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Autore: _Krzyz    05/09/2013    7 recensioni
Immaginatevi un Corso di cucina. Semplice, calmo, pieno di allievi desiderosi di imparare a impiattare cibi degni dei più rinomati ristoranti del mondo.
Peccato che qui siamo a Panem, e peccato che questo non sia un normale corso di cucina.
Sostituite i calmi allievi con ragazzi problematici e violenti, pazzi e con tendenze all’autolesionismo, e metteteli nelle mani di una giovane insegnante capitolina che spera solo di uscire viva dalla prima lezione. Benvenuti al Corso di Cucina per Giovani Delinquenti gestito da Effie Trinket! Tra stufati e soufflè, vedremo i nostri amici tributi della 74esima Edizione alle prese con mestoli e intingoli vari!
Riuscirà la nostra beniamina imparruccata a gestire otto ragazzi con vari trascorsi ? E riusciranno i nostri giovani teppisti a non ferire gravemente qualcuno durante la preparazione dei piatti più semplici? Riuscirà il povero Peeta a sfondare finalmente nel mondo dell’alta cucina?
Avventuriamoci con Effie nella sua classe, e possa Gordon Ramsay essere SEMPRE a nostro favore!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CORSO DI CUCINA PER GIOVANI DELINQUENTI

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Lezione n° 4

HASTA LA PASTA!

 
Ci aveva provato, la signorina Trinket, a rinunciare a quell’incarico. Ci aveva provato in tutti i modi, davvero, ma quella dannata segretaria priva di stile continuava a dire che il contratto era irrevocabile. Anche se l’avevano drogata e le avevano rubato la sua meravigliosa parrucca color uovo di pettirosso, lei non poteva abbandonare la sua classe fino alla fine del corso. Maledetta quella volta in cui aveva accettato di insegnare a quel gruppo di teppistelli maniaci! Ma quel giorno, quel giorno tutto sarebbe cambiato. Se lo sentiva dentro alle sue preziosissime, delicate viscere capitoline. Era una mattina sfiorata dalla brezza e gli uccellini cantavano. Le mani inguantate della signorina Trinket ruotarono la maniglia della porta con ferma determinazione. Gli otto ragazzi fissavano la truccatissima insegnante con un’espressione assonnata.
-“Buongiorno, fanciulli miei! Oggi faremo una lezione che penso amerete, dato che sarà su uno dei piatti più facili che esistano! Non potete sbagliare, il piatto è…”-
-“I brownies?”- la voce di Peeta Mellark era diventata un presagio infausto. Tutte le volte che quel biondino apriva la bocca qualcosa di brutto succedeva. Il ragazzo fissava la nostra beniamina imparruccata con un’espressione che avrebbe fatto invidia alle triglie più ebeti del distretto 4. Fremeva dall’emozione e , come sempre, prendeva appunti su noncieèdatosaperecosa sul suo Superchiccosissimo diarietto rosa glitterato.
-“No, Peeta, la pasta al sugo!”- rispose la capitolina sgonfiando l’entusiasmo del giovane panettiere. –“ Esatto ragazzi, oggi ci dedicheremo appieno alla preparazione del primo più consumato del mondo! Spaghetti, fusilli, penne, rigatoni, Dio solo sa quante varietà di pasta esistano sulla faccia della Terra!”-

E detto ciò la capitolina cominciò a mescolare, a condire, ad impiattare. In men che non si dica una meravigliosa porzione di mezzepenne alla crema di salmone. Rivoletti di bava correvano giù per il mento degli allievi, la visione del piatto aveva provocato un’improvvisa fame a tutto il gruppo. Per una volta la signorina Trinket era fiera degli effetti che i suoi piatti sortivano.
-“Molto bene ragazzi! Avete un’ora per preparare un qualsivoglia tipo di pasta condito con un sugo a vostro piacimento. Azzeccate la cottura e non mettete cose strane nel piatto!”- disse la donna impostando il timer. –“E ora via!”
I ragazzi si davano da fare da dietro ai banconi, facendo sfrigolare la  passata di pomodoro nei tegamini e pesando vari tipi di pasta. Quando scattò la fine dell’ora molteplici aromi deliziosi si fondevano nell’aria facendo venire l’acquolina alla signorina Trinket.
-“Molto bene, figlioli! Cominciamo a vedere le vostre opere!”-
 
Oh, finalmente cominciano ad impegnarsi!
Si, signorina Trinket, l’autoconvinzione è l’arma migliore…
 
