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Autore: Sorella Grimm    05/09/2013    5 recensioni
La storia verrà sospesa in attesa di essere profondamente revisionata e ripubblicata in seguito.
PARTECIPANTE AL CONTEST ''AUTUNNO ORIGINALE'' INDETTO DA FAEJER
''[…] e Raghallach Urthadar guidò le menti dei suoi compagni esponendo le cicatrici dei loro neri corpi fino a quando, come un unica mano colpirono duramente il mondo invisibile.
Ora visibili, vulnerabili nelle nostre debolezze, immersi in un mondo ostile noi ci nascondiamo. Aspettando, muti, una nuova possibilità.''

Dai libri della Rivolta, Vol.I
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''[…] il mutamento è veloce ma per lo più doloroso.

L'Etereum ci attrae come il canto di una sirena e forgiare un legame risulta estremamente naturale.

[…] perdersi nell'immensità del potere è il destino di ognuno di noi che, lontani da coloro che ne sono già parte, sacrifichiamo noi stessi per la sopravvivenza delle altre razze.

Dalle Cronache dei Neri, Vol. IX

 

 

 

Brianna

Il vento frusciava tra gli alberi con intensità lasciando intravedere sprazzi di cielo tra le fronde in movimento. La notte ammantava di buio l'intera foresta, punteggiata solo degli occhi luminescenti di qualche animale in fuga ad ogni scricchiolio dei suoi stivali sulle foglie. Avanzando nel buio con la spada in una mano, Yvonne scrutava il cielo aggrottando la fronte.

<< E' troppo presto per essere l'alba >> si trovò a sussurrare nello scorgere un variopinto rosseggiare a qualche miglio di distanza. << Questo non va per niente bene... >>. Roteando la spada con fare assorto sembrava continuare a riflettere mentre si dirigeva proprio verso la fonte di quelle luci. << Il villaggio di Kinderhole... un incendio! >> L'intuizione la colpì come un pugno in pieno stomaco bloccandola sul posto per il profondo orrore. << Dmitri...>> ed al suono di questo nome prese a

DRIN – DRIIN

<< No... mmh... non così... >> e con quell'ansito sofferente prese a correre

DRIIIN

<< Oddio!?! >>

Scostando con fare irritato la sedia dalla scrivania Brianna si mise a sondare la stanza in cerca del cordless.

<< Ma dove diavolo l'ho messo..? >>

Sollevava pile di libri e fogli, scagliando penne e gomme in ogni dove aumentando il caos già presente nella stanza.

<< Ah! Pronto? Si, ciao mamma... no... si... certo che mangio e... si... no, non sono sempre attaccata al pc. Mamma certo che esco. Tutti i giorni! Devo pur fare la spesa no? … Si è vero me la faccio portare a domicilio quasi sempre ma stai tranquilla. Piuttosto lo zio come sta? Mmh... bene, bene. Ok ma, scusa devo lasciarti ho un altra chiamata in attesa. Sai... quando una ha una vita sociale come la mia...no mamma era una battuta ma devo lasciarti davvero. Mmh... anche io mamma. Un bacio. Ciao, ciao, ciao. >>

Con un sospiro si lasciò cadere sulla sedia, che rispose con un cigolio di protesta, mentre già prendeva a pigiare sulla tastiera con rapida efficienza; terminò l'azione lasciata a metà e la inviò.

La quest1 che aveva appena cominciato sembrava presagire qualcosa di divertente. Si legò i capelli con gesti esperti sollevando le lunghe ciocche brune sopra al capo a comporre la sua classica coda alta un po' storta. Stranamente si trovò a sistemarla guardandosi nel riflesso sullo schermo del computer che, pur essendo una superficie riflettente, non era uno specchio vero. Un brivido la scosse al pensiero del grande specchio che, quando aveva comprato quel monolocale, ornava proprio la parete di fronte a lei. Ora si trovava nella cantina, imballato ed innocuo.
Dmitri postò proprio in quel momento la sua azione2 per poi mandarle un messaggio privato come ogni volta.

