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Autore: Lelahel    05/09/2013    6 recensioni
Chicago, 1923
"La Leonessa"
È con questo nome che la giovanissima cantante April Ford è conosciuta nella città di Chicago.
"L'Ibrido"
È con questo nome che è conosciuto il temuto e potente vampiro Niklaus.
Due persone completamente diverse, nella loro natura e nella loro personalità, ma le cui vite saranno destinate a incrociarsi proprio in una notte di fine estate, nella città di Chicago.
Il fuoco e il ghiaccio davvero non hanno nulla in comune?
[Dalla storia]
"Possibile che dove la notte è più buia ci sia tu?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katherine, Pierce, Klaus, Nuovo, personaggio, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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http://www.youtube.com/watch?v=WbN0nX61rIs

-Capitolo 9: Looking for heaven, for the devil in me-

And I'm damned if I do and I'm damned if I don't
So here's to drinks in the dark at the end of my road
And I'm ready to suffer and I'm ready to hope
It's a shot in the dark and right at my throat
Cause looking for heaven, for the devil in me
Well what the hell I'm gonna let it happen to me?

(Shake it out by Florence+the machine)


April si sentiva particolarmente strana quella sera.

E no, non poteva essere per il fatto che non si esibiva da giorni sul palco, ma per ben altro.

Era qualcosa di legato a Klaus.

Non sapeva dire perché, ma mentre guardava il proprio riflesso allo specchio, il braccio che con movimenti meccanici muoveva il rossetto sulle labbra, gli occhi che catturavano la diversità nel proprio sguardo, avvertiva un forte senso di menzogna.

Come se tutto fosse destinato presto a finire perché molte verità sarebbero presto venute a galla.

Non riusciva a capacitarsi di quel pensiero, dettato unicamente dalla sua testa. Il suo cuore era felice, felice di aver trovato in Klaus una sicurezza che aveva perso da tempo.

Felice di essere innamorata.

Non aveva più preoccupazioni per Christopher, per quello che avrebbe potuto fare a Klaus, perché si era sentita improvvisamente sicura che niente sarebbe accaduto al ragazzo. Anche se non riusciva a identificare il momento in cui aveva assunto quelle sicurezze: un attimo aveva così tanta paura di Christopher da decidere di rinunciare a quel sogno a occhi aperti, e quello dopo non le importava più nulla, di quella paura. Tanto da concedersi di nuovo di far l'amore con Klaus.

Non mi accadrà nulla, le aveva detto lui.

E lei ci aveva creduto, malgrado mancasse di qualsiasi certezza in quelle parole.

Ti ferirà, April. Lui non è quello che pensi e lo scoprirai presto.

Quella voce le riecheggiò nella mente, intricata a ricordi passati che la ragazza non riusciva a visualizzare. Si portò una mano alla fronte, adagiando il rossetto sulla superficie della toletta e socchiudendo lo sguardo mentre fissava, con aria vacua, il proprio riflesso. Era certa di aver sentito qualcuno rivolgerle quelle parole, ma non aveva proprio idea di dove avesse potuto udirle. Anzi, ripassando con il pensiero gli ultimi giorni passati, individuò diversi vuoti, come se alcuni momenti di quelle giornate fossero stati cancellati dalla sua mente.

Voglio evitare che tu mi svenga sul palco stasera.”

La voce di Gloria riecheggiò tra le silenziose pareti del suo camerino. La donna fece il suo ingresso con la solita aria altezzosa e autoritaria che la caratterizzava, con in viso un'espressione più seria del solito e con in mano una tazza fumante.

April la guardò senza capire; terminò di passarsi rapidamente la cipria sul viso e si girò verso la donna. “Che cos'è?” le domandò. “Non ti pare un po' tardi per il thé?”

Non è thé infatti.” Gloria le posò la tazza davanti, sulla superficie della toletta. “È una tisana che ti farà stare meglio.”

All'interno vi era contenuto un liquido verde acqua che dava proprio l'aspetto di essere un thé. Però l'odore che emanava era differente; sapeva di fiori in primavera, di profumo di incenso, aspro e pungente.

Ma io sto bene.” April fece spallucce e assunse l'espressione più sincera che le riuscì. Prese la tazza tra le mani e soffiò sull'alone di fumo che si levava dalla bevanda.

Sapeva che anche quella era una menzogna.

Era stata male anche quel pomeriggio; aveva preso a tossire violentemente e quando si era portata la mano alle labbra, l'aveva trovata leggermente sporca di sangue. Eppure negava a sé stessa qualsiasi preoccupazione, secondo la quale potesse trattarsi di qualcosa di grave.

Non era possibile.

Non lo accettava.

Non allora.

Non dopo Klaus.

Meglio prevenire che curare.” sentenziò Gloria, facendole segno di bere. La sua espressione era buia e sembrava che le stesse nascondendo qualcosa; i suoi occhi nerissimi non si erano mai posati sul suo volto da quando aveva messo piede nel camerino.

