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Autore: biberon    06/09/2013    3 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Ci tengo a precisare una cosa: se trovate errori di battitura, scusate, è colpa della mia tastiera che fa i capricci.
Tastiera: Io sarei capricciosa?!
Ehm, no, ma certo che no.
Capitolo dedicato a Maty345 e a SmileSmoke, (si scrive così?) spero che vi piaccia.


Quella sera Gwen tornò a casa sua a dormire, e la mattina dopo non si fece vedere.

Courtney si svegliò con il cuscino bagnato di lacrime, e notò che Duncan era già sceso in salotto.
“Courtney, mi dispiace!” esclamò quando lei scese.
Le diede un bacio sulla guancia, vicino al mento, cosa che lei adorava, ma stavolta non riuscì a tirarla su morale.
“Ti capisco … io e Bridgette eravamo amici, lei era molto simpatica e dolce …”
Courtney singhiozzò.
“Ma com’è morta? Voglio dire, l’abbiamo trovata pallida e fredda, al mattino, ma non c’erano ferite e sangue su di lei, a parte le due punture dell’insetto, dell’altra volta  …”
Courtney lo fulminò con un’occhiata della serie non-è-il-momento-di-parlarne.
Duncan, capita l’antifona, recuperò il telecomando e accese la tv sul notiziario.
“Court, guarda!” disse rapito dallo schermo.
La conduttrice, capelli biondi e occhi color nocciola, stava parlando di Bee.

“Ancora misteriosa la morte di Bridgette Bitt, diciassette anni, Toronto. Circa una settimana fa ha invitato tre amici a casa sua per un pigiama party, e la mattina dopo è stata trovata morta dalla madre. Sul corpo non c’erano tracce di violenza di alcun tipo, e nella stanza non c’erano armi né macchie di sangue. L’autopsia ha rivelato che la sua morte potrebbe essere stata causata da un insetto molto grosso di origine sconosciuta, ipotesi però ancora incerta. La ragazza era appena uscita dal coma, durato però poco meno di ventiquattro ore, sempre per due sospette punture ritrovate sul suo corpo inanimato. È stata dichiarata ufficialmente morta soltanto qualche giorno fa, poco prima dei funerali.  La migliore amica, Courtney Barlow, ha incollato alla tomba una dolce foto di loro due insieme, e il fidanzato, Geoff Finns, ha cosparso la lapide di fiori. Bridgette, soprannominata Bee, era una ragazza molto amata, e la sua morte ha shockato molte persone.
La dolce surfista amante degli animali è sepolta nella periferia della città, accanto ad alcune fattorie. Il caso è ancora a perto.”
 
Sullo schermo scorrevano le immagini della tomba, un paio di foto di Bridgette, una foto di Courtney e di Geoff insieme al funerale.
 
L’ispanica spense con un sol gesto e respinse la tazza di cereali che Duncan le aveva preparato.
“Non ho più fame.” Disse piano.
“Tutto bene, principessa?”
“Sì, tutto ok. Credo … credo che andrò a fare due passi. Una boccata d’aria fresca mi farà bene.”
Duncan annuì.
La ragazza corse sopra, si vestì velocemente e uscì senza salutare.
Prese a calci i sassi che incontrò sul viale polveroso e non guardò altro che il pavimento.
Finché non andò a sbattere contro qualcosa.
Anzi, qualcuno.
“Salve, signorina.” Disse una voce profonda e calda.
Lei alzò lo sguardo: era un ragazzo con i capelli neri e grandi occhi verde smeraldo.
“Scusami! Che sbadata che sono!” esclamò lei battendosi una mano sulla fronte.
Il ragazzo le tese la mano.
“Non c’è problema. Io sono Trent, signorina.”
“Ehm … io mi chiamo Courtney.”
Lui le lanciò un’occhiata che la fece rabbrividire, gelida e penetrante.
Si avvicinò con le labbra al suo viso.
“Sei davvero una ragazza stupenda.”
Il suo alito sapeva di menta fresca.
La mente di Courtney corse subito ad un maniaco sessuale.
Si sentì girare la testa, lanciò un’occhiata in giro.
Non erano più sul viale.
Erano sotto un albero, al centro di un campo di grano.
Lui le teneva il braccio destro stretto intornò alla vita e le si stava avvinghiando addosso.
“Lasciami, pervertito!”
“Io non sono un pervertito. Ma ho fame.” Disse lui avvicinandosi ancora di più al suo viso.
Lei temeva scendesse sulla scollatura, ma lui non lo fece.
Si soffermò a guardarla.
“Hai fame di sesso, maniaco!” esclamò lei divincolandosi e scalciando.
Ma niente da fare: quel ragazzo aveva una forza spropositata.
Non riusciva a muoversi di un centimetro.
Provò ad urlare, ma lui le tappò la bocca con la mano.
Lei gli diede un morso con tutta la sua forza, ma lui la ignorò senza fare la minima smorfia.
La guardò neglio occhi con dolcezza.
“Hai di sicuro un ottimo sapore, bellezza …” sussurrò, scostandole i capelli dalle spalle e scendendo un po’ giù, fino ad arrivare sotto il mento.
Una lacrima solitaria si formò sotto l’occhio di Courtney e rotolò giù fino a bagnare il naso del ragazzo.
 
“FERMO, BASTARDO!” urlò una voce.
Lui si girò di scatto, tenendo Courtney con una mano.
Chi aveva parlato era una figura esile che portava un impermeabile nero stile matrix.
“Chi sei, tu?!” chiese lui.
“Ho detto … fermo!” urlò di nuovo.
Sembrava una voce femminile.
“Chi cazzo sei tu?!” urlò lui, perdendo la pazienza in un attimo.
“Lasciala andare!” urlò la figura.
Lui scosse la testa, tenendo stretta la ragazza.
L’ispanica sentì la sua lingua appiccicosa sul suo collo.
La figura scattò in avanti e colpì il ragazzo con un calcio.
Lui lasciò Courtney e barcollò all’indietro.
“Non lo rifarei, se fossi in te!” esclamò serrando il pugno.
La figuretta alzò le mani, pronta a combattere di nuovo.
Lui si protese in avanti e la colpì.
Lei fece due passetti indietro senza un gemito.
“bye Bye, cretino!” esclamò afferrando Courtney per i fianchi e sollevandola.
“Ferma!” urlò lui, ma era troppo tardi.
La figura svanì alla sua vista tenendo stretta Courtney.
Sentì solo la sua voce flautata urlare “Lei è solo mia!” e perdersi nel vuoto.
 
“Me la pagherai, chiunque tu sia.” Promise il ragazzo, schioccò le dita e si dileguò.

 
   
 
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