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Autore: The Princess of Stars    06/09/2013    0 recensioni
*SEQUEL DE "IL PRINCIPE E L'ASSASSINA"*
Ormai ritrovata la madre perduta, scoperto di essere l'erede al trono di Scizia, felicemente sposata e madre di due figli, Annabeth sperava di proseguire la sua vita in modo tranquillo. Ma diventare la Gran Maestra del Clan non ha tutti i suoi lati positivi, soprattutto se per diventarlo si ha ucciso Crono, il vecchio Gran Maestro malvagio e carismatico, e si è la futura regina dell'Attica e di Scizia.
Un 'vecchio' nemico è tornato e Annabeth e Percy dovranno affrontarlo, non solo per salvare il regno, ma anche la loro famiglia.
Annabeth stessa ha detto che tutti hanno un lato oscuro e quello dell'assassina era il suo, ma ha anche detto che Percy era la sua forza. Percy riuscirà ancora a farle da ancora e trattenere il suo nascosto istinto d'assassina? Fin dove può spingersi l'amore di una madre per i propri figli?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Annabeth’s POV:
Quella mattina mi svegliai ai primi raggi del sole. Affondai il viso nel cuscino, tentando di riaddormentarmi, ma senza successo. Saranno passati 8 anni, ma certe abitudini non si perdono mai. Sentii un braccio intorno alla vita stringermi verso di sé. Mi rigirai e mi trovai faccia a faccia con mio marito. Percy dormiva ancora. Il lato positivo di svegliarmi presto era che potevo vederlo dormire. Mi piaceva perché lo vedevo completamente rilassato e tranquillo. Da subito avevo trovato una soluzione al problema dello svegliarsi troppo presto, mi bastava accoccolarmi a lui, ascoltare i battiti del suo cuore e mi riaddormentavo.
Venni svegliata nuovamente, ma stavolta in un orario più decente, dalla mano di Percy tra i miei capelli.
“Buongiorno, Sapientona” disse Percy con un sorriso.
“Buongiorno, Testa d’Alghe” risposi con altrettanto sorriso.
“Dormito bene?” chiese.
“Sì, te?”
“Benissimo. Pensi che Leon e Sabina ci risparmieranno oggi?”
“Hm… non ne sono convinta” risposi. Al contrario della maggior parte di uomini che diventano padri a 19 anni, quando scoprii di essere incinta, Percy non stava più nella pelle. Era un padre attentissimo, premuroso, affettuoso e sempre presente nella vita di Leon e Sabeen. Io invece, alla scoperta, mi sentii molto a disagio. Già pensavo che non mi sarei mai sposata, figuriamoci avere figli! Ero completamente terrorizzata. Pensavo di non essere tagliata per fare la madre, che sarei stata un pessimo esempio. Ciò che mi terrorizzava di più era che prima o poi, avrei dovuto dire a Leon  e Sabeen del mio passato. Già mi immagino la conversazione con un Leon e una Sabeen adolescenti “Mamma, tu che facevi alla mia età?”
“Ammazzavo gente a sangue freddo per conto del primo Gran Maestro del Clan, che ho ucciso qualche anno fa”
“Wow! Che fico!”
Sono certa che Leon e Sabina la prenderanno bene a sapere che loro madre è un’assassina (da notare il sarcasmo). Percy mi aveva rassicurata molto quando vide la mia paura, era riuscito a tranquillizzarmi e mi è sempre stato vicino fino alla nascita di nostro figlio e lo stesso alla nascita di nostra figlia.
“Stai di nuovo pensando a come dovremmo dire a Leon e Sabina del tuo passato?” disse Percy svegliandomi dal mio trance.
“Come dovrò dirgli del mio passato. Se la prenderanno male, non voglio che si allontanino anche da te, o che facciano qualcosa di stupido non sapendo a chi rivolgersi per magari sfogarsi o che so io”
“E tu che dicevi di non essere tagliata per fare la madre. Guardati: ancora puoi stare tranquilla e già ti preoccupi che i tuoi figli facciano qualcosa di stupido perché vengono a sapere del tuo passato come sicario di Crono” disse Percy sorridendomi, mentre mi passava una mano tra i capelli.