April non perse tempo a domandarsi il motivo, visto che Gloria era una donna particolarmente lunatica, sotto quel punto di vista.

Come vuoi.” rispose. “Anche se poi dovrò rimettermi il rossetto daccapo.”

Dopo aver sorriso, iniziò a bere lentamente.

** * * * ** * * ** * * * * *

Quel venerdì sera di Chicago sembrò festoso persino ai suoi occhi di millenario e annoiato vampiro.

La musica Jazz suonava con maggior impeto ed energia per tutto il locale; la gente ballava, sorrideva e si divertiva in una maniera che lui si ritrovava ad osservare con partecipe interesse; le donne erano tutte bellissime e gli uomini erano tutti meno irritanti.

Klaus, Rebekah e Stefan sedevano in un privé loro riservato; delle pesanti tende rosse circondavano il loro tavolo, rendendo solo visibile il palco nel piano sottostante, dove stava suonando un trombettista particolarmente talentuoso. Da quell'altezza si riusciva a scorgere perfettamente chiunque si trovasse al piano inferiore; teste di uomini e donne si muovevano a suon di musica, con armoniosa e disarmante ritmicità.

Che noia!” Stefan non era dello stesso umore di Klaus. Gli sedeva di fronte, affiancato da una Rebekah che sembrava tediata tanto quanto lui, intenta a bere del vino rosso da un calice che teneva elegantemente nella mano sinistra.

Queste donnicciole non mi danno più alcuna soddisfazione.” Il giovane vampiro allontanò il braccio dalle spalle della sua giovane vittima, la quale era riuscito quasi a dissanguare completamente nel giro di pochissimi minuti. Le sistemò la testa, come se fosse una bambola di porcellana, in modo che i profondi segni sul collo fossero ben nascosti dai suoi lunghi capelli scuri. Se qualcuno fosse passato e li avesse visti, avrebbe pensato che quella fosse beatamente addormentata sul divanetto.

Troviamo qualcosa di più divertente da fare.” Stefan rise come un bambino preso da un diabolico desiderio di combinare guai; si pulì le labbra con un tovagliolo bianco e guardò furbamente Klaus e sua sorella.

Rebekah ammiccò nella sua direzione, convinta dalla proposta del suo vampiro. “Buona idea, caro.”

Oh andiamo ragazzi, non diamo troppo spettacolo. C'è troppa gente oggi e i tempi in cui i superstiziosi ci davano la caccia con forconi e torce non mi sono mai andati a genio.” rispose Klaus con un sorrisetto furbo sulle labbra; trangugiò l'ennesimo bicchiere di liquore di quella sera, con un'espressione soddisfatta e serena sul viso.

Intanto il trombettista aveva terminato il suo numero, sotto gli applausi di tutti e Gloria si apprestò ad annunciare la giunta della leonessa a scaldare le notti di Chicago. April salì sul palco sotto i versi di giubilo di tutti i suoi ammiratori; fece scorrere lo sguardo su di loro com'era sempre solita fare per catturarli, fino a quando i suoi occhi si spostarono sul piano superiore, precisamente su di lui.

Come se sapesse che l'avrebbe trovato là.

Come se avrebbe potuto sempre trovarlo.

Gli sorrise, in quella maniera dolce che lui le aveva involontariamente insegnato a fare, e Klaus ricambiò con un rapido gesto che solo lei poté percepire.

Quella sera la ragazza indossava un abito blu, stretto in vita da una cinta scura, e lungo fin sotto i piedi. I capelli erano raccolti in una crocchia, tenuta in sede mediante una treccia dei suoi stessi capelli.

Era truccata pochissimo, con un poco di fard e un po' di rossetto sulle labbra, ma questo non sminuiva la sua bellezza. La rendeva più naturale, più visibile.

Oh, questo è amore.” Stefan parlò in un italiano imperfetto, che Rebekah si sentì in dovere di correggere, visto il lungo periodo che lei e i suoi fratelli avevano passato in Italia.

Stefan però ignorò la precisione della vampira e si piegò sul tavolo, puntando lo sguardo in direzione di Klaus. “Propongo di trasformarla questa sera e di istruirla poi alle gioie vampiresche delle nostre belle nottate. Che ne dici, Nik?”

Non se ne parla proprio Salvatore.” Klaus lo zittì, ignorando l'enorme interrogativo che gli si disegnò nella mente quando Rebekah lanciò un'occhiata preoccupata in direzione di Stefan. “A quello ci penserò io quando sarà il momento giusto.”

Era stranamente inquietante parlare a quel modo, mentre la melodica voce di April faceva da sottofondo alla loro conversazione, ma Klaus non ci diede molto peso.

Vuoi trasformarla?” Rebekah non riuscì a trattenersi dal rivolgergli un'espressione allarmata. Lo guardò stringendo con forza il bicchiere che aveva in mano e sgranò i suoi grandi occhi blu.

Perché no?” Stefan era confuso, ma non stupito dal tono di Rebekah quanto lo era Klaus. “Quella ragazza morirà nel giro di poco tempo e se aspettiamo un altro po', la malattia potrebbe renderla brutta e deperita.”

