Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: weretogether    06/09/2013    2 recensioni
' .. -mi sono innamorata di lui- disse tutto d'un fiato. quando Jaz pronunciò quelle parole sentii una stretta allo stomaco, e in quel momento realizzai cosa stesse succedendo, rivelai a me stessa che quello non era più 'solo un gioco'. avevo combinato un gran casino e ora non potevo più rimediare. corsi ad abbracciarla, cos'altro potevo fare?'
Ellie ha 17 anni e vive a San Francisco con i suoi genitori.
Ellie non è la tipa dolce e romantica, l'esatto contrario di Jaz, la sua migliore amica.
Un giorno, un avvenimento, e Justin, il migliore amico di Jaz, entra nella sua vita e tutto cambia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 42. ''collezione di luoghi.''

Justin's pov.

-vieni qui.- dissi prendendola per i fianchi e avvicinandola a me. 
La portai dentro e richiusi la porta alle sue spalle. 
-mi sei mancata così tanto.- dissi accarezzandole i capelli.
Appoggiò la sua testa al mio petto e ascoltò il battito del mio cuore. 
-quando hai lasciato Jaz?- chiese rompendo il silenzio dal quale eravamo avvolti.
-non siamo mai stati insieme in realtà.- 
Si spostò di qualche centimetro. -cosa?- chiese.
-l'ho baciata io, ed è vero, abbiamo passato qualche giorno insieme, ed è vero, ma nemmeno per un secondo mi sono sentito come mi sentivo con te.- 
Annuì leggermente aspettando che continuassi.
-pensavo che stare con lei era tutto ciò che volessi, ma dopo una vita passata a cercare il momento giusto per baciarla, sei arrivata tu, e non so per quale motivo, non sapevo più ciò che volevo. così quando sono tornata da lei, e l'ho vista così determinata a farmi capire che lei era ciò che volevo, mi sono lasciato andare, e l'ho baciata.- 
Lei non disse niente.
-ho sbagliato enormemente, ma ho capito che per me lei è solo un'amica, la mia migliore amica. niente di più.- feci una pausa.- so che può sembrare ipocrita, ma quando ti ho visto con David ho capito ciò che volevo davvero, io volevo te. perché ti amo. sei la prima che amo davvero e mi hai mandato nel pallone, ma ora che sei qui con me, di nuovo, non ho intenzione di lasciarti andare, non di nuovo.- dissi baciandole la fronte.
-e cosa significavano quei messaggi?- chiese.
Sorrisi. -vieni con me.- dissi prendendola per mano e portandola su.
Entrammo nell'ultima stanza del corridoio. 
-che stanza è?- chiese lei.
Poi si guardò un po' intorno e capì subito. 
-questa è la mia collezione di luoghi. ti avevo promesso che un giorno te l'avrei fatta vedere, ed eccola qui.- feci spallucce.
-è davvero bellissima.- disse lasciando la mia mano e guardando tutte le foto. -ma non riesco a capire il significato di quei messaggi.- disse riferendosi alle foto che le avevo mandato.
Mi avvicinai a lei e l'abbracciai da dietro. -ho deciso che la mia collezione non sarà solo di luoghi, la mia collezione sarà di luoghi, e di te, di noi.- dissi baciandole una guancia. -le foto che ti ho mandato hanno un significato speciale per me. le ho fatte sviluppare e le ho appese.- dissi facendogliele notare. -avevo intenzione di continuare finché non ti fossi stancata e non ti fossi fatta viva per urlarmi contro che sono un coglione, ma mi hai anticipato.- 
-ma non ti ho detto che sei un coglione.- disse girandosi e appoggiando la sua fronte sulla mia.
-se vuoi puoi farlo ora.- 
Ridacchiò. -vorrei davvero tanto potertelo dire ora, ma dannazione, sei troppo sexy così per poterti dire che sei un coglione.- disse posando le sue labbra sulle mie. 
-ti amo così tanto, Ellie.- dissi sulle sue labbra. 
Lei mi passò una mano fra i capelli ancora umidi, poi tirò sulle punte.
-ho una cosa da fare.- disse spostandosi di colpo.
-cosa?- le chiesi. 
-vuoi venire con me a Londra?- chiese.
-cosa?- le lanciai uno sguardo interrogativo.
-vuoi venire, si o no?-
-certo.- 
Lei sorrise, mi baciò e poi corse via. 
Vero, Londra.

