Questa fanfic, la mia prima in assoluto, la dedico
alla mia
Ale
Ma soprattutto questa fanfic è importante per me
perché se
non ci fosse stata io e Ale non ci saremmo mai conosciute e, anche se
parliamo
solo attraverso il computer e quando riusciamo a collegarci, per me
è come aver
trovato un’amica reale. Grazie per esserci sempre…
Un altro ringraziamento va a Chiara, sul sito Bad_Devil, per il suo fantastico lavoro
di beta e per tutti i suoi suggerimenti.
La storia sarà molto probabilmente di 3 capitoli ma non fatevi ingannare dal titolo perchè di sdolcinato non c'è assolutamente niente visto che si sta parlando di Draco Malfoy, e Draco e storie mielense non vanno proprio d'accordo...
Non vi anticipo niente, tranne che Draco è sempre il nostro Draco mentre questa non è la tipica
storia Pansy/Draco perchè la mia Pansy non è la solita oca a cui
siamo abituati. Per
il resto ci saranno parecchi colpi di scena e… un finale a
sorpresa!!!
Mi raccomando, lasciatemi commentino^^
HAPPY
MARRIAGE
1.
Profumo di nozze
Molte cose erano successe in due anni e molte cose erano
cambiate, ma una era rimasta immutata nel tempo: Pansy Genevieve
Parkinson e
Draco Lucius Malfoy erano ancora fidanzati.
Forse se Nickholas Parkinson e Lucius Malfoy non avessero
combinato il loro matrimonio quando i loro figli erano poco
più che ragazzini,
ora non sarebbero
stati più insieme o
addirittura non si sarebbero mai fidanzati.
Non tanto per via di Pansy che amava Draco indipendentemente
dal loro fidanzamento forzato, ma più a causa del Principe
dei Serpeverde e
della sua riluttanza incondizionata nei confronti dell’amore.
Ma ora, anche la vita dei due ex-Serpeverde avrebbe subito
una svolta, e il loro fidanzamento si sarebbe a poco trasformato in
matrimonio…
Quella mattina di Maggio Pansy Genevieve Parkinson se ne
stava sdraiata sul letto della sua camera a Villa Parkinson, a
contemplare il
soffitto.
Ancora non riusciva a crederci.
Ancora non riusciva a credere che di lì a
ventiquattr’ore
avrebbe finalmente sposato Draco Malfoy...
il suo Draco.
Solo ventiquattro ore e il sogno di una vita si sarebbe
avverato, sarebbe diventato realtà.
Al solo pensiero della parola matrimonio, si sentiva
pervadere da una strana sensazione, un misto di agitazione ed euforia.
L’emozione indescrivibile che solo un imminente matrimonio
sa infondere in una ragazza, perché per una ragazza il
matrimonio è per
eccellenza il giorno più bello di tutti...
Sorrise quando si immaginò con indosso l’abito
bianco e il
velo mentre varcava l’ingresso e raggiungeva
l’altare sotto gli sguardi di
ammirazione degli invitati, per scambiare finalmente la promessa di
amore
eterno con Draco, che l’aveva attesa impaziente.
Tutto era perfetto e nessuno avrebbe potuto rovinarle quel
momento.
Nessuno…
Avvolta tra le lenzuola, passò la mattinata ad immaginarsi
il suo futuro con il biondo Serpeverde: la loro nuova vita insieme.
“Signora Malfoy” pensò Pansy con
eccitazione crescente,
stringendo forte il cuscino.
Malfoy, Malfoy,
Malfoy...
Avrebbe ripetuto quel nome all’infinito, non si sarebbe mai
stancata.
Non si sarebbe mai stancata di amarlo.
Se ne era innamorata fin dal primo istante in cui incrociò i
suoi occhi di ghiaccio.
Aveva solo dieci anni quando lo vide per la prima volta: lui
e i coniugi Malfoy aveva preso parte ad un ricevimento a Villa
Parkinson.
Poi a Hogwarts avevano condiviso la stessa Casa, gli stessi
rivali e, dal Quinto Anno in poi, lo stesso letto...
Inconsciamente si ritrovò a riflettere sulla loro relazione
passata e, con una nota di tristezza, rievocò alla mente
vecchi ricordi della
loro vita alla Scuola di magia.
Allora erano solo dei ragazzi, ma riusciva ancora a
percepire quel senso di vuoto che provava quando veniva a sapere di
Draco e di
qualche altra ragazza.
In quegli anni a Hogwarts, il bel Principe delle serpi aveva
portato nel suo letto praticamente tutta la fauna femminile della
Scuola.
E lei ci aveva sofferto molto.
Aveva sofferto perché si sentiva era sentita tradita.
Aveva sofferto perché si sentivaera sentita usata.
Ricordò anche come lei cercava di farlo ingelosire andando
con altri ragazzi, ma senza risultato.
Draco Lucius Malfoy rimaneva freddo e impassibile anche
quando il suo migliore amico Blaise Zabini gli andava a riferire che
lei era
andata ancora a letto con il Capitano di Corvonero.
Indifferente, quando Theodore Nott, suo amico-nemico, gli
sbatteva apertamente in faccia che la notte prima aveva fatto le ore
piccole in
compagnia della ragazza.
L’unica cosa che era riuscita ad ottenere alla fine, era
stata solo una brutta reputazione a scuola, ma in nessun modo era
riuscita a
far ingelosire il Serpeverde.
All’improvviso Pansy decise di smettere di rivivere quei
tristi momenti per non rovinare la felicità che, fino ad un
attimo prima, la
cullava nel suo letto, come una calda rassicurazione.
- Falla finita Pansy! – si disse, vedendo che non riusciva
in alcun modo a smettere di pensarci – Sono cose di due anni
fa… Ora è tutto
diverso. – dirlo era un
conto, convincersi,
tutt’altra faccenda.