Rebekah lanciò un'altra occhiataccia in direzione di Stefan, infastidita dal modo in cui lui aveva parlato della vita di April. Quasi contasse poco o nulla rispetto alla sua bellezza. Le sue grandi labbra carnose erano dischiuse, in un'espressione puramente sconvolta e carica di disappunto.

E se lei non volesse essere trasformata?”

Klaus iniziò a nutrire fastidio per quell'atteggiamento della sorella. “Sta morendo. Le farei solamente un favore rendendola come noi.” asserì, sapendo di essere nel giusto.

Bevve un lungo sorso dal suo bicchiere, incolpando mentalmente sua sorella per avergli rovinato la serata con i suoi improvvisi sbalzi di moralità.

O forse era peggio lui che si lasciava coinvolgere da quelle parole?

E la chiudo qui.” concluse.

Rebekah fissò allibita suo fratello, senza però proferire nessun'altra parola. Sapeva quanto pericoloso e irritabile potesse divenire quando veniva costretto ad affrontare argomenti di cui non voleva parlare. Stefan le passò un braccio lungo le spalle, accarezzandole sensualmente la pelle del gomito. “Va bene, questi sono affari tuoi Nik.” disse. “Ma io continuo ad essere annoiato.”

E non è un mio problema.” Klaus rispose stizzito, pronunciando quelle parole come se fossero la giusta conclusione per la precedente frase di Stefan. L'Originale si voltò a guardare in direzione di April, la quale continuava a cantare con la stessa grazia e dolcezza di un angelo caduto dal paradiso.

Gli occhi di Klaus, però, si spostarono involontariamente verso un uomo in mezzo alla folla, il quale stava fissando silenzioso e immobile la figura della cantante. Aveva un'espressione minacciosa e carica di odio sul volto; stonava terribilmente con i volti affascinati e catturati degli altri spettatori.

Klaus provò un moto di rabbia che lo spinse ad agire. “Mio caro Salvatore.” disse, mordicchiandosi il labbro inferiore per qualche secondo. “T'ho appena trovato un ottimo passatempo per stasera. Liberati più veloce che puoi di quel cadavere.”

E, detto ciò, rivolse un sorriso furbo in direzione del compagno.

* * * * * * * * * * * * * * *

April continuava a cantare, sorridente e solare, sul palco del locale, senza accorgersi dei suoi occhi su di lei.

Chiunque avesse potuto immergersi negli occhi di Christopher in quel momento, ne sarebbe stato ingannato, pensando che quelli fossero ricolmi di odio. Ma l'odio era un sentimento, una rosa dai petali neri che germogliava affianco a un fiore più colorato, e lui, per April, non nutriva nessun tipo di sentimento.

Amava il suo bel viso, amava il suo bel corpo, ma non vedeva nient'altro sotto quella facciata.

Lui la guardava con rabbia, per il semplice motivo che la sentiva sfuggirgli dalle dita, come fosse un oggetto di valore, ma senza alcun significato.

Non voleva perderlo solo perché valeva tanto e perché doveva essere una cosa sua.

Niente più.

Questo era ciò che April era per lui.

È sempre un piacere incontrare un ricco magnate di Chicago come voi, Christopher.”

L'uomo si girò lentamente, quando sentì pronunciare il suo nome da qualcuno alle spalle. Si ritrovò il sorriso beffardo di Klaus davanti allo sguardo, gli occhi accesi fissi sul suo volto e una postura regale, elegante e raffinata che Christopher sentì di non aver mai posseduto, nonostante i suoi nobili natali.

Provò invidia perché le mani che si contendevano il suo prezioso gioiello erano migliori delle sue.

Dio, avrebbe potuto sparargli un colpo di pistola proprio in quel momento, davanti a tutta quella folla.

Voi forse non avete idea di chi io sia...” Klaus tese la mano nella sua direzione, in attesa che lui ricambiasse la presa. “Il mio nome è Niklaus Mikaelson...”

So chi siete.” Christopher mantenne le proprie mani gelosamente dentro le tasche dei pantaloni. “Siete uno dei nuovi ricconi più ambiti della città....e il bastardo che vuole scoparsi la mia donna.”

L'espressione sorniona sul volto di Klaus si rabbuiò per un attimo. Christopher ne fu sollevato e non poté fare a meno di sorridere, senza sapere che quel baleno sul viso del ragazzo non era dovuto a un sentimento di paura nei suoi confronti.

Scoparsi?” Klaus fece un passo verso di lui, e questa volta fu l'espressione di Christopher a mutare per un attimo, solo in maniera più percettibile rispetto a come era accaduto poco prima a Klaus. “Non stiamo parlando di un animale da monta.”

Incredibile, quel folle non cercava nemmeno di nascondere la relazione con la sua donna.

Oh, l'avrebbe pagata molto cara per quel suo errore.

Troppo cara.

Figlio di...”

