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Autore: MartyViper    12/03/2008    5 recensioni
Pansy e Draco sono a un giorno dalle nozze ma prima del lieto evento ci sono ancora troppe cose da fare, soprattutto se è in dubbio la fedeltà del proprio fidanzato... Pansy, terrorizzata dall'idea che forse il ragazzo non l'abbia mai amata, sarà più che mai decisa a mettere alla prova Draco una volta per tutte con un test. E quale occasione migliore se non la sua festa di addio al celibato?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfic, la mia prima in assoluto, la dedico alla mia Ale (alias Alexluna) perché senza di lei non esisterebbe la storia visto che le idee di base, che ho adorato dal primo istante, me le ha fornite lei e abbiamo sviluppato insieme la trama XD.
Ma soprattutto questa fanfic è importante per me perché se non ci fosse stata io e Ale non ci saremmo mai conosciute e, anche se parliamo solo attraverso il computer e quando riusciamo a collegarci, per me è come aver trovato un’amica reale. Grazie per esserci sempre…
Un altro ringraziamento va a Chiara, sul sito Bad_Devil, per il suo fantastico lavoro di beta e per tutti i suoi suggerimenti.
La storia sarà molto probabilmente di 3 capitoli ma non fatevi ingannare dal titolo perchè di sdolcinato non c'è assolutamente niente visto che si sta parlando di Draco Malfoy, e Draco e storie mielense non vanno proprio d'accordo...
Non vi anticipo niente, tranne che Draco è sempre il nostro Draco mentre questa non è la tipica storia Pansy/Draco perchè la mia Pansy non è la solita oca a cui siamo abituati. Per il resto ci saranno parecchi colpi di scena e… un finale a sorpresa!!!

Mi raccomando, lasciatemi commentino^^


HAPPY MARRIAGE

1. Profumo di nozze

Due anni... Erano già passati due anni da quando avevano lasciato Hogwarts per entrare a far parte della vita dell’alta società.
Molte cose erano successe in due anni e molte cose erano cambiate, ma una era rimasta immutata nel tempo: Pansy Genevieve Parkinson e Draco Lucius Malfoy erano ancora fidanzati.
Forse se Nickholas Parkinson e Lucius Malfoy non avessero combinato il loro matrimonio quando i loro figli erano poco più che ragazzini, ora non  sarebbero stati più insieme o addirittura non si sarebbero mai fidanzati.
Non tanto per via di Pansy che amava Draco indipendentemente dal loro fidanzamento forzato, ma più a causa del Principe dei Serpeverde e della sua riluttanza incondizionata nei confronti dell’amore.
Ma ora, anche la vita dei due ex-Serpeverde avrebbe subito una svolta, e il loro fidanzamento si sarebbe a poco trasformato in matrimonio…