Vero anche che molte cose erano diverse da allora: non
c’erano più corteggiatrici di Draco in agguato
dietro ogni angolo della scuola;
ma le ragazze non erano sparite dalla circolazione...
Per due anni aveva cercato di credere che con il tempo le
persone fossero cambiate, e ci era anche riuscita. In
apparenza…
In fondo, anche lei era cambiata molto, e non solo perché
era diventata una donna, una donna molto bella anche con riccioli color
dell’ebano che le accarezzavano le spalle al posto del solito
caschettino che portava
ai tempi di Hogwarts, ma soprattutto perché si era liberata
della figura di
ochetta senza cervello.
Era maturata.
Quindi se lei era cambiata, perché anche Draco non poteva
essere diventato un ragazzo fedele?
Se l’era domandato a lungo e poi si era convinta
pienamente, seppur con incertezza, della possibilità di un
cambiamento di
Draco.
In due anni non l’aveva mai visto con altre donne,
né
nessuna delle sue amiche, in particolare la regina del gossip Daphne
Greengrass
le aveva mai riferito alcuna indiscrezione sul suo conto
Un motivo in più per convincersi di un eventuale
cambiamento.
Quindi, perché non crederci?
Per giunta Pansy trascorreva molto tempo a Malfoy Manor con
Draco e quando non era con lei, stava con Blaise e tutti i suoi
amici... non
avrebbe avuto il tempo materiale per un’amante.
Rimembrando questa teoria rassicurante, la futura sposa si
alzò dal letto e si sedette davanti allo specchio a rimirare
la sua immagine
riflessa.
- Domani devo essere perfetta.-
Sfiorò delicatamente con la mano tutti i suoi cosmetici
appoggiati sul ripiano, i suoi prodotti per la pelle e il suo profumo.
Vaniglia e gelsomino.
Era questa la sua fragranza preferita, semplice e al
contempo raffinata.
Se ne spruzzò un po’ addosso e assaporò
fino in fondo
quell’odore rilassante.
L’avrebbe riconosciuto fra mille profumi e la scia che
lasciava dietro di sé era inconfondibile, eppure...
... eppure nella camera di Draco l’aria era sempre intrisa
di un altro profumo.
Ogni volta che vi entrava aleggiava nell’aria una fragranza
diversa e una strana sensazione attanagliava il suo cuore.
Da tempo cercava di non pensarci, di convincersi che fosse
tutto frutto della sua immaginazione. Che se lo stesse solo immaginando.
Forse un ragazzo non percepisce la differenza tra i vari
profumi, ma una ragazza sì.
E Pansy se ne era accorta parecchie volte.
Quello che la convinse a non farci più caso era il fatto che
ogni volta c’era un profumo diverso, mai lo stesso per
più di una volta.
Rosa selvatica, pesca bianca, Ylang Ylang...
“ Non c’è nessuna amante, non
c’è nessuna amante, non c’è
nessuna amante…” si disse.
Infatti, non ne avrebbe il tempo! Dovrebbe farsi clonare per
riuscirci..
Ieri ad esempio aveva passato tutta
la serata con lei e in quel preciso momento
si trovava a pranzo al lussuoso ristorante Mirage con Blaise, Nott e
David
Rogers a gustarsi qualche raffinata pietanza francese.
Pansy sogghignò tra sé e sé.
“Certo, che stupida, ma cosa vado a pensare? Non
c’è nessuna
amante e Draco ora è al Mirage”
Perché è al Mirage, vero? Ma soprattutto, ovunque
sia, è con
i suoi amici?
Come un flash, nella sua mente si materializzarono le
immagini dei luoghi più svariati in cui poteva trovarsi e
delle persone, per lo
più ragazze, che molto probabilmente erano con lui mentre
lei perdeva tempo a
farsi paranoie.
Subito si rese conto non solo di non avere alcuna certezza
fondata ma anche di non aver la ben che minima idea.
Davvero perfetto…
Dovette affrontare un lungo dibattito interiore su cosa è
giusto o sbagliato prima di fondarsi sul comodino e afferrare il suo
Specchietto Gemello.
Pansy si rigirò tra le dita quel dischetto rotondo dove sul
retro rilucevano in oro le iniziali dei loro nomi, segno del loro
legame e di
quello degli Specchietti.
Fece scorrere lentamente l’indice sulla D e, dopo aver preso
un bel respiro, capovolse di nuovo lo Specchietto e
pronunciò le due parole più
difficili: Draco Malfoy.
- Hey Dra, ti fischia lo Specchietto.-
Draco Malfoy, concentrato sulla sua aragosta, sollevò lo
sguardo dal piatto e, sperando che David si fosse sbagliato,
infilò la mano in
tasca per prendere lo Specchietto.
Brillava come un cristallo di ghiaccio.
- Che fai non rispondi?- gli chiese David vedendo che si
limitava a fissare passivamente la sua immagine riflessa.
Il biondo diede un cenno d’assenso e con l’indice
sfiorò la
superficie liscia dove, al posto del suo volto, comparve quello della
fidanzata.
- Ciao Pansy, che c’è?- chiese distaccato.
“ Volevo solo controllare che non fossi con una prostituta
da quattro soldi in una camera d’albergo a riempirmi di
corna” pensò la strega.
- Niente, ti ho chiamato così tanto per sentirti.-
mentì con
leggerezza –Ehm… come sta andando il pranzo?-
- Bene, il cibo è ottimo. Che altro vuoi sapere?-
- Vorrei solo salutare Blaise, me lo passi?-
- E’ andato un attimo in bagno, però
c’è David che vuole
farti un saluto.- aggiunse dopo che l’amico gli aveva rotto
le palle
dall’inizio della chiamata.
Perciò passò con poca grazia lo specchietto
all’altro
ex-Serpeverde e in quel frangente Pansy ebbe una visuale completa dello
sfondo
e riconobbe senza ombra di dubbio la saletta più chic del
ristorante, quella
preferita da Draco.