Sono qui per chiarire.” Klaus mantenne l'autocontrollo, malgrado Christopher sembrava sul punto di volerlo colpire in quel momento. Continuò a sorridere, come se la collera dell'umano non lo scalfisse. “Ma credo che dovremmo farlo in un posto più...tranquillo e riservato.”

Klaus alzò l'indice, indicando con precisione il tavolo a cui sedevano Rebekah e Stefan sul piano superiore del locale. Il ragazzo fece un cenno di saluto nella loro direzione.

Perché dovrei aver voglia di chiarire qualcosa con voi?” Christopher guardò con aria minacciosa il volto di Klaus, il quale non la smetteva di dispensare sorrisi incoscienti nella sua direzione.

Perché non dovreste? Siamo sulla stessa barca, ingannati dalla stessa donna.” Klaus fece scorrere lo sguardo verso April, e Christopher si girò nella stessa direzione. La giovane cantante era completamente assorta nella magia della sue emozioni da non essersi accorta di nulla.

Rapidamente, la visione delle cose di Christopher mutò. Klaus era molto, troppo convincente per non farlo dubitare di quanto, fino ad allora, aveva sempre creduto.

April restava una puttana. Ma forse Mikealson non era l'amante infame che gli aveva gettato sopra fango e disonore.

So che probabilmente ancora non mi credete.” proruppe Klaus, malgrado la sua espressione tradisse la convinzione di aver fatto centro. “Ma, abbiate fiducia, dopo che vi avrò spiegato tutto quanto, sarete del mio stesso avviso.”

Christopher serrò la mascella, con aria pensierosa. “Va bene. Ma fate sì che duri poco.” disse infine.

Klaus sorrise, gli fece segno di seguirlo e i due si mossero in direzione degli scalini che li avrebbero condotti al piano superiore del locale.

In quello stesso istante la canzone di April fu sul punto di terminare.

E i suoi occhi preoccupati catturarono l'immagine dei due uomini camminare fianco a fianco nella folla.

* * * * * * * * * * * * * *

Prego, accomodatevi.”

Klaus gli indicò un punto sul divanetto, in cui Christopher sarebbe stato seduto vicino a lui. L'umano valutò gli altri due visi prima di prendere posto: Stefan teneva un braccio adagiato sopra le spalle di Rebekah, la quale fissava Christopher con intensità. Sul viso una smorfia che poteva rappresentare piacere ma anche disgusto. Capirlo gli fu difficile.

Dopo essersi schiarito la voce, l'uomo si sistemò i bottoni della giacca e prese posto, subito dopo che Klaus ebbe fatto lo stesso. “Allora...ditemi ciò che avete da riferirmi e chiudiamola presto.” disse, tenendo lo sguardo basso.

Klaus si trattenne dallo scoppiare in una risata fragorosa.

La situazione era già cambiata.

Fino a pochi secondi prima quel poveraccio era spavaldo e sicuro di sé, ma gli sguardi di Stefan e Rebekah gli avevano fatto realizzare quanto quella situazione sarebbe risultata sgradevole per lui.

Non aveva capito che loro erano vampiri ovviamente, ma si era comunque reso conto di avere solo due occhi contro sei che lo fissavano con attenzione.

Va bene, parto subito.” Klaus incrociò le gambe e allungò entrambe le braccia sullo schienale del divanetto, ponendosi in una posizione comoda quanto poco elegante. “La cosa è molto semplice e vi prenderà pochi minuti del vostro tempo.”

Christopher lo guardò attentamente, iniziando a sudare freddo. Sentì Rebekah e Stefan ridacchiare tra di loro e un brivido gli serpeggiò lungo la schiena.

April è mia.” L'espressione di Klaus mutò improvvisamente: non vi era più alcuna ombra di sorriso sulle sue labbra, il mento era alto e gli occhi luminosi, per marcare il diritto che reclamava su quella ragazza.

Christopher non poté credere a quella sfacciataggine; ne restò così stupito da non potervi nemmeno rispondere prontamente. Il suo respiro iniziò però a farsi lentamente più affrettato, mentre i suoi polmoni si nutrivano di rabbia e disprezzo.

E se vi azzardate di nuovo a minacciarla, vi giuro che vi strapperò le dita una a una e ve le farò mangiare, mi sono spiegato?” continuò Klaus.

E per dita, intende anche quelle dei piedi.” aggiunse Stefan, come se stesse introducendo la parte più bella di una barzelletta.

Voi forse non sapete con chi avete a che fare!” Christopher scattò in piedi, rifiutandosi di far intuire ai nemici che quelle parole era riuscite comunque a infondergli paura.

Oh invece so benissimo con chi ho a che fare. Siete un damerino senza midollo che si diverte a minacciare una ragazza perché la reputa sua proprietà. Non valete nemmeno un singolo passo che camminate.” Klaus rise tra sé e sé, divertito dalla maniera in cui Christopher lo guardava allibito. Ci mancava poco che si mettesse a gridare come una zitella isterica purché lui la smettesse di parlare. “Siete voi... che non avete proprio idea di chi sia io.”

