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Autore: iwashere    06/09/2013    4 recensioni
Partecipa alla Trunter!Week che va dal 4 all'11 Settembre.
Giorno 1: Pigiama
Giorno 2: Gioco Della Bottiglia
Giorno 3: Teen Wolf AU
Giorno 4: Biscotti
Giorno 5: Cucina
Giorno 6: Mr Pussy
Giorno 7: Last Kiss
Giorno 8 (facoltativo): Daddy Trunter
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Trent Nixon, Warblers/Usignoli
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pairing: Trent/Hunter con accenni di Stiles/Derek.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 1148.
Capitoli: 3/7
Prompt: Teen Wolf AU.
Note D’autore: Siete contente che ho sforato le mille parole? Tutto merito dell’AU, mi ha ispirato tantissimo. <3 Per il resto, ci vediamo sotto.
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi. Nemmeno Teen Wolf è mio, in ogni caso. *sbuffa*
 



Marchiare.

 
Trent era stato trasformato quasi per caso, la notte in cui la sua auto aveva deciso di rimanere a secco sulla strada di casa e lui cercava disperatamente un po’ di segnale per chiamare il soccorso stradale. Si era allontanato di qualche metro dalla macchina, e aveva notato due punti rossi nel mezzo della foresta. Per capire che erano occhi, ci era voluto più tempo. Troppo.
Quello che Trent ricorda della notte in cui è stato trasformato, è il dolore dei denti che affondano nella carne, la mano sulla bocca per impedirgli di urlare e poi solo rosso e nero.
Si era svegliato in un loft sconosciuto, con un ragazzo muscoloso e dai capelli neri e scompigliati che lo fissava dal divano. Dopo il primo momento di panico e il dolore al collo e alla schiena – l’altro lo aveva poco gentilmente scaraventato a terra, una volta arrivato a casa – si era deciso ad ascoltare Derek. Gli aveva spiegato che era un Alpha, e che di conseguenza Trent era diventato un suo beta. Voleva ridere, perché era assurdo e perché i lupi mannari non potevano esistere. Derek aveva tirato fuori le zanne e la sua risata gli si era mozzata in gola, un po’ per la consapevolezza e un po’ per la paura.
Era rimasto a casa di Derek per quasi una settimana, lui che tanto non aveva nessuno da cui tornare – i suoi genitori scomparsi tragicamente in un incidente qualche anno prima – e si era fatto spiegare più cose che poteva.
Trent aveva quindici anni quando era stato trasformato una notte di novembre.
 

* - * - *

 
“Di grazia, mi spieghi che diavolo ci facciamo a Beacon Hills? Credevo che la fossimo lasciata alle spalle tre anni fa.” Trent è quasi scocciato e Derek lo capisce benissimo. Tornare a casa fa sempre schifo, se non c’è nessuno che ti aspetta.
“Te l’ho detto, mi ha chiamato l’Alpha di questa zona perché ha bisogno di aiuto. È uno che andava al liceo locale, Scott qualcosa.” Fa un gesto con la mano, come se fosse poco importante. E per Derek Hale, effettivamente lo è.
“Scott McCall? Scherzi Derek?” Trent sbarra un po’ gli occhi e si blocca di colpo nel mezzo della foresta.
“Direi di no, io non scherzo mai. Lo conoscevi?” Derek si ferma a sua volta e lo guarda aspettando un qualsiasi segno di risposta.
Trent alla fine annuisce. “Aveva sempre gli attacchi d’asma agli allenamenti di lacrosse. Era un tipo a posto. Come diamine ha fatto a diventare un Alpha?”
Un fruscio tra le foglie e Scott appare da dietro un albero, il suo migliore amico che lo segue fedelmente qualche passo più indietro, perché lui non appartiene al bosco come i licantropi.
“Il mio emissario dice che è una questione di carattere.” Sorride, e Trent si rende conto che non è cambiato molto, in quei tre anni. “E’ bello rivederti, amico.” Nixon annuisce e passa in rassegna il resto del branco di Scott.
C’è Stiles che però è ancora umano – e Trent lo sa perché il suo cuore sta battendo come un martello pneumatico mentre guarda Derek – e c’è Jackson – Trent ricorda anche lui, il ragazzo più popolare della scuola che non faceva altro che sfotterlo. E pensare che Scott lo odiava.
Dietro di loro c’è un ultimo ragazzo, alto e muscoloso, e Trent è quasi sicuro di non conoscerlo.
Scott fa le presentazioni, e lo sconosciuto ottiene il nome di Hunter. Derek quasi gli scoppia a ridere in faccia, perché il suo è proprio un nome perfetto per un licantropo*.
 

