Questa storia
è frutto di fantasia, ringrazio il maestro Kishimoto per
i personaggi.
Per la vita o
per la morte
Prologo
“Puoi piangere se vuoi” La voce
dell’uomo era volutamente gentile, fin
troppo, chissà quanto aveva studiato per riuscire a fare
quella faccia piena di
compassione, per evocare ogni volta quel tono tanto rassicurante,
pensò Sasuke,
fissandolo dal divanetto di pelle, gli occhi neri, privi di lacrime, e
tali
sarebbero rimasti, fissi sull’uomo che gli sedeva di fronte.
***
“Nessuno ti obbliga a parlare, lo sai,
quando ti sentirai di farlo io
sarò qui” Ancora quella gentilezza ostentata,
quella pazienza esasperante,
dopotutto era pagato per questo, rifletté Sasuke, le braccia
conserte, i
capelli lisci a coprirgli gli occhi, questa volta fissi sul diploma di
psicologo affisso alla parete alla spalle del suo interlocutore.
***
“Trattenere i tuoi sentimenti non
farà altro che danneggiarti, Sasuke”
Lo aveva detto con un sospiro, mentre la penna gli oscillava tra le
dita.
“Cosa credi di saperne tu!”
Aveva sibilato Sasuke, inchiodandolo con
gli occhi color pece, avanzando verso la scrivania, poggiando entrambe
le mani
sul legno liscio, sperando di poterlo spezzare con la pressione dei
polpastrelli.
“Sono qui a fingere di ascoltare le tue
cazzate ogni settimana solo perché
me lo hanno imposto, non mi interessa minimamente quello che hai da
dirmi” La
voce gli tremava dalla rabbia, ma i suoi occhi rimanevano solidi,
cristallizzati in quell’espressione lontana e apatica.
“Non è colpa tua,
Sasuke” Gli sussurrò l’uomo poggiando
una mano su
quella del ragazzo, sostenendo quello sguardo troppo antico per quel
corpo
troppo giovane.
“Non è stata colpa tua se loro
sono morti, tuo fratello era malato…”
Gli disse, sicuro di colpire il più scoperto di quei nervi
ora completamente
esposti, vulnerabili.
Sasuke aprì bocca senza parlare, le
labbra sottili si contrassero
divenendo poi una linea fine e tirata.
“Tu non sai niente!” Disse,
cercando di calmarsi.
“Non c’eri quando li trovai per
terra, dilaniati come bestie, non c’eri
quando lui tornò anni dopo per finire il massacro, non
c’eri…”
***
“Amavi molto tuo fratello”
Sentenziò la voce.
Sasuke non rispose, continuò per tutta
l’ora a guardarsi la punta delle
scarpe, ricordando quando quel giorno lontano si macchiarono del sangue
dell'altro.
Lo aveva atteso pazientemente, covando in cuor suo
un sogno di vendetta
che sapeva d’amaro e di ruggine. Si era preparato, sapeva che
prima o poi il
momento sarebbe giunto, ma questo quell’uomo seduto di fronte
a lui non lo
sapeva, non capiva quanto fosse stato grande il dolore che aveva
provato
affondando la lama del coltello nel petto di quel giovane uomo con i
suoi
stessi occhi, quanto avesse fatto male sentirgli sussurrare quelle
parole, ma
su una cosa aveva ragione, Sasuke aveva amato molto suo fratello.
A volte il destino tesse trame di sangue, amore e
vendetta in un mosaico
folle e malato, questo lui lo aveva capito tanti anni prima, quando
Itachi
aveva fatto fuori tutta la sua famiglia, lasciandolo in vita per
capriccio, per
costringerlo a diventare più forte, a vivere nel terrore del
suo ritorno. E lui
era cresciuto seguendo quel consiglio malato, attendendo il giorno in
cui avrebbe
strappato via la vita a quel fratello folle, divenendo anche lui una
pedina di
quel gioco sporco, abbandonando la dolce innocenza
dell’infanzia, abbandonando
sorrisi, crescendo solo in visione di quella vendetta, un altro filo
nella
trama sporca di sangue.
Ora cosa gli rimaneva? Il ricordo di quegli occhi
che si spegnevano,
neri come i suoi, nessuna spiegazione, solo l’impressione di
non aver capito
mai niente, mentre le labbra di Itachi sussurravano un
“Grazie, fratellino, mi
dispiace, ma questa è l’ultima volta”.
Forse era troppo tardi, ma dovevo farlo, dovevo correre, ancora e ancora, che da calpestare e ci fossero mille miglia o solo un metro, che i muscoli si strappassero dalle ossa o meno per lo sforzo, io dovevo correre, dovevo farcela, dovevo raggiungerlo che fosse per la vita, o per la morte…
Capitolo 1
Avevo
avvicinato Sasuke Uchiha tra
i banchi di scuola, un mattino senza sole, i suoi occhi, nella luce
grigiastra
di quel cielo privo d’azzurro sembravano ancora
più neri, lucidi. Mi chiesi se
avesse pianto.
“Ehi, tutto bene?” Gli avevo chiesto poggiando entrambi i gomiti sul suo banco vuoto.
“Che vuoi?” Rispose lui mollemente, abbandonando con lo sguardo il paesaggio oltre la finestra sporca e inchiodando i miei occhi ai suoi.
