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Autore: ShanHoward    06/09/2013    2 recensioni
…e l’unica cosa che riuscii a dirle fu “mi raccomando se mai incontrassi i Muse…pensami”
“tranquilla, sarai la prima a saperlo” mi rispose sorridendo…ormai rassegnata alla mia ossessione per loro.
Come potevo immaginare che quel giorno sarebbe stato più vicino di quanto pensassi???
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 un pò più corto degli altri ma spero vi piaccia lo stesso...e mi raccomando qualche commentino in più non è che mi dispiacerebbe =) 


And i’m feeling good

 

Il mattino seguente mi svegliai stanchissima come se non avessi chiuso occhio per giorni, ed infatti ad occhio e croce era così.
Mi stiracchiai lentamente mentre mi voltavo verso Dom che dormiva profondamente a pancia in giù con la testa quasi completamente risucchiata dal cuscino, il volto rilassato perso da qualche parte nel suo mondo dei sogni. 
Scostai delicatamente le lenzuola ed andai in cucina per mettere qualcosa sotto i denti dato che il mio stomaco cominciava a brontolare.

Mangiai i miei latte e cereali , e visto che per quel giorno non avevo nulla da fare, cominciai a sistemare meglio gli avanzi della sera prima. Cercai di sistemare come meglio potevo anche la casa visto che la sera prima era diventata un ammasso di buste di cibo, valigie abbandonate, felpe volanti, cartacce e bicchieri.
 
Terminai un’ora dopo, controllando che non avessi dimenticato nulla: il divano era sgombro, il tavolino di fronte era vuoto, il pianoforte splendeva immacolato, e la penisola era lustrata a dovere.

 
Stavo per sedermi sul divano accompagnata da una tazza di thè fumante, quando il campanello suonò, così mi alzai per andare ad aprire. Un Matt tutto spettinato e sull’orlo del congelamento se ne stava sul pianerottolo con le braccia strette intorno al corpo.
Non appena mi scostai di lato per farlo entrare, prese al volo la tazza di thè che stavo bevendo e si gettò sul divano.


“Buongiorno anche a te” gli dissi sedendomi
“Cosa? Ah scusa…buongiorno” rispose bevendo
“Scusa l’invadenza ma, che ci fai qui?”
“Oh, ho dimenticato di dirtelo. Devo portare Dom al controllo in ospedale”
“Aaah, allora forse dovrei svegliarlo”
“No, lascialo stare è ancora presto”
“Come vuoi” risposi.

 
Mi alzai per prendere un’altra tazza visto che ormai Matt aveva preso il monopolio della mia. Ovviamente avevo intuito che c’era dell’altro dietro la sua espressione assorta, ma non chiesi nulla perchè se avesse voluto, avrebbe parlato di sua spontanea volontà. Così mentre lui cercava un qualsiasi argomento di conversazione, io attendevo pazientemente. 

Si rigirava la tazza fra le mani senza sosta, con lo sguardo fisso sul televisore spento e ogni tanto sospirava.


“Hai un momento?” disse arrendendosi
“Tutto il tempo che vuoi” risposi sorridendo e sedendomi.


Si posizionò meglio sul divano girandosi completamente verso di me, dopo aver poggiato il suo thè sul tavolino. Lo ascoltai con tutta l’attenzione di questo mondo. Era un vortice di pensieri e parole confuse. Scoppiò raccontandomi i motivi del suo nervosismo cronico.

Il suo nervoso era dovuto a diversi fattori: doveva gestire il tutto e per tutto riguardo la tournée, Ethan gli aveva detto che per una settimana non poteva lavorare, Dom doveva cercare di recuperare poiché i tempi stringevano, aveva avuto una piccola discussione con Spencer e aveva un gran bisogno di schiarire le idee. 

Mi travolse con tutti questo discorsi, gesticolando con le sue mani da chitarrista/pianista.


“Matt, Matt, respira” gli dissi alla fine
“Come faccio? Non hai sentito quante cose ci sono da fare?”
“Ma certo che ti ho ascoltato, anche se parlavi alla velocità della luce” sorrisi
“Beh, in sintesi è un casino, e mi sta scoppiando la testa” disse poggiando le mani sulle ginocchia
“No Matt. Devi solo concentrarti meglio”
“Ovvero?” disse alzando un sopracciglio
“E’ semplice…hai problemi con la tournée? Mettetevi d’accordo tutti e tre e decidete insieme. Ethan non può lavorare? La scorsa volta ci ha pensato Tom; e poi c’è Morgan. Hai paura del rientro di Dom? Oggi andate al controllo e potete chiederlo al dottore. Hai discusso con Spencer? Compragli un regalo e porgigli le tue scuse. Vedi? Non è sempre tutto così difficile”


Mi guardò riflettendo a tutte le soluzioni che gli avevo trovato in soli due minuti, mentre lui ci rimuginava su da giorni ormai.
Si illuminò in un sorriso a trentadue denti che andava da un orecchio all’altro; finì di bere il suo thè ormai freddo e scrollò il capo un paio di volte.


