Sola






Caroline POV







 

Scaccio via l’ennesima lacrima sfuggita al mio controllo con l’aiuto dei polpastrelli.
Il respiro spezzato ed affannato dopo l’ennesimo pianto.
 
Mi faccio forza e mi alzo dal letto trascinandomi a fatica.
L’immagine che lo specchio riflette di me stessa è un misto di dolore e preoccupazione.
 
I capelli arruffati.
Gli occhi gonfi e arrossati per il pianto.
Il viso stanco e pallido.
 
Sono uno straccio.
Da quella maledetta sera non sono quasi riuscita a chiudere occhio.
Da quella maledetta sera il mondo mi è crollato addosso.
Da quella maledetta sera la mia bambina ha perso suo padre.
Da quella maledetta sera sono rimasta sola. Mi ha lasciata. Ci ha lasciate.
 
Sbatto un pugno con forza contro la parete.
Sono scossa ancora una volta dai singhiozzi.
Crollo a terra addossandomi alla parete e mettendomi le mani fra i capelli, mentre i ricordi mi assalgono senza pietà.
 
 
-Klaus! Ti prego non lasciarmi, non lasciarci.
 
Le sue labbra sfiorano per la seconda ed ultima volta le mie.
Sento il suo battito cardiaco farsi sempre più debole.
E poi, il silenzio più assoluto.
Sento ogni singola parte del suo corpo irrigidirsi fra le mie braccia.
Un urlo strozzato esce dalla mia gola.
È finita.
Non ce l’ha fatta.
Mi ha lasciata. Ha lasciato la nostra bambina.
Ci ha lasciate.
 
-Noooooooooooo! No, no.
 
Dico urlando mentre in preda ad un pianto isterico cullo Klaus fra le mie braccia.
 
-Caroline! Non possiamo fare più niente…mi dispiace.
 
Stefan mi separa a forza dal corpo di Klaus e mi stringe forte fra le sue braccia.
 
-Andrà tutto bene, vedrai. Ci sono io accanto a te.
Io non ti lascio, capito?
 
Mi stringo a lui con forza.
Nascondo il mio viso nel suo petto e do sfogo a tutto il mio dolore.
 
Inizia a cullarmi dolcemente fra le sue braccia.
 
-Shhhh… calmati adesso. Non fa bene alla bambina.
 
La bambina.
la mia splendida bambina.
Penso a lei.
 
Una mano si posa sull’enorme pancione.
Lo accarezza.
Ci sarò io accanto a te. Ce la faremo vedrai.
Sarò forte e felice per te.
 
Stefan mi solleva fra le sue braccia.
-Ti porto a casa.
 
Annuisco.
 
-Klaus?
 
-Ci penso io.
 
Matt.
 
-Andrà tutto bene, Caroline.
 
Dopo questa frase non ricordo più niente.
Ricordo solo un capogiro e di aver perso i sensi.
 
 
 
 
 
 
Al mio risveglio Stefan era accanto a me.
C’erano anche Bonnie, Matt, mia madre e Jeremy.
 
Per tre giorni mi sono stati accanto in silenzio o consolandomi con affetto e pazienza.
 
Dopo tre giorni ho indossato un abito nero e insieme ai miei cari ho affrontato il funerale di Klaus.
 
Già.
Funerale. Se lo merita.
Inoltre la mia piccola saprà come restare in contatto con suo padre e andarlo a trovare
 
 
 
 
Il tempo poi è ripreso a scorrere.
Lentamente.
Ad un ritmo che non mi piace per niente.
 
Sono veramente distrutta.
 
Io non amavo Klaus.
Ma provavo qualcosa per lui.
Se vivesse ancora e se fosse vissuto per sempre, un giorno avrei compreso i miei sentimenti verso di lui e avrei saputo dare un nome ad essi.
 
Nonostante non fosse amore il mio cuore è a pezzi.
Sono a pezzi.
 
So di dover reagire.
Devo farlo.
Non ci riesco.
 
 
Dalla sua morte è passato un mese.
 
-Ehi
 
Ecco entrare la mia salvezza, Stefan
Se non fosse per lui sarei veramente in uno stato difficile da definire.
 
-Ciao.
 
-Non voglio starti troppo tra i piedi, ma voglio dirti una cosa: Caroline! Devi combattere, reagire. Per il tuo bene e quello della bambina.
 