Ormai mancava solo un giorno al grande evento e la residenza estiva dei Malfoy, a Black Crystal Lake, era pronta ad ospitare la sontuosa cerimonia.
Quella mattina di Maggio Pansy Genevieve Parkinson se ne stava sdraiata sul letto della sua camera a Villa Parkinson, a contemplare il soffitto.
Ancora non riusciva a crederci.
Ancora non riusciva a credere che di lì a ventiquattr’ore avrebbe finalmente sposato Draco Malfoy... il suo Draco.
Solo ventiquattro ore e il sogno di una vita si sarebbe avverato, sarebbe diventato realtà.
Al solo pensiero della parola matrimonio, si sentiva pervadere da una strana sensazione, un misto di agitazione ed euforia.
L’emozione indescrivibile che solo un imminente matrimonio sa infondere in una ragazza, perché per una ragazza il matrimonio è per eccellenza il giorno più bello di tutti...
Sorrise quando si immaginò con indosso l’abito bianco e il velo mentre varcava l’ingresso e raggiungeva l’altare sotto gli sguardi di ammirazione degli invitati, per scambiare finalmente la promessa di amore eterno con Draco, che l’aveva attesa impaziente.
Tutto era perfetto e nessuno avrebbe potuto rovinarle quel momento.
Nessuno…
Avvolta tra le lenzuola, passò la mattinata ad immaginarsi il suo futuro con il biondo Serpeverde: la loro nuova vita insieme.
“Signora Malfoy” pensò Pansy con eccitazione crescente, stringendo forte il cuscino.
Malfoy, Malfoy, Malfoy...
Avrebbe ripetuto quel nome all’infinito, non si sarebbe mai stancata.
Non si sarebbe mai stancata di amarlo.
Se ne era innamorata fin dal primo istante in cui incrociò i suoi occhi di ghiaccio.
Aveva solo dieci anni quando lo vide per la prima volta: lui e i coniugi Malfoy aveva preso parte ad un ricevimento a Villa Parkinson.
Poi a Hogwarts avevano condiviso la stessa Casa, gli stessi rivali e, dal Quinto Anno in poi, lo stesso letto...
Inconsciamente si ritrovò a riflettere sulla loro relazione passata e, con una nota di tristezza, rievocò alla mente vecchi ricordi della loro vita alla Scuola di magia.
Allora erano solo dei ragazzi, ma riusciva ancora a percepire quel senso di vuoto che provava quando veniva a sapere di Draco e di qualche altra ragazza.
In quegli anni a Hogwarts, il bel Principe delle serpi aveva portato nel suo letto praticamente tutta la fauna femminile della Scuola.
E lei ci aveva sofferto molto.
Aveva sofferto perché si sentiva era sentita tradita.
Aveva sofferto perché si sentivaera sentita usata.
Ricordò anche come lei cercava di farlo ingelosire andando con altri ragazzi, ma senza risultato.
Draco Lucius Malfoy rimaneva freddo e impassibile anche quando il suo migliore amico Blaise Zabini gli andava a riferire che lei era andata ancora a letto con il Capitano di Corvonero.
Indifferente, quando Theodore Nott, suo amico-nemico, gli sbatteva apertamente in faccia che la notte prima aveva fatto le ore piccole in compagnia della ragazza.
L’unica cosa che era riuscita ad ottenere alla fine, era stata solo una brutta reputazione a scuola, ma in nessun modo era riuscita a far ingelosire il Serpeverde.
All’improvviso Pansy decise di smettere di rivivere quei tristi momenti per non rovinare la felicità che, fino ad un attimo prima, la cullava nel suo letto, come una calda rassicurazione.
- Falla finita Pansy! – si disse, vedendo che non riusciva in alcun modo a smettere di pensarci – Sono cose di due anni fa… Ora è tutto diverso. – dirlo era un conto, convincersi, tutt’altra faccenda.
Vero anche che molte cose erano diverse da allora: non c’erano più corteggiatrici di Draco in agguato dietro ogni angolo della scuola; ma le ragazze non erano sparite dalla circolazione...
Per due anni aveva cercato di credere che con il tempo le persone fossero cambiate, e ci era anche riuscita. In apparenza…
In fondo, anche lei era cambiata molto, e non solo perché era diventata una donna, una donna molto bella anche con riccioli color dell’ebano che le accarezzavano le spalle al posto del solito caschettino che portava ai tempi di Hogwarts, ma soprattutto perché si era liberata della figura di ochetta senza cervello.
Era maturata.
Quindi se lei era cambiata, perché anche Draco non poteva essere diventato un ragazzo fedele?
Se l’era domandato a lungo e poi si era convinta pienamente, seppur con incertezza, della possibilità di un cambiamento di Draco.
In due anni non l’aveva mai visto con altre donne, né nessuna delle sue amiche, in particolare la regina del gossip Daphne Greengrass le aveva mai riferito alcuna indiscrezione sul suo conto
Un motivo in più per convincersi di un eventuale cambiamento.
Quindi, perché non crederci?
Per giunta Pansy trascorreva molto tempo a Malfoy Manor con Draco e quando non era con lei, stava con Blaise e tutti i suoi amici... non avrebbe avuto il tempo materiale per un’amante.
Rimembrando questa teoria rassicurante, la futura sposa si alzò dal letto e si sedette davanti allo specchio a rimirare la sua immagine riflessa.
- Domani devo essere perfetta.-
Sfiorò delicatamente con la mano tutti i suoi cosmetici appoggiati sul ripiano, i suoi prodotti per la pelle e il suo profumo.
Vaniglia e gelsomino.
Era questa la sua fragranza preferita, semplice e al contempo raffinata.
Se ne spruzzò un po’ addosso e assaporò fino in fondo quell’odore rilassante.
L’avrebbe riconosciuto fra mille profumi e la scia che lasciava dietro di sé era inconfondibile, eppure...
... eppure nella camera di Draco l’aria era sempre intrisa di un altro profumo.
Ogni volta che vi entrava aleggiava nell’aria una fragranza diversa e una strana sensazione attanagliava il suo cuore.
Da tempo cercava di non pensarci, di convincersi che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Che se lo stesse solo immaginando.
Forse un ragazzo non percepisce la differenza tra i vari profumi, ma una ragazza sì.
E Pansy se ne era accorta parecchie volte.
Quello che la convinse a non farci più caso era il fatto che ogni volta c’era un profumo diverso, mai lo stesso per più di una volta.
Rosa selvatica, pesca bianca, Ylang Ylang...
“ Non c’è nessuna amante, non c’è nessuna amante, non c’è nessuna amante…” si disse.
Infatti, non ne avrebbe il tempo! Dovrebbe farsi clonare per riuscirci..
Ieri ad esempio aveva passato tutta  la serata con lei e in quel preciso momento si trovava a pranzo al lussuoso ristorante Mirage con Blaise, Nott e David Rogers a gustarsi qualche raffinata pietanza francese.
Pansy sogghignò tra sé e sé.
“Certo, che stupida, ma cosa vado a pensare? Non c’è nessuna amante e Draco ora è al Mirage”
Perché è al Mirage, vero? Ma soprattutto, ovunque sia, è con i suoi amici?
Come un flash, nella sua mente si materializzarono le immagini dei luoghi più svariati in cui poteva trovarsi e delle persone, per lo più ragazze, che molto probabilmente erano con lui mentre lei perdeva tempo a farsi paranoie.
Subito si rese conto non solo di non avere alcuna certezza fondata ma anche di non aver la ben che minima idea.
Davvero perfetto…
Dovette affrontare un lungo dibattito interiore su cosa è giusto o sbagliato prima di fondarsi sul comodino e afferrare il suo Specchietto Gemello.
Pansy si rigirò tra le dita quel dischetto rotondo dove sul retro rilucevano in oro le iniziali dei loro nomi, segno del loro legame e di quello degli Specchietti.
Fece scorrere lentamente l’indice sulla D e, dopo aver preso un bel respiro, capovolse di nuovo lo Specchietto e pronunciò le due parole più difficili: Draco Malfoy.


