoltare e un giorno al mese può sfogarsi, mentre l’altro può farlo tutti i giorni e ascoltare un giorno al mese.
E la colpa di Sasuke è quella di averne fatto una malattia, ingigantendo le cose, trasformando il positivo in negativo, trovando il pelo nell’uovo in tutto.
 
Da un po’ di tempo non riesco a scrivere per diletto, ma solo perché ho qualcosa da dire o qualcosa da tirare fuori. E ho dovuto davvero tirare fuori questa storia con forza.
Spero che questo argomento vi interessi e vi prometto che non vi tedierò a lungo, è una mini-long di tre o quattro capitoli al massimo, non lo so ancora :)
Attendo le vostre recensioni, i vostri insulti se non vi piace e se volete che smetta di tediarvi, e i vostri pareri su questo problema che non è proprio tanto piccolo!
A presto!!
 
P.S. Avvisatemi se ci sono errori, soprattutto se sono evidenti. Non riesco mai a trovarli, sono una talpa in questo (Okay non solo in questo)
 
 
 
  
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