- Hey Pansy come va?- chiese David con entusiasmo.
- B-bene grazie.- rispose incerta la ragazza, presa alla
sprovvista –E tu?-
- Non c’è male però andrebbe meglio se
la tua amichetta
Daphne smettesse di mandarmi a fanculo ogni volta che le chiedo un
appuntamento.-
- E io cosa posso farci se non vuole uscire con te?-
- Beh, ecco, pensavo che forse potevi metterci una buona
parola...-
- Non credere troppo ai miracoli.- tagliò corto Pansy
–Sai,
Daphne non parla troppo bene di te.-
David, che dopo le parole “parla” e “di
te” si stava gasando
pur non avendo afferrato l’effettivo senso della frase, si
morse maliziosamente
il labbro inferiore ripensando a tutte le sue fantasie erotiche con
protagonista la Greengrass.
- E così lei ti parla di me… interessante,
davvero
interessante.- asserì sicuro di sé.
Pansy dal canto suo non sapeva più come scollarselo e
sperava che Draco riprendesse possesso dello Specchietto
così poteva proseguire
nelle sue indagini.
- Pronto?- gli chiese vedendo il suo sguardo assente –Ma sei
scemo o cosa? Ti ho appena detto che quando fa il tuo nome in una frase
lo
accompagna sempre da un insulto e tu ti stai eccitando?-
Uomini…
- Il punto cara la mia Pansy, senza offesa Draco.- aggiunse
rivolto al biondo che intanto mangiava beato il suo pranzo scambiando
di tanto
in tanto due parole con Nott –non è quello che
dice, ma il fatto che non le sia
indifferente visto che, a quanto dici, compaio spesso nelle vostre
conversazioni. E dimmi, cosa ti dice di me?-
- Visto che me lo chiedi… Dice che sei un porco pervertito
narcisista, che a Hogwarts ti sei giocato tutte le
possibilità con lei e
piuttosto che uscire con te preferirebbe uscire con Hagrid. Ti basta o
devo
continuare?-
La ragazza, ormai priva di pazienza, dedusse dal silenzio e
dal fatto che lo specchietto era stato restituito al suo proprietario,
che
l’autostima della serpe dal cuore infranto era appena
crollata..
- Non credi di essere stata un po’ troppo esplicita?- le
chiese Draco –Ad ogni modo ora devo chiudere.-
- No aspetta! Senti, hai da fare questo pomeriggio? Magari
potevamo vederci…-
“Così non ti lascio tempo
libero…”
- Hey Draco guarda qua!-
La voce trionfante di Blaise Zaini eccheggiò per tutta la
saletta privata mentre correva verso il tavolo sventolando qualcosa non
distinguibile da quella distanza.
- Sono un genio!- gridò –Ti ho appena rimediato un
incontro
ravvicinato con la cameriera bionda di prima. Che aspetti a…-
- Cazzo Blaise stai zitto!- lo interruppe Nott –Sta parlando
allo Specchietto con Pansy.-
- Oh… io… ehm.- balbettò incerto
nascondendo il reggiseno
dietro la schiena.
- Devo chiudere.- disse freddo Draco rivolto alla ragazza
–Ci vediamo direttamente domani, all’altare.-
Con un tocco dell’indice l’erede dei Malfoy fece
sparire
l’immagine di Pansy e rimise lo Specchietto nella tasca della
giacca.
- Complimenti Blaise, un vero genio.- sentenziò David
applaudendo.
- Sempre il solito.- aggiunse Nott.
- Dra, scusa non volevo… io… non lo
sapevo… Sono un idiota,
scusa.- disse l’ex-Serpeverde al migliore amico.
- Non vi agitate per così poco, molto probabilmente non ha
sentito niente.-
rispose Draco che anche in quella situazione non si era scomposto di
una
virgola –Eri troppo lontano.-
- Speriamo.-
Forse attraverso uno Specchietto non si riusciva a sentire
tutto, ma quel poco che aveva sentito lo aveva capito bene e a Pansy
quel poco
bastò per farsi un nuovo quadro della situazione e per
capire che ormai, a un
giorno dal matrimonio, era inutile continuare a fingere che non stesse
succedendo niente.
Così come era inutile auto-convincersi che fosse tutto a
posto, anche quando Pansy rinveniva pezzi di biancheria intima
femminile a
Malfoy Manor e cercava di credere che appartenessero a Narcissa Black
perché in
fondo era anche casa sua.
Quante volte poi Draco spariva nel nulla senza darle nessuna
spiegazione.
Solo in quel momento la giovane strega si accorse che a
negare l’evidenza faceva solo del male a se stessa.
Le lacrime cominciarono a rigare le guance candide di Pansy.
Piangeva perché forse Draco non era cambiato in due anni e
perché nulla era cambiato di tempi di Hogwarts.
Piangeva perché era un’illusa.
Si era illusa che Draco dopo tanti anni di fidanzamento
l’amasse o che almeno tenesse a lei quel tanto da lasciar
perdere le altre
donne.
Terrorizzata dall’idea che il ragazzo non l’avesse
mai
amata, Pansy si vestì in fretta per uscire.
Voleva andare a Malfoy Manor per far luce su tutto, prima di
salite all’altare...
- Non importa. Devo solo recuperare una cosa che ho
dimenticato.- mentì la ragazza.
- Dipsy sarà felice di rendersi utile. La signorina deve
solo dire a Dipsy cosa ha dimenticato e Dipsy correrà a
prenderla.-
Pansy rimase spiazzata, non poteva fare nulla se quello
stupido elfo domestico di nome Dipsy le rimaneva tra i piedi.