- DLIN – ''Cos'è ti lanci a salvarmi pur sapendo del tuo malus della quest di mercoledì ? Vedo in scheda che non ti sei fatta togliere la maledizione. Non mi starai tradendo con la vita vera spero. Malvagia >o< .''

Le parole le strapparono una risata dopo di cui scosse la testa prima di rispondergli.
'' No caVo. Non ti tradirei mai! Semplicemente Apollonia non poteva ruolare3 questa settimana quindi mi tengo la maledizione e vediamo come va. Ci sarà da ridere! ''

- DLIN - ''Se muori abuserò sicuramente del tuo cadavere. U_U''

- DLIN - '' E io mi farò un pg4 gaio che si innamorerà di te e ti stuprerà di notte. ''

- DLIN - ''Prima però dovrai prendermi.''

- DLIN - ''Lo farò super forte e super veloce. Ti ricordo che sono master anziano anche io e questo mi da enormi poteri su voi comuni player.5 Muwahuawawawa!! (risata intrisa di pura malvagità). ''

Sarebbero andati avanti per ore a sparare cavolate ma era già il suo turno così dovette leggere alla svelta le varie azioni degli altri prima di comporre la propria.
<< Ovviamente dovevano essere stupidi orchi! Giusto perché Yvonne in background6 dice di essere traumatizzata dagli orchi. Mmh...vediamo. >>

Andò avanti a giocare per quattro ore.

Il buio calava fuori dalla finestra, le mille luci dell'appartamento si accendevano. Le due candele accanto al pc spargevano il loro profumo al bergamotto ovunque, mischiandolo al sentore dolciastro del take-away giappo. Con un sospiro si stiracchiò sulla sedia concludendo la quest con un azione di uscita un poco da Power Player7 ma che in fin dei conti le dava non poca soddisfazione. Quando una è forte...è forte.
Era riuscita a restare viva, a uccidere due orchi contro ogni previsione, guadagnato di sicuro molta esperienza e Dmitri le aveva promesso un rendez-vous notturno tutto sesso.

Adorava notti come quella!

I rumori della città erano azzerati, il buio colmato dalle sue lampade a risparmio energetico, il sushi era già stato digerito e le rimaneva ancora il biscotto della fortuna da aprire. Watzashi era forse l'unico giapponese che consegnava anche quei biscotti e lei li adorava. Si sistemò in una chat privata aspettando che Dmitri concludesse la quest a sua volta e la raggiungesse mentre prendeva il dolcetto scartandolo dall'involucro colorato.
Rompendo la crosta dorata lasciò scivolare fuori il foglietto mentre già un pezzetto del biscotto le scricchiolava sotto i denti.

 

'' La morte è soltanto un'altra via. Dovremo prenderla tutti. ''8

 

<< E li chiamano biscotti della fortuna questi? E' una citazione di Gandalf dal ritorno del re! Anche piuttosto inquietante... Bah! >> Accartocciando il pezzetto di carta lo lanciò attraverso la stanza fino a centrare il cestino ed esultando di conseguenza.
- DLIN -
Sorridendo si sistemò capelli e vestito e si apprestò alla sua nottata di sesso selvaggio.


…..............

 

Erano le 05.40 quando la sveglia la fece sobbalzare in un fracasso di matite cadute a terra e tasti spinti a caso. Guardandosi attorno si accorse di essersi addormentata sulla tastiera. Sfiorandosi il viso notò che parte dei tasti le era rimasto stampato su una guancia insieme ad un residuo di saliva. Pulendosi malamente sbadigliò stiracchiandosi guardando lo schermo ancora acceso del computer. Aveva accidentalmente inviato un messaggio su Skipe a Dmitri con una serie incomprensibile di lettere e simboli verso le 03.00 del mattino. L'avrebbe presa per pazza come al solito ma almeno lui la comprendeva.
Capiva come poche altre persone le sue paure e le sue motivazioni.
Quel ragazzo le piaceva proprio e ruolava anche da dio.
Con un sospiro e un gemito di beatitudine si alzò in piedi stirando le membra intorpidite accostandosi alla finestra per sbirciare il nuovo giorno che nasceva.
Era il migliore momento della giornata, quando la luce finalmente portava via il buio che tanto la terrorizzava. In quel momento il cielo risultava ancora scuro verso nord-ovest mentre si tingeva dei toni più caldi dell'azzurro sopra ai monti circostanti. Pettinandosi i capelli con le dita si ritrovò a sorridere osservando la desolazione della strada sottostante e del parco che brillava di rugiada a pochi metri dal suo portone.
Con un guizzo eccitato corse all'armadio spalancandone le ante traendovi il suo vestito preferito. Rosso, aderente alla vita e morbido nella gonna svasata. Lo prese roteando su se stessa prima di infilarselo. Afferrò un pettine per sistemare ulteriormente la chioma, corse in bagno a lavarsi i denti ed il viso prima di saltellare per la stanza cercando di infilarsi i sandali ai piedi. Afferrò il primo romanzo della pila accanto al letto e le chiavi di casa nel cestino sul mobiletto accanto alla porta per poi spalancare la stessa e guardare il pianerottolo da una parte all'altra. Nessuno in vista.