-Lo so.
 
-E siccome niente e nessuno sembra darti la forza di farlo, spero che queste funzionino.
 
Mi porge due lettere.
 
-Sono sue?
-Sì.
 
Un nodo in gola.
 
-Ti lascio sola.
 
 
 
Resto sola.
Mi siedo sull’enorme letto e apro la lettera.
 
 
 
“ Caroline,
quando leggerai questa lettera in me non ci sarà più vita.
Resterà solo il mio corpo esanime.
Ma voglio tu sappia che io continuerò a vivere dentro di te e dentro la nostra bambina.
Io veglierò sempre su di voi, vi proteggerò e vi amerò per sempre.
 
Ti prego di non odiarmi quando leggendo questa lettera scoprirai della mia consapevolezza riguardo la mia morte certa.
Non odiarmi, te ne prego.
 
Se non te ne ho mai parlato è per non recarti dolore.
Per non farti soffrire e non farti assaporare a vivere appieno il giorno del tuo diploma.
 
Caroline, io nutro dei sentimenti davvero profondi per te e non ho mai avuto né la forza, né il coraggio di confessarteli.
Ma ora, visto il mio destino, ho deciso di dichiararmi per iscritto nel caso non dovessi riuscire a farlo a parole.
 
Io ti amo, Caroline.
Ti amo con tutto me stesso.
Più della mia stessa vita.
 
Ti ho amata fin da subito.
Non solo per la tua bellezza mozzafiato.
 
Il mio amore per te è diventato autentico conoscendoti meglio in tutti questi mesi.
La tua onestà.
La tua lealtà.
La tua purezza.
I tuoi modi di fare.
Il tuo rispetto.
Il modo in cui dai il tuo affetto.
Il tuo sorriso.
La tua allegria.
La tua semplicità.
 
L’elenco sarebbe infinito, amore mio.
Io ti amo.
E amo infinitamente anche la nostra bambina.
 
La tristezza e il dolore più profondo mi avvolgono sapendo di non vederla nemmeno nascere.
Ma la tristezza e il dolore si alleviano sapendo che avrà te.
 
Sarai una madre straordinaria.
La luce di nostra figlia.
 
La seconda lettera è per lei.
Spero tu la possa consegnare un giorno.
Spero tu non ti dimentichi di me.
Spero che tu le parli di me, di suo padre.
 
 
Ora devo andare, amore mio.
La debolezza si fa sentire ancora.
 
Addio amore mio, ti amo con tutto me stesso e sempre ti amerò
 
Klaus.”
 
 
 
Stringo la lettera al petto e nuove lacrime scendono lungo il mio viso.
 
Io non ti odio.
Non potrei farlo.
Mai.
 
Saresti stato un padre perfetto, ne sono certa.
Io non ti amo, ma provo qualcosa per te.
Se tu fossi restato col tempo avrei saputo definire i miei sentimenti verso di te.
 
Mi alzo dal letto e scaccio via le lacrime.
 
Devo essere forte.
Per me.
Per lei.
Per noi.
 
Devo essere la solita Caroline.
Non mi devo abbattere.
 
Prima o poi il sole tornerà.
E questo succederà quando lei verrà al mondo.
 
Ripiego la lettera con un sorriso e faccio per legarla con il nastro insieme all’ altra, quando sul retro noto due righe che prima non avevo notato.
 
“Nella stanza accanto alla tua c’è qualcosa per te e per la nostra splendida bambina, spero la sorpresa ti piaccia”
 
 
Sorpresa e con un sorriso appena accennato ripongo le lettere nel cassetto e mi precipito fuori dalla stanza.
 
Apro la porta accanto.
 
Spalanco la bocca dallo stupore.







 
La stanza è arredata e dipinta.
È pronta per l’arrivo della bambina.
 
Un sorriso smagliante si apre sulle mie labbra.
Presto però viene sostituito da una smorfia di dolore.
Mi accovaccio a terra in preda a delle fitte fortissime, e solo una volta a terra mi accorgo della presenza di un certo liquido sul pavimento.
 
O mio dio!
Mi si sono rotte le acque!
 
-Stefan!
 
Il momento è arrivato.
Presto ti vedrò.
 
 E nonostante il dolore il mio viso s’ illumina di felicità.