“Mi sa che ho il cervello un po’ fuso ultimamente” esordì
“Oh, abbiamo tutti momenti del genere” risposi portando le tazze nel lavandino
“Come ci riesci?” chiese curioso
“A fare cosa?” risposi interdetta
“A dare consigli con soluzioni più che soddisfacenti in così poco tempo”
“Mi reputo una persona con cui si può parlare apertamente per ore senza che ti interrompa una sola volta. Mi piace ascoltare le persone, perchè se si rivolgono a me, vuol dire che sanno perfettamente che le ascolterò senza problemi e che hanno a cuore la mia opinione”
“Sei una buona ascoltatrice è vero” sorrise “dai ottimi consigli”
“Già…peccato che non sappia consigliare me stessa” risposi ad occhi bassi.


Arricciò un attimo il naso, non sapendo cosa rispondere.


“Guardo un po’ di tv, ok?” chiese prendendo il telecomando
“Fai pure, è casa tua. Io torno subito” dissi superandolo.


Mi diressi in camera aprendo la porta molto lentamente. Era ancora nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato. Testa affondata nel cuscino, capelli disordinati, sguardo rilassato e un braccio che penzolava dall’altra parte del letto. Recuperai il mio cellulare dal comodino e salii sul letto avvicinandomi piano.


“Dom” dissi spostandogli alcuni capelli dal viso
“Mhh”
“E’ ora di alzarti” incalzai.


Aprì un occhio soltanto alzando leggermente la testa. Una volta messo a fuoco, si rituffò con la testa nel cuscino afferrandomi con un braccio e attirandomi a sé. Mi girai su un fianco e lo guardai mentre cercava di riprendersi. Sospirò un paio di volte, prima di infilare una mano nel bordo dei miei pantaloncini e baciarmi sul collo.


“Dom, non possiamo” dissi sorridendo
“Oh si che possiamo” insistette
“Invece no, c’è Matt di là” ribattei
“Chi se ne importa. Sono convalescente e ho bisogno di attenzioni” rispose col labbruccio
“Questo è vero, ma non con il tuo migliore amico nell’altra stanza!”
“Shhh” disse togliendosi la maglietta “faremo piano piano, non ci sentirà nessuno”
“Mio Dio” dissi risposi ridendo mentre toglieva anche la mia “so già che me ne pentirò”


Una volta terminato, ci rivestimmo ed uscimmo piano piano dalla stanza. Matt era ancora lì che guardava la tv rapito da ciò che stava vedendo. Dom lo oltrepassò salutandolo, dirigendosi verso la cucina per bere un bicchiere d’acqua. Spuntai fuori anche io poco dopo, visto che ero intenta a rifare il letto.


“Ehy Matt, scusami, vuoi qualcosa da bere?” gli chiesi
“Oh, si grazie. Una coca, se è avanzata ieri sera”
“Arriva subito!”


Gliela porsi qualche minuto dopo; ed intimai a Dom di sbrigarsi se voleva presentarsi in ospedale in un orario decente.


“Capisco che vogliate i vostri spazi. Ma perlomeno dopo aver fatto sesso, se non volete dare nell’occhio, assicurati che la tua ragazza non esca con addosso la tua maglietta” disse mentre Dom lo superava.

 
Dom esplose in una fragorosa risata, alla quale seguì la mia un po’ più imbarazzata. Matt invece cercava di mantenere un certo contegno mentre beveva la sua coca cola con la cannuccia, ma ridendo sotto i baffi.


Dopodiché Dom andò a prepararsi, chiamandomi come la sera prima per quanto riguardava i capelli. Mentre lo stavo aiutando mi offrii anche di asciugarglieli, e non potei fare a meno di sorridere ripensando a Matt.  Dom tirò indietro la testa per guardarmi poiché era seduto…


“Che c’è?” chiese
“Nulla, ripensavo alla figuraccia di poco fa” risposi
“E’ Matt…non puoi aspettarti molto da lui” sorrise
“Non ci sentirà nessuno” gli feci il verso con una smorfia.