Basta, questo è troppo!” L'umano cercò di sfuggire allo sguardo di Klaus e ai risolini degli altri due. Scattò in piedi, pronto a fuggire a una battaglia verbale che non sarebbe stato capace di sostenere. “Sappiate solo che vi farò pentire amaramente di quanto mi avete detto stasera.”

Ma evidentemente non avete ascoltato bene.” Klaus si alzò in piedi, impedendo così all'uomo di proseguire nel suo cammino. Gli posò una mano sul petto e chinò il capo per poterlo guardare. “Voi non avete idea di chi io sia. E vorrei che mi conosceste un po' meglio.”

Oh so tutto quello che dovrei sapere su di voi...sei un uomo morto!” Christopher ritrovò un poco del suo coraggio, allontanando la mano di Klaus dal proprio petto. L'altro sembrò accettare di buon grado quel gesto, lasciando cadere la propria mano e umettandosi le labbra, spostando poi lo sguardo altrove.

E con voi lo sarà anche April. Trascinerò tutti e due nella tomba.”

Christopher concluse la sua minaccia con un sibilo, nella vana speranza di incutere timore. Detto questo fece per superare Klaus, riuscendoci solo perché questo ebbe la premura di spostarsi.

Christopher, però, non ebbe fatto i conti con un altro dei presenti.

Stefan Salvatore si parò davanti a lui con una velocità disumana. Se lo ritrovò di fronte, malgrado non si fosse nemmeno accorto che il ragazzo si era alzato in piedi. “Sapete, non sono un cavaliere...ma non mi piace il modo di cui parli di quella ragazzetta.”

Detto questo, il vampiro posizionò le proprie mani sulle spalle dell'uomo, spingendolo a sedersi sul divanetto, dove si era trovato fino a pochi secondi prima. Christopher riuscì a metabolizzare il tutto solo quando la cristallina risata di Rebekah risuonò accanto a lui. Stefan si era mosso con una velocità che di umano aveva ben poco, e l'aveva poi riutilizzata per spingerlo a sedere sul divanetto. Allora riuscì a capire per quale motivo, da quando si era seduto insieme a quei tre demoni, aveva provato una strana e intensa sensazione di inquietudine.

Stefan gli si avvicinò a passi lenti e studiati; Klaus si sedette accanto a lui, ammiccando sotto i baffi e riempendosi poi un altro bicchiere di liquore.

M-ma...chi..siete voi?” Christopher cercò di alzarsi, ma i suoi piedi scivolarono goffamente sul pavimento, facendolo affondare ancora di più nel materasso del divanetto. Provocò così l'ilarità di Stefan e Klaus e un lieve rossore gli tinse le gote scarnite.

Rebekah non gli diede modo di pronunciare nessun'altra sillaba: gli prese il mento tra le mani e fece voltare la sua testa verso di lei. Lo fece con una tale forza da fargli quasi scricchiolare il collo.

Siamo solo persone molto, molto annoiate.” gli disse, muovendo con ritmicità le sue bellissime e piene labbra rosse. “E ora, non emetterai un suono per tutto il resto della serata e farai tutto quello che noi ti diremo.”

Quelle parole si impossessarono del libero arbitrio dell'uomo, riducendolo alla stregua di un vegetale dipendente ai desideri dei suoi tre carnefici.

Klaus guardò Rebekah con sadica soddisfazione.

E ora mettiti seduto composto. E spostati un po' più in qua.” Rebekah scivolò alla sua sinistra, e Christopher le obbedì come un bambino soggetto ai rimproveri della madre.

Ci fu così abbastanza spazio affinché anche Stefan potesse sedersi; scavalcò le gambe di Klaus con un abile gesto e lanciò poi uno sguardo complice in direzione del compagno, mentre quest'ultimo si scolava le ultime gocce di liquore.

Ripper, te l'ho mai detto che provo una malsana invidia per il tuo modo di...divertirti?” gli disse; alzò poi le mani per enfatizzare i suoi pensieri appena espressi. “Davvero, mi fai sentire così vecchio e antico. Credo di non sapermi più divertire in maniera adeguata!”

Stefan chinò il capo, accettando il complimento. “Troppo gentile, amico mio.” rispose, congiungendo le mani e sorridendo sotto i baffi.

Rebekah ridacchiò divertita, più dalla paura insita nel tremore di Christopher piuttosto che dello scambio di battute dei suoi due compagni di serata. Quel poveraccio si guardava attorno spaventato, desiderando gridare senza però poterlo fare.

Klaus posò il suo bicchiere davanti a Stefan. “Ti prego, offrimi uno spettacolo allettante questa sera.”

Oh...ma con molto piacere.” Stefan si voltò verso Christopher; la sua parte spaventata, domata dalle precedenti parole di Rebekah, gridò in cerca di aiuto. Tremò più forte, come una foglia, e fissò con orrore lo sguardo vuoto del vampiro.

Vuoi offrirci da bere, Chris?”

Christopher deglutì, sentendo che dietro quella domanda c'era ben altro. “V-volentieri.” rispose, annuendo ripetutamente.

