Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    06/09/2013    3 recensioni
Touma aveva una busta in fondo al cassetto del comodino. Era una busta di carta gialla, un po' ruvida, e conteneva qualche decina di fotografie. Per prenderla bisognava spostare un po' di cose – la scatola che conteneva l'orologio di suo padre, un blister di compresse per il mal di testa, un quadernetto nero tutto sgualcito e anche due o tre caramelle mezze sciolte che avevano troppi anni per essere ancora commestibili. - ma non era importante, perchè non gli capitava di tirarla fuori molto spesso.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pochi istanti dopo che Touma aveva afferrato Shu, la torre di pietra crollò. Si spezzò al centro e si ripiegò su se stessa, andando in mille pezzi con grande fragore. Si sollevò una nuvola di polvere che li investì con tale violenza che istintivamente si strinsero l'uno all'altro.
Quando la polvere si diradò, erano di nuovo avvolti dal bianco, fluttuando nel nulla.
Shu indossò l'armatura.
“Cosa facciamo adesso?”
“Dobbiamo cercare di raggiungere gli altri e uscire tutti da qui. Sono convinto che ci resti pochissimo tempo. Te la senti di separarci?”
“Certo! Soltanto che... - Shu arrossì – non so come devo fare.”
“In realtà non lo so nemmeno io. Tutto quello che ti posso dire è di cercare di ascoltare il loro richiamo: io ho fatto così.”
Shu chiuse gli occhi. Per un po' non sentì nulla, e sbuffò. Quando si trattava di quel genere di cose, aveva sempre la sensazione di partire in svantaggio.
Ma non si sarebbe arreso al primo tentativo, né al secondo. Non si sarebbe arreso comunque, se si trattava di loro.
All'improvviso sentì una voce. Era roca e disperata, e si stava spegnendo.
Sentì cambiare l'aria attorno a sé, e in un istante non era più lì.
Touma lo vide svanire dal suo abbraccio, e capì che aveva trovato una traccia da seguire.
“Coraggio – Disse a sè stesso. – trova un'altra via!”

- o -

Shin cercò di aprire gli occhi ancora una volta. Non riusciva più a tenersi sollevato, e cadendo a terra si era trovato con il viso ricoperto della parte più fine del sale. Gli occhi gli bruciavano. La gola era così secca che non riusciva più a deglutire. Le labbra erano spaccate e coperte di grumi di sangue.
In condizioni normali avrebbe impiegato ore o forse giorni a ridursi in quello stato, ma in quel luogo erano bastati pochi minuti perché il suo corpo si disidratasse pericolosamente.
Cercò di sollevare una mano escoriata per proteggere lo sguardo dal sole. Avrebbe dato qualsiasi cosa per un angolo di ombra ed un po' d'acqua, anche solo un goccio.
La lontananza dall'acqua era sempre stato un problema per lui, ma non avrebbe mai immaginato di poterne morire. Era sempre stato convinto che sarebbe morto in battaglia, e aveva sempre affrontato l'idea pensando che i suoi Nakama sarebbero stati lì accanto a lui.
E invece si stava spegnendo senza poter combattere, solo come un cane. Era così ingiusto che sentì la rabbia montare dentro di sé.
Avrebbe urlato, se ci fosse riuscito, ma emise poco più di un rantolo.
Stava ormai perdendo i sensi, quando sentì il terreno tremare sotto di sé. Una crepa si allargò nel sale, formando un cerchio attorno al suo corpo.
La terra si spaccò, sollevandosi e formando un muro di spuntoni di roccia, che lo circondò.
Si ritrovò finalmente all'ombra, protetto dai raggi del sole. Vide una sagoma forte e conosciuta stagliarsi contro il bianco del sale.
“Shin...”
Shu lo sollevò. Passò delicatamente una mano sul suo viso, cercando di togliere il sale.
Shin avrebbe voluto rispondere. Avrebbe voluto almeno sorridere, ma sentì di non riuscire a fare nemmeno quello.
Chiuse gli occhi.
“Shin! Apri gli occhi per favore, ascoltami. Aspetta, aspetta... - Shu lo scosse delicatamente – non mollare adesso, Shin! Resta sveglio, per favore, perché altrimenti come cavolo faccio a portarti via da qui? Shin!”
Shu sentì crescere il panico. A cosa serviva averlo trovato se non riusciva a strapparlo da lì? Lo stava perdendo, e non c'era più tempo.
Si premette una mano sulla bocca, cosa poteva fare?
Due grosse lacrime gli scivolarono giù dagli occhi, percorsero le guance e poi caddero giù.
Per un istante Shin riaprì gli occhi. Vide quella goccia cadere, e senza sapere come, trovò la forza di sollevare una mano per raccoglierla al volo.
Nell'attimo in cui la lacrima toccò il suo palmo, tutto si fece bianco.