Nella tasca destra di una costosa giacca nera cucita a mano dai folletti della Cornovaglia, il gemello dello Specchietto di Pansy si illuminò di luce azzurra ed emise un sibilo melodico.
- Hey Dra, ti fischia lo Specchietto.-
Draco Malfoy, concentrato sulla sua aragosta, sollevò lo sguardo dal piatto e, sperando che David si fosse sbagliato, infilò la mano in tasca per prendere lo Specchietto.
Brillava come un cristallo di ghiaccio.
- Che fai non rispondi?- gli chiese David vedendo che si limitava a fissare passivamente la sua immagine riflessa.
Il biondo diede un cenno d’assenso e con l’indice sfiorò la superficie liscia dove, al posto del suo volto, comparve quello della fidanzata.
- Ciao Pansy, che c’è?- chiese distaccato.
“ Volevo solo controllare che non fossi con una prostituta da quattro soldi in una camera d’albergo a riempirmi di corna” pensò la strega.
- Niente, ti ho chiamato così tanto per sentirti.- mentì con leggerezza –Ehm… come sta andando il pranzo?-
- Bene, il cibo è ottimo. Che altro vuoi sapere?-
- Vorrei solo salutare Blaise, me lo passi?-
- E’ andato un attimo in bagno, però c’è David che vuole farti un saluto.- aggiunse dopo che l’amico gli aveva rotto le palle dall’inizio della chiamata.
Perciò passò con poca grazia lo specchietto all’altro ex-Serpeverde e in quel frangente Pansy ebbe una visuale completa dello sfondo e riconobbe senza ombra di dubbio la saletta più chic del ristorante, quella preferita da Draco.
- Hey Pansy come va?- chiese David con entusiasmo.
- B-bene grazie.- rispose incerta la ragazza, presa alla sprovvista –E tu?-
- Non c’è male però andrebbe meglio se la tua amichetta Daphne smettesse di mandarmi a fanculo ogni volta che le chiedo un appuntamento.-
- E io cosa posso farci se non vuole uscire con te?-
- Beh, ecco, pensavo che forse potevi metterci una buona parola...-
- Non credere troppo ai miracoli.- tagliò corto Pansy –Sai, Daphne non parla troppo bene di te.-
David, che dopo le parole “parla” e “di te” si stava gasando pur non avendo afferrato l’effettivo senso della frase, si morse maliziosamente il labbro inferiore ripensando a tutte le sue fantasie erotiche con protagonista la Greengrass.
- E così lei ti parla di me… interessante, davvero interessante.- asserì sicuro di sé.
Pansy dal canto suo non sapeva più come scollarselo e sperava che Draco riprendesse possesso dello Specchietto così poteva proseguire nelle sue indagini.
- Pronto?- gli chiese vedendo il suo sguardo assente –Ma sei scemo o cosa? Ti ho appena detto che quando fa il tuo nome in una frase lo accompagna sempre da un insulto e tu ti stai eccitando?-
Uomini…
- Il punto cara la mia Pansy, senza offesa Draco.- aggiunse rivolto al biondo che intanto mangiava beato il suo pranzo scambiando di tanto in tanto due parole con Nott –non è quello che dice, ma il fatto che non le sia indifferente visto che, a quanto dici, compaio spesso nelle vostre conversazioni. E dimmi, cosa ti dice di me?-
- Visto che me lo chiedi… Dice che sei un porco pervertito narcisista, che a Hogwarts ti sei giocato tutte le possibilità con lei e piuttosto che uscire con te preferirebbe uscire con Hagrid. Ti basta o devo continuare?-
La ragazza, ormai priva di pazienza, dedusse dal silenzio e dal fatto che lo specchietto era stato restituito al suo proprietario, che l’autostima della serpe dal cuore infranto era appena crollata..
- Non credi di essere stata un po’ troppo esplicita?- le chiese Draco –Ad ogni modo ora devo chiudere.-
- No aspetta! Senti, hai da fare questo pomeriggio? Magari potevamo vederci…-
“Così non ti lascio tempo libero…”
- Hey Draco guarda qua!-
La voce trionfante di Blaise Zaini eccheggiò per tutta la saletta privata mentre correva verso il tavolo sventolando qualcosa non distinguibile da quella distanza.
- Sono un genio!- gridò –Ti ho appena rimediato un incontro ravvicinato con la cameriera bionda di prima. Che aspetti a…-
- Cazzo Blaise stai zitto!- lo interruppe Nott –Sta parlando allo Specchietto con Pansy.-
- Oh… io… ehm.- balbettò incerto nascondendo il reggiseno dietro la schiena.
- Devo chiudere.- disse freddo Draco rivolto alla ragazza –Ci vediamo direttamente domani, all’altare.-
Con un tocco dell’indice l’erede dei Malfoy fece sparire l’immagine di Pansy e rimise lo Specchietto nella tasca della giacca.
- Complimenti Blaise, un vero genio.- sentenziò David applaudendo.
- Sempre il solito.- aggiunse Nott.
- Dra, scusa non volevo… io… non lo sapevo… Sono un idiota, scusa.- disse l’ex-Serpeverde al migliore amico.
- Non vi agitate per così poco, molto probabilmente non ha sentito niente.- rispose Draco che anche in quella situazione non si era scomposto di una virgola –Eri troppo lontano.-
- Speriamo.-

 
Forse attraverso uno Specchietto non si riusciva a sentire tutto, ma quel poco che aveva sentito lo aveva capito bene e a Pansy quel poco bastò per farsi un nuovo quadro della situazione e per capire che ormai, a un giorno dal matrimonio, era inutile continuare a fingere che non stesse succedendo niente.
Così come era inutile auto-convincersi che fosse tutto a posto, anche quando Pansy rinveniva pezzi di biancheria intima femminile a Malfoy Manor e cercava di credere che appartenessero a Narcissa Black perché in fondo era anche casa sua.
Quante volte poi Draco spariva nel nulla senza darle nessuna spiegazione.
Solo in quel momento la giovane strega si accorse che a negare l’evidenza faceva solo del male a se stessa.
Le lacrime cominciarono a rigare le guance candide di Pansy.
Piangeva perché forse Draco non era cambiato in due anni e perché nulla era cambiato di tempi di Hogwarts.
Piangeva perché era un’illusa.
Si era illusa che Draco dopo tanti anni di fidanzamento l’amasse o che almeno tenesse a lei quel tanto da lasciar perdere le altre donne.
Terrorizzata dall’idea che il ragazzo non l’avesse mai amata, Pansy si vestì in fretta per uscire.
Voleva andare a Malfoy Manor per far luce su tutto, prima di salite all’altare...