Bancone 1 – Glimmer e Thresh

Lo sgangherato duo arrivò trionfante fino alla cattedra di mogano, reggendo un piatto stracolmo di pasta. La ragazza bionda  porse gentilmente il piatto alla capitolina, rivelando una montagna di fusilli fumanti condita con un sughetto davvero invitante.
-“A lei, pasta con sugo di verdure!”- disse fieramente. Il ragazzo moro fissava il cibo con aria compiaciuta. La presentazione era ottima , il profumo niente male, nulla in quel piatto sembrava sbagliato. E alla prima forchettata il sapore esplose in bocca alla signorina Trinket regalandole un viaggio di sola andata verso il regno della Pasta Perfetta.
-“…MA E’ MAGNIFICA! SUPERBA! ECCELLENTE!”- Le urla stridule trapanarono le orecchie dei poveri ragazzi. –“Come avete fatto a procreare codesta meraviglia culinaria?”-
Thresh prese parola. –“Beh, quando la mamma e il papà stanno insieme e vogliono un bambino devono solo..”-
-“NO! Non procreare in quel senso! Intendevo come avete fatto a fare una pasta così buona?”-
-“Aaaaaaaahhnn…beh, lo chieda a lei! Io ho solo fatto il sugo!”- rispose il ragazzone additando la bionda, che nel frattempo si era persa a contemplare una mosca posata su un banco.
-“Glimmer cara, qual è il segreto di questo primo sublime?”- La voce della Trinket era talmente mielosa che Cato e Clove temettero di vomitare dalla troppa dolcezza. Ogni singola parola era stata intrisa nello zucchero.
-“Penso che siano stati i sali da bagno… mi sono scivolati accidentalmente sulla pasta. Può ritenersi fortunata però, erano quelli aromatizzati alla fresia!”
La capitolina fissava perplessa la bionda.
Ok, numero uno: a che diamine ti servono i sali da bagno ad un corso di cucina? Numero due: come diamine hanno fatto a caderti nel piatto?
Almeno la pasta era buona, anzi buonissima. E poi la fresia era uno dei suoi fiori preferiti.
-“Voto 11/12! Era quasi perfetta!”-
Era perfetta in realtà, ma non poteva dare soddisfazione a una che rovesciava allegramente prodotti potenzialmente tossici sulle cibarie.
Se questa pasta era così buona anche coi sali da bagno dentro , la prossima sarà uno spettacolo!
Ahahahahah no.

Bancone 2 – Marvel e Finch

I due ragazzi posarono il piatto sul tavolo. Era un piatto di spaghetti sconditi. La signorina Trinket non fece in tempo a farlo notare ai ragazzi che la rossa sibilò:
-“Marvel.”-
-“Si?”- rispose lo spilungone.
-“Dove. Cazzo. È. Il ragù.”- Finch si voltò improvvisamente verso il compagno trucidandolo con gli occhi. Stringeva i pugni e aveva l’aria di una che avrebbe ammazzato qualcuno da un momento all’altro.
-“…”
-“Marvel. DOVE.CAZZO.HAI.MESSO.QUEL.FOTTUTO.RAGU’.”-
-“Scusami…mi è venuta fame e quel sughetto aveva un’aria così invitante che…”- Il ragazzo non fece in tempo a finire la sentenza che Finch prese una manciata di spaghetti dal piatto e , dopo averli arrotolati in modo da formare una corda, tentò di strozzare il malcapitato.
“Ah è così?! È COSI’?! Avevi fame?! Brutta testa di Glimmer io ti ammazzo!” – Grazie a Dio la bionda era presa a sfogliare il nuovo numero di Vogue e nulla, nemmeno un’offesa del genere,  l’avrebbe distolta dagli abiti di seta della Collezione Mockingjay. –“ Non ce la faccio più, mangeresti anche una merda se la Parrucca ce la facesse cucinare!”-
SDENG! Finch mollò improvvisamente la presa sulla spaghettosa corda, liberando Marvel e cadendo a terra. Il ragazzo riprese faticosamente a respirare, tenendosi il collo con la mano destra.  Dietro di loro si ergeva il poderoso Thresh con un badile sporco di terra in mano. Un enorme bernoccolo spuntò dalla nuca della rossa, che giaceva priva di sensi sulle piastrelle dell’aula.
La signorina Trinket era a dir poco allibita.
Thresh aiutò Marvel a legare una Finch ancora svenuta con vari grembiuli (rigorosamente color lavanda), in modo da ricreare l’effetto camicia di forza, e ad infilarla in un bidone dell’immondizia.
-“Che diavolo è successo?”- chiese la capitolina sotto shock.
-“Nulla, signorina Trinket, Finch deve aver dimenticato di prendere i calmanti stamattina!”- le risposero i due ragazzoni impegnati a rendere la loro compagna il più inoffensiva possibile.
La nostra beniamina si aggiustò la parrucca e cercò di calmarsi. Insomma, un’allieva aveva appena tentato di strozzare il suo partner, un po’ d’ansia le era concessa! Dopo svariati minuti di lunghi, lunghi, lunghi sospiri la donna sentenziò:
-“Inclassificabile, per ingestione del cibo e tentato omicidio!”-