* - * - *

 
Tre mesi dopo, si considerano un unico branco con due Alpha. Scott e Derek sembrano fatti per guidare insieme il loro gruppo, e a Trent non è dispiaciuto smettere di vivere solo con lo scorbutico Hale. Per lo meno, pensa, da quando conosce Stiles sfoga la sua rabbia repressa su di lui. E con lui.
Trent ha sviluppato subito una certa connessione con Hunter, come se fossero destinati a conoscersi e a salvarsi il culo a vicenda. Quando sono finiti insieme, qualche settimana prima, Trent ha ignorato prepotentemente i sorrisini compiaciuti di Derek e le sue maledette definizioni di “compagno” e “soulmate” che continuava a cercare di rifilargli.
Su una cosa però il suo Alpha ha pienamente ragione e Trent deve riconoscerglielo.
Quando fanno l’amore, sente sempre questa necessità di mordere e lasciare segni e marchiare tutto il corpo di Hunter. Perché è suo, e tutto il modo deve saperlo e farsene una ragione.
Non lo fa mai però, perché sa cosa significherebbe marchiarlo e sa anche che sarebbe un patto eterno e incancellabile.
Non è pronto, Trent, ad assumersi una responsabilità del genere a diciotto anni.
E se Hunter cambiasse idea, un giorno? Lui si ritroverebbe con un compagno che non lo vuole e un amore non corrisposto a vita.
Non può – anche se vorrebbe - davvero correre il rischio, perché non è quel tipo di licantropo. Quindi aspetta.
Trent aspetta sempre.
 

* - * - *

 
Ad Hunter, aspettare non è mai piaciuto. Odia le file chilometriche, i compiti in classe finiti troppo presto che ti costringono ad implorare la campanella di suonare e anche il tempo che deve passare senza macchina quando la porta dal meccanico.
Così, quando dopo quattro mesi che stanno insieme e lui non ha ancora un morso di Trent sul collo, decide di parlargli. Perché Hunter è quel tipo di licantropo.
Hunter vuole tutto e subito, lo esige e non si aspetta di non ottenerlo, per il semplice motivo che il morso l’ha cambiato in maniera drastica e meravigliosa.
Hunter era uno sfigato, adesso tutti vogliono parlare con lui.
Hunter non aveva amici e ora ha un branco intero.
Hunter aveva paura di tutto – soprattutto di morire – mentre adesso potrebbe benissimo camminare in mezzo ad un incendio senza tremare.
Hunter era bianco e puro, invece adesso è nero e colpevole.
Ma va bene così, non gli interessa se i suoi occhi diventano blu quando si trasforma, perché Hunter si sente vivo come mai nella sua vita. E si sente amato, per la prima volta.
Così un giorno, dopo aver fatto l’amore con Trent, gli chiede candidamente di marchiarlo, perché lui è sicuro, per lui è chiaro come il sole: non c’è nessun altro che vorrebbe all’infuori di lui.
E Trent non riesce e non vuole dirgli di no, non può negarsi un amore così completo solo per la paura. Così lo morde, e sa esattamente come Hunter si sente.
Il dolore dei denti che bucano la pelle, il sangue che timido zampilla fuori da tutte le piccole fessure sul suo collo, la gola che sembra bruciare fino ad andare a fuoco.
Ma immagina che ne valga la pena, se questo dolore poi viene sostituito dai baci e dall’amore e dal senso di appartenenza.
Perché Hunter e Trent si appartengono, ora e sempre.
 

* - * - *

 
*Il gioco di parole fa riferimento alla traduzione in italiano della parola “hunter” che significa cacciatore. Magari non ha molto senso, ma dovevo inserirlo da qualche parte, era troppo tempo che volevo usarlo.
Spero vivamente che la shot sia comprensibile anche a chi non segue Teen Wolf – ve lo consiglio tra parentesi – e in caso contrario sentitevi liberi di dirmelo e di inctarmi a smettere di scrivere.
Siete meravigliosi e io davvero non so cosa dirvi. Vi amo. <3
 
Tatiana.

   
 
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