Si avviò velocemente giù per la rampa di scale attenta a non accostarsi troppo alle porte per il rischio che qualcuno vi uscisse scontrandola accidentalmente. Nulla doveva rovinare quella mattina.
Aprì il portone esibendosi nella stessa sbirciata guardinga di poco prima. C'era un signore con un cane davanti al palazzo quindi Brianna si immobilizzò di colpo rimanendo sulla porta prima di iniziare a guardarsi intorno con fare naturale.
<< Buongiorno signorina >> la apostrofò l'uomo passeggiando con lentezza sul marciapiede.
<< B-Buongiorno >> la risposta giunse poco naturale ma il signore non sembrò farci caso e pian piano sfilò sulla via sparendo dietro l'angolo del palazzo. Con un sospiro di sollievo scese finalmente i gradini del caseggiato per correre verso l'imbocco del parco. I prati di fronte a lei le apparivano punteggiati di mille lucciole che altro non erano che gocce di rugiada pronte ad evaporare al sole.


Scalciando via i saldali si chinò a prenderli posando i piedi nudi nell'erba sospirando di piacere. Era vero. Milioni di microbi strisciavano attorno a lei e un infarto avrebbe potuto coglierla da un minuto all'altro ma quella sensazione era sempre meravigliosa.
Sorridendo iniziò a camminare nel silenzio rotto solo dal canto degli uccelli e da qualche sporadica macchina in lontananza. Il sole era quasi totalmente sorto e finalmente iniziava a scaldarle la pelle, i piedi umidi, il vento ancora fresco sulla pelle che lasciava frusciare le foglie verdi degli alberi.
Avanzando attraverso i prati, sfiorando la corteccia degli alberi, arrivò a scorgere il suo personale albero posto perfettamente al centro del parco. Un posto perfetto per scorgere tutto e sapere perfettamente se qualcuno le si fosse avvicinato. Sedendosi sull'erba fresca allungò le gambe sistemandosi nella maniera più comoda lisciandosi attorno le pieghe dell'abito.
Posata la testa sul suo verde appoggio passarono diversi minuti prima che riuscisse a distogliere lo sguardo dal cielo rischiarato dal sole e dagli uccelli che lo attraversavano.
La pace è qualcosa che molti cercano e non trovano e per una come lei trovarla era sempre stata un avventura. Quando anche il semplice contatto delle mani di tua madre provoca urli di terrore e attacchi di panico l'isolamento è la soluzione. Ma a volte c'è ancora più dolore nello stare soli che non nello stare con qualcuno di cui si ha il terrore.
Erano passati anni prima che comprendesse come chetare ogni sua paura anche solo per godere di un attimo privo di esse. I libri aiutavano, ma non sempre erano la soluzione. Con l'arrivo del computer una maniera era venuta fuori e stare davanti a quello schermo le donava lunghe ore della pace tanto desiderata.
Molti le dicevano che anche quello fomentava la sua malattia ma personalmente preferiva continuare ad essere malata ma priva di paura che combattere. Non era mai stata una guerriera, per questo la interpretava spesso on-line.
E poi c'erano quei piccoli momenti della giornata in cui tutti erano ancora addormentati e a lei era possibile godere del mondo. Aprendo il libro che aveva portato si trovò presto immersa dentro alla corte Sidhè dove le fate malignamente tramavano contro i loro stessi simili. Pian piano il sole si scaldava e fin troppo presto l'abbaiare di un cane la fece sobbalzare.

