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Autore: MisunderstoodGenius    06/09/2013    0 recensioni
E' straordinario come un persona riesca a sconvolgerti la vita. Questo, e' quello che e' capitato a Trinity.
Sedicenne, con i soliti problemi adolescenziali, un padre,invisibile, una madre troppo permissiva,costretta ad occuparsi individualmente delle figlie.
Ma Trinity,lei sorride sempre.
Anche se per finta,lo fa.
Ma poi,qualcosa riesce a farla sorridere realmente.
Jay,24 anni, intelligente e benestante. Bello,e come tutti i ragazzi belli,stronzo.
Modesto e puttaniere,odia le storie serie ed e' convinto di non poter amare.
Ma Jay sorride sempre.
Anche se per finta,lo fa.
Il destino gli ha fatti incontrare.
Loro. Cosi' diversi ma cosi' uguali.
Loro,che hanno bisogno di essere salvati,scopriranno che l'unico modo per farlo...
E' viversi.
Primo capitolo della trilogia "Saviors of souls".
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay McGuiness, Max George
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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                                                             Chapter 2

 

E poi ci ripenso.

Ripenso a lei, alle sue parole, al suo sorriso, quel corpo da bambina, ma da bambina cresciuta, ai suoi seni visibilmente sviluppati, alla sua pelle calda e profumata, la sua leggere peluria bionda sulle gambe lisce, ai suoi capelli castani chiari sbarazzini, ai suoi occhi eccitati, alla sua paura, al suo “Jay, non l’ho mai fatto.” Al suo imbarazzo tra le lenzuola, lenzuola che sanno d’amore.

Ripenso a lei che dorme, con un leggero respiro, tra le mie braccia, con una gamba tra le mie.

Ripenso al suo imbarazzo quando vide quella macchia rossa tra le lenzuola bianche.

Ripenso ai suoi gemiti, alla sua bocca rossa.

Eppure è una bambina, solo una bambina.

-Jay, a che stai pensando?-

Dio quanto odio questa domanda.

Ma potrò pensare a ciò che mi pare?

-A niente.-

-Ti conosco, dai a che pensi?-

Mi conosci?solo perché siamo andati a letto insieme, mi conosci?!

-Davvero, a niente.-

-Come vuoi.-

E si avvicina lentamente baciandomi il collo.

-Forse dovresti andare.-

.Come?-

-Ma sei sorda? Ho detto che dovresti andare, Kristen.-

-Mi chiamo Kirsten, ma che significa?-

-Ti chiamo eh?-

-Ma se non hai neanche il mio numero! Ma tu le tratti tutte così le donne?!-

E si alz, si infila velocemente la canotta e la gonna, e se ne va con le scarpe in mano.

-Ehi, hai dimenticato queste.- Dico porgendole le mutande dal letto.

-Te le puoi tenere.-

-Mmh… si così posso fare così.- Dico annusandole e ridendo.

-Che stronzo!- e se ne va.

Se ne è andata!

E rimango così, disteso fra le lenzuola azzurre con le nuvole, quelle che io odio, quelle che ha lavato Tom e che per colpa sua che non sa usare una maledettissima lavatrice, sono troppo ruvide.

Ma a cosa vado a pensare!? A le lenzuola? Jay stai impazzendo…eppure, qualsiasi cosa per non pensare a lei. A quella notte…

 

*

-Non può entrare signorina.-

-Che significa che non posso entrare?!-

-E’ troppo piccola, mi dispiace.-

-Ah, pure mi dispiace dice!! Ma guardi che ho 18 anni eh!-

-Allora mi faccia vedere un documento…VERO.-

-Pff! Che pignoli questi buttafuori! Ascolti…c’è la mia amica Blair la dentro, forse lei la conosce, quella alta, mora, tettona, con la bocca così- disse imitando un pesce.- Ha presente?-

-No e comunque sta bloccando la fila, si sposti per favore.-

-Ma che ingiustizia! Io non mi muovo da qui finché non mi fa entrare, mi stanno aspettando!-

Tutti ormai seguivano la discussione tra il buttafuori e la ragazza, sbuffando e lamentandosi per il tempo che stavano perdendo.Spensi la chiamata con Lucy, e mi diressi dai miei amici che stavano aspettando in fila.

-Ma ancora qui siete? pensavo di trovarvi dentro.-

-Eh,grazie al cazzo, anche io! Se non fosse per quella bambina che sta facendo i capricci all’entrata!- Disse Max.

-Siamo qui da un pezzo, fa un freddo cane, voglio entrare!- disse Nathan.

Lasciai i ragazzi alle loro lamentele, e mi diressi all’ingresso per vedere cosa stesse accadendo.

Una ragazza dai capelli molto lunghi,castani chiari, con un vestito nero e dei tacchi, stava litigando con il buttafuori.

-Ehi, che succede qui?-

-La minorenne non si vuole scansare.-

-Ma è lui che è ingiusto!!- disse guardandomi.

Aveva gli occhi grigi, dubitavo anche dell’esistenza di questo color ghiaccio, e mi guardava come un bambino guarda la mamma supplicando.

-Ok, ok calma. Quanti anni hai?-

-DICIOTTO!-

-Si, come no!- disse il buttafuori.

-Mi fai vedere il documento?-

Non so perché stavo facendo questo, forse solo perché volevo entrare e a quanto pare il buttafuori non sa fare bene il suo lavoro. Non capita mai che mi metto in mezzo negli affari altrui, soprattutto in situazioni come queste.

La ragazza mi diete la carta di identità, e subito alcuni dati mi lasciarono perplessi.