Sorrise ancora più forte, mentre Matt faceva capolino alla porta del bagno; evidentemente di là si stava annoiando.

Rimase lì sullo stipite, prendendomi in giro dicendo che avrei dovuto farmi pagare per il trattamento che stavo riservando a Dom.
Evidentemente stavo dando fastidio a Dom con la spazzola perchè si ritrasse subito.


“Ci vorrebbe un pettine” disse guardandosi intorno
“Dovrei averne uno sopra il comodino” gli dissi mentre si alzava.


Andò a cercarlo mentre io e Matt discutevamo del più e del meno, sorvolando su quanto accaduto poco prima.

Erano passati 10 minuti e di Dom neanche l’ombra.


“Vado io” disse Matt


Tornò poco dopo con la faccia seria. Aggrottai le sopracciglia per chiedere quale fosse il problema, e Matt rispose con un cenno del capo verso la porta.

Prima di entrare in camera mi prese da parte dicendo che sarebbero arrivati in ritardo se Dom non si fosse sbrigato, e che lo avrebbe atteso in macchina.
Lo salutai annuendo e aprendo la porta della camera.

Se ne stava lì seduto sul letto con le spalle verso la porta.


“Ehy Mr. capelli bagnati, farai tardi” dissi avvicinandomi.


Tirò su col naso prima di ricomporsi e voltarsi verso di me.
Aveva lo sguardo triste e affranto, gli occhi lucidi ed un’incredibile voglia di distruggere tutto. Mi guardò dritto negli occhi facendomi sussultare…


“Dom…”
“Potrei restare solo per qualche minuto?”
“Certo…Matt ti aspetta di sotto” risposi andando via.


Andai in bagno a darmi una sistemata prima di andare da Kelly che aveva bisogno di compagnia per lo shopping che riguardava gli oggetti scolastici dei suoi figli. La sua telefonata era stata un’ancora di salvezza altrimenti sarei dovuta rimanere a casa tutto il giorno.

Dom entrò cinque minuti dopo solo per cospargersi i capelli, ormai asciutti, di lacca uscendo bisbigliando un leggero “ciao”.

Sospirai alzando le sopracciglia arrendendomi. Uscii anche io di casa quindici minuti dopo.


Mi teletrasportai in un altro mondo fatto di articoli per la scuola, zaini, diari, libri, quaderni. Girammo per centri commerciali tutto il giorno armate di santa pazienza, fra risate e attimi di esasperazione.

Una volta portate tutte le buste in macchina, ci recammo in un piccolo fast-food per mettere qualcosa sotto i denti, visto che non ci eravamo rese conto dell’orario.


“Grazie per la compagnia”
“Figurati Kelly, mi hai tirato fuori dalla noia” risposi
“Ancora nulla?” chiese dopo avermi visto armeggiare con il cellulare
“No. Nulla”
“Pazienta tesoro. Prima o poi te ne parlerà” disse prendendomi la mano
“Si, si questo lo so. Voglio solo sapere com’è andata in ospedale”
“Oh, sarà tutto a posto, tranquilla”
“Ma si, infatti” sorrisi.


Più tardi eravamo sulla strada del ritorno, quando Chris chiamò Kelly per dirle che i loro piani di poterci invitare tutti a cena erano sfumati per colpa dell’impianto di riscaldamento rotto. Così avevano deciso di spostare il tutto da Matt restando lì per un paio di giorni, ed il problema restava solo il tipo di clima che sarebbe aleggiato se fossi venuta anche io.

Inutile dire che le mie speranze di evitare quella cena, furono distrutte dalle minacce di Chris e Kelly. Avevano già deciso per tutto e per tutti. Speravo almeno che avessero avuto l’accortezza di informare mia sorella.


Non mi concedettero nemmeno una doccia a casa, ma bensì decidettero che avrei fatto tutto nell’altra casa, considerando che la “mia stanza” era ancora lì. Così tra uno sbuffo e l’altro, Kelly mi accompagnò a casa giusto per prendere al volo qualcosa da mettere la sera.


Arrivammo a casa di Matt che ci salutò sorridente.