 
- Buongiorno signorina.- squittì un elfo domestico facendo accomodare Pansy –Mi spiace informarla che il signorino non è in casa al momento.-
- Non importa. Devo solo recuperare una cosa che ho dimenticato.- mentì la ragazza.
- Dipsy sarà felice di rendersi utile. La signorina deve solo dire a Dipsy cosa ha dimenticato e Dipsy correrà a prenderla.-
Pansy rimase spiazzata, non poteva fare nulla se quello stupido elfo domestico di nome Dipsy le rimaneva tra i piedi.
- Non vorrei creare disturbo.- cercò di svincolarsi la strega –E poi credo che la signora Malfoy ti abbia affidato altre mansioni da svolgere.-
- Oh no signorina! I coniugi Malfoy sono già a Black Crystal Lake, nessun disturbo signorina. Dipsy...-
- Ho detto- lo interruppe Pansy alzando il tono di voce –che me la sbrigo da sola, è questione di minuti. Non vorrai che dica ai tuoi padroni di darti dei vestiti-
- No signorina, la prego.- supplicò disperato l’esserino verde –I vestiti no!!-
- Allora, togliti di mezzo.-
- Dipsy obbedisce alla futura signora Malfoy.-
- Così va meglio.- concluse la strega –Uscirò da sola.-
Con un ultimo inchino l’elfo domestico si ritirò nelle cucine, lasciando Pansy da sola nell’imenso salone.
Quello stupido elfo le aveva fatto perdere tempo.
La ragazza salì le scale della villa diretta verso la camera da letto di Draco.
Ormai, per quante volte c’era stata, conosceva a memoria quella casa.
Entrò nella camera e il profumo di mughetto e mirtillo contenuto nell’aria la avvolse, ma Pansy non era lì per quello.
Cercava prove concrete.
La camera era in un ordine impeccabile ma qualcosa attirò il suo sguardo: lì nel caminetto trovò dei fogli mezzi bruciati, delle lettere a quanto pareva.
Non si riusciva a leggere molto ma a quanto leggeva dalla data in alto erano piuttosto recenti... una era proprio di quella mattina.
Due delle lettere erano praticamente illeggibili, ormai ridotte a dei coriandoli bruciacchiati ma l’ultima era messa meglio delle altre e qualche frase ancora si capiva.

 Ancora non ci posso credere... Sei troppo bello per essere vero... Sei sempre nei miei sogni, i miei sogni più erotici. So che... sposarti. Vorrei... tua moglie. Da quando... Vorrei averti tutto per me. So che per te... va bè, pensaci.

                                                                                                                  Lavanda Brown

 Pansy era incredula, dovette tirarsi uno schiaffo per assicurarsi che non stesse sognando.
Una volta accertato che non fosse un sogno, riprese quel delicatissimo foglio di carta e rilesse il contenuto cercando di capire le parti mancanti.
- Lavanda Brown...- ripetè Pansy in un sussurro quasi impercettibile –COSA?!? LAVANDA BROWN?!?-
La ex-Serpeverde aveva i nervi a fior di pelle e quasi si sentì mancare il fiato.
In un primo momento non si era resa conto che quella Lavanda Brown fosse la stessa ex-Grifondoro che aveva odiato fino al Settimo Anno, fino all’ultimo giorno di scuola.
Senza accorgersene una lacrima scese lenta e un’altra ancora seguì la precedente quando riconobbe la firma dell’altra lettera.
- Cho Chang...-
Seduta sul tappeto verde-argento Pansy si lasciò andare in un pianto che tratteneva da troppo tempo, stringendo nel pugno quei pezzi di carta.
Dopo essersi sfogata si asciugò gli occhi arrossati e rigettò nel camino quel che rimaneva delle lettere bruciandole definitivamente.
Aveva pianto sì, ma non tanto per quei messaggi perché sapeva che Draco aveva molte ammiratrici e qualunque altra ragazza avrebbe venduto l’anima al diavolo per essere al suo posto come futura moglie del Serpeverde.
Se fosse stata in un’altra situazione questo pensiero le avrebbe strappato un sorriso perché essere invidiata da tutte le streghe della comunità magica le donava una soddisfazione immensa.
Però quello non era certamente il momento di sorridere.
Lì su quel tappeto era soprattutto il suo orgoglio ferito a piangere per l’umiliazione subita, oltre al fatto che si sentiva infinitamente stupida visto che per colpa di un cretino stava sprecando la sua ultima giornata da nubile a piangere durante una missione di spionaggio.
Non poteva farci niente se lo amava, ma era disposta anche rinunciare alla sua felicità per lui?
Fino a poche ore prima sembrava tutto perfetto, ora invece, per colpa di un dubbio a lungo sopito, si ritrovava a dubitare della fedeltà del suo futuro marito.
Ancora, però, non si poteva dire che avesse uno straccio di prova certa.
Doveva fare qualcosa, non aveva poi molto tempo.
Doveva fare qualcosa ma non sapeva cosa.


