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Autore: bambolinazzurra    06/09/2013    4 recensioni
Roxas ha una piccola "disavventura" che lo costringe ad abbandonare la sua prima palestra e a trovarne un'altra. Axel, il suo nuovo istruttore, si diverte a stuzzicarlo e metterlo a disagio.
Chi avrà la meglio?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Lexaeus, Roxas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Non capisco come mai tu sia così capriccioso, oggi – Roxas sospirò stancamente e si asciugò il sudore dalla fronte. Erano almeno venti minuti che cercava di iniziare il suo lavoro e il ragazzo davanti a lui si dimenava e gli faceva domande, come per distrarlo dall’attrezzo che aveva in mano.
- Non darmi del capriccioso, non sono più un bambino! – ribattè il quasi diciassettenne.
- Ma ogni tanto ti comporti come se lo fossi. Dai, Ienzo, siamo entrambi stanchi e prima finiamo qui, prima potrai tornare ai tuoi esperimenti scientifici o qualunque cosa tu abbia voglia di fare. Ora però lasciati anestetizzare o dovrò curare questa dannata carie “a crudo”! –
Ienzo si finse estremamente riluttante, ma aprì obbedientemente la bocca, lanciando un’occhiata furtiva all’orologio mentre si sistemava meglio sulla poltroncina.
- Ehi, Roxas – la testa quasi calva di un uomo di mezza età fece capolino dalla porta – Che ci fai ancora qui? Non dovevi smontare venti minuti fa? –
- Lo so – Roxas sospirò di nuovo – C’è stato un piccolo incidente di percorso, ma ora torturo un po’ il ragazzo e poi vado a casa –
La “vittima” guardò di nuovo l’orologio e sorrise, nonostante l’anestetico, che aveva già iniziato ad agire, rendesse il suo sorrisetto un po’ storto e abbastanza inquietante. Ma per quella volta non se ne sarebbe curato, la sua missione era quasi riuscita.

- Yuna, sei pronta? – chiese Tidus, vestito di tutto punto.
La giovane comparve all’istante, tenendo per mano un bimbo biondo che, come lei, aveva un occhio verde e uno azzurro, ma la stessa aria sbarazzina del ragazzo. Era il loro figlioletto di appena tre anni.
I due si erano conosciuti tramite Rikku, che era una cara amica di Tidus. Tra loro non c’era mai stato niente se non una brevissima attrazione fisica, ma quando Rikku aveva presentato Yuna a Tidus, era subito scoccata la scintilla e in men che non si dica i due erano diventati la “coppia del secolo”. Beh, c’era da aspettarselo: lei allora era una giovane promessa della danza e lui la scoperta della pallanuoto professionale. Wakka, già capitano della stessa squadra, aveva subito fatto tesoro del talentuoso attaccante e Tidus si era trovato con un lavoro stabile ancor prima di aver concluso la scuola dell’obbligo. E con una piccola famiglia a soli ventitré anni. Yuna aveva abbandonato spontaneamente il mondo della danza, confessando che non era comunque adatto a lei e si era dedicata agli studi universitari, che certo si conciliavano meglio delle prove con un bambino piccolo da accudire.
Cosa aveva pensato Lidia di tutta quella situazione? Niente, la storia tra lei e Tidus non si era più sviluppata, ma lei non ne era particolarmente dispiaciuta. Anche perché ora faceva coppia fissa con Hayner.
- Forza, andiamo o saremo gli ultimi – lo esortò lei – Santo Yevon, ce ne hai messo di tempo. Poi dicono che siamo noi donne ad essere vanitose –
Tidus, in modo molto maturo, le mostrò la lingua, seguito a ruota dal piccolo Theo.

Naminè si accarezzò dolcemente il pancione di sette mesi, guardando con un enorme sorriso suo marito che saltellava qua e là con aria esagitata. Inutile, non avrebbe mai perso quell’entusiasmo, ma dopotutto era una delle cose che avevano contribuito a farla innamorare.
- Demyx! – latrò invece Saïx – Smettila di sgambettare o nel giro di dieci minuti tua moglie sarà vedova e il tuo primogenito non ancora nato si ritroverà orfano! –
- Temo – si inserì la voce sarcastica di Xigbar – che questo raggelerebbe un tantino i festeggiamenti –
- Cosa mi tocca sentire – fece Marluxia in tono teatrale, posandosi il dorso della mano sulla fronte – Un brutale omicidio tra amici. Una storia di sfrenate passioni, intrighi e tradimenti… -
- Ehi Mar-Mar! Non siamo mica in “Shina la principessa guerriera”*! – esclamò Yuffie, seduta educatamente sulle ginocchia di Luxord.
Alcuni dei presenti ridacchiarono mentre Vexen, compagno di Marluxia da ormai quasi otto anni, scuoteva la testa con aria divertita. Dopodiché per qualche minuto gli unici suoni furono quelli delle risate squillanti dei bambini che giocavano insieme. Theo e Vidinu, il figlio di Wakka e sua moglie Lulu, erano già amici per la pelle e crescendo ne avrebbero combinate di tutti i colori, ma quella era un’altra storia.
Claire si aggiustò nervosamente i capelli e si stuzzicò un brufolo che aveva sul mento, guardandosi intorno. La presenza di tutta quella gente più grande di lei la intimidiva, senza contare che non ne conosceva la gran parte. Si sistemò più vicina ad Aerith e sperò che suo fratello arrivasse in fretta.