“Quello era 8 anni fa e poi tu continuavi a sostenere il contrario” risposi con nonchalance.
“A quanto pare, avevo ragione” disse Percy chiudendo la piccola distanza tra noi, baciandomi. Gli strinsi le braccia intorno al collo e le dita gli andarono tra i capelli. Lui poi rotolò sopra di me e-
“MAMMA! PAPA’! SVEGLIATEVI! E’ GIORNO! FORZA! ALZATEVI!” gridò Leon arrivando nella stanza di corsa seguito da Sabeen. Percy ed io facemmo appena in tempo a separarci che i bambini saltarono sul letto per svegliarci.
“Sveglia dormiglioni!” disse Sabeen saltandomi in braccio
“Dai, mamma, alzati! Anche tu papà! Sveglia! Andiamo!” disse Leon saltando in braccio a Percy che era riuscito a sedersi “Papà, avevi detto che oggi andavamo a cavallo insieme!” disse Leon. Percy si voltò verso di me con un sorrisetto.
“Che ti avevo detto? E poi si dice ‘saremmo andati’, Leon” dissi sedendomi anch’io, correggendogli la grammatica. Lui annuì e ripeté la domanda correggendosi. Che bello avere due figli intelligenti!
“Certo, che andiamo a cavallo insieme, te l’ho promesso e le promesse si mantengono” rispose Percy scompigliandogli i capelli. Leon rise e lo abbracciò, poi si girò verso di me.
“Mamma, oggi fai lezione di tiro con l’arco a Sabi?” chiese Leon.
“Sì, perché?” chiesi anche se avevo in mente una mezza idea di risposta.
“Posso venirti a vedere?” chiese.
“Bhe…” Leon, da Percy saltò in braccio a me.
“Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti preeeegoooo!” disse Leon facendomi gli occhioni da cucciolo.
“Dai, mamma, voglio far vedere a Leo che so fare! Per favore?” disse Sabeen anche lei facendomi gli occhioni. Sapevano che erano il mio punto debole quei due paia di occhioni azzurri e verdi, infatti cedetti subito.
“Va bene”
“YU-HU!”
“MA” dissi catturando la loro attenzione “Leon, non devi andare nell’area dei bersagli, per nessun motivo e tu Sabeen non devi puntargli l’arco contro con la freccia incoccata, neanche per gioco” raccomandai.
“Sì, mamma” dissero i bambini in coro. Io gli diedi un bacio sulla guancia e loro ricambiarono con altrettanto gesto.
“Ehi! Perché non date mai bacini a papà?” disse Percy facendo il finto offeso.
“La mamma è più bella di te” rispose Sabina abbracciandomi più stretta.
“Ben detto, Sabi” disse Leo dando il cinque alla sorella.
“Ah, è così? Adesso come la mettiamo?” e non appena lo disse Percy ci saltò addosso a tutti e tre, poi con una mano acchiappò il suo cuscino e prese a cuscinate me e Sabina, con l’altra faceva il solletico a Leon. Il bambino era troppo impegnato a ridere, mentre io e Sabina tentavamo di difenderci dalle cuscinate. “Vi ho presi!” disse Percy senza darci tregua.
“Fermo papà!” disse Leon ridendo come un matto. Poi io riuscii a bloccare una cuscinata e Percy lasciò Leon e cominciò a fare il solletico a me, continuando a dare cuscinate a Sabina, dando tempo a nostro figlio di sgattaiolare via, ma nel frattempo io stavo soffrendo la pena del solletico. “All’attaccooooo!!!!” fece Leon e saltò sulla schiena del padre.
“Aiuto! Sono stato catturato da Eracle Junior!” fece Percy, mentre Leon gli si era avvinghiato sulla schiena e gli dava dei pugni che Percy neanche sentiva.
“Caricaaaaaa!” disse Sabeen saltando anche lei sulla schiena del padre.