- Spero che ti sia piaciuto questo pranzo Draco, perché era l’ultimo da scapolo per te.-
Le parole di Blaise invase i corridoi di Malfoy Manor.
- Davvero divertente Blaise.- rispose il Principe dei Serpeverde –Vado di sopra a cambiare la camicia.-
Pansy immobile in mezzo alla camera udì perfettamente i passi di Draco che saliva le scale.
“Che faccio adesso?” pensò in preda al panico.
Non poteva certo farsi trovare lì imbambolata, per di più a violare la privacy del Serpeverde.
Poteva inventarsi qualcosa, una scusa come quella che aveva usato con l’elfo domestico, ma sapeva che Draco non era uno stupido.
Non sarebbe bastata una banalissima scusa.
E visto che per inventarsi qualcosa di complesso il tempo non era sufficiente, la cosa più ovvia che Pansy poteva fare era nascondersi.
Ma dove?
Sotto il letto?
Nell’armadio?
No, l’armadio no perché era lì che Draco teneva le sue costosissime camicie.
Il letto dunque sembrava la soluzione più ovvia, così la ragazza vi si infilò sotto appena in tempo.
Faceva uno strano effetto dal momento che lei era abituata a starci sopra...
Il biondo Serpeverde varcò la soglia della sua stanza ma non notò nulla di insolito, né tanto meno si accorse che non era solo.
- Hey Draco vedi di non prendere altri impegni per stasera, non so se mi spiego.-
Blaise Zabini e Theodore Nott comparvero alle spalle del biondo.
- Tranquilli, stasera non ho nessun appuntamento galante.- sentenziò con un ghigno –Sarò tutto quanto per voi.-
Blaise e Nott lo guardarono stupiti.
- Ma... ma... come?- balbettò Nott.
- Come faccio a sapere che mi state organizzando una festa?- Draco sorrise soddisfatto –Ve lo si legge in faccia che tramate qualcosa e visto che domani mi sposo non era difficile capire cosa.-
- Mi stupisci Dracuccio.- intervenne Blaise ironico –E visto che sai già tutto, puoi farci il favore di stare lontano da casa tua fino a stasera. Così ci rendi tutto più facile.-
- Vai a divertirti.- aggiunse Nott con un sorrisetto malizioso –Fin che puoi.-
- Come volete.- rispose Draco –Ma guai a voi se mi distruggete la casa.-
- Messaggio ricevuto.-
- Non preoccuparti di nulla, conosciamo i tuoi gusti.- concluse Blaise.
I due ex-Serpeverde aspettarono che Draco si fosse allontanato per poter iniziare ad organizzare la festa di addio al celibato.
- Allora come siamo messi con gli alcolici?- attaccò Blaise –E l’erbetta magica chi la porta?-
- All’alcool ci penso io oggi pomeriggio e l’erbetta la porta David. Tu invece hai già trovato la coniglietta per la torta?-
- Già fatto. E’ uno schianto credimi. Arriverà qui per le dieci e mezza.-
- E dove l’hai pescata?-
- In un night club dove vado spesso. Ci ho fatto un salto proprio ieri sera.-
- Okay, almeno quella è fatta. Ora io vado a fare provviste... Vengo qui più tardi.-
- Tanto io sono sempre qui. Devo vedere come sistemare il salone e poi aspetto che portino qui la torta e tutto il resto.-
- A dopo allora.-
- Ciao Nott.-
Blaise Zabini dopo essersi tolto la giacca e averla lanciata sul letto uscì anche lui dalla camera lasciando Pansy di nuovo da sola.
Finalmente sola.
Uscì dal suo nascondiglio e si mise a sedere, sconvolta e confusa.
- Coniglietta?- continuava a ripetersi –Quell’infame di Blaise vuole fare una sorpresa a Draco portandogli una spogliarellista?-
Non aveva parole...
E poi cosa voleva dire Draco con la frase “stasera non ho appuntamenti galanti”?!?
Pansy non ci stava capendo più niente ma i dubbi sull’infedeltà del suo fidanzato stavano diventando ovvi.
Soprattutto dopo la battutina di Nott “divertiti fin che puoi”. Ma come si permetteva?
Aveva una gran voglia di piangere e urlare per la disperazione ma qualcosa glielo impedì, risvegliando la sua astuzia da Serpeverde.
Regina dei Serpeverde per la precisione...
E quel qualcosa era un’idea geniale, un’idea per mettere alla prova la fedeltà di Draco una volta per tutte.
Perché in fondo si stava parlando di un matrimonio, di un futuro insieme e a Pansy l’idea di fare la moglie cornuta proprio non andava giù.
Erano ormai le due del pomeriggio quando la ex-Serpeverde si decise a mettere in atto il suo piano, e il tempo stringeva.
Chiamarlo “piano” forse era eccessivo, in realtà si trattava solo di un’idea difficile da realizzare e non era convinta neanche lei che avrebbe funzionato.
Aveva ben poco su cui basarsi ma doveva assolutamente fare qualcosa, perché starsene lì con le mani in mano non avrebbe risolto la situazione.
Per ora l’unica cosa certa era che sarebbe stata proprio la sgualdrinella in versione coniglietto che Blaise aveva ingaggiato a fornirle un modo per mettere alla prova Draco.
Ma come rintracciarla?
Non sapeva neanche come si chiamava, figurarsi se aveva la minima possibilità di incontrarla.
La faccenda era leggermente più complicata di quello che pareva.
- Allora...- si disse cercando di riordinare le idee –Blaise ha detto che sta spogliarellista l’ha presa in un night club dove va spesso... E se ieri sera ha ingaggiato quella...- un’improvvisa rivelazione fulminò la giovane strega –Blaise deve avere da qualche parte il suo nome o l’indirizzo! Però se ce l’ha a casa sua è un guaio.-
Si fermò a riflettere ancora un istante e in cuor suo sperò di non dove arrivare a setacciare l’appartamento di Blaise perché in mezzo al suo disordine avrebbe solo perso tempo.
- Se Blaise sta aspettando qui la torta e la coniglietta però, dovrebbe avere dietro il nome e l’indirizzo, magari per contattarla nel caso fosse in ritardo!-
Istintivamente lo sguardo di Pansy cadde sulla giacca dell’ex-Serpeverde appoggiata sul letto e per qualche istante gli occhi neri della strega parvero brillare.
Afferrò l’indumento e iniziò ad esplorare le tasche e il loro contenuto.
Sigarette, bacchetta, fazzoletto sporco di rossetto e un perizomino di pizzo nero.
- Sempre il solito, Blaise.- commentò la ex-Serpeverde mentre scrutava i ritrovamenti.
E a meno che sul fazzoletto non vi fosse scritto un indirizzo oltre al segno di due labbra di fuoco, Pansy si rese conto di essere arrivata in un vicolo cieco.
- Che rabbia!- urlò la strega scaraventando per terra il fazzoletto e il perizoma –Ma cosa...-
Tra le mani della ragazza era rimasto un biglietto di carta piegato in due.
Un biglietto da visita.
“Ma che posto originale per un biglietto la visita” osservò sarcastica mentre raccoglieva da terra l’indumento intimo.
Tornò a concentrarsi sul biglietto e sorrise soddisfatta nel leggerlo: finalmente ora sapeva l’indirizzo del night club e il nome della spogliarellista, Beauty.
Qui invece l’originalità per quanto riguardava la scelta del nome mancava del tutto, ma a Pansy non importava più di tanto.
Ora avrebbe potuto rintracciarla e usarla.
Usarla per testare la fedeltà del suo fidanzato, ovvio.
Una qualunque ragazza al suo posto sarebbe corsa immediatamente al night club ad annullare l’incarico di “Beauty”, una Serpeverde invece avrebbe agito più subdolamente e con meno imprudenza, corrompendo o minacciando la spogliarellista in modo da poterla manipolare.
Ma lei era la Regina dei Serpeverde, e se voleva raggiungere il suo scopo avrebbe dovuto farlo lei stessa, non poteva contare su nessun altro.
Ed era per questo che si decise ad entrare in scena: avrebbe fatto lei la coniglietta nella torta perché aveva capito che era l’unico modo possibile per mettere alla prova Draco.
Doveva mettere alla prova il loro amore, se così si poteva definire, ma soprattutto metteva alla prova se stessa e le sue doti di attrice.
Non sapeva se sarebbe riuscita a mantenere il sangue freddo e a recitare la parte, ma a quello avrebbe pensato più tardi perché per il momento aveva molte altre cose da fare prima della festa, così come doveva sbrigare moltre altre faccende prima di andare a Nocturn Alley nel night club.
E, tra tutte, quella che aveva la priorità era procurarsi la Pozione Polisucco...

