Un rumore di passi frettolosi riecheggiò nella grande sala. Aveva un soffitto altissimo, con appesi degli antichi lampadari che emanavano una luce fioca. Numerosi quadri erano appesi alle pareti e tutta la sala era arredata con dei mobili che parevano essere molto antichi, come il lungo tappeto rosso che si estendeva sul lucido pavimento di marmo fino all'estremità opposta della sala, dove era collocato un trono d'oro massiccio con elaborate decorazioni.

L'uomo che percorreva quella sala camminando velocemente si inginocchiò davanti alla figura che sedeva sul trono.

-Parla, Kaze. Perché vieni qui a disturbarmi?- chiese l'uomo sul trono, con il viso coperto dall'ombra.

-Mio Signore, lo abbiamo localizzato. Si nasconde a Heartland City.- disse Kaze, ancora inginocchiato.

Un lampo balenò negli occhi della figura sul trono. -Ne sei sicuro?-

-Le mie fonti non sbagliano mai, mio Signore-

-Bene. Sai già cosa devi fare.-

-Certamente, mio Signore.- Kaze si alzò, fece un'ultimo inchino e si diresse a grandi passi verso la porta.

 

In una delle tante stanze del corridoio, due ragazzi giocavano ad un videogioco, mentre un terzo leggeva tranquillamente un libro su una poltrona.
C'era silenzio, solo il ticchettio dei tasti e lo sfogliare delle pagine si sentiva in quell'atmosfera di noia.

Il silenzio venne rotto dal ragazzo dai capelli rossi, che urlò: -Boom! Headshot!-

Sullo schermo del televisore, un uomo vestito con una corazza futuristica blu cadde a terra colpito alla testa da un proiettile, mentre la schermata di fine partita mostrava il punteggio. 25 a 7.

-Maledizione!- urlò il suo avversario, lanciando in aria il controller, venendo poi afferrato miracolosamente al volo dal vincitore. -Tu usi i cheat, non c'è altra spiegazione. Non puoi beccarmi sempre!-

-Posso per il semplice fatto che uso un fucile da cecchino mentre tu mi vieni addosso con un martello gravitazionale. Non c'è modo migliore di suicidarsi.-

-Vai al diavolo, Kasai!- urlò il ragazzo dai capelli neri, alzandosi dal divano esibendo il dito medio e dirigendosi a grandi passi verso la porta, collerico come sempre.

-Andiamo Mizu, non fare il bambino. È solo un gioco!- disse il ragazzo seduto sulla poltrona, alzando gli occhi dal libro con un sorriso divertito.

-Vai al diavolo anche tu, Tochi!- urlò rabbioso Mizu senza smettere di camminare,indicandolo e guardandolo in cagnesco.

La porta si spalancò e Kaze fece capolino all'interno della stanza. Mizu lo ignorò, uscendo furente e sbattendo violentemente la porta.

-Fatemi indovinare, Kasai lo ha stracciato di nuovo?- chiese diverto Kaze, indicando con il pollice la figura che di allontanava dietro di lui.

-Esattamente.- sghignazzò Kasai -Ad Halo fa schifo.-

-Comunque- disse Kaze -ero venuto perché ci hanno assegnato una nuova missione.-

-Lo abbiamo trovato?- chiese Kasai.

-Indovinato. Si nasconde ad Heartland City.-

-Posso andare io?- chiese Tochi facendo gli occhi dolci, impaziente di andare in missione dopo tanto tempo che non uscivano di lì.

Kaze fece una smorfia. -No, dobbiamo prima pensare ad un piano.-