Ellie's pov.

-mamma.- dissi una volta entrata in casa.
Se quando ero arrivata a casa di Justin ero impresentabile, beh, ora ero decisamente peggio.
Non rispose. 
Era ancora arrabbiata per la discussione del giorno prima.
-mamma, David è partito.- 
Niente, sembrava non sentire.
-e mi sono rimessa con Justin.- 
Continuava a guardare la tv come se niente fosse.
-okay mamma, ho capito. non vuoi parlarmi, perché sono una figlia ingrata, perché ho deluso le tue aspettative, perché tu e papà avete fatto tanto per me e io vi ripago non facendo ciò che volete. mi dispiace mamma.-
Ancora silenzio. Non si era nemmeno degnata di guardarmi.
-non importa se fai finta di non ascoltarmi o se, addirittura, non ascolti sul serio, te lo dirò lo stesso.- sospirai e mi avvinai di poco a lei, stando però sempre alzata. -ho deciso, andrò a Londra, farò quello stage e se mi piacerà lavorare li al college studierò per diventare un'avvocato, me se non dovesse piacermi sceglierò medicina. studierò per diventare un medico, proprio come te. in fondo è sempre un buon lavoro e mi piacerebbe fare il medico.- lei si girò a guardarmi.- so di essere una delusione come figlia, e so che anche che voi avevate pensato per me un futuro da avvocato, per poter portare avanti lo studio di papà, ma non so se una figlia dottoressa rientrava nelle vostre aspettative.- mi stava ascoltando, lo sapevo.- so di aver sbagliato tante di quelle volte, so d'essere stata sempre contro di voi, alcune volte per voler mio, altre involontariamente, ma questa volta voglio rendervi felici, ma voglio fare felice anche me stessa. proverò ad essere un'avvocato, ci proverò, ma non so se mi piacerà e non voglio essere egoista, ma non me la sento di dire addio ai miei sogni perché così i miei figli potranno avere l'opportunità di realizzare i loro. perché non funziona così, perché è una continua catena. nonno ha rinunciato ai suoi sogni per far realizzare quelli di papà, papà ha rinunciato per me, e se io dovessi rinunciare ai miei sogni per i miei figli, stanne certa, loro non li realizzerebbero nemmeno. non voglio rinunciare per poi vedere i miei figli smettere di fare ciò che da sempre vogliono fare. se non dovesse piacermi giurisprudenza, mi iscriverò in medicina. potrò comunque permettermi una buona casa, una macchina degna d'essere chiamata così, un cane, del cibo, un marito, dei figli, la felicità.- lei mi sorrise e si alzò, venendomi incontro e abbracciandomi. 
-e poi potrò sempre viaggiare durante le ferie. potrò visitare i luoghi che ho sempre voluto.- feci spallucce e lei mi strinse più forte a sé. 
-Ellie, a me non importa che tu diventa necessariamente un'avvocato, io vorrei solo che potessi vivere la vita che meriti.- 
-lo so mamma, lo so.- 
Si staccò da me. -davvero tu e Justin state di nuovo insieme?- chiese.
Io sorrisi. -si.- 
-se ti farà soffrire di nuovo..- la interruppi.
-non lo farà.- 
-lo spero.- 
-allora, i biglietti?- 
-quali biglietti?-
-quelli per Londra, quando li facciamo?- 
-ti voglio bene, piccola mia.- disse abbracciandomi di nuovo.
-ti voglio bene anche io, mamma.-

 
**
Ecco qui il capitolo 42.
Allora, che ne dite? Vi piace?
Ho letto che volevate un riavvicinamento trai due, e, anche se l'avevo già previsto, si sono riavvicinati.
Ho letto che volevate un pov di Justin, ed eccolo qui, anche se non tutto il capitolo è solo col pov di Justin.

Spero sul serio che almeno vi sia piaciuto e mi farebbe davvero molto piacere leggere una vostra recensione e sapere cosa ne pensate :). 


 
  
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