 Pansy Genevieve Parkinson, dopo aver accuratamente evitato Blaise Zabini che allestiva il soggiorno, scese le scale dei sotterranei di Malfoy Manor.
Il suo obbiettivo: il laboratorio di Draco.
Un leggero ghigno comparve sul volto della strega, illuminato dalle torce dei sotterranei.
Ecco cosa voleva dire avere per fidanzato un esperto pozionista.
E, ironia della sorte, le stesse pozioni che l’erede di Casa Malfoy aveva creato con tanto impegno sarebbero state usate contro di lui.
Il laboratorio di Draco si trovava in fondo al corridoio dei sotterranei: una stanza immensa con pareti di pietra e numerosi scaffali carichi di pozioni.
Era la prima volta che varcava quella soglia perché Draco le aveva sempre vietato l’accesso a ciò che veniva considerato come “il suo mondo”.
A Pansy invece il mondo delle pozioni era completamente sconosciuto e non le servì molto a capire che per trovare la Pozione Polisucco tra tutte quelle boccette sarebbe servito più tempo del previsto.
A dir la verità era già un miracolo che Pansy conoscesse  l’esistenza della Pozione Polisucco e che sapesse a cosa serviva.
Non le erano mai interessate le pozioni e se conosceva vagamente la Pozione Polisucco era solo perché al Settimo Anno lei e le sue amiche Serpeverde ne avevano versata un po’nei calici delle loro rivali di Grifondoro Lavanda Brown, Calì Patil e Romilda Vane insieme a dei peli di topo.
Passeggiò lentamente davanti ai vari ripiani in cerca della pozione giusta.
Peccato che non avesse la minima idea di quale fosse, né tanto meno che colore abbia.
Ma conoscendo Draco e la sua precisione, la ex-Serpeverde poteva scommettere che le boccette fossero in ordine alfabetico.
- Sei troppo prevedibile Draco Lucius Malfoy.- ghignò soddisfatta Pansy Parkinson appena giunse allo scaffale della lettera P.
E da lì trovare la boccetta etichettata con la scritta “Pozione Polisucco” fu un gioco da ragazzi.
Forse la strega non era pratica con provette e pozioni ma non si poteva negare che avesse una certa esperienza con le boccette dei profumi.
Così con estrema delicatezza travasò parte della pozione in un’ampolla vuota che trovò lì su un bancone, perché se avesse fatto sparire l’intera pozione Draco se ne sarebbe sicuramente accorto.
- E anche questa è fatta.- sospirò Pansy chiudendosi la porta alle spalle.
L’orologio nel sontuoso ingresso di Malfoy Manor batté le tre e mezza quando Pansy, stando attenta a non farsi vedere né da Blaise né da Dipsy l’elfo domestico, uscì dalla villa.
Aveva un’ultima cosa da fare prima di dedicarsi alla questione della coniglietta.

La Regina dei Serpeverde si materializzò di fronte alla residenza dei Greengrass, sperando vivamente che la sua migliore amica Daphne fosse in casa.
Doveva parlarle con urgenza.
Attese sulla soglia finchè una bionda ex-Serpeverde non comparve alla porta.
- Ciao Pansy ma che ci fai qui?- chiese Daphne stupita nel vedere la futura sposa –Non dovresti essere a casa a riposarti?-
- Non qui Daphne... Posso parlarti dentro?- rispose Pansy con un filo di voce.
- Oh sì! Scusami, entra pure.-
Le due Serpeverde si accomodarono nel salotto, entrambe in silenzio.
Daphne Greengrass, anche se cercava di non darlo a vedere, si stava seriamente preoccupando per questa visita improvvisa di Pansy.
Non era da lei.
Si stava preoccupando perché in tanti anni che si conoscevano non l’aveva mai vista in quello stato, non sembrava più la stessa Regina dei Serpeverde che aveva sempre ammirato.
Forse quell’aria assente e quello sguardo perso nel vuoto li aveva già visti in passato.
“Conosco quello sguardo” ricordò all’improvviso la bionda.
Lo conosceva bene...
Quante volte durante gli anni a Hogwarts l’aveva vista in quello stato e l’aveva consolta.
Non aveva dubbi.
Quello sguardo era lo stesso che compariva sul volto di Pansy quando a Scuola scopriva che Draco l’aveva tradita per l’ennesima volta.
Possibile che fosse successo ancora?