- o -

Seiji cadde a terra con un tonfo. Le presenze che lo avevano circondato erano diventate così tante che l'intera oscurità ne sembrava pervasa. Non facevano nulla di più che avvicinarsi e toccarlo, ma premevano contro il suo corpo e contro i suoi pensieri come se volessero assorbirlo.
Era una sensazione innaturale e folle, eppure aveva la certezza di averla sempre provata.
Non era altro che la sensazione stessa di perdere il controllo, dotata di mani e aliti e occhi che lo scrutavano, mentre lui non poteva vedere loro...
Sentiva il cuore battere all'impazzata, come forse non aveva mai fatto, e per quanto si sforzasse, non riusciva né a ricacciarle né a ritrovare lucidità.
Il controllo... quell'eccessivo controllo che Touma gli rinfacciava ogni volta, come se fosse una malattia.
Beh, forse era vero: non era una cosa molto sana, ma era tutto ciò che aveva.
L'equilibrio, la serenità. Quella mente illuminata che tutti gli attribuivano... nessuno sapeva a quale prezzo li guadagnasse ogni giorno, nessuno capiva che erano frutto di una costante, ferrea volontà.
Del dominio inflessibile sulle proprie emozioni.
E se perdeva quello, cosa restava di lui? Si rese conto che da anni viveva con la sottile paura di crollare e perdere ciò che aveva costruito. Di veder riemergere ciò che era stato.
Mani prive di artigli e corpi morbidi e viscidi come tentacoli risalivano lungo i suoi fianchi e attorno al suo volto. Ebbe la sensazione di affogare in quel nero e di divenirne parte.
C'era qualcosa di confortante nello scomparire lì dentro, come se finalmente gli venisse concessa tregua da sé stesso e da ciò che testardamente perseguiva.
Prese due o tre boccate faticose, poi la pressione sul petto e sul volto gli fecero chiudere gli occhi.

- o -

Touma passò dal bianco accecante al nero più cupo. L'aria era immobile e silenziosa, e non riusciva a distinguere nulla. Si chiese se avesse imboccato la via giusta o fosse finito di nuovo nel niente, senza riuscire a raggiungere i propri compagni.
Poi ad un tratto gli sembrò di vedere qualcosa, il riflesso di un bagliore dorato in mezzo al buio. Corse in quella direzione e perse un battito quando vide una mano, pallidissima, ed un solo occhio, coperto in parte da una ciocca di capelli biondi. Era come se Seiji stesse affondando in un liquido denso e nero.
Si gettò verso di lui, ma cadde sulla dura terra, come se all'improvviso l'oscurità fosse passata dallo stato liquido a quello solido, respingendolo.
Quando vide Seiji scomparire del tutto, fu preso da una tale disperazione che gli sembrò di esplodere.
Dal suo corpo si sollevò un vento fortissimo che turbinando squarciò il nero come se fosse fatte di nubi o di vapore. Dall'alto cominciarono a liberarsi raggi di luce, che penetravano la coltre nera facendola ritirare.
Pian piano il corpo di Seiji riemerse, e Touma si chinò su di lui, sollevandolo.
“Seiji! Svegliati per favore.”
Respirava flebilmente, ma non reagiva alla sua voce.
“Avanti, torna qui. Non c'è più tempo, svegliati!”
Seiji si mosse appena, il volto affaticato e sofferente, ma poi si abbandonò di nuovo.
Perché mi chiamate ancora? Cosa volete da me?
“Seiji!”
Sono stanco...così stanco... lasciatemi stare...
“Seiji... Oh, merda! - Touma si alzò in piedi di scatto, sollevandolo con sé e strattonandolo con poco garbo. - Avanti! Non mollarmi qui adesso perchè ti ammazzo! Hai capito? Giuro che ti vengo a cercare ovunque tu ti sia rintanato e te la faccio pagare!”
Niente.
Seiji non reagiva e Touma non sapeva davvero più cosa fare. La rabbia scemò.
Si lasciò cadere in ginocchio, abbracciandolo, e si chiese se almeno gli altri fossero riusciti ad uscire da lì. Ma se non riuscivano a riunirsi tutti, sarebbe comunque stato inutile.
Stava fallendo. Per un attimo, quando la luce aveva spazzato via il buio, aveva creduto di...
Un momento. La luce? Probabilmente era riuscito a generare lui il vento, ma di sicuro non era in grado di richiamare luce in un luogo come quello!
Si chinò di nuovo sul suo nakama.
“Seiji! Seiji, ascoltami... - La sua voce era di nuovo dolce, ora – Io lo so che sei stanco di combattere. Lo so, lo siamo tutti. Ma tu non vuoi spegnerti davvero. Ne sono sicuro, perché sei stato tu a portare qui la luce, hai capito? Quindi, apri gli occhi per favore, perché non possiamo resistere ancora a lungo qua dentro...”
Il viso di Seiji si contrasse di nuovo in una smorfia di dolore. Strinse gli occhi, poi li aprì appena.
Era poco più di una fessura, ma Touma si sentì di nuovo pieno di speranza.
“Così! Avanti... resta con me, Seiji. Resta con noi!”
Sollevò le palpebre ancora un po', quanto bastava per vedere il volto di Touma scomparire, inghiottito dal bianco.