- Non vorrei creare disturbo.- cercò di svincolarsi la
strega –E poi credo che la signora Malfoy ti abbia affidato
altre mansioni da
svolgere.-
- Oh no signorina! I coniugi Malfoy sono già a Black Crystal
Lake, nessun disturbo signorina. Dipsy...-
- Ho detto- lo interruppe Pansy alzando il tono di voce –che
me la sbrigo da sola, è questione di minuti. Non vorrai che
dica ai tuoi
padroni di darti dei vestiti-
- No signorina, la prego.- supplicò disperato
l’esserino
verde –I vestiti no!!-
- Allora, togliti di mezzo.-
- Dipsy obbedisce alla futura signora Malfoy.-
- Così va meglio.- concluse la strega
–Uscirò da sola.-
Con un ultimo inchino l’elfo domestico si ritirò
nelle
cucine, lasciando Pansy da sola nell’imenso salone.
Quello stupido elfo le aveva fatto perdere tempo.
La ragazza salì le scale della villa diretta verso la camera
da letto di Draco.
Ormai, per quante volte c’era stata, conosceva a memoria
quella casa.
Entrò nella camera e il profumo di mughetto e mirtillo
contenuto nell’aria la avvolse, ma Pansy non era
lì per quello.
Cercava prove concrete.
La camera era in un ordine impeccabile ma qualcosa attirò
il suo sguardo: lì nel caminetto trovò dei fogli
mezzi bruciati, delle lettere
a quanto pareva.
Non si riusciva a leggere molto ma a quanto leggeva dalla
data in alto erano piuttosto recenti... una era proprio di quella
mattina.
Due delle lettere erano praticamente illeggibili, ormai
ridotte a dei coriandoli bruciacchiati ma l’ultima era messa
meglio delle altre
e qualche frase ancora si capiva.
Lavanda Brown
Una volta accertato che non fosse un sogno, riprese quel
delicatissimo foglio di carta e rilesse il contenuto cercando di capire
le
parti mancanti.
- Lavanda Brown...- ripetè Pansy in un sussurro quasi
impercettibile –COSA?!? LAVANDA BROWN?!?-
La ex-Serpeverde aveva i nervi a fior di pelle e quasi si
sentì mancare il fiato.
In un primo momento non si era resa conto che quella Lavanda
Brown fosse la stessa ex-Grifondoro che aveva odiato fino al Settimo
Anno, fino
all’ultimo giorno di scuola.
Senza accorgersene una lacrima scese lenta e un’altra ancora
seguì la precedente quando riconobbe la firma
dell’altra lettera.
- Cho Chang...-
Seduta sul tappeto verde-argento Pansy si lasciò andare in
un pianto che tratteneva da troppo tempo, stringendo nel pugno quei
pezzi di
carta.
Dopo essersi sfogata si asciugò gli occhi arrossati e
rigettò nel camino quel che rimaneva delle lettere
bruciandole definitivamente.
Aveva pianto sì, ma non tanto per quei messaggi
perché
sapeva che Draco aveva molte ammiratrici e qualunque altra ragazza
avrebbe
venduto l’anima al diavolo per essere al suo posto come
futura moglie del
Serpeverde.
Se fosse stata in un’altra situazione questo pensiero le
avrebbe strappato un sorriso perché essere invidiata da
tutte le streghe della
comunità magica le donava una soddisfazione immensa.
Però quello non era certamente il momento di sorridere.
Lì su quel tappeto era soprattutto il suo orgoglio ferito a
piangere per l’umiliazione subita, oltre al fatto che si
sentiva infinitamente
stupida visto che per colpa di un cretino stava sprecando la sua ultima
giornata da nubile a piangere durante una missione di spionaggio.
Non poteva farci niente se lo amava, ma era disposta anche
rinunciare alla sua felicità per lui?
Fino a poche ore prima sembrava tutto perfetto, ora invece,
per colpa di un dubbio a lungo sopito, si ritrovava a dubitare della
fedeltà
del suo futuro marito.
Ancora, però, non si poteva dire che avesse uno straccio
di prova certa.
Doveva fare qualcosa, non aveva poi molto tempo.
Doveva fare qualcosa ma non sapeva cosa.
- Spero che ti sia piaciuto questo pranzo Draco, perché era
l’ultimo da scapolo per te.-
Le parole di Blaise invase i corridoi di Malfoy
Manor.
- Davvero divertente Blaise.- rispose il Principe dei
Serpeverde –Vado di sopra a cambiare la camicia.-
Pansy immobile in mezzo alla camera udì perfettamente i
passi di Draco che saliva le scale.
“Che faccio adesso?” pensò in preda al
panico.
Non poteva certo farsi trovare lì imbambolata, per di
più a
violare la privacy del Serpeverde.
Poteva inventarsi qualcosa, una scusa come quella che aveva
usato con l’elfo domestico, ma sapeva che Draco non era uno
stupido.
Non sarebbe bastata una banalissima scusa.
E visto che per inventarsi qualcosa di complesso il tempo
non era sufficiente, la cosa più ovvia che Pansy poteva fare
era nascondersi.
Ma dove?
Sotto il letto?
Nell’armadio?
No, l’armadio no perché era lì che
Draco teneva le sue
costosissime camicie.
Il letto dunque sembrava la soluzione più ovvia,
così la
ragazza vi si infilò sotto appena in tempo.
Faceva uno strano effetto dal momento che lei era abituata a
starci sopra...
Il biondo Serpeverde varcò la soglia della sua stanza ma non
notò nulla di insolito, né tanto meno si accorse
che non era solo.
- Hey Draco vedi di non prendere altri impegni per stasera,
non so se mi spiego.-
Blaise Zabini e Theodore Nott comparvero alle spalle del
biondo.
- Tranquilli, stasera non ho nessun appuntamento galante.-
sentenziò con un ghigno –Sarò tutto
quanto per voi.-
Blaise e Nott lo guardarono stupiti.