FLASHBACK
 
Un’infuriata Daphne Greengrass di diciassette anni percorreva avanti e indietro tutto il Dormitorio Femminile di Serpeverde con passo deciso.
- Non ci posso credere.- ripeteva con rabbia crescente –Non posso credere che lo sapevi già ma non hai fatto ancora niente!-
Pansy Parkinson, seduta sul suo letto a gambe incrociate, lo sguardo assente, non trovava le parole per rispondere.
Si limitava a guardare distrattamente la camminata della bionda, seguendola appena con la coda dell’occhio tanto per tenere la mente occupata, mentre con le dita giocherellava con le ciocche del caschetto.
- Almeno guardami quando ti parlo!-
Gli occhi scuri di Pansy, al suono di quella frase, smisero di fissare il pavimento per poi incrociare quelli della bionda.
In quelle iridi verde-acqua si poteva benissimo scorgere il fuoco che in quel momento ardeva in lei.
- Allora? Vuoi darmi una risposta o devo tirartela fuori io a suon di Cruciatus? Guarda che ne sono capace…-
- Non sono affari tuoi Daphne. E’ una questione che riguarda solo me… e Draco.-
- Sarà, ma non mi pare che fino ad ora tu sia mai riuscita a gestire la situazione.-
Un’ombra scusa scese sul volto di Pansy, che rimase in silenzio incapace rispondere.
Sapeva fin troppo bene che l’amica aveva ragione, non aveva senso controbattere.
“Perfetto” pensò “Ci mancava solo la ramanzina”
- Ma io non posso gestire questa situazione! Lo capisci che non c’è niente che possa fare?-
La voce le tremava e le lacrime iniziarono a pungerle gli occhi.
- Sì invece!- continuò la Greengrass –Innanzitutto potresti iniziare a farti rispettare e a non farti trattare così.-
- Così come scusa?-
- Come la sua puttana per esempio.-
- Non è colpa mia! E’ lui che…-
- Ma sei tu che glielo permetti!- Daphne la interruppe con veemenza senza neanche lasciarle finire la frase –Perché ogni volta che succede, cioè un giorno sì e l’altro pure, tu non dici niente e anzi fai proprio finta che non sia successo! Sei una ragazza Pansy, non una bambola gonfiabile che lui usa a suo piacimento!-
- Non è vero che non faccio mai niente.- la Regina dei Serpeverde si lasciò andare in un pianto silenzioso –Ho provato in tutti i modi a farlo ingelosire.-
- Non mi pare però che andare con Lucas Turner abbia cambiato qualcosa…-
- Secondo te non lo so? Non ha cambiato espressione neanche quando Blaise gliel’ha detto… E io non so più che fare.-
- Te lo dico io allora: vai da lui, gli tiri uno di quegli schiaffi che si ricordano a vita, e che lasciano un segno indelebile in stile Marchio Nero però di colore rosso, e lo mandi a fanculo una volta per tutte!-
- Io… io non posso.-
- La verità è che non hai il coraggio di lasciarlo.- le sibilò la bionda.
Lasciare Draco… Come poteva anche solo pensare di lasciarlo?
Non riusciva ad immaginarsi una vita senza di lui.
- Io non voglio mollarlo!- rispose tra i singhiozzi –I nostri padri, il matrimonio… e poi io lo amo!-
- Come puoi amare uno che ti tratta con indifferenza e a cui non gliene frega niente di te?-
- Io…-
- Se non vuoi continuare a soffrire in questo modo, inutilmente per altro, devi chiudere con lui.-
Daphne Greengrass, la dolce serpe dal viso d’angelo e dal carattere, tutto sommato, piuttosto tranquillo, quel pomeriggio stava seriamente perdendo la pazienza e non sapeva più in che modo convincere l’amica.
- E’ pieno di ragazzi là fuori, figurati se una carina come te non se ne trova un altro nel giro di cinque minuti.-
Le lacrime scorrevano incessantemente sulle guance di Pansy, mentre rigavano quella pelle candida come fossero lame.
- Non posso…-
- Non è che non puoi, tu non vuoi, Pansy! Sai che ti dico? Se non hai intenzione di fare qualcosa ci penserò io.-
La determinazione con cui Daphne si stava battendo era ammirevole, ma allo stesso tempo inquietante perché non si può mai sapere quanto perfida poteva essere una vendetta elaborata da un Serpeverde.
Soprattutto se il Serpeverde in questione era una ragazza assetata di sangue.
- Vedremo se dopo tutte le Maledizioni che gli tiro, Draco Lucius Malfoy avrà ancora voglia di andarsene in giro a passarsi tutta la fauna femminile di Hogwarts. Gli levo quel ghigno dalla faccia una volta per tutte.
Diventerai vedova ancora prima di sposarti!-
- Daphne, ti prego, non fare niente!-
- Come sarebbe a dire “non fare niente”?-
- Non fare niente, ti supplico. Non potrei vivere senza Draco.-
- Ok magari non lo uccido, però lo riempirò con così tante Fatture che dopo neanche sua madre sarà in grado di riconoscerlo.-
- Ti prego no! Ti prego, fallo per me e la nostra amicizia.-
Era la prima volta, in sette anni che si conoscevano, che la bionda vedeva la sua migliore amica supplicare qualcuno.
Lei, la Regina di tutti i Serpeverde, in quel momento la stava supplicando di non intervenire.
Rimase spiazzata e lì, immobile in mezzo alla stanza, fissava ancora incredula la scena.
Solo allora si rese conto che torturare Draco avrebbe rovinato il loro rapporto, oltre al bel visino dell’erede di Casa Malfoy.
E solo allora decise che per quella volta avrebbe soddisfatto la richiesta di Pansy, nonostante sarebbe sempre rimasta dell’idea che una vendetta fosse la cosa migliore per far capire chi comandava.
Si costrinse a reprimere tutti gli istinti omicidi e eliminare dalla mente tutti i piani che aveva escogitato per farla pagare al ragazzo più donnaiolo della Scuola.
Quei piani però li avrebbe sempre custoditi nell’archivio, per sicurezza, perché non si poteva mai sapere quando sarebbero tornati utili.
Così si sedette sul letto e abbracciò forte Pansy: le asciugò le lacrime e, mentre le accarezzava i capelli, giurò a sé stessa che se Draco avesse osato tradirla ancora una volta, avrebbe scatenato su di lui l’Apocalisse.
Se prima aveva sempre condotto indagini super-accurate sui giri di donne di Draco, scoprendo di ogni singolo appuntamento clandestino –non a caso si era meritata il titolo di Regina del Gossip- ora sarebbe stata ancora più attenta, anche a costo di farsi spuntare un terzo occhio.
Sarebbe diventata l’ombra di Draco Malfoy, la sua persecuzione da cui doveva guardarsi le spalle, e al minimo tradimento, anche se solo gli passava per la testa di portarsi a letto una ragazza che non fosse stata Pansy, gli avrebbe reso la vita un vero inferno.
Lì, nel Dormitorio Femminile di Serpeverde, verso la fine del Settimo Anno, Daphne Greengrass aveva fatto il suo giuramento…
E anche se a Pansy il pensiero dell’amica che riversava la sua ira sul suo futuro marito metteva i brividi, si sentì protetta come mai in vita sua.