Perfetto allora. Quattro bicchieri Stef.” Rebekah si protese verso il suo amante, alzando quattro dita. Klaus si portò una mano al volto per trattenere le risate. Predispose allora, oltre il proprio bicchiere, quello utilizzato da Rebekah, quello di Stefan e quello che era stato precedentemente offerto alla loro vittima. Li predispose davanti al compagno, attendendo che questi iniziasse il suo spettacolo di divertente sadismo.

A Christopher tremavano le labbra, come se stesse per scoppiare in una crisi di pianto.

Li preparo in un batter d'occhio!” esclamò Stefan. Con uno scatto rapido, afferrò il polso destro dell'umano e affondò i canini nella sua carne. Christopher emise un leggero gemito, mentre il suo sangue colava dalle fauci aperte del vampiro sulla tovaglia del tavolino. Stefan ne bevve solo qualche sorso, per poi portare il polso sopra due dei loro bicchieri, premendo sulla carne per favorire la fuoriuscita del sangue, dalla vene all'interno dei calici.

Caldo caldo, come appena sfornato.” sussurrò il vampiro soddisfatto.

Rebekah volle prendere parte al gioco. “Aspetta, ti aiuto.” disse e afferrò l'altro polso di Christopher, mordendo con maggiore eleganza e minor voracità rispetto al suo amante, per poi prendere a riempire i due bicchieri rimasti.

Lo sguardo di Christopher si fece vacuo, oscillando da un vampiro all'altro, mentre la pelle del suo volto si faceva sempre più pallida e madida di sudore.

Si focalizzò poi su Klaus, il quale preferiva osservare con perverso piacere il gioco messo in atto dai due compagni. Preferì non prenderne direttamente parte perché si conosceva; sapeva che, furioso com'era, avrebbe perso il controllo troppo presto, riducendo così la sofferenza di Christopher al minimo. Lo avrebbe portato immediatamente alla morte, senza infliggergli il dolore che meritava.

Stefan non era così: a lui non piaceva solamente uccidere-l'omicidio per lui rappresentava la ciliegina di una buonissima torta-ma piuttosto preferiva torturare le sue vittime per potersi nutrire della loro paura, mentre lui giocava e si divertiva.

Era quella la vera natura di un vampiro: nutrirsi di paura e sangue. E gioirne.

E Stefan non era coinvolto da alcuna nocività di sentimenti, a differenza di Klaus.

Per quanto riguardava Rebekah invece, lei si prestava al gioco semplicemente perché era annoiata.

Vi prego non...” Christopher parlò con voce flebile e debole, guardando entrambi i propri polsi insanguinati.

Stefan porse un bicchiere a ciascuno di loro. “Alla salute signori.” disse, impugnando il gambo del bicchiere e innalzandolo verso il cielo, come se stessero davvero brindando a qualcosa.

E a cento di questi giorni.” Rebekah fece lo stesso, seguita a ruota da Klaus.

Solo Christopher non si mosse, tenendosi i polsi all'altezza degli occhi lacrimanti e tremando percettibilmente. Avrebbe potuto causare pietà in chiunque, ma non in loro.

Stefan lo guardò contrariato. “Chris caro...perché non brindi con noi?” gli domandò, dandogli una lieve pacca sulle spalle che lo fece gemere di dolore. “Potrei offendermi.”

E fossi in te non lo farei offendere.” Klaus trincò con il sangue dell'umano. “Perché poi delle teste rotolano e qualcuno deve pulire.”

Christopher dissentì, spaventato come un cucciolo. “Vi...vi prego, non fatelo.” li implorò.

Va' a farti fottere amico. Bevi.” Stefan sorrideva, indicandogli il bicchiere che aveva di fronte.

Malgrado il pensiero gli procurasse dei conati di vomito, Christopher guardò il bicchiere riempito di due dita del suo sangue. La sua mano si spostò inevitabilmente verso esso, stringendolo con tutte le dita. Poi, tremante, si portò il bicchiere alle labbra e prese a bere lentamente. Il sapore metallico del sangue gli inondò il palato, e quando questi si spostò lungo la sua faringe, venne colto da numerosi conati di vomito. Si sputò il sangue addosso, sul tavolo, e in parte di nuovo nel bicchiere, mentre i tre vampiri ridevano spassosamente di fronte quello spettacolo.

Christopher, umiliato, spaventato e tremante, si pulì le labbra con il dorso della mano, guardando uno a uno i volti dei vampiri.

Stefan alzò la testa e la sua risata soffocò contro il palmo della mano, quando scorse una figura a pochi passi da loro. Malgrado tutto il suo sorriso non si spense, cogliendo il divertimento che poteva scaturire anche da quella faccenda.

Oh mio dio...”

Klaus smise di sghignazzare non appena riconobbe il suono melodico di quella voce. I suoi occhi si sgranarono per la sorpresa e il panico si impadronì completamente di lui.

Si voltò di scatto verso un punto alle sue spalle e scorse un viso sconvolto e in lacrime a pochi passi da loro.

