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Autore: Edelvais    05/09/2013    2 recensioni
Prompt #85 Vendetta
James sente la sua mente cedere, e quella di lei trionfare.
Sul volto di lei è disegnato un cupo e sadico trionfo.
Sul quello di lui è dipinta una sofferta rassegnazione.
E fu così che Amy Rosebury ottenne la sua vendetta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fantasmi del passato
 
 




Lui è immobile.
Gli alberi attorno a lui sono immobili, in attesa di un misero alito di vento in quella giornata afosa.
Il silenzio lapidario del luogo sembra rimbombare nella sua mente come una baraonda.
I suoi sensi sono tesi all'ascolto, come se si aspetti di avvertire qualche altro rumore oltre al respiro della foresta. All'improvviso un lieve crepitare di foglie alla sua sinistra lo fa sussultare, costringendolo a posare lo sguardo ansioso verso quella direzione.
Ed eccola.
Il corpo esile è coperto fino ai piedi da un'ampia veste bianca, mentre il viso pallido e scultorio è incorniciato da una cascata di capelli ramati. Il fievole sorriso della luna disegna attorno a lei un alone argenteo; agli occhi di lui pare quasi una visione, un nitido ed etereo abbaglio.
Quasi sembra fluttuare sull'erba quando, senza tradire alcuna emozione, comincia a muoversi verso di lui.
Sa che qualcosa nelle sue movenze, nel modo in cui l'ambiente circostante danza con lei, è strano, inumano.
Lei si ferma a pochi passi da lui e piega leggermente la testa di lato, piantando lo sguardo in quello dell'uomo che ha di fronte.
Ora il suo viso è perfettamente visibile e lui riesce a vederla scandire qualcosa con le labbra, senza però produrre alcun suono.
È il suo nome. Lei lo sta chiamando.

« James ».
 
Lui si decide ad alzare lo sguardo fino a incrociare per la prima volta quello di lei, e finalmente la riconosce. Ha un aspetto sinistro, ma quegli occhi, quegli smeraldi incastonati nel viso pallido, lo mettono in soggezione più di ogni altra cosa; ma soprattutto, lui sa benissimo a chi appartengono.
Sente le mani tremare, e capisce che in questo caso la pistola che ha nella tasca della giacca non servirebbe a niente; capisce che è finita, che non ha vie di scampo. Lei è lì per lui, avida di vendetta.
Tutto questo è impossibile, lui lo sa; perché lei non dovrebbe trovarsi ancora nel mondo umano: la morte l'aveva già sorpresa molto tempo addietro.


Era la più bella giornata di tutta l'estate, e due ragazzi avevano deciso di sfruttare la luce abbacinante del sole stendendosi in mezzo al campo di grano a osservare il cielo terso.
« Un giorno dovrò dire a mio padre di noi due » esordì la ragazza piantando il suo sguardo cristallino su quello di lui. « Prima che lui ci scopra e decida di farti uccidere » ridacchiò.
« Non preoccuparti, Amy, presto glielo diremo e ti prometto che andrà tutto bene » la rassicurò.
Amy sbuffò, coprendosi il viso con la mano sinistra. « James, lui vuole che io sposi il figlio di Lord Stamford ».
« Se non riuscirà ad accettarmi come tuo marito, allora scapperemo insieme » le promise lui. E in fondo sapeva che vi era un'altissima probabilità che un Lord come il padre di Amy non avrebbe mai acconsentito che la sua unica figlia si sposasse con un semplice contadinello. Ma lui era pronto a fuggire lontano, lasciandosi tutto alle spalle, pur di stare con lei.
Amy gli sorrise dolcemente. « Partirei anche ora ».
 
***
 
« Dovrai ucciderla » proferì un uomo di mezza età, che aveva tutta l'aria di essere il capo di quella pericolosa combriccola.
James sussultò, al di là della scrivania dov'era seduto il suo interlocutore.
Il ragazzo deglutì a vuoto. Sapeva benissimo che ciò che gli stavano chiedendo di fare era per testare la sua lealtà.
« N-non posso farlo » biascicò, mentre con le mani tremanti torturava il capello che aveva tra le mani.
Aveva un impellente bisogno d'aria, così tentò di fare dietro front, ma degli uomini alle sue spalle lo trattennero per le braccia, obbligandolo a fronteggiare il capo.
« Lei è la figlia di un nostro grande oppositore. Dobbiamo fargli capire che non stiamo scherzando, in modo tale da tenerlo a bada. E per fare ciò, ci serve la vita di sua figlia: Amy Rosebury. Comprende, giovanotto? »
James annuì lievemente, tornando a fissare il pavimento. Avrebbe dovuto uccidere la ragazza che amava; tutto per salvarsi la pelle - perché era assolutamente certo che se non avesse obbedito sarebbe andato incontro a morte certa - e per dimostrare fedeltà a quel gruppo di sicari in cui era andato a impelagarsi per assicurarsi un pasto caldo al giorno. E ovviamente non poteva farsi vedere troppo riluttante all'incarico, altrimenti avrebbero intuito cosa legava i due ragazzi.
In sostanza, non trovava alcuna via d'uscita.
« Ci sto » rispose quando il flusso di pensieri cessò di infestargli la mente.
Il capo ghignò soddisfatto. « Molto bene, ragazzo mio. Questa tua prima missione dovrà concludersi entro la fine del mese, mi sono spiegato? »
James annuì, prima di andarsene dalla stanza con il peso schiacciante dell'imminente morte di Amy Rosebury che gravava sulle sue spalle.
 
 
***
 
Aveva pianto, al suo funerale. Aveva cercato di trattenersi, ma le conseguenze del suo gesto gli erano piombate addosso come tanti pesanti mattoni, carichi di rimorso e dolore.
La codardia aveva preso talmente il sopravvento su di lui, che non era nemmeno riuscito a togliersi la vita, per saldare il debito con il corpo esanime di Amy.
Così aveva continuato a lavorare per quell'uomo di cui non conosceva nemmeno il nome, uccidendo e mietendo vittime senza nemmeno conoscere i loro torti.
 
 
Il fantasma si avvicina ancor più all'uomo, leggendo nei suoi occhi scuri tutti quei dolorosi ricordi che stavano attraversando la sua mente.
James sente una lacrima di disperazione correre lungo la sua guancia, per poi atterrare nel colletto della camicia. « Amy, mi dispiace tanto, io non volevo ucciderti... i-io... » farnetica, provando a convincerla a rinunciare al progetto di vendetta.
Ma lei pare irremovibile. È decisa: la sua mano si alza verso il viso di James, e avverte il suo respiro fermarsi improvvisamente.
 
James sente la sua mente cedere, e quella di lei trionfare.
Sul volto di lei è disegnato un cupo e sadico trionfo.
Sul quello di lui è dipinta una sofferta rassegnazione.

E fu così che Amy Rosebury ottenne la sua vendetta.





Note dell'autrice.
Questa one shot è stata scritta utilizzando l'ottantacinquesimo prompt della Big Damn Table: Vendetta.
Spero vi sia piaciuta; fatemi sapere cosa ne pensate ^^




 
   
 
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