Aveva completamente perso il senso del tempo e già diverse persone passeggiavano per le viuzze lastricate. Un nodo di paura le fece contrarre le dita sulla rigida copertina del volume mentre con gesti lenti si tirava in piedi aggrappandosi alla corteccia dell'albero.
Gli occhi azzurri le si dilatarono mentre il respiro si faceva veloce e frammentato.
<< La casa è vicina. La casa è vicina. La casa è vicina... >> ripetersi quelle poche parole servì minimamente a calmarla mentre si imponeva di prendere le scarpe dall'erba e iniziare ad attraversare il prato. I passi inizialmente lenti e circospetti la conducevano nelle zone più vuote del parco che però, per quanto poco popolato, a lei pareva gremito come un concerto degli AC/DC. Il panico non calava mentre si accostava sempre di più alla strada, dimentica anche dei piedi scalzi.
Un cane le taglio la strada portando un frisbee tra le zanne muovendo il suo corpo ad accelerare il passo

Nemmeno l'approssimarsi del suo portone riusciva a rincuorarla, tanto che un tremore convulso scuoteva le sue membra pallide. Un bambino sbucato da dietro un albero la terrorizzò a tal punto da farle prendere il volo, gli occhi fissi solo sulle scale del caseggiato che l'avrebbero finalmente portata in salvo.
Sette metri, sei metri, cinque metri. Scese con i piedi dal marciapiede senza degnarsi di guardare se passava una macchina. Quattro metri, tre metri, due metri, un metro.

Era salva.

Finalmente le sue mani arrivarono a toccare il legno della porta e tremando ne abbassò una a frugare nella tasca in cerca delle chiavi. La stoffa era calda e liscia tranne che nel fondo dove la cucitura la induriva. Delle chiavi nessuna traccia.
Irrigidendosi si girò verso il parco e le persone che camminavano sui marciapiedi. Osservare in quel momento le risultava difficile, vedeva solo persone, solo mani pronte a toccarla. Si lasciò scivolare sugli scalini in marmo prendendo profondi respiri, chiudendo gli occhi con uno sforzo di volontà. Le braccia strette intorno al corpo come difesa dal mondo esterno. Dondolando lentamente e respirando profondamente, il suo cuore pian piano tornò ad un battito più regolare.
Molti la stavano guardando straniti ma degli sguardi non le importava. Il tempo che passava non era un problema e ne passò molto prima che riuscisse ad alzarsi e scrutare il prato da cui era arrivata. Tra l'erba, proprio al limitare del marciapiede brillavano le sue chiavi.
Con una calma che non le apparteneva si accostò al gradino che la portava sull'asfalto della strada, lo scese questa volta guardando a destra e sinistra per vedere che fosse tutto sgombro. Non c'era nessuno quindi si avviò verso le chiavi pregustando il contatto con la loro fredda superficie che sapeva di libertà.

Uno stridio di freni le colpì le orecchie. In una frazione di secondo urlò guardando alla propria sinistra ancora prima di scorgere un camion che ormai era troppo vicino per fermarsi. Nel volare in aria per poi strisciare sull'asfalto il dolore la colse ma mai così intenso come quando le ruote la colpirono trascinandola in un mondo ovattato dove la vita che la stava lasciando le faceva avvertire solo sprazzi di suoni e sensazioni.
Mille voci sembravano ronzarle attorno, il rombo del motore del camion che rimbombava sopra la sua testa e poi una voce in particolare.

<< Vi giuro. Si è buttata! L'ho vista sul marciapiede, mi ha guardato e si è buttata in mezzo alla strada! Lo giuro...oddio! >> Quel piagnucolio fu l'ultima cosa che le sue orecchie sentirono prima che un nero silenzio le si abbattesse attorno.

 

….................

 

Buio. Solo questo regnava intorno a lei. Buio, nero, silenzio.