- Ma... ma... come?- balbettò Nott.
- Come faccio a sapere che mi state organizzando una festa?-
Draco sorrise soddisfatto –Ve lo si legge in faccia che
tramate qualcosa e
visto che domani mi sposo non era difficile capire cosa.-
- Mi stupisci Dracuccio.- intervenne Blaise ironico –E visto
che sai già tutto, puoi farci il favore di stare lontano da
casa tua fino a
stasera. Così ci rendi tutto più facile.-
- Vai a divertirti.- aggiunse Nott con un sorrisetto malizioso
–Fin che puoi.-
- Come volete.- rispose Draco –Ma guai a voi se mi
distruggete la casa.-
- Messaggio ricevuto.-
- Non preoccuparti di nulla, conosciamo i tuoi gusti.-
concluse Blaise.
I due ex-Serpeverde aspettarono che Draco si fosse
allontanato per poter iniziare ad organizzare la festa di addio al
celibato.
- Allora come siamo messi con gli alcolici?- attaccò Blaise
–E l’erbetta magica chi la porta?-
- All’alcool ci penso io oggi pomeriggio e
l’erbetta la
porta David. Tu invece hai già trovato la coniglietta per la
torta?-
- Già fatto. E’ uno schianto credimi.
Arriverà qui per le
dieci e mezza.-
- E dove l’hai pescata?-
- In un night club dove vado spesso. Ci ho fatto un salto
proprio ieri sera.-
- Okay, almeno quella è fatta. Ora io vado a fare
provviste...
Vengo qui più tardi.-
- Tanto io sono sempre qui. Devo vedere come sistemare il
salone e poi aspetto che portino qui la torta e tutto il resto.-
- A dopo allora.-
- Ciao Nott.-
Blaise Zabini dopo essersi tolto la giacca e averla lanciata
sul letto uscì anche lui dalla camera lasciando Pansy di
nuovo da sola.
Finalmente sola.
Uscì dal suo nascondiglio e si mise a sedere, sconvolta e
confusa.
- Coniglietta?- continuava a ripetersi
–Quell’infame di
Blaise vuole fare una sorpresa a Draco portandogli una spogliarellista?-
Non aveva parole...
E poi cosa voleva dire Draco con la frase “stasera non ho
appuntamenti galanti”?!?
Pansy non ci stava capendo più niente ma i dubbi
sull’infedeltà del suo fidanzato stavano
diventando ovvi.
Soprattutto dopo la battutina di Nott “divertiti fin che
puoi”. Ma come si permetteva?
Aveva una gran voglia di piangere e urlare per la
disperazione ma qualcosa glielo impedì, risvegliando la sua
astuzia da
Serpeverde.
Regina dei Serpeverde per la precisione...
E quel qualcosa era un’idea geniale, un’idea per
mettere
alla prova la fedeltà di Draco una volta per tutte.
Perché in fondo si stava parlando di un matrimonio, di un
futuro insieme e a Pansy l’idea di fare la moglie cornuta
proprio non andava
giù.
Erano ormai le due del pomeriggio quando la ex-Serpeverde si
decise a mettere in atto il suo piano, e il tempo stringeva.
Chiamarlo “piano” forse era eccessivo, in
realtà si trattava
solo di un’idea difficile da realizzare e non era convinta
neanche lei che
avrebbe funzionato.
Aveva ben poco su cui basarsi ma doveva assolutamente fare
qualcosa, perché starsene lì con le mani in mano
non avrebbe risolto la
situazione.
Per ora l’unica cosa certa era che sarebbe stata proprio la
sgualdrinella in versione coniglietto che Blaise aveva ingaggiato a
fornirle un
modo per mettere alla prova Draco.
Ma come rintracciarla?
Non sapeva neanche come si chiamava, figurarsi se aveva la
minima possibilità di incontrarla.
La faccenda era leggermente più complicata di quello che
pareva.
- Allora...- si disse cercando di riordinare le idee –Blaise
ha detto che sta spogliarellista l’ha presa in un night club
dove va spesso...
E se ieri sera ha ingaggiato quella...- un’improvvisa
rivelazione fulminò la
giovane strega –Blaise deve avere da qualche parte il suo
nome o l’indirizzo!
Però se ce l’ha a casa sua è un guaio.-
Si fermò a riflettere ancora un istante e in cuor suo
sperò
di non dove arrivare a setacciare l’appartamento di Blaise
perché in mezzo al
suo disordine avrebbe solo perso tempo.
- Se Blaise sta aspettando qui la torta e la coniglietta
però, dovrebbe avere dietro il nome e l’indirizzo,
magari per contattarla nel
caso fosse in ritardo!-
Istintivamente lo sguardo di Pansy cadde sulla giacca
dell’ex-Serpeverde appoggiata sul letto e per qualche istante
gli occhi neri
della strega parvero brillare.
Afferrò l’indumento e iniziò ad
esplorare le tasche e il
loro contenuto.
Sigarette, bacchetta, fazzoletto sporco di rossetto e un
perizomino di pizzo nero.
- Sempre il solito, Blaise.- commentò la ex-Serpeverde
mentre scrutava i ritrovamenti.
E a meno che sul fazzoletto non vi fosse scritto un
indirizzo oltre al segno di due labbra di fuoco, Pansy si rese conto di
essere
arrivata in un vicolo cieco.
- Che rabbia!- urlò la strega scaraventando per terra il
fazzoletto
e il perizoma –Ma cosa...-
Tra le mani della ragazza era rimasto un biglietto di carta
piegato in due.
Un biglietto da visita.
“Ma che posto originale per un biglietto la visita”
osservò
sarcastica mentre raccoglieva da terra l’indumento intimo.
Tornò a concentrarsi sul biglietto e sorrise soddisfatta nel
leggerlo: finalmente ora sapeva l’indirizzo del night club e
il nome della
spogliarellista, Beauty.