Avevano deciso di festeggiare la nostra fragorosa estate fatta di alti e bassi.
Il mio principino se ne stava piazzato davanti la tv con suo padre e quell’imbecille di Dom. Spencer scese le scale poco dopo, stranamente tranquilla e felice. Mi guardò attentamente dalla testa ai piedi e disse:


“Vai a fare una doccia. Ti ho comprato un vestito nuovo!”
“Grazie” risposi spaesata


Ook, qui c’era qualcosa che non andava; o forse mia sorella aveva finalmente trovato la retta via. Chi lo sa.

Comunque sia, lasciai il dolce che io e Kelly avevamo comprato e mi avviai verso le scale salutando Buster e Chris, e debolmente Dom.


Tornai nella mia vecchia stanza ed ovviamente una miriade di pensieri mi tornarono in mente: i temporali estivi, il gelo proveniente dalla finestra, la piscina illuminata, l’altalena con le luci…


Passai delicatamente una mano sul letto. Era incredibile quanto poco tempo avessi trascorso lì e quanti profumi mi ricordasse. Profumo d’estate, profumo di sole, profumo di casa, profumo di Spencer…


Aprii lo scatolone lasciato abbandonato sul letto, che recava un biglietto:

“Dopotutto non è così male riaverti in giro per casa stasera. Spence”

Sorrisi serenamente e pensai alle parole profetiche di Matt: The time has come to make things right.
 

Ce la stava mettendo tutta, e forse voleva veramente che tornasse tutto come prima, e ne fui più che felice. Il vestito nello scatolone era stupendo ed era accompagnato da un paio di scarpe col tacco.


Tolsi gli accessori di dosso e mi infilai in bagno per poi scivolare sotto la doccia. Ci rimasi più del dovuto, cercando di rilassarmi il più possibile. Uscii in una nuvola di vapore avvolgendomi nell’asciugamano  e tornando in camera.


“Ciao!” disse Dom facendomi prendere un colpo
“Ciao” risposi atona
“Tutto bene?” chiese
“Ah, ma allora non ti sei schiacciato inavvertitamente la lingua mentre facevi una delle tue facce pornografiche mentre suonavi la batteria” dissi tornando in bagno
“No” sorrise leggermente
“Stai ridendo di me Howard?” chiesi pettinando i capelli
“Ridevo per la tua frase”


Lo ignorai. Mi cambiai in bagno velocemente e mi truccai altrettanto velocemente. Uscii di nuovo e lui era ancora lì seduto sul letto che aspettava.
Solo allora mi accorsi che finalmente aveva deciso di abbandonare, per quella sera, le maglie a stampe leopardate.

Ma si era concesso l’outfit utilizzato nel video di Starlight. Era da mozzare il fiato.

Cercavo disperatamente il Phon, finché lui non lo prese anticipandomi.


“Ehy acidona, te li asciugo io i capelli” sorrise
“Vuoi davvero che ti risponda?” dissi inarcando il sopracciglio
“Ok, hai ragione” disse accendendo il phon
“Io ho sempre ragione” risposi
“Lo so” sorrise forzato.




“Allora? Che ti è preso stamattina?” chiesi
“Non adesso” disse spegnendo l’apparecchio
“Posso almeno sapere com’è andata in ospedale?”
“Tutto a posto. Niente più punti, solo una piccola cicatrice” rispose
“Bene…almeno questo” sospirai


Si sedette vicino a me prendendomi la mano.


“Dom? Cos’è quell’aria preoccupata?”
“Niente, niente. Stavo solo pensando”
“Ma non vuoi dirmi il motivo, ho capito”

Annui con la testa…

“Andiamo, di sotto ci aspettano” disse abbracciandomi prima di aprire la porta.


Di sotto aleggiava un clima di festa, con Matt che distribuiva cappellini a tema. Spencer armeggiava con la cena insieme a Kelly, mentre Buster e Chris ridevano davanti i cartoni animati.


“Papà guarda chi è tornata!!!” urlò Buster
“Si tesoro, l’ho vista” sorrise


Mi corse incontro prendendomi la mano.


“Vieni, vieni a vedere i cartoni con noi!” esclamò
“Volentieri” risposi dopo essermi accertata che non servisse una mano.


Più tardi apparecchiai e mi avvicinai a Spencer.


“Grazie dei regali”
“Figurati” rispose “dai è ora di cena, parliamo dopo”


Ci sedemmo a tavola litigando per far sedere Buster che decise di posizionarsi fra me e Dom. Spencer e Kelly avevano cucinato per un esercito di soldati e tutti erano già impegnati a sbranare quello che trovarono nei loro piatti.

Dopo cena assecondammo le fantasie di Buster e guardammo un nuovo cartone animato, litigando nuovamente con Dom sul posto da prendere.