“Ah!! Anche una piccola Atalanta!” fece Percy
“Aiuto! Leon, Sabeen!” feci io scherzando.
“Libera la mamma!” dissero i bambini ridendo.
“Ha! Eracle Junior non può nulla contro Eracle Senior e nemmeno la piccola Altalanta!” rispose Percy e con un braccio, acchiappò Leon, lo fece rotolare sulla spalla e atterrare sul letto affianco a me, lo stesso con Sabeen e ci intrappolò  tra le braccia. “Vi ho presi e adesso… solletico!” e riprese con la tortura, sia me che Leon che Sabeen in qualche modo. Se cera una cosa che metteva K.O. sia me che i bambini era quando Percy ci faceva il solletico. Ebbene sì! L’ex-assassina soffre il solletico soprattutto il- “Solletico spernachiato!” esclamò Percy e subito gonfiò le guance di aria e ci fece le pernacchie sul collo a tutti e tre a rotazione.
“No! Percy, questo non vale!” esclamai ridendo mentre lui ci massacrava
“Basta, papà!” fece anche Leon. Percy allora si placò.
“Papà, mi viene il singhiozzo!” disse Sabina tra una risata e l’altra
“Vi arrendete?” disse mio marito dandoci un momento di tregua. Mi facevano male i fianchi e mi lacrimavano gli occhi da quanto stavo ridendo.
“Mai!” rispose Leon.
“All’attacco!” fece Percy e ritornò a farci il solletico.
“Ehi, principi!” fece una voce familiare. Percy si placò rotolando sul fianco e vedemmo Sally che stava sorridendo sulla porta. “Mi spiace rovinare il momento di gioco familiare, ma avete un programma per oggi” disse la regina.
“Okay, arriviamo” rispose Percy. Leon era già saltato giù dal letto e corse verso Sally con Sabeen che lo seguiva.
“Nonna, lo sai che oggi papà mi porta a cavallo?” disse tutto emozionato Leon. Sally sorrise e gli scompigliò i capelli.
“Sei contento?” disse lei con un sorriso. Leon annuì con entusiasmo, abbracciando la nonna.
“E poi la mamma ha permesso a leon di venirmi a vedere al tiro con l’arco!” aggiunse la bambina.
“Allora adesso lasciamo che mamma e papà si preparino, okay? Così, prima si preparano, prima andrai a cavallo con papà e a tirare con l’arco con la mamma” disse Sally. Leon e Sabina annuirono, corsero da me, mi diedero un bacino sulla guancia, poi lo diedero al padre e uscirono dalla camera saltellando, seguiti dalla nonna che chiuse la porta una volta uscita. Percy ed io ci guardammo scuotendo la testa. Poi io guardai l’armadio, la porta del bagno e Percy che aveva fatto gli stessi movimenti…
“Il bagno è mio!” esclamai alzandomi.
“Non stavolta!” disse Percy dopo avermi acchiappata per la collottola del pigiama per farmi ricadere sul letto, si alzò subito anche lui andando verso l’armadio per prendere i vestiti per poi occupare il bagno prima che potesse farlo io. Feci appena in tempo ad acchiappare le mie cose che anche Percy si stava già dirigendo nel bagno. Subito mi parai davanti a lui e prima che potesse entrare nel bagno, gli allungai una mano dietro al collo e andando sulle punte lo baciai. Percy non esitò a rispondere al bacio, solo che io avevo altri piani, infatti, dopo aver fatto casualmente scivolare la mano che gli avevo portato al collo sul petto lo spinsi via, entrai in bagno e chiusi la porta.
“Ehi! Non vale!” Protestò Percy, fuori dal bagno.
“Perché mai non dovrebbe valere?”
“Mi hai baciato per distrarmi! Non vale!”