Qui invece l’originalità per quanto riguardava la
scelta del
nome mancava del tutto, ma a Pansy non importava più di
tanto.
Ora avrebbe potuto rintracciarla e usarla.
Usarla per testare la fedeltà del suo fidanzato, ovvio.
Una qualunque ragazza al suo posto sarebbe corsa
immediatamente al night club ad annullare l’incarico di
“Beauty”, una
Serpeverde invece avrebbe agito più subdolamente e con meno
imprudenza,
corrompendo o minacciando la spogliarellista in modo da poterla
manipolare.
Ma lei era la Regina dei Serpeverde, e se voleva raggiungere
il suo scopo avrebbe dovuto farlo lei stessa, non poteva contare su
nessun
altro.
Ed era per questo che si decise ad entrare in scena: avrebbe
fatto lei la coniglietta nella torta perché aveva capito che
era l’unico modo
possibile per mettere alla prova Draco.
Doveva mettere alla prova il loro amore, se così si poteva
definire, ma soprattutto metteva alla prova se stessa e le sue doti di
attrice.
Non sapeva se sarebbe riuscita a mantenere il sangue freddo
e a recitare la parte, ma a quello avrebbe pensato più tardi
perché per il
momento aveva molte altre cose da fare prima della festa,
così come doveva
sbrigare moltre altre faccende prima di andare a Nocturn Alley nel
night club.
E, tra tutte, quella che aveva la priorità era procurarsi la
Pozione Polisucco...
Il suo obbiettivo: il laboratorio di Draco.
Un leggero ghigno comparve sul volto della strega,
illuminato dalle torce dei sotterranei.
Ecco cosa voleva dire avere per fidanzato un esperto
pozionista.
E, ironia della sorte, le stesse pozioni che l’erede di Casa
Malfoy aveva creato con tanto impegno sarebbero state usate contro di
lui.
Il laboratorio di Draco si trovava in fondo al corridoio dei
sotterranei: una stanza immensa con pareti di pietra e numerosi scaffali
carichi di pozioni.
Era la prima volta che varcava quella soglia perché Draco le
aveva sempre vietato l’accesso a ciò che veniva
considerato come “il suo
mondo”.
A Pansy invece il mondo delle pozioni era completamente
sconosciuto e non le servì molto a capire che per trovare la
Pozione Polisucco
tra tutte quelle boccette sarebbe servito più tempo del
previsto.
A dir la verità era già un miracolo che Pansy
conoscesse l’esistenza
della Pozione
Polisucco e che sapesse a cosa serviva.
Non le erano mai interessate le pozioni e se conosceva
vagamente la Pozione Polisucco era solo perché al Settimo
Anno lei e le sue
amiche Serpeverde ne avevano versata un po’nei calici delle
loro rivali di
Grifondoro Lavanda Brown, Calì Patil e Romilda Vane insieme
a dei peli di topo.
Passeggiò lentamente davanti ai vari ripiani in cerca della
pozione giusta.
Peccato che non avesse la minima idea di quale fosse, né
tanto meno che colore abbia.
Ma conoscendo Draco e la sua precisione, la ex-Serpeverde
poteva scommettere che le boccette fossero in ordine alfabetico.
- Sei troppo prevedibile Draco Lucius Malfoy.- ghignò
soddisfatta Pansy Parkinson appena giunse allo scaffale della lettera P.
E da lì trovare la boccetta etichettata con la scritta
“Pozione Polisucco” fu un gioco da ragazzi.
Forse la strega non era pratica con provette e pozioni ma
non si poteva negare che avesse una certa esperienza con le boccette
dei
profumi.
Così con estrema delicatezza travasò parte della
pozione in
un’ampolla vuota che trovò lì su un
bancone, perché se avesse fatto sparire
l’intera pozione Draco se ne sarebbe sicuramente accorto.
- E anche questa è fatta.- sospirò Pansy
chiudendosi la
porta alle spalle.
L’orologio nel sontuoso ingresso di Malfoy Manor
batté le
tre e mezza quando Pansy, stando attenta a non farsi vedere
né da Blaise né da
Dipsy l’elfo domestico, uscì dalla villa.
Aveva un’ultima cosa da fare prima di dedicarsi alla
questione della coniglietta.
Doveva parlarle con urgenza.
Attese sulla soglia finchè una bionda ex-Serpeverde non
comparve alla porta.
- Ciao Pansy ma che ci fai qui?- chiese Daphne stupita nel
vedere la futura sposa –Non dovresti essere a casa a
riposarti?-
- Non qui Daphne... Posso parlarti dentro?- rispose Pansy
con un filo di voce.
- Oh sì! Scusami, entra pure.-
Le due Serpeverde si accomodarono nel salotto, entrambe in
silenzio.
Daphne Greengrass, anche se cercava di non darlo a vedere,
si stava seriamente preoccupando per questa visita improvvisa di Pansy.
Non era da lei.
Si stava preoccupando perché in tanti anni che si
conoscevano non l’aveva mai vista in quello stato, non
sembrava più la stessa
Regina dei Serpeverde che aveva sempre ammirato.
Forse quell’aria assente e quello sguardo perso nel vuoto li
aveva già visti in passato.
“Conosco quello sguardo” ricordò
all’improvviso la bionda.
Lo conosceva bene...
Quante volte durante gli anni a Hogwarts l’aveva vista in
quello stato e l’aveva consolta.
Non aveva dubbi.
Quello sguardo era lo stesso che compariva sul volto di
Pansy quando a Scuola scopriva che Draco l’aveva tradita per
l’ennesima volta.
Possibile che fosse successo ancora?
Un’infuriata Daphne
Greengrass di diciassette anni percorreva avanti e indietro tutto il Dormitorio
Femminile di Serpeverde con passo deciso.