La morsa del terrore la stringeva. L'oscurità completa in cui niente era certo la terrorizzava. Rivide la notte in cui il buio aveva iniziato a sembrarle così atroce mentre attorno percepiva l'agitarsi di corpi invisibili pronti a ghermirla per trascinarla con loro.
Sapeva che quello era un sogno come tanti altri ma quello che si muoveva nell'oscurità le sembrava reale tanto quanto il freddo che sentiva morderle la pelle.
Il silenzio che ovattava le sue orecchie era quello che forse la spaventava maggiormente. Poi qualcosa la afferrò come se due grosse braccia la serrassero alla vita.
Urlò senza che nessun suono uscisse dalle sue labbra, labbra che si accorse in quel momento di non percepire. Sentiva di essere trascinata ma non sapeva dove, ne perché, ne da cosa. Sapeva solo di urlare e avvertire lo spostamento. Un altra volta qualcuno l'aveva trascinata nel buio ma qualcuno l'aveva salvata.
Il suo viso le balenò davanti agli occhi mentre il cuore faceva un balzo.
Lo spostamento si bloccò di colpo come se una membrana le spingesse sulla schiena resistendo alla forza che voleva sopraffarla. Dei forti strattoni le strapparono grugniti più per reazione automatica che per vero dolore fisico e la speranza della salvezza si insinuò nel suo cuore. Rivide ancora una volta quel volto velato di barba e con uno schiocco si trovò libera e leggera, quasi fluttuasse in aria. Poi un peso enorme sembro gravarle sulle spalle. Si ritrovò a cadere mentre un urlo acuto, doloroso ed innaturale le graffiava la gola. 
Sotto quell'urlo un vecchio pronunciava alcune parole come parti di una conversazione a senso unico.

 

La sto perdendo, qualcosa la trattiene.

Non posso entrare più di così, l'etereum mi intrappolerebbe.

L'ho persa ma..ma vedo qualcosa...si, lo vedo.

E' ancora lui.
 

Solo quando sbarrò gli occhi come a voler vedere chi fosse le fronde degli alberi illuminate dalla luna le balzarono di fronte agli occhi e si trovò a rivedere le stelle.

 


 

1Questo termine si riferisce al mondo del gioco di ruolo. I personaggi giocanti si riuniscono insieme ad un master, un narratore e giudice, che organizzerà un evento a cui questi personaggi parteciperanno per guadagnare punti, esperienza o oggetti ed informazioni relativi alla trama del gioco stesso. Spesso a più puntate.

2In una role, cioè una giocata tra più personaggi, ognuno scrive e posta la sua azione, cioè la descrizione di cosa fa e dice il proprio personaggio in relazione a ciò che succede, all'ambiente e agli altri personaggi.

3Fare una role, fare una giocata. Giocarsi il proprio ruolo.

4Acronimo per personaggio giocante.

5Giocatore.

6Il passato del personaggio di solito scritto nella scheda personale di ognuno di loro.

7Indica i giocatori che mirano a privilegiare il conseguimento della vittoria a discapito dell'aspetto interpretativo e dello spirito del gioco. A tal fine di solito cercano di destreggiarsi al limite delle regole, o ad utilizzarle a proprio vantaggio.

8Citazione tratta da: ''Il signore degli anelli – Il ritorno del re''

 

 


N.d.A:

​Ciao a tutti! 
​Sono sempre io, la solita Sorella Grimm pronta a tuffarsi questa volta in un contest a turni.
(Rullo di tamburi)
​Il contest in questione è
 Autunno Originale di Faejer e questo primo capitolo vuole introdurre il nuovo personaggio che ho ideato per questa storia come da richiesta del contest stesso.
​Spero di essere riuscita in una descrizione accattivante e chiara di Brianna e che le molte cose non dette che ho letteralmente buttato lì come ami vi abbiano fatto abboccare. Gh gh gh XD
​Spero mi facciate sapere cosa ne pensate così che io possa non fare una grama figura al prossimo capitolo, cioè seconda fase del contest e soprattutto primo scontro ad eliminazione!!
Sostenetemi ragazze/i !!!

Sempre vostra,
Un bacio

​Sorella Grimm
   
 
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