“Non mi sembra siamo state stabilite regole”
“Stia pronta, Signora Jackson… domani il bagno sarà mio”
“Sono sempre pronta, Signor Jackson, per questo il bagno lo prendo sempre io per prima” risposi. Percy borbottò qualcosa ma non lo sentii e iniziai a prepararmi. Quando fummo entrambi pronti (e Percy si era messo una camicia…che scatole!), mano nella mano uscimmo fuori dalla nostra stanza e percorremmo i corridoi del palazzo di Atene. Scendemmo le scale che portavano all’ingresso e uscimmo dal palazzo. Era una bellissima giornata. Il sole splendeva, non c’era una nuvola nel cielo e una leggerissima brezza primaverile, il clima perfetto per una cavalcata e tirare con l’arco. Percy ed io ci dirigemmo verso l’armeria che si trovava vicino alle scuderie, dove immagino lo stesse aspettando Leon con Sabeen. Molti soldati o servitori ci passavano vicino salutandoci e noi gli ricambiavamo il gesto. Al contrario di quello che mi aspettavo, ero ben vista dal popolo, o almeno dalla maggior parte. Tutti mi trattavano con rispetto, come se non fossi mai stata l’assassina più temuta del Clan.
Camminavamo mano nella mano, chiacchierando tranquilli su Sabina e Leon, flirtando, avendo i nostri soliti piccoli battibecchi o cose del genere, o nei momenti di silenzio ci scambiavamo qualche occhiata o Percy tendeva a darmi baci sulla tempia. Sì… eravamo davvero innamoratissimi. Finalmente arrivammo all’armeria e i bambini, infatti, ci stavano aspettando con nonna Sally. Fecero un sorriso da un orecchio all’altro e ci corsero incontro, Leon dal papà e Sabina da me abbracciandoci dove potevano.
“Sono più iperattivi di voi, questi due! Non stavano nella pelle” commentò Sally venendoci incontro con un sorriso.
“Lo immagino, ma adesso siamo qui, no?” dissi accarezzando la testa di Sabina.
“Mapmamapà andiamo a ctaivaralrleo con l’arco?” dissero i bambini. Traduzione: Leon dice: ‘Papà, andiamo a cavallo?’, Sabina dice: ‘Mamma andiamo a tirare con l’arco?’ contemporaneamente. Io e Percy ci lanciammo uno sguardo per poi dirigerci con i bambini alle nostre attività. In realtà, li stavamo addestrando, preparandoli ad affrontare possibili minacce in futuro, mascherando l’allenamento con dei passatempi che ai bambini piacevano. Ancora per alcune cose erano piccoli e non potevano metterle in pratica, ma altre sì, ad esempio come forzare una serratura con un fermaglio, come ho insegnato a Sabeen, mentre Leon era un ottimo cavaliere, come gli ha insegnato Percy. Sabeen era brava a tirare con l’arco, ma era più propensa ad imparare ad usare il pugnale… come me. Infatti le insegnavo volentieri a maneggiarlo e Sabina era molto dotata, ma mai e poi  MAI le avrei insegnato come ho imparato io, mi rifiuto a usare quel metodo. Mi ricordo quando mi era stato proposto per Leon…
 

3 anni prima…
Ero in una delle solite assemblee mensili. Erano presenti i miei suoceri, mio marito e il consiglio Ateniese. Stavamo discutendo su i soliti argomenti, l’economia della città, le tasse, come aiutare i nullatenenti e del solito problema dei predoni fuori dalla città, ma ormai stavano diventando un problema minore. Come Gran Maestra avevo ordinato al Clan di dividersi e appostarsi lungo le zone più trafficate dai commercianti affinché li proteggessero da possibili assalti. Parlando appunto del Clan, arrivò l’argomento X.
“Principessa Annabeth, Principe Perseus” iniziò uno dei consiglieri “Parlando appunto di questo, noi membri del consiglio abbiamo pensato molte volte a voi, principessa, alla vostra storia e a come ci avete aiutato a sconfiggere Il Titano, il che ci ha fatto venire un’idea” fece una pausa “Tutti voi sapete che un lontano domani, il Principe Leonard diventerà re. Ha già cominciato gli addestramenti, è un bambino intelligente, un po’ magrolino ma si farà crescendo, è sano, forte, ma forse questo non può bastare per renderlo un futuro monarca che dia sicurezza al popolo e ai suoi soldati” Qualcosa già mi diceva che la conversazione stava per prendere una brutta piega.