April aveva visto tutto.

* * * * * *

Perché hai fatto tutto questo Katherine? Non me lo hai mai spiegato per davvero.”

Katherine se ne restò seduta sul bordo del marciapiede, con le gambe sensualmente accavallate e lo sguardo rivolto verso la luna piena che brillava candidamente nel cielo. Usando la propria immaginazione, la poté immaginare intrisa del sangue che aveva bagnato quell'ennesima notte di Chicago. Ne sorrise.

Non te l'ho mai detto perché non volevo intromettermi tra te e la scia di sangue che ti lasci dietro da giorni.” rispose freddamente, posando le mani sull'asfalto e continuando a fissare ostinatamente verso il cielo. Non si curò dell'ombra che, alle sue spalle, si teneva nascosta nel vicolo tra due edifici, quasi provasse vergogna nel farsi vedere alla luce della luna.

La tua stupidità ha un limite che non vorrei mai valicare.”

Lei ama veramente quel Niklaus. Sarebbe stata con lui anche se tu non l'avessi soggiogata.”

Katherine fece spallucce; dondolò avanti e indietro il piede sinistro, sospeso sopra il ginocchio destro, e arricciò le labbra. Parlare di tutta quella situazione la infastidiva, facendola sentire impotente e sola com'era stata per tutti quei secoli. Nemmeno la compagnia della figura alle sue spalle poté risollevarla da quella sensazione. “Lo so. Ma non mi piace aspettare e ho preferito accelerare i tempi.”

Calò un silenzio tombale. Una macchina sfrecciò rapidamente davanti a loro e Katherine riuscì a scorgere dai finestrini le teste di un uomo e di una donna, talmente ubriachi da ridere sguaiatamente. I suoni delle loro voci risuonò per pochi istanti, fin quando la macchina svoltò dietro un angolo.

E cosa otterrai con tutto questo?”

Visto che non posso ottenere ancora quello che voglio.” Katherine fu rapida e risoluta nella risposta; piegò la testa da un lato e mantenne gli occhi scuri fissi sulla luna. “Voglio almeno godermi l'immagine di Klaus di fronte alla perdita dell'unica persona per cui conta qualcosa. Ne vale la pena. Voglio concedermi questa piccola soddisfazione.”

Quella sua risposta, però, non le piacque. Katherine non voleva una sofferenza momentanea per Klaus, voleva che marcisse all'inferno da cui proveniva e che la lasciasse libera di vivere in armonia l'eternità che le si prospettava davanti.

Quello che il vampiro nutriva per April le era sembrato forte, quasi irreale, vista la natura omicida di Klaus. Tanto che ancora stentava a credere di aver puntato così tanto in quell'attrazione fatale nata tra di loro. Aveva provato a sfruttarla, sperando che l'ingenua sensualità di April potesse fornirle informazioni riguardo la fuga a cui anche Klaus e sua sorella erano soggetti, ma ne aveva ricavato il nulla. Si sentì una stupida; aveva intuito che Klaus mai e poi mai avrebbe rivelato ad April uno dei suoi segreti, eppure ci aveva comunque provato.

E chi ti dice che non le cancellerà la memoria nel caso in cui scopra di lui e di sua sorella?” chiese ancora la fastidiosa e curiosa ombra alle sue spalle.

Katherine aveva sempre odiato la domande a raffica, sopratutto se provenivano da una voce così squillante. Si alzò lentamente in piedi, pulendosi la corta gonna del vestito sul didietro e si voltò. Il suo interlocutore era ancora timidamente avvolto nel buio.

Non lo farà. Ho già provveduto a muovere le mie pedine.” rispose, avvicinandosi lentamente a lei. Il suono dei suoi tacchi a spillo riecheggiò nel vuoto della notte. “E, anche se lo farà, il risultato non cambia. Klaus perderà questa piccola battaglia. Sai quello che faremo, no? Non farmelo ripetere.”

Katherine avvertì un moto di fastidio, quando scorse la chioma bionda dell'ombra scuotersi in un gesto di dissenso. “Io non voglio permettertelo.” le disse.

Sfidarla in una notte così carica di rabbia e solitudine; quella sciocca aveva scelto il momento sbagliato per provocare Katherine Pierce. La vampira, presa da un attimo di irrazionalità, scattò velocemente in direzione di quella figura, stringendola per il collo e spingendola violentemente sul marciapiede. Il volto del suo interlocutore divenne finalmente visibile alla luce della luna, pallido e smorto come solo un viso toccato dalla morte poteva essere.

Katherine mostrò i canini, tenendo la mano stretta attorno al collo dell'altra e impedendo a quest'ultima di compiere un qualsiasi movimento che potesse permetterle di liberarsi. Restò dunque chinata su di lei, lanciandole occhiate di fuoco e ira.