Dopo due rapidi segni a penna rossa su registro, ancora cosparso di bava di capra, la signorina Trinket si fece coraggio e chiamò il

Bancone 3 – Katniss e Peeta

Il baldo panettiere arrivò alla cattedra saltellando come Heidi, seguito a ruota da una ragazza che teneva in mano un piatto di pasta  con insensato orgoglio. Katniss porse il piatto alla signorina Trinket sorridendo, mentre Peeta osservava la scena prendendo appunti sul suo maledetto quadernino. Aveva una penna fuchsia coperta di piume argentate e lustrini, con un cuore luminoso alla fine di essa. Il risultato era una sottospecie di Sailor Moon Panettiera con un po’ di barba e tanti peli sulle braccia. Ma la nostra beniamina imparruccata non poteva perdere tempo a criticare l’aspetto (e la sanità mentale) dei suoi allievi, lei doveva assaggiare le loro pietanze! E quel piatto non aveva nulla di male. Era un piatto di rigatoni con una specie di ragù. La donna lo assaggiò.
-“Molto saporito, niente male, ma… vorrei sapere che carne è”-
Katniss si lustrò le unghie sulla felpa dicendo : - “Topo campagnolo, scoiattolo e cane selvatico, ovviamente cacciati dalla sottoscritta Katniss, la Ghiandaia Imitatrice!”-
La capitolina sputò tutto. Si pulì la bocca e si alzò urlando:-“ Ma sei impazzita?! Non si può servire del topo in un ristorante! Quale orrore, quale schifo!”- La capitolina dovette tenersi al bordo della cattedra per evitare di svenire.
La ragazza ridusse gli occhi grigi a fessure.
-“Mi scusi, ma lei non sa chi sono io! Io sono Katniss Everdeen! Io ho sconfitto il presidente Snow e ho riportato l’equilibrio a Panem! E tutti voi sudici popolani dovete acclamarmi e…”-
SDENG! Thresh aveva colpito ancora, il fido badile in mano.
-“Mi scusi Trinket, non la sopportavo più!”-
Peeta si chinò disperato tentando di rianimare la ragazza, ma probabilmente la botta era stata così forte da farla rimanere stesa a pesce sul pavimento anche dopo molteplici tentativi di respirazione bocca a bocca. Thresh e Marvel legarono la povera Ghiandaia e la misero vicino a Finch, assicurandosi che anche la bocca fosse tappata.
Il panettiere fissò la nostra eroina in maniera perplessa. –“Allora che voto abbiamo, io ci tengo a fare bella figura!”-
Che? La sua compagna mi ha servito, omioddocheschifo, del topo e lui vuole fare comunque bella figura? Almeno ci tiene!
-“Non preoccuparti, 7/12, per i tuoi tentativi di rianimazione! Va bene caro?”-
Un mega sorriso si fece strada sulla faccia rotonda di Peeta Mellark, mentre quest’ultimo ritornava saltellando dietro al bancone.
 
Ci siamo, Effie. Eccoli, tocca a loro. Hai lo spray al peperoncino in tasca, nulla può nuocerti.
 