“Siate diretto, per favore. Dove volete arrivare?” chiese Percy guardandoli sospettoso. Il sacerdote e gli altri membri del consiglio sembrarono turbati.
“Oltre al fatto che la Principessa Annabeth ci abbia salvati tutti” riprese l’uomo "un fattore che da sicurezza al popolo è il fatto che la sua futura Regina sia quasi immune al dolore fisico. Un monarca resistente da più sicurezza al popolo; tutti i membri del Clan sono così e voi, Principessa, siete l’unica reale che conosce a fondo quel tipo di addestramento quindi…” Non ebbe bisogno di finire la frase.
“Voi volete che io sottoponga mio figlio ad un addestramento simile?!” dissi completamente sotto shock. Sally e Poseidone stessi si guardarono stupefatti.
“Principessa-”
“Vi aspettate che io prenda mio figlio e  sottoponga il suo corpo a percussioni, a temperature che passano dal gelo del Cocito a fiamme dell’Inferno in un minuto, a patire la fame e la sete e tanto altro… per un’ idea di sicurezza?” dissi il mio tono sempre più minaccioso.
“Mia signora-”
“SIETE COMPLETAMENTE IMPAZZITI?!” Percy mise la mano sulla mia per tranquillizzarmi “Percy, non toccarmi, non voglio farti male” dissi senza guardarlo. I Consiglieri impallidirono.
“Principessa, vi prego rifletteteci-”
“NON CI PENSO NEMMENO A SOTTOPORRE MIO FIGLIO A UNA TORTURA DEL GENERE!” sbottai.
“Vi prego, almeno ascoltate cosa ne pensa vostro marito!” disse un consigliere. Mi voltai verso Percy e lo vidi in difficoltà.
“L’idea di sottoporre Leonard ad una cosa del genere non mi piace, però forse potrebbe essergli utile in futuro. Se dovrà andare in guerra o ci saranno inconvenienti in qualche viaggio, sarà più preparato ad affrontare il pericolo” disse Percy. Lo guardai esterrefatta.
“Che cosa?!” non credevo alle mie orecchie. Non aspettai la risposta, mi alzai e me ne andai dalla sala delle assemblee, infuriata come una iena e soprattutto ferita. Percy avrebbe acconsentito. Me ne andai nei giardini del palazzo e una volta accertatami di essere sola lasciai cadere le lacrime che per tutto il tempo stavo trattenendo. Erano un misto di rabbia, dolore e i ricordi della mia infanzia distrutta che riaffioravano. Ad un tratto sentii dei passi dietro di me, non ebbi bisogno di voltarmi per sapere chi fosse.
“Lasciami stare Perseus!” dissi acida. Lui però non se ne andò, si avvicinò prendendomi per mano.
“Annabeth” disse con un tono delicato.
“Tu non ti rendi conto di cosa mi hanno chiesto! Non tutti quelli che sono stati sottoposti a quell’addestramento sono sopravvissuti e tu consentiresti di sottoporre nostro figlio ad una cosa del genere!”
“Annabeth mi dispiace” disse lui.
“Tu non sai cosa ho passato, gli orrori che ho vissuto! Non mi puoi chiedere di riproporlo a Leon” ad ogni parola i ricordi mi riaffioravano più vivi. Percy mi voltò e mi strinse forte a sé.
“Annabeth, scusami! Hai ragione, è una idea stupida! Nemmeno io voglio che Leon passi quello che ti ha fatto passare Luke. Leon sarà un grande re anche senza quell’addestramento” finalmente mi calmai, alzai la testa per incontrare gli occhi verdi di Percy. Lui mi asciugò le lacrime con in pollici prendendomi il viso tra le mani “Continueremo noi ad allenare Leon, ma a modo nostro, come abbiamo sempre fatto… e lo stesso vale per Ryan” disse mettendomi una mano sulla pancione appena visibile. Feci un sorriso.