 
Le due ragazze stavano sedute sul divano, una di fianco all’altra, nella stessa posizione di due anni prima.
- Pansy...- sussurrò la bionda –Ti prego parlami, dimmi cosa ti sta succedendo-
Daphne...era l’unica vera amica che Pansy avesse mai avuto, l’unica che la conoscesse veramente e a cui confidava tutto.
Voleva raccontarle le cose successe nelle ultime ore, i suoi dubbi, le sue paure... ma non poteva.
Non voleva preoccuparla inutilmente.
- Mi dispiace...- singhiozzò Pansy con le lacrime agli occhi.
Non riuscì a dire nient’altro.
- Pansy...- sussurrò ancora la bionda Serpeverde –Pansy che hai? Ti prego dimmelo-
- Mi dispiace Daphne...-
- Per cosa ti dispiace?-
Per tutto... Le dispiaceva non poterle dire la verità, per non essere stata una buona amica.
- Mi dispiace Daphne.- ripetè tra i singhiozzi –Ma non posso venire stasera. Ti prego perdonami ma non posso.-
- Pansy ma è la tua festa!-
La festa di addio al nubilato...
Il lussuosissimo party che Daphne Greengrass stava organizzando da giorni per poter festeggiare la futura sposa a un giorno dalle nozze.
Il lussuosissimo party che doveva tenersi in uno dei locali più belli e costosi di tutta la Londra magica tra candele, champagne e preziosi regali.
Daphne non riusciva a crederci che, dopo tutto il lavoro per organizzare e spedire gli inviti alle ragazze di tutta l’alta società, Pansy avesse deciso di rinunciare.
Non era da lei rinunciare ad un’occasione per mettersi in mostra e far morire di invidia le altre ragazze: soprattutto non poteva rinunciare ad un’occasione per rinfacciare a tutti di essere la futura moglie dello scapolo più ambito di tutta la Gran Bretagna.
Che ne era stato della solita Pansy?
- Pansy- insistè Daphne –Pansy ti prego, dimmi qualcosa!-
- Non posso dirtelo, ancora.-
Le lacrime scorrevano libere sulle guance della brunetta.
Ormai per quante erano aveva rinunciato ad asciugarle una ad una.
- Ti rendi conto che la festa è solo tra qualche ora? Non puoi dirmelo solo adesso che devo disdire tutto: il locale, i ballerini, gli inviti!-
- Ti prego perdonami Daphne... Ma stasera non posso esserci. Festeggiate voi.-
- Una festa di addio al nubilato senza la futura sposa?-
- Io non posso esserci.-
- Ma perché?-
- Devo... devo andare in un posto. Non voglio mentirti e per questo ti chiedo di non fare più domande.-
- Come faccio a non farti domande? Piombi qui all’improvviso, mi dici che la festa salta e pretendi pure che io non faccia nessuna domanda?- la bionda stava cominciando a spazientirsi.
Pansy non rispose.
Rimase in silenzio, a piangere.
- Riguarda per caso Draco?- chiese Daphne all’improvviso.
Draco... come poteva aver indovinato?
- No, non riguarda lui.- mentì Pansy con voce tremula.
Per la prima volta aveva mentito alla sua migliore amica e questo di certo non contribuì a farla sentire meglio, ma non poteva neanche dirle la verità.
Sapeva per certo cosa sarebbe successo se l’avesse messa al corrente, senza contare che tutti i suoi piani sarebbero sicuramente saltati.
Anzi, non ci sarebbero più stati piani da attuare se la bionda avesse ucciso il futuro sposo.
- E’ una cosa importante?- il tono della voce di Daphne si era addolcito –E’ così importante che ne va del tuo futuro?-
La Regina dei Serpeverde annuì.
- Allora vai, non preoccuparti-
- Come?- domandò Pansy incredula.
- Se è così importante come dici devi andare. Non preoccuparti della festa, ci penso io.-
Era davvero un’amica.
- Grazie...- rispose Pansy.
Piangeva, ma stavolta per la commozione.
Era commossa perché l’amicizia che le dimostrava Daphne non aveva limiti.
Era una dea.
- Grazie Daphne- ripetè prima di uscire dalla residenza dei Greengrass, lasciando la bionda Serpeverde con i propri dubbi e le proprie domande che non avevano avuto risposta.

 

  
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