Bancone 4 – Cato e Clove

La sua nemesi. Il suo incubo. Cato e Clove, distretto 2. Prima tentano di ammazzarla, poi le propinano delle polpette celestiali e dopo ancora la drogano. Non sapeva più che aspettarsi, la gola le diventava secca al solo pensiero del loro piatto. E aveva ragione.
I due ragazzi le servirono delle linguine intrecciate a forma di nodo scorsoio, di quelli che si usano per le impiccagioni. Ai lati del piatto il sugo al pomodoro incorniciava la pasta come un macabro quadretto. Ma in quel piatto terrificante qualcosa aveva catturato l’attenzione della capitolina. Il sapiente modo in cui la pasta era stata intrecciata, degno di un professionista. Sembrava che la corda fosse veramente fatta di paglia, tanto era realistica. Gli occhi della signorina Trinket si illuminarono.
-“Chi ha fatto il nodo?”-
Cato alzò la mano, mentre la sua compagna gli lanciava sguardi d’approvazione. Erano sicurissimi di averla spaventata di nuovo. Invece la donna saltò in piedi strillando come una fangirl assatanata e corse ad abbracciare il biondo palestrato.
-“Tu sei un genio! Dove hai imparato ad annodare con così tanta maestria la pasta? No , non dirmelo, voglio scoprirlo da sola! Sei andato al corso di Mags la Maga dei Cestini Intrecciati?”-
Il ragazzo fissava perplesso la sua compagna di squadra, sussurrandole:
-“Ma che minchia sta dicendo?”-
-“Boh, è gente di Capitol, dovresti saperlo. Ti ricordi di quello che diceva che tu sapevi sparare i raggi congelanti dalle ascelle?” –
-“Dio, non ricordarmelo.”-
-“Strana o meno questa ti sta fottendo le…”-
SDENG! Una badilata stese la povera Clove, che in poco meno di tre nanosecondi si ritrovò nel mondo dei sogni.  Thresh stringeva il badile zozzo con la determinazione di un jedi. Cato si liberò dalla presa della Trinket , che continuava a blaterare cose a caso, e urlò:
-“Perché lo hai fatto?! Non stava facendo niente! Me l’hai quasi ammazzata!”- Si chinò e cominciò a prendere a sberle la ragazza dei coltelli tentando di rianimarla. La capitolina era atterrita, uno schiaffo di quelli sarebbe stato capace di far slogare la mandibola a un cavallo, chissà se Clove sarebbe rinvenuta tutta intera. Dopo due minuti buoni di sberle la ragazzina rinvenne.
-“Scusa amico, ma da quando mi hanno pignorato il trattore la mia vita non ha più un senso! Sono depresso e non riesco a sfogarmi!”- Rispose Thresh. Cato e una Clove con ridotta mobilità facciale presero il ragazzone sotto braccio e cominciarono a consolarlo.
-“Su, su, forza Trattorino! La vita va avanti, ci sono mille e un trattore la fuori!”- disse il biondo.
-“Efatto, fefrai che frofefai un tfattofe migliofe di quello!”- Clove provava a consolarlo, ma le guance gonfie e la mandibola maciullata non aiutavano molto.
E in breve tutta la classe si affrettò a consolare Thresh.
-“Forza Thresh!”-
-“Sei un figo Thresh!”-

Nessuno ascoltava più la Trinket, ormai in preda a deliri mistici per le linguine di Cato e Clove . Passarono l’ultima mezzora a rianimare il povero Thrattoresh, ormai sull’orlo del suicidio tramite mietitrebbia.

E quando la campanella suonò tutta la classe lo portò fuori di peso, travolgendo la signorina Trinket e correndo verso un pub. La capitolina si rialzò da terra reggendosi la parrucca. Katniss e Finch giacevano ancora svenute nel bidone della spazzatura, legate come salami. Peeta stava osservando compiaciuto  la mora svenuta accarezzandole la faccia. Appena la donna si avvicinò per constatare l’entità dei danni cerebrali delle ragazze, il ragazzo si voltò. Aveva un sorriso enorme e gli occhi lucidi. La donna non fece in tempo ad aprire bocca che il ragazzo le disse un’ennesima volta:
-“Quando facciamo il pane?”

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IL KACTUS DI KRZYZ

Mi scuso tantissimo per il ritardo D: la scuola sta per ricominciare e la povera Krzyz ha qualche disegno di discipline pittoriche in arretrato da finire e in più sto preparando una nuova long che mi sta prosciugando l'anima! Devo trovare il tempo di aggiornare più spesso questa cosa!
Thresh si riprenderà dalla depressione? Finch e Katniss riusciranno a togliersi i lavandosi grembiuli di dosso? Clove avrà riportato danni pemanenti alla faccia?
Scopritelo nel prossimo capitolo di questo Corso!
Un megamegamega abbraccio!
Saluti dal Kactus! _Krzyz

 
  
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