“E se Ryan è una lei?” dissi alzando un sopracciglio.
“E se ‘Ryan’ è una lei come la vuoi chiamare?” disse Percy. Mi vennero subito in mente le mie origine mezze Siriane e mi ricordai un nome Siriano che mi era piaciuto molto. Guardai Percy con un sorrisetto.
“Sabeen”
“Si può fare” disse lui sorridendomi, mi diede un bacio e mi riabbracciò.
 
  
Comunque, mi stavo riposando un po’ dopo l’allenamento di tiro con l’arco, Sabeen mi stava seduta addosso e si mangiava il suo spuntino di metà mattina mentre padre e figlio, tornati dalla loro passeggiata e venuti ad assistere al nostro allenamento, si dilettavano in, come li chiamano loro, ‘giochi da uomini’… ‘fare a botte con papà’, ecco cos’era. Diciamo che il nostro programma giornaliero, era addestramento dei principini e allenamento per me e Percy, ma ci piaceva come lo facevamo. Dopo la sosta poi, tutti e quattro ci saremmo esercitati in una cosa abbastanza complicata, ma utile. Era un contrattacco di gruppo se uno era bloccato e l’altro era tenuto sotto scacco in qualche modo. Leon si sarebbe messo davanti ad un bersaglio, io mi sarei messa ad una certa distanza da lì con l’arco, Octavian, che ci aiutava in questo allenamento ed era tutto imbacuccato con un’armatura speciale, si sarebbe messo da una certa distanza da me puntandomi contro una freccia e Percy o Sabeen avrebbero completato la formazione a quadrilatero, armati o di spada o di pugnale. Appena Octavian ci diede il via, io scoccai la freccia che si conficcò nel bersaglio dietro Leon, Octavian mi scoccò la sua freccia contro, Sabeen tirò il pugnale con precisione e bloccò la freccia e nel frattempo Leon tirò il suo pugnaletto addosso ad Octavian, che avendo l’armatura non si fece male. Andammo avanti così per un po’, alternandoci i ruoli.
“Okay, per oggi basta, principi” disse una voce familiare, mi voltai e feci un sorriso abbassando l’arco.
“Nonna!” fecero Leon e Sabeen andando incontro alla Regina.
“Ciao, mamma” dissi avvicinandomi ad Atena che era stata presa d’assalto dai bambini. Era un po’ che non la vedevo, lei era tornata in Scizia, io vivevo ad Atene con la mia famiglia.
“Atena” salutò Percy (che con mio sommo piacere si era tolto la camicia durante l’allenamento perché aveva caldo).
“Come state?” chiese mamma.
“Non c’è male” le risposi asciugandomi il sudore dell’allenamento, promemoria per me, spostare il campo d’addestramento in un posto all’ombra.
“Hai visto quanto siamo bravi?” fecero Leon e Sabeen alla nonna.
“Non siete bravi, siete bravissimi!” rispose lei sorridendogli, poi alzò lo sguardo verso di noi. “Voi due siete ancora belli arzilli per essere prossimi ai 30”
“ ‘Prossimi ai 30’ un par di ciufoli! Ne abbiamo 25” protestò Percy sorridendo.
“Tu sei più prossimo di me, comunque” dissi trattenendo un sorrisetto.
“Ho solo un anno più di te, taci” Io gli diedi una gomitata leggera sul braccio. Atena scosse la testa con un sorriso.
“La settimana prossima è l’anniversario della vittoria contro il Clan e della tua incoronazione, il Gran Consiglio ha deciso che quest’anno saranno Talia e Nico ad occuparsi della preparazione dell’evento” disse mia madre. Me ne ero totalmente dimenticata!
“Nico e Talia?!” disse Percy shockato, io non ero tanto diversa.
“O Dei, ma quei due-” protestai
“-faranno tutto nero!” completò Leon
“E con teschi! Non mi piacciono i teschi!” protestò Sabeen.
“Esattamente” conclusi. Atena rise.