“Perché hai pianto?” Mi uscì in un sussurro, mentre il mio stomaco sembrava contorcersi sotto la camicia.
“Io non piango, e adesso togliti di mezzo, la ricreazione dovrebbe essere già finita da un pezzo” Aveva detto, tornando a fissare chissà che cosa oltre quel vetro opaco.
Quel giorno non gli avevo più rivolto la parola, anzi non l’avevo più rivolta a nessuno, mi ero chiuso in bagno, con addosso ancora quello sguardo pece e il dolore di quegli occhi, e un desiderio nuovo e invadente, quello del sapore di quelle labbra sottili, incredibilmente ben disegnate per appartenere ad un ragazzo.
“Uchiha Sasuke, è nuovo in classe” Mi aveva detto il mattino seguente Sakura un mia compagna, per cui avevo da sempre avuto una cotta smisurata. Notai il rossore non indifferente sulle sue belle guance, e gli occhi verdi stringersi in due fessure pensierose quando aggiunse: “Non si lascia avvicinare da nessuno, sta sempre da solo, dicono che nel paese dove viveva prima sia successo qualcosa alla sua famiglia, qualcosa di brutto”.
Attesi che si rinfilasse la giacca, si mettesse la tracolla sulla spalla e uscisse di classe, per seguirlo.
Mi sentivo incredibilmente stupido, ma non importava, dovevo in un modo o in un altro parlare con quel ragazzo di cui ora conoscevo il nome.
Mi nascosi dietro un auto e lo fissai.
La luce di quel primo pomeriggio riluceva sui suoi capelli nerissimi, sulla pelle chiara, facendola sembrare tanto delicata e luminosa, era bello, il ragazzo più bello che avessi mai visto, più bello di qualsiasi Sakura o Hinata, di qualsiasi ragazza con cui avessi mai provato ad uscire.
Cosa stavo pensando?
Una sorta di ansia mi colse di sorpresa mandandomi sottosopra lo stomaco.
A me non piacevano i ragazzi, c’era sicuramente altro, alla base del mio comportamento, fu per colpa di tutti quei pensieri che rialzando lo sguardo sulla strada mi accorsi di averlo perso di vista.
Imprecai mentalmente, sia per la consapevolezza di aver pedinato un mio compagno, sia per quella strana situazione in cui mi ero cacciato.
Girai i tacchi, dopotutto avevo un intero anno scolastico per parlargli, mi dissi, l’ultimo anno del liceo.
“Perché mi stai seguendo?!” Una mano mi afferrò il colletto della camicia sbattendomi contro l’auto dietro la quale ero stato appostato poco prima.
Sasuke Uchiha mi fissava, l’espressione scocciata sul bel volto ovale.
“Sei per caso muto? Che cazzo vuoi da me?” Domandò urlando, aumentando la presa sulla stoffa e sbattendomi ancora una volta contro la carrozzeria dell’auto.
“Voglio essere tuo amico” Dissi, sostenendo i suoi occhi neri.
Mi lasciò andare.
Scivolai a terra, risistemandomi l’uniforme della scuola e respirando grandi boccate d’aria.
“Non sono interessato alla tua amicizia, lasciami in pace” Sputò, afferrando la tracolla che aveva lasciato cadere a terra e riprendendo la sua strada.
“Dannazione, che figura di merda” Brontolai tra me e me, rimanendo ancora seduto sull’asfalto caldo.
“Uzumaki” La sua voce mi sorprese. “Non azzardarti più a seguirmi”.
Note dell’autore:
Eccomi con un’altra long SasuNaru o
NaruSasu, per adesso arancione,
probabilmente muterà in rosso, probabilmente con qualche
scena lemon, questa
volta AU, spero non troppo OOC, ma ripeto, lo spero J.
Non so ancora se ci sarà da piangere o
meno, per adesso so solo che non
sarà tutta risate e allegria, anche se quei momenti ci
saranno, che in un modo
o in un altro ho cercato di prendere spunto dal manga per alcuni
eventi, ma non
troppo ehhhe (Kishi-sama perdonami se puoi!).
Abbiamo Sasuke e abbiamo Naruto, direi che
può bastare aahahah.
Sasuke ha un passato difficile, ha quel trauma, a
segnarlo, a
rovinargli il mondo, la vita, a rovinargli tutto, a non farlo vivere;
ma non
vuole aiuto, non vuole alcun sorriso a confortarlo, alcuna parola
rassicurante…
Poi c’è Naruto, un passato
doloroso e tanta voglia di vivere, c’è la
sua testardaggine, ci sono i suoi sentimenti, forti come uno
tsunami…
Più o meno ho già scritto il
capitolo finale, anche se manca la
sentenza, nelle ultime righe ahahah vabbè, decideremo strada
facendo, se essere
cattivi o meno… :P
Spero vi piaccia, premetto che sarà
ambientata nel nostro universo, un
po’ tra i banchi di scuola,un po’ tra i sentimenti
e i problemi di questi due,
con la speranza che non vi annoi e che vi faccia trascorrere dei minuti
piacevoli durante la lettura.
Grazie per l’attenzione, e grazie a chi
lascerà un commento, una frase,
un consiglio, una parola!
Un bacione, ancora Allyn, per l’ennesima
volta con Naruto e Sasuke!