NOME: Mohini El Ahmad

ETA’: 18

NATA A: Bollywood

CAPELLI: Rossi

OCCHI: Neri

-…Tu lo sai vero che Bollywood non è una città…-

-ehm…Va bhè Bombay, Bollywood, siamo la.-

-Ahn…e tu saresti indiana?-

-No, vedi, tu non capisci…io sono nata in India ma da genitori Inglesi.-

-Si, in effetti”Mohini El Ahmad” è abbastanza diffuso qui.-

-Eh ma…mio papà! Cioè il papà di mio papà era Indiano, quindi io porto il suo cognome.-

-Ah…mi pare giusto…comunque il tuo è un rosso tendente al castano mi pare.-

-Eh ma quando ho fatto il documento avevo i capelli rossi.-

-e gli occhi neri.-

-Lenti a contatto.-

-Ok, stiamo davvero perdendo tempo, perché non te ne torni a casa?-

-E tu chi sei per dirmi dove devo andare?!-

-Vi muovete!?- disse una voce nella fila

-Davvero, stai bloccando tutta la fila, questo un è un posto per bambine, a quest’ora dovresti essere già a letto.-

La ragazza mi guardò in cagnesco, con i suoi occhi ghiacciali che di certo non aiutavano, Battè i piedi con forza e iniziò a gridare. Le persone iniziarono a ridere e lei, spazientita, se ne andò borbottando e fissandomi.

Probabilmente mi aveva lanciato la macumba.

Pian Piano la fila si mosse, e tutti ci ritrovammo dentro la discoteca.

-Grande Bro, l’hai fatta andare via!- disse felice Nathan.

Io e gli altri ragazzi, dopo aver bevuto qualche drink, andammo in pista a ballare, o a rimorchiare, ad essere precisi.

Fu proprio in quella pista che notai una ragazza, alta, bionda, formosa e che si sapeva muovere.

-Ehi…vuoi ballare?- Dissi abbracciandola da dietro.

Si girò, e dovetti ammettere che non era bella come speravo. Era leggermente( o forse tanto) strabica, aveva delle lunghe ciglia finte, ed era arancione.

Eppure…siamo in inverno.

Riuscivo a sentire l’odore dolciastro dell’autoabbronzante.

Nonostantè ciò, decisi di provarci, magari a letto era messa meglio che in faccia.

Iniziamo a ballare, Lei parlava, parlava, e io annuivo…annuivo, non ascoltavo.

Cercai di evitare al meglio il suo sguardo, sempre che stesse guardando me, non si capiva, e il mio sguardo cadde subito sui cubi, dove le ragazze volteggiavano sorridenti e semi nude intorno ai pali.

Fù proprio in quel istante che vidi una figura diversa dalle altre, una ragazza, vestita, con i tacchi in mano, che ballava, o meglio, provava a muoversi tra quelle ragazze che ridevano e la squadravano.

Solo dopo un po’ mi accorsi che era la ragazza di prima.

La “Bollywoodiana”.

Aveva tirato un bel po’ su il suo vestito, se si abbassava si sarebbe visto tutto, e le spalline le erano scivolate di lato.

Rideva e sembrava divertirsi, le cubiste invece no, dal momento che gli uomini stavano iniziano a guardarla e ad ignorarle.

Alcuni uomini eccitati, iniziarono a sganciare banconote dal loro portafogli, e a porgerle alla ragazza, che confusa, gli prese e…li lanciò in aria ridendo.

Ora le cubiste non ci vedevano più dalla rabbia, e se non fosse stato per il loro portamento, l’avrebbero spinta giù dal cubo.

Mi avvicinai, lasciando “Carot-woman” da sola, e vidi che tra la folla radunatasi per vedere la ragazza, c’era anche Max e Tom.

-Ahaha, ma non è la ragazza di prima?- mi chiese Max.

-Già…-

-Bhè…se li merita.- Disse Tom tirando fuori un banconota per porgerla alla ragazza.

-ma sei pazzo?!- Dissi fermandolo.

-Perché? E’ il suo lavoro!-

-Ma siete tutti impazziti, è solo una bambina cazzo.-

Non diedi il tempo a Tom di obiettare, che andai di fronte al cubo dove la ragazza continuava a lanciare i soldi in alto, e la presi in braccio, togliendola da quella massa di pervertiti.

-Ehi…ma che cazz?! Lasciami!!- Disse urlando e cercando di divincolarsi.

La misi in spalla, mentre lei mi tirava pugni sulla schiena, e la portai velocemente fuori dalla discoteca.

-Ma mi lasci! Dove mi porti?-

-Fuori.-

-Lasciami lasciami lasciami…oh, sto per vomitare…-

Solo a questa frase l’adagiai sul marciapiede.

Si sedette e lanciò le sue scarpe sulla strada.

-Ehi ma che fai?!-

-le ho lanciate così le vai a prendere e io rien…-

Non riuscì a finire la frase, che vomitò sul pavimento.

-Oddio…- Gli presi i capelli e gli accarezzai la schiena, mentre lei si “Svuotava”.

-Ma quanto hai bevuto, eh?-

-meno di te sicuramente.-

-mmh…non ne sarei così sicuro…ma come hai fatto ad entrare?-

-Io l’avevo detto che sarei riuscita…-

-Con chi sei?-

-Mmh…bho.-

-Eri da sola?-

-Più o meno.-

-O madonna.-

-Sei molto cristiano vedo…Dio, Madonna, anche io sono una santa…santa Trinity.-

-Non eri Mohini?-

-Cos’è Mohini?-

-d’accordo…ti riporto a casa.-

 

 

   
 
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