“Potete tenerli sott’occhio? Almeno cercate di contenere la quantità di nero e di mascherare i teschi, vi aiuteranno anche gli altri”
In conclusione, per tutta la settimana io e Percy fummo impegnati a tenere sott’occhio i lavori di Nico e Talia. Quei due non hanno fatto altro che scannarsi a vicenda per tutto il tempo. Talia voleva una cosa Nico il contrario. Ma alla fine trovavamo sempre una via di mezzo e siamo riusciti a non usare troppo il nero e abbiamo camuffato i teschi che voleva Nico.
La serata della festa, tutti ci preparammo per le celebrazioni. Calipso e Silena mi rapirono, letteralmente, per prepararmi per i festeggiamenti. Erano già 8 anni che si faceva questa celebrazione, ero abituata alla routine.
Come al solito, Silena mi aiutò con gli abiti e Calipso con i capelli. Dopo parecchie proteste per il trucco e la scelta dell’abito, finalmente ero pronta. Indossavo un vestito celestino, quasi bianco, che arrivava fino al ginocchio, aderente fino alla vita e più lento sotto, con delle ballerine bianche. Al collo mi ero messa la collana d’argento raffigurante un gufo, che mi aveva regalato Percy per il nostro primo anniversario. Calipso mi aveva fatto una treccia laterale e come firma della sua mano ci intrecciò dei fiorellini bianchi… non male… mi piacevo. Stavo chiacchierando un po’ con le ragazze e prendendo un aperitivo ‘Just for Women’, quando entrarono nella stanza Sabeen con Sally. Mia figlia aveva un vestitino tutto bianco con dei fiocchi uno dietro la schiena e l’altro davanti e altri due più piccoli sulle maniche corte e come se non bastasse, altri due bianchi sui capelli…quello non gliel’ho regalato io e nemmeno Percy… Poseidone…
“Houston, abbiamo un problema” disse Sally chiudendo la porta dietro di sé.
“Ciao, mamma” fece Sabeen con un po’ di broncio.
“Amore, sembri una meringa!” dissi scherzosa appena vidi il vestito.
“Ho avuto la stessa reazione” disse Sally.
“Me lo ha regalato nonno Poseidone” disse Sabina indicando  il vestito “Mi ha chiesto di metterlo”
“Ma sei carina, perché quel broncio?” dissi un po’ con ‘l’ipocrisia del genitore’. Sinceramente, sapevo che gatta ci cova.
“Non voglio far dispiacere al nonno…” disse Sabeen “…ma non mi piace questo vestito!”
“Bheee…” guardai verso Sally che mi lanciò un’occhiata che diceva con chiarezza ‘Il vestito non piace neanche a me’ e in tutta sincerità, non lo avrei mai messo a Sabeen. “Forse nonna Sally può aiutarci a risolvere la cosa” dissi. Sally sembrò subito illuminarsi, si avvicinò al tavolo e prese il mio bicchiere di vino rosso.
“Sabeen, avvicinati” disse, la bambina si avvicinò e “Ops!” rovesciò un po’ di vino sul vestito della nipotina. “Accidenti! Che danno!” disse con sarcasmo.
“Mannaggia! Il vino rosso sul bianco non va proprio via! Dovrai cambiarti, Sabina” dissi con altrettanto sarcasmo.
“Vabbè, non importa, mi scuso io con il nonno” disse Sally. Sabeen sorrideva da un orecchio all’altro.
“Grazie” fece Sabeen tutta contenta.
“Vai a cambiarti ti raggiungo tra un attimo e poi andiamo da Leon e papà, okay?” dissi accarezzandola. Sabeen sorrise e uscì seguita dalla nonna. Scossi la testa. Tale madre tale figlia, anche Sabeen odia i vestiti e le gonne.
“Wow” disse Calipso. Io la guardai con uno sguardo inquisitore “Sei la principessa più giovane, ma sei stata la prima a sposarsi e ad avere figli. Chi lo avrebbe mai detto?”