- Non ci posso
credere.- ripeteva con rabbia crescente –Non posso credere
che lo sapevi già ma
non hai fatto ancora niente!-
Pansy Parkinson,
seduta sul suo letto a gambe incrociate, lo sguardo assente, non
trovava le
parole per rispondere.
Si limitava a guardare
distrattamente la camminata della bionda, seguendola appena con la coda
dell’occhio tanto per tenere la mente occupata, mentre con le
dita
giocherellava con le ciocche del caschetto.
- Almeno guardami
quando ti parlo!-
Gli occhi scuri di
Pansy, al suono di quella frase, smisero di fissare il pavimento per
poi
incrociare quelli della bionda.
In quelle iridi
verde-acqua si poteva benissimo scorgere il fuoco che in quel momento
ardeva in
lei.
- Allora? Vuoi darmi
una risposta o devo tirartela fuori io a suon di Cruciatus? Guarda che
ne sono
capace…-
- Non sono affari tuoi
Daphne. E’ una questione che riguarda solo me… e
Draco.-
- Sarà, ma non mi pare
che fino ad ora tu sia mai riuscita a gestire la situazione.-
Un’ombra scusa scese
sul volto di Pansy, che rimase in silenzio incapace rispondere.
Sapeva fin troppo bene
che l’amica aveva ragione, non aveva senso controbattere.
“Perfetto” pensò “Ci
mancava solo la ramanzina”
- Ma io non posso
gestire questa situazione! Lo capisci che non c’è
niente che possa fare?-
La voce le tremava e
le lacrime iniziarono a pungerle gli occhi.
- Sì invece!- continuò
la Greengrass –Innanzitutto potresti iniziare a farti
rispettare e a non farti
trattare così.-
- Così come scusa?-
- Come la sua puttana
per esempio.-
- Non è colpa mia! E’
lui che…-
- Ma sei tu che glielo
permetti!- Daphne la interruppe con veemenza senza neanche lasciarle
finire la
frase –Perché ogni volta che succede,
cioè un giorno sì e l’altro pure, tu
non
dici niente e anzi fai proprio finta che non sia successo! Sei una
ragazza
Pansy, non una bambola gonfiabile che lui usa a suo piacimento!-
- Non è vero che non
faccio mai niente.- la Regina dei Serpeverde si lasciò
andare in un pianto
silenzioso –Ho provato in tutti i modi a farlo ingelosire.-
- Non mi pare però che
andare con Lucas Turner abbia cambiato qualcosa…-
- Secondo te non lo
so? Non ha cambiato espressione neanche quando Blaise
gliel’ha detto… E io non
so più che fare.-
- Te lo dico io
allora: vai da lui, gli tiri uno di quegli schiaffi che si ricordano a
vita, e
che lasciano un segno indelebile in stile Marchio Nero però
di colore rosso, e
lo mandi a fanculo una volta per tutte!-
- Io… io non posso.-
- La verità è che non
hai il coraggio di lasciarlo.- le sibilò la bionda.
Lasciare Draco… Come
poteva anche solo pensare di lasciarlo?
Non riusciva ad
immaginarsi una vita senza di lui.
- Io non voglio
mollarlo!- rispose tra i singhiozzi –I nostri padri, il
matrimonio… e poi io lo
amo!-
- Come puoi amare uno
che ti tratta con indifferenza e a cui non gliene frega niente di te?-
- Io…-
- Se non vuoi
continuare a soffrire in questo modo, inutilmente per altro, devi
chiudere con
lui.-
Daphne Greengrass, la
dolce serpe dal viso d’angelo e dal carattere, tutto sommato,
piuttosto
tranquillo, quel pomeriggio stava seriamente perdendo la pazienza e non
sapeva
più in che modo convincere l’amica.
- E’ pieno di ragazzi
là fuori, figurati se una carina come te non se ne trova un
altro nel giro di
cinque minuti.-
Le lacrime scorrevano
incessantemente sulle guance di Pansy, mentre rigavano quella pelle
candida
come fossero lame.
- Non posso…-
- Non è che non puoi, tu
non vuoi, Pansy! Sai che ti dico? Se non hai intenzione di fare
qualcosa ci
penserò io.-
La determinazione con
cui Daphne si stava battendo era ammirevole, ma allo stesso tempo
inquietante
perché non si può mai sapere quanto perfida
poteva essere una vendetta
elaborata da un Serpeverde.
Soprattutto se il
Serpeverde in questione era una ragazza assetata di sangue.
- Vedremo se dopo
tutte le Maledizioni che gli tiro, Draco Lucius Malfoy avrà
ancora voglia di
andarsene in giro a passarsi tutta la fauna femminile di Hogwarts. Gli
levo
quel ghigno dalla faccia una volta per tutte.
Diventerai vedova ancora prima di
sposarti!-
- Daphne, ti prego,
non fare niente!-
- Come sarebbe a dire
“non fare niente”?-
- Non fare niente, ti
supplico. Non potrei vivere senza Draco.-
- Ok magari non lo
uccido, però lo riempirò con così
tante Fatture che dopo neanche sua madre sarà
in grado di riconoscerlo.-
- Ti prego no! Ti
prego, fallo per me e la nostra amicizia.-
Era la prima volta, in
sette anni che si conoscevano, che la bionda vedeva la sua migliore
amica
supplicare qualcuno.
Lei, la Regina di
tutti i Serpeverde, in quel momento la stava supplicando di non
intervenire.
Rimase spiazzata e lì,
immobile in mezzo alla stanza, fissava ancora incredula la scena.
Solo allora si rese
conto che torturare Draco avrebbe rovinato il loro rapporto, oltre al
bel
visino dell’erede di Casa Malfoy.
E solo allora decise
che per quella volta avrebbe soddisfatto la richiesta di Pansy,
nonostante
sarebbe sempre rimasta dell’idea che una vendetta fosse la
cosa migliore per
far capire chi comandava.