- o -

Quando Shu atterrò nel luogo in cui era stato portato dall'istinto, la prima cosa che sentì fu lo schiaffo del vento sulla pelle. Istintivamente fece un passo indietro, ma cadde a terra. Sentì Shin rotolare via dal suo abbraccio e accasciarsi poco lontano.
La cenere turbinava così violentemente che non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti. Strisciò verso di lui, guidato dal suono dei colpi di tosse che lo stavano squassando.
Gli afferrò una mano. Doveva portarlo via da lì al più presto, perché era ancora troppo debole...
Lo sollevò e se lo strinse contro il petto, cercando di proteggerlo dalla cenere e provando a tenere gli occhi aperti.
Sobbalzò violentemente quando qualcosa gli toccò la spalla, ma per fortuna vide subito che era Touma.
Era accovacciato accanto a lui, e sorreggeva Seiji per la vita.
“Dove credi che siamo?” gli chiese, cercando di sovrastare il boato del vento e coprendosi la bocca on una mano.
“Manca soltanto Ryo, – Riflettè Touma. – quindi questo sarà il suo incubo, credo.”
“Bene! Allora troviamolo e andiamocene da qui, perché comincio ad averne le palle piene!”
Touma annuì, cercando di guardarsi attorno nonostante le raffiche di vento.
“Shin, Seiji, ce la fate ad indossare l'armatura?”
“Ma sono troppo deboli!”
“No, io credo che stavolta li aiuterà.”
Shin lo guardò stupito, ma si decise comunque a provare. Appena la yoroi lo avvolse, si rese conto di sentirsi meglio. Era tutt'uno con Suiko, sentiva l'acqua scorrere in essa e placare la sete terribile che aveva dilaniato il suo corpo fino a quel momento. Per la prima volta dopo anni, riuscì ad eseguire la vestizione senza provare quel moto di repulsione che lo accompagnava ogni volta che era costretto a combattere.
Seiji fece lo stesso. Indossò Kourin ed all'improvviso si sentì più lucido e vigile. “Andiamo.” disse soltanto, alzandosi in piedi e cercando qualcosa che potesse farlo orientare.
Shu guardò Touma stupito, ma decise che avrebbe chiesto spiegazioni una volta fuori da lì.
Camminarono nel grigio.
“Oh, no! - Gridò Shin, correndo verso un corpo disteso a terra e coperto da uno spesso strato di cenere. – Ryo!” Si chinarono tutti attorno a lui. Era immobile, le ciglia e i capelli incrostati di polvere, la bocca socchiusa da cui non sembrava uscire nessun respiro.
Seiji fu il primo a reagire. Non permise a sé stesso né agli altri di farsi domande di cui non voleva sentire la risposta. Dovevano uscire da lì subito, nient'altro sarebbe stato utile.
“Avanti! - Gridò, nonostante la cenere che cercava di entrargli nei polmoni. – Distruggiamo questo posto!”
Si misero in cerchio, ognuno con la schiena rivolta verso il corpo di Ryo. Sguainarono le armi e liberarono contemporaneamente tutti i loro poteri.
La terra cominciò a tremare violentemente.
Una pioggia fittissima cadde dall'alto, portando giù con sé polvere e cenere.
Poi il vento diradò le nubi, e una luce calda e cristallina avvolse tutto.
Si strinsero gli uni agli altri, mentre la luce diventava sempre più bianca, fino ad inglobare ogni cosa.
Quando gli occhi tornarono a vedere, erano di nuovo fuori.
Voci e rumori, odori e sensazioni del mondo reali li pervasero, provocandogli quasi un moto di nausea.
Velocemente si liberarono delle ombre chine su di loro, schizzando in piedi. Si cercarono con gli occhi gli uni con gli altri, e soltanto uno sguardo mancò all'appello.
Al centro del cortile, Ryo era ancora immobile, con gli occhi chiusi.
Di nuovo gli fecero scudo con i propri corpi.
Shin lo sollevò appena, con un sospiro di sollievo vide che respirava ancora.
“Coraggio. - Gli sussurrò. – Ti prometto che ce la faremo ancora una volta...”

 

 

  
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