- Roxas! Ho dimenticato il cellulare in palestra! –
Il biondo aggrottò le sopracciglia.
- Beh, te lo porterà dopo tuo padre. Se vuoi puoi usare il mio per avvertirlo –
- Ma Roxas! – piagnucolò Ienzo – Sto aspettando una chiamata importante per uno stage estivo, ne va del mio futuro! Andiamo, non puoi farmi questo! –
Roxas si trattenne a stento dallo sbattere la testa sul volante. Era tardi e tutto quello che desiderava in quel momento era riaccompagnare la piccola peste a casa e poi correre da Axel. Era forse chiedere troppo? Ma ovviamente no, doveva andare tutto storto! Ma perché proprio quella sera? Era il nono anniversario suo e di Axel e il suo rosso gli aveva detto che sarebbe stata una serata speciale!
- E va bene, ma sappi che sei in debito! – borbottò in tono scortese.
Impegnato a guardare la strada, non notò l’espressione trionfante del ragazzo e continuò a manovrare l’automobile che lo stava conducendo verso il suo Destino…

- Ehi, gente! – sbraitò Hayner – Fate un po’ di silenzio, adesso, sta arrivando! Non vorremo mica svelare la sorpresa prima del tempo –
- Non saprei, Hay. Potrebbe aver già sentito te – ridacchiò Pence.
- Taci –