Si costrinse a
reprimere tutti gli istinti omicidi e eliminare dalla mente tutti i
piani che
aveva escogitato per farla pagare al ragazzo più donnaiolo
della Scuola.
Quei piani però li
avrebbe sempre custoditi nell’archivio, per sicurezza,
perché non si poteva mai
sapere quando sarebbero tornati utili.
Così si sedette sul
letto e abbracciò forte Pansy: le asciugò le
lacrime e, mentre le accarezzava i
capelli, giurò a sé stessa che se Draco avesse
osato tradirla ancora una volta,
avrebbe scatenato su di lui l’Apocalisse.
Se prima aveva sempre
condotto indagini super-accurate sui giri di donne di Draco, scoprendo
di ogni
singolo appuntamento clandestino –non a caso si era meritata
il titolo di
Regina del Gossip- ora sarebbe stata ancora più attenta,
anche a costo di farsi
spuntare un terzo occhio.
Sarebbe diventata
l’ombra di Draco Malfoy, la sua persecuzione da cui doveva
guardarsi le spalle,
e al minimo tradimento, anche se solo gli passava per la testa di
portarsi a
letto una ragazza che non fosse stata Pansy, gli avrebbe reso la vita
un vero
inferno.
Lì, nel Dormitorio
Femminile di Serpeverde, verso la fine del Settimo Anno, Daphne
Greengrass
aveva fatto il suo giuramento…
E anche se a Pansy il
pensiero dell’amica che riversava la sua ira sul suo futuro
marito metteva i
brividi, si sentì protetta come mai in vita sua.
- Pansy...- sussurrò la bionda –Ti prego parlami,
dimmi cosa
ti sta succedendo-
Daphne...era l’unica vera amica che Pansy avesse mai avuto,
l’unica che la conoscesse veramente e a cui confidava tutto.
Voleva raccontarle le cose successe nelle ultime ore, i suoi
dubbi, le sue paure... ma non poteva.
Non voleva preoccuparla inutilmente.
- Mi dispiace...- singhiozzò Pansy con le lacrime agli
occhi.
Non riuscì a dire nient’altro.
- Pansy...- sussurrò ancora la bionda Serpeverde
–Pansy che
hai? Ti prego dimmelo-
- Mi dispiace Daphne...-
- Per cosa ti dispiace?-
Per tutto... Le dispiaceva non poterle dire la verità, per
non essere stata una buona amica.
- Mi dispiace Daphne.- ripetè tra i singhiozzi –Ma
non posso
venire stasera. Ti prego perdonami ma non posso.-
- Pansy ma è la tua festa!-
La festa di addio al nubilato...
Il lussuosissimo party che Daphne Greengrass stava
organizzando da giorni per poter festeggiare la futura sposa a un
giorno dalle
nozze.
Il lussuosissimo party che doveva tenersi in uno dei locali
più belli e costosi di tutta la Londra magica tra candele,
champagne e preziosi
regali.
Daphne non riusciva a crederci che, dopo tutto il lavoro per
organizzare e spedire gli inviti alle ragazze di tutta l’alta
società, Pansy
avesse deciso di rinunciare.
Non era da lei rinunciare ad un’occasione per mettersi in
mostra e far morire di invidia le altre ragazze: soprattutto non poteva
rinunciare ad un’occasione per rinfacciare a tutti di essere
la futura moglie
dello scapolo più ambito di tutta la Gran Bretagna.
Che ne era stato della solita Pansy?
- Pansy- insistè Daphne –Pansy ti prego, dimmi
qualcosa!-
- Non posso dirtelo, ancora.-
Le lacrime scorrevano libere sulle guance della brunetta.
Ormai per quante erano aveva rinunciato ad asciugarle una ad
una.
- Ti rendi conto che la festa è solo tra qualche ora? Non
puoi dirmelo solo adesso che devo disdire tutto: il locale, i ballerini, gli inviti!-
- Ti prego perdonami Daphne... Ma stasera non posso esserci.
Festeggiate voi.-
- Una festa di addio al nubilato senza la futura sposa?-
- Io non posso esserci.-
- Ma perché?-
- Devo... devo andare in un posto. Non voglio mentirti e per
questo ti chiedo di non fare più domande.-
- Come faccio a non farti domande? Piombi qui
all’improvviso, mi dici che la festa salta e pretendi pure
che io non faccia
nessuna domanda?- la bionda stava cominciando a spazientirsi.
Pansy non rispose.
Rimase in silenzio, a piangere.
- Riguarda per caso Draco?- chiese Daphne
all’improvviso.
Draco... come poteva aver indovinato?
- No, non riguarda lui.- mentì Pansy con voce tremula.
Per la prima volta aveva mentito alla sua migliore amica e
questo di certo non contribuì a farla sentire meglio, ma non
poteva neanche
dirle la verità.
Sapeva per certo cosa sarebbe successo se l’avesse messa al
corrente, senza contare che tutti i suoi piani sarebbero sicuramente
saltati.
Anzi, non ci sarebbero più stati piani da attuare se la
bionda avesse ucciso il futuro sposo.
- E’ una cosa importante?- il tono della voce di Daphne si
era addolcito –E’ così importante che ne
va del tuo futuro?-
La Regina dei Serpeverde annuì.
- Allora vai, non preoccuparti-
- Come?- domandò Pansy incredula.
- Se è così importante come dici devi andare. Non
preoccuparti della festa, ci penso io.-
Era davvero un’amica.
- Grazie...- rispose Pansy.
Piangeva, ma stavolta per la commozione.
Era commossa perché l’amicizia che le dimostrava
Daphne non
aveva limiti.
Era una dea.
- Grazie Daphne- ripetè prima di uscire dalla residenza dei
Greengrass, lasciando la bionda Serpeverde con i propri dubbi e le
proprie
domande che non avevano avuto risposta.