“Ma è stata l’ultima a fidanzarsi” disse Silena.
“Riesci sempre a rovinare l’atmosfera” borbottò Calipso.
“Percy però è anche il mio primo amore” dissi io
“No, Percy è la tua anima gemella!” disse Silena passata in modalità romanticismo. Da quando si è sposata con Beckendorf  7 anni fa è diventata ancora più romanticona. “E già che siamo in tema… io avrei qualcosa da dirvi” disse Silena. Io e Calipso fummo tutt’orecchie. “Indizio: io e Charlie abbiamo finalmente preso una decisione e la cosa decisa è stata conseguita”. Io e Calipso ci guardammo un attimo. Mi misi un momento a pensare a loro due ma non mi venne in mente niente, poi l’illuminazione.
“Lo hai convinto!” Silena annuì sorridente.
“Quindi…”fece Calipso illuminandosi.
“Sono incinta!” disse contenta.
“DAVVERO?!- E’ FANTASTICO!- DA QUANTO?!- CHE BELLO!- YUHUUU!” questa fu la reazione in un attimo di caos di felicità per la nostra amica. “Come lo hai convinto? Pensavo che lui non si sentisse pronto ad avere figli” dissi.
“Tu l’hai convinto” disse Silena.
“IO?!”
“Bhe, Sabeen e Leon” specificò Silena “Tutte le volte che gli ha dovuto fare da babysitter, lo hanno fatto pensare e ha capito che aveva tutto: amore, famiglia, rispetto, ma che gli mancava un figlio e quindi alla fine è venuto da me e mi ha detto ‘Silena, ho capito che sono un uomo adulto e sono in grado di gestire le mie responsabilità e so che tu desideri avere una famiglia tua ed è quello che voglio anch’io, sono pronto per fare il padre’ non sapete quanto sono stata contenta” disse con un gran sorriso.
“Awww! Che romantico Charlie!” fece Calipso con aria sognante.
“Sono felice per te Silena” dissi sincera. Poi il dovere ci chiamò, tutte e tre uscimmo dalla sala e ognuna andò per la sua strada. Andai come promesso a prendere Sabeen nella sua stanza e per fortuna la bambina si era cambiata, adesso aveva un vestitino bianco con un fiocco azzurro che si legava dietro la schiena e i capelli li aveva liberati da quei due fiocchetti bianchi e al loro posto ci aveva messo solo una molletta con un fiorellino bianco e dei mocassini bianchi. Un amore! Le aggiustai il fiocco  e la molletta che erano un po’ storti e poi raggiungemmo i nostri ‘uomini’…Percy e Leon. Entrambi indossavano la loro uniforme reale.  L’uniforme di Percy era bianca con gli alamari d’oro e una fascia bianca con i bordi d’oro, con una spilla sempre d’oro che raffigurava il tridente di Atene, i pantaloni aderenti grigi con una riga bianca sul lato e gli stivali neri e Vortice sempre attaccata alla cintura. I suoi capelli erano sempre scompigliati come se fosse appena stato in spiaggia e i suoi occhi verdi brillarono quando ci vide. Leon aveva l’uniforme uguale solo che era rossa con gli alamari d’oro, senza fascia e i pantaloni e gli stivali neri, anche Leon aveva la sua cintura con il suo pugnalino personale. I suoi occhi azzurri cangianti svegli e vispi come sempre. Che belli… Poi prendendo a braccetto, io Percy e Sabeen il fratello, andammo alla cerimonia pronti a divertirci come abbiamo sempre fatto. E’ vero all’inizio è un po’ pallosa ma dopo la cerimonia di memoria comincia la vera festa, piena di luci, musica, e gente che balla, canta e si diverte.
Alcuni dicono che quando le cose vanno bene a lungo, quando si è circondati da persone che ti vogliono bene e sai che puoi contare sempre su di loro, nulla potrà mai più andare storto, soprattutto se si è già stati colpiti dalle ingiustizie della vita in passato e si è finalmente riusciti a trovare pace… GRANDISSIMA CAZZATA!
 
  
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