- Allora, dove l’hai lasciato? Nell’ufficio? Sala del personale? – chiese Roxas, impaziente, senza notare che nonostante non fosse ancora l’ora di chiusura non si sentivano attrezzi in uso né sbuffi e grugniti.
- Non ricordo esattamente, ma è di sicuro qui da qualche parte –
Roxas sospirò per l’ennesima volta, frustrato.
- Ora lo faccio squillare, così lo troviamo più in fretta –
- Non serve, ora chiedo a papà –
Proprio in quel momento la voce cavernosa di Lexaeus attirò la loro attenzione dalla sala principale della palestra.
- Ienzo, da questa parte! – fu il laconico richiamo.
Il ragazzo afferrò Roxas per un polso e se lo trascinò dietro. Lui emise un gemito sconsolato e lo seguì a testa bassa. Ma poi udì un grido.
- Sorpresa! –
E sì, il biondo alzò lo sguardo ed erano tutti lì: amici, famiglia e…
- Axel! Credevo… credevo… -
- Credevi male, evidentemente – rispose il rosso, sfoggiando un’aria estremamente compiaciuta – Stasera festeggiamo qui –
- Oh – e Roxas per qualche strano motivo assunse lo stesso colore di una fragola matura, nonostante il “vizio” di arrossire come una ragazzina gli fosse passato almeno sei anni prima.
Ma per un po’ tutti si fecero gli affari loro, mangiando e bevendo, chiacchierando e scherzando, cercando di tenere a bada i marmocchi o, nel caso di Ienzo, convincere sua sorella ad essere più socievole, ricevendo in cambio un furtivo gestaccio dall'inquieta ragazzina.
- Oh Roxy – flautò Axel – Non credi che ci sia un piccolo scambio di regali da fare? –
Il biondo scoprì i denti in una smorfia giocosa.
- Solo se smetti di chiamarmi così –
Ma nonostante quello infilò immediatamente una mano nella sua piccola tracolla e la chiuse intorno a qualcosa, lasciandola lì dov’era.
- Ehm… - fece timidamente, guardandosi intorno: ovviamente adesso i piccioncini avevano la piena attenzione di tutti – Prima tu –
- Neanche per sogno, io devo necessariamente essere l’ultimo, non vogliamo mica rovinare la suspense, eh? –
Sospirando ancora una volta, Roxas si lascò cadere su un ginocchio, facendo emettere alla folla mormorii di stupore e, di conseguenza, arrossendo furiosamente.
Tirò fuori una piccola scatola di gioielleria e la aprì. E ora, se vi state aspettando un anello di fidanzamento con tanto di diamante e una commovente proposta di matrimonio vi sbagliate di grosso. All’interno giaceva una semplice fede d’oro e Roxas si limitò a ghignarsela di gusto.
- Whoa, Rox, per un attimo mi sono davvero preoccupato! Un viaggio a Las Vegas non è previsto nell’immediato futuro, sai –
E i presenti risero, spezzando la tensione. Ciononostante Roxas infilò personalmente l’anello all’anulare sinistro di Axel, che lo baciò in segno di ringraziamento.
- In ogni caso – sussurrò il biondo all’orecchio dell’altro – Per quanto riguarda quel viaggetto… ne riparleremo –
- Ci puoi giurare, baby! Ma ora direi che è il mio turno. Roxas… -
Axel tirò fuori dal taschino una piccola busta, di quelle trovate anche comunemente nei supermercati per confezionare regali non appositamente incartati nei negozi.
Ecco, Roxas non era affatto un tipo materialista, ma ci rimase un po’ male: lui aveva fatto un regalo davvero impegnativo, non solo per quanto riguardava il costo dell’oro di quei tempi, ma anche per il significato emotivo nascosto dietro un anello: un impegno affettivo, una promessa permanente che soltanto un qualcosa di egual misura poteva compensare. E nonostante non fosse una proposta di matrimonio ci andava abbastanza vicino, no?
Ma d’altronde cosa pretendeva, erano passati nove anni e loro si frequentavano ancora come due adolescenti, tutto rose e fiori, in un certo senso, sì, ma poi “io a casa mia e tu a casa tua”. Non erano esattamente compagni di vita, a differenza di Vexen e Marluxia, tanto per dirne una. Comunque il biondo si sforzò di sorridere e, curioso suo malgrado, prese la busta regalo e la aprì, estraendone una scatolina più o meno delle stesse dimensioni di quella che lui stesso aveva appena consegnato ad Axel, ma di legno intagliato con delle minuscole chiavi incise su tutta la superficie.
Roxas riconobbe senza difficoltà lo stile di suo zio Cid, anche perché Axel non era mai riuscito ad intagliare il legno, per quanto lui si fosse sforzato d’insegnarglielo.
Guardò alternativamente da suo zio al suo ragazzo, interrogativo. Cid incrociò le braccia, senza tradire alcuna emozione. Axel invece sembrava nervoso, per quanto ghignasse nel vano tentativo di nasconderlo.
- Aprila e basta, eh? –
E Roxas obbedì, trovando al suo interno un set di chiavi. I suoi occhi si spalancarono e subito si spostarono su Axel, che si grattò la nuca, arrossendo a sua volta.
- Non volevo dirtelo prima che fosse tutto pronto, sai… Sono anni che metto da parte per poterti fare questa sorpresa. Non è stato facile ottenere quel mutuo per poter comprare una casa tutta per noi. Certo, non posso comunque farcela da solo, ma… Beh, che ne dici di trasferirti da me? – e sorrise speranzoso.
Roxas sorrise a sua volta: aveva frainteso tutto. Si rese vagamente conto che la folla stava trattenendo il respiro e si voltò a guardare i suoi genitori e Tidus. Nessuno di loro sembrava in grado di fare altro che fissarlo, ma lui non aveva bisogno del loro consiglio, per cui si voltò di nuovo.
- Certo che vengo a vivere con te, Ax, e mi sembra assolutamente giusto che siamo in due a pagare quel mutuo. Ho solo una domanda –
- Cioè? –
- Perché non chiedermelo in privato, sapendo che non amo particolarmente essere al centro dell’attenzione? –
- È semplice: voglio che tutti lo sappiano –
- Sappiano cosa? Che andremo a convivere? –
Axel sorrise e scosse la testa. Aveva aspettato nove anni, ma ne era valsa la pena.
- Non che andremo a convivere, Roxas, ma che ti amo. Got it memorized?

* Esatto, "Xena la principessa guerriera"

E così si conclude la mia prima long fic in questo fandom. Non so se sentirmi soddisfatta per il successo che ha avuto o triste che sia finita, pur sapendo che altre sono in arrivo.
Confesso, sono rimasta un pochetto delusa dalla mancanza di recensioni nello scorso capitolo, ma il calore che mi avete comunque dimostrato è notevole e non posso fare altro che ringraziare tutti voi che avete seguito/ricordato/preferito.
Grazie di cuore! 
  
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