“Vieni qui, piccolo” dissi mettendolo seduto sopra di me.


Si posizionò comodo comodo, facendo una linguaccia a Dom, accompagnata da tutte le nostre risate. Quando finalmente si addormentò, Chris lo prese in braccio ed io mi alzai in modo che lo sistemasse sul divano.
Salii di sopra a cambiarmi e scesi subito dopo, armata di felpa, decisa ad uscire un po’ fuori in giardino.

Uscii nell’aria gelida. Mi diressi sotto il gazebo e sorrisi. Mi era mancata da morire quella casa. Lasciai che qualche folata di vento di tanto in tanto spettinasse un po’ i miei capelli scuri con le sfumature rosse.


Mezz’ora dopo Chris fece capolino venendomi a salutare.


“Andate a letto?” chiesi
“Si tesoro mi spiace, ma Kelly è stanca e Buster dorme profondamente” rispose
“Va bene, va bene. Grazie della cena, veramente”
“Non c’è di che” rispose abbracciandomi.

Ricambiai dicendogli di salutare e ringraziare sua moglie.

Più tardi la porta finestra si aprì e richiuse, e la figura di Dom invase il mio campo visivo. Si sedette vicino a me silenziosamente e mise su il cappuccio della felpa.


“Passerà ancora molto prima che tu mi illuminerai?” chiesi calma

Trattenne un sorriso, togliendomi un ciuffo rosso dal viso


“Un po’ freddino qui, non credi?”
“Non rispondermi ad una domanda con un’altra domanda” risposi

"Ok. Devo chiederti due cose. La prima è che ho trovato la tua collana con i plettri e a quella nera si è staccata una specie di copertina”
“Cacchio” dissi mettendo una mano sulla fronte
“Così l’ho tolta e ho notato che in realtà c’è il mio autografo in rilievo” disse estraendola dalla felpa
“Eh già” risposi
“E non me l’hai detto perchè…”
“Beh vi avevo appena conosciuti e non volevo sembrare una pazza maniaca data la preferenza per te” ammisi arrossendo.




“Ora tocca a te, Dom!”

Lo vidi farsi serio di colpo.


“Ok, ok. Ora parlo, ma prima devo chiederti un’altra cosa”
“Va bene”
“Come ti sei sentita?”
“Quando?”
“Quando ho fracassato la vetrata!” disse con gli occhi bassi
“Beh…”
“Ti prego, ho bisogno di saperlo” mi implorò
“Perché me lo chiedi? C’è qualcosa che dovrei sapere?” chiesi
“Vedi, stamattina cercando il pettine sono inciampato in una busta…”

Istintivamente chiusi gli occhi.


“E dentro c’erano i tuoi vestiti ricoperti di sangue e caffè” concluse
“Dom…avevo intenzione di bruciarli prima che tornassi”
“E invece?”
“Invece non ce l’ho fatta” risposi
“Per questo voglio sapere come è stato”
“Ok, ok”

Mi prese la mano e cominciai…


“E’ stato a dir poco surreale. Un attimo prima stavate discutendo, e il secondo dopo vengo spinta di lato da te, prima di vederti scaraventato contro la vetrata. Inizialmente non ho reagito credendo che ti saresti alzato da un momento all’altro, ma non è stato così. Mi sono avvicinata e credo di aver urlato e pianto con tutto il fiato che avevo in corpo… chiamavo Chris senza sosta mentre tu sanguinavi incosciente con la testa sulle mie gambe… ero stremata, come un’idiota canticchiavo a mente una canzone nella vana speranza che tu aprissi gli occhi. Che sciocca eh?!”


Dom mi guardava con le lacrime agli occhi.


“Inutile dirti come è stata la settimana seguente, con il pensiero di non poterti vedere per via di quello che ho fatto. Mi hanno salvata dallo shock Matt e Chris…credevo di averti perso”
“Vieni qui” disse facendomi mettere a cavalcioni su di lui
“Ascoltami attentamente! Tu non mi perderai, ok? Non esiste! Ti ho fatto stare in pensiero e questo mi dispiace. L’ho fatto anche oggi per tutto il giorno, lasciandoti sola a casa con tremila domande. Quando ho trovato quei vestiti, ho cercato di ricostruire quello che ricordavo ma era pochissimo, e per quanto abbia fatto male ad entrambi, dovevo sapere per te come era stato, e ora che lo so, non trovo le parole…mi si spezza il cuore vederti così…ma sono contento che nonostante tutto, l’abbiamo superata”
“Lo so Dom, lo so”


Ci baciammo, riuscendo ad allentare finalmente i nervi troppo tesi negli ultimi tempi.