Stammi a sentire.” ringhiò la mora, oscillando lievemente i corti capelli scuri. “Sono stanca dei tuoi capricci. Sono stanca delle tue continue perdite di controllo. Ti ricordo che è grazie a me se non sei morta; è grazie a me se continui a bazzicare per queste strade con la tua insulsa vocina stridula e i tuoi occhi da pesce lesso. Ho lasciato che tu ti trasformassi, non perché mi sei simpatica ma perché mi servi.”

La ragazza a terra era sul punto di scoppiare in lacrime. Katherine l'aveva sempre ricordata fastidiosamente emotiva e fragile, e quelle sue caratteristiche erano state amplificate dalla morte sopraggiunta nelle vesti di un vampiro. Quasi si pentì di aver inserito quella pedina sulla sua scacchiera.

Hai capito bene, Violet?”

Io non voglio ucciderla.” piagnucolò Violet, serrando più forte che poté il polso di Katherine. Questa non mostrò alcun segno di disagio; anzi strinse più forte la presa attorno al collo della ragazza, infastidita dalla sua continua ostinazione.

E invece lo farai, se non vuoi che la morte di April sopraggiunga più violenta per mano mia. ”

Detto questo, Katherine fece alzare con uno scatto Violet, tenendola per le spalle una volta messa in piedi e guardandola nei suoi occhi verdi, spenti e vacui. La neo vampira aveva le labbra sporche di sangue, l'abito bianco intriso di macchie rosse e nere in diversi punti.

Katherine si ritrovò a storcere la bocca disgustata di fronte a tale sporcizia. Violet era sempre, perennemente affamata, trascurando così un poco di norme igieniche. Riusciva a essere peggio di Stefan.

Vedi il lato positivo, mia cara.” le disse, facendo salire le mani all'esile volto di Violet. “La malattia la porterà via lentamente, mentre tu lo farai molto velocemente. E, inoltre, la libererai dalla condanna di amare uno come Klaus. Le faremo un doppio favore.”

Violet non trovò le parole per replicare. Katherine la spaventava come nessuno mai aveva fatto prima e le sue parole le si imprimevano nella mente come marcate a fuoco. Non trovò nemmeno la voglia di elaborare una possibile risposta, perché un rumore di passi le segnalò la presenza di un umano, in procinto di avvicinarsi a loro. Si voltò simultaneamente insieme a Katherine, e notò la presenza solitaria di un ragazzo che camminava rapidamente lungo il marciapiede, verso di loro. Non mostrò alcun tipo di timore, quello stolto, nel scorgere le due fanciulle a pochi metri da lui.

Katherine sorrise. Guardò le venuzze scure che si erano formate ai lati degli occhi di Violet e un senso di soddisfazione le si dipinse sul volto. Adorava vedere come i vampiri appena nati fossero terribilmente soggetti al battito di un cuore umano.

Quando l'umano si fermò di colpo, come confuso, decise di concedersi anche lei una notte senza controllo.

Penso che stasera ti farò compagnia per cena.” disse.

E, detto ciò, Katherine tirò fuori i canini, per poi guardare in direzione della loro vittima.

E le urla del ragazzo riecheggiarono nella notte, rendendola più buia di quanto già non fosse.


Buonasera a tutti! :D

Vi dirò, oggi forse sarà perché sono particolarmente felice, ma sono soddisfatta di questo capitolo. Ad eccezione dell'ultima scena di Katherine, il resto mi sembra abbastanza caruccio alla fin fine u.u poi, nel caso fosse il contrario xD, non esitate a dirmelo, mi raccomando!

Come sempre, spero che non ci siano troppi evidenti errori grammaticali, e nel caso ne visionaste qualcuno, fatemelo pure presente! ;)

Parlando del capitolo, penso vi sarete accorti che la scena Klaus-Stefan-Rebekah è ispirata alla 3x03, dove questi tre simpaticoni fanno bere del sangue a quel povero tizio. Ovviamente è un po' modificata a fini di trama, ma spero comunque che abbia ricalcato abbastanza bene le dinamiche della vicenda.

Passando alla scena su Katherine....ho dei forti dubbi su di lei. Nel senso, non mi sembra lei...voi che ne pensate? La mia paura di sfiorare il tanto odiato OOC è sempre presente, sopratutto su personaggi “complicati” come lo è Katherine Pierce.

Il colpo di scena, poi, è stato un effettivo colpo di scena? XD purtroppo manco nella suspence e nel farvi prendere un colpo sono brava ahah.

Comunque, avrei da chiedervi un consiglio: una certa persona (Elyforgotten, la colpa è tutta sua) mi sta spronando a scrivere qualcosa sullo Stefan Rippah di questa storia. Qualcosa che comunque durerà pochi capitoli, massimo 5-6, e che sarà correlato comunque allo scenario di “October & April”. Che ne pensate?

Vabbé, me sto zitta! Ringrazio tutti gli adorabili lettori di questa storia; chi legge silenziosamente e chi recensisce. E grazie anche a coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite/ricordate e seguite!

Ci rivediamo alla prossima...o almeno spero! ;)

Buona serata a tutti! Ciao :*


ps: risponderò alle recensioni bellissime dello scorso capitolo proprio adesso!


   
 
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