“Andiamo” disse dandomi una pacca sul sedere
“Si, direi di si, sto congelando”.


Entrammo mano nella mano, per la gioia di Matt che ci regalò un immenso sorriso.
Matt dopo aver preparato del thè per tutti (tranne Spencer che era sotto la doccia), mi sfidò ai videogiochi sostenendo di essere un po’ stanco quando perdeva platealmente. Era buffo guardarli mentre si sfidavano quando non toccava a me. Dom che spostava convulsamente il ciuffo davanti gli occhi soffiando, e Matt che tirava fuori la lingua per l’estrema concentrazione, sgomitando verso Dom per farlo perdere.

Dopo varie partite entrarono in sala di registrazione per discutere di un piccolo lampo di genio venuto a Matt.

Finii il mio thè e salii di sopra. Entrai in camera e mi gettai sul letto esausta.
Spencer bussò ed entrò poco dopo, sdraiandosi vicino a me.


“Piaciuta la serata?” chiese mentre entrambe guardavamo il soffitto
“Oh, si molto” risposi
“Matt e Dom?”
“In sala. Matt ha avuto un’illuminazione” sorrisi
“Come sempre”




“Mi spiace per tutto, tesoro”
“Non fa nulla Spencer, diciamo che io non ti ho facilitato le cose”
“Non è vero. Sono stata una completa idiota, lo sai benissimo che non ce l’ho né con te né co Dom.  Ma vedi, ne abbiamo passate tante io e te; ti ho vista molte volte venire distrutta dalle persone, venire trattata male, o essere presa in giro; ti ho vista piangere con la stessa abilità con la quale ti sei rialzata da sola…come hai sempre fatto d’altronde. Perciò quando ho saputo di Dom, credo sia stato il fatto di sentirmelo dire da Buster, che mi ha fatto scattare. Ovviamente Matt mi ha spiegato che era Dom che voleva mantenere il segreto. Mi dispiace davvero molto, soprattutto per la caraffa, e per averti mandata via. Sai benissimo che se vuoi tornare a me farebbe solo piacere”
“Grazie Spence” dissi voltando il viso verso lei
“Di nulla…ti ama lo sai?”
“Si, lo so” sorrisi a trentadue denti
“Si vede lontano un miglio. Credo che tu l’abbia cambiato un po’ sai? Prima era sempre super agitato e nervoso, adesso è come se abbia focalizzato tutto su di te. Anche in ospedale, come venivi nominata gli brillavano gli occhi e smaniava per vederti.  E’ un gran bene per lui”.

Sorrisi non sapendo cosa rispondere.


“A proposito, Matt mi ha raccontato di questa mattina. È tutto risolto, spero?”
“Si, è tutto ok. Ha avuto una giornata sconfortante dopo aver trovato una busta con i miei vestiti insanguinati dentro”
“Wow, non deve essere stato facile…”
“No, per niente”




“Comunque, ho anche saputo della vostra performance”
“O signore, Matt non si fa mai gli affari suoi…che figuraccia” dissi tappandomi gli occhi
“Naah, stiamo parlando di Matt e Dom, non si sconvolgono di nulla”


E rise…di cuore; col fiato corto; con le mani sulla pancia; di gusto. Dio quanto mi era mancata la sua risata!! La mia. Le nostre risate insieme, il nostro terminare una le frasi dell’altra, il nostro parlare introducendo cognomi famosi nei discorsi idioti. Eravamo di nuovo noi, e niente ci avrebbe divise. Parlammo ancora e ancora come non avevamo mai fatto prima…




Più tardi dal piano inferiore, Matt e Dom stavano riordinando. D’un tratto si resero conto che la casa era deserta e controllarono che non fossimo uscite senza avvisarli. Dom salì le scale ed aprì la porta vedendoci.


“Matt, le ho trovate” disse sporgendosi dalla ringhiera.


Entrarono entrambi sorridendo come due bambini, vedendo me e Spencer esauste ed addormentate che ci tenevamo la mano come quando eravamo piccole. Così tolsero le loro scarpe e si unirono a noi due agli estremi del letto stringendosi un po’ e coprendoci tutti.  Crollarono entrambi come due bambini…Matt con la testa affondata nel collo di Spencer, Dom con le labbra sulla mia fronte…

   
 
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