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Autore: pozzanghera    06/09/2013    2 recensioni
Andrea è una ragazza adolescente come tante o forse no. Tutti dicono che lei è strana, non è normale dicono e ogni volta lei sorride, come se ogni volta non si sentisse pugnalata, a volte non c'è niente che faccia più male delle parole. Una ragazza non è solo bella, simpatica, sorridente, una ragazza può sentirsi brutta, sola, indesiderata. Andrea è diversa e non vorrebbe, ma la vita non la si sceglie...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Con lo sguardo basso, guardava il foglio che teneva tra le mani: era decisamente il momento più imbarazzante della sua vita. Non riusciva ancora a credere a cosa era accaduto nei minuti precedenti: il professore d’italiano che consegna i compiti, dice che ci sono due compiti da otto e la invita (costringe) ad andare alla cattedra a leggere davanti alla classe il suo tema.
Andrea si schiarì la voce, chi non si schiarisce la voce quando è nervoso? Poi prese a leggere, con la voce stranamente bassa e tremolante, era la prima volta che leggeva qualcosa davanti tutta la classe.

Cos’è l’amore? Se alle elementari mi avessero chiesto una cosa del genere, non avrei avuto dubbi: l’amore è quello che prova il mio babbo per la mia mamma e la mia mamma per il mio babbo, ma anche quello che entrambi provano per me. Se mi ponessero ora la stessa domanda, non sarei capace di dare una risposta. Da bambini è tutto più semplice, si guarda la vita con tutta l’ingenuità di questo mondo. Ho quasi diciotto anni e non so cosa sia l’amore. Due compagni di classe dicono che l’amore è condividere un progetto comune, una vita comune, ma è davvero tutto qui? Un progetto, come se si trattasse di un’impresa! Poi c’è la vita insieme fatta di litigi, incomprensioni, ci si lascia e si dice che finisce l’amore. Ma allora cos’è l’amore? Dicono sia un sentimento. Anche l’odio lo è, anche la paura lo è. Forse il problema sta nella difficoltà a definire qualcosa di così astratto, così invisibile eppure così forte. Il nodo allo stomaco, gli occhi che brillano, le palpitazioni del cuore, la testa tra le nuvole, sono solo alcuni sintomi di questa “malattia” che colpisce il corpo e la mente. Sì perché l’amore visto da fuori è una malattia.

Sollevò lo sguardo verso la ragazza al secondo banco, la sua voce aveva quasi smesso di tremare. Lei non lo avrebbe mai capito a chi era dedicato quel tema, anche se ad Andrea forse non sarebbe dispiaciuto. Si schiarì di nuovo la voce prima di riprendere.

E come tutte le malattie, di troppo amore si può morire, ma anche di poco amore. In un rapporto perfetto deve esserci il giusto amore, o almeno dovrebbe, ma esiste il rapporto perfetto? Nella vita ho capito una cosa: niente è perfetto, eppure vedendo l’amore tra due persone a volte l’unica cosa che siamo capaci di dire è che sono fatti l’uno per l’altra. Sono perfetti. Si completano a vicenda. L’amore allora lo definirei come quella forza che spinge due persone ad aiutarsi a vicenda, due che altrimenti sarebbero soli e in quanto tali, fragili. L’amore non è solo il voler bene a qualcuno, è qualcosa di infinito, è quella forza che ci spinge a dare la vita per qualcuno. Non importa se questo qualcuno è il nostro fidanzato, il nostro amante, nostro figlio, nostro fratello, nostra madre, il nostro migliore amico o la nostra patria. Per ricordare Giacomo Leopardi “chi più si ama meno può amare” perché l’amore è tutto fuorché l’egoismo. In conclusione l’amore non è qualcosa di definibile, non può stare negli schemi, è qualcosa che non ha confini. C’è una frase di una canzone di Ligabue che dice: l’amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte?

“Puoi andare a posto” disse mentre Andrea si allontanava a testa bassa con il viso rosso dalla vergogna. Aveva letto un tema così delicato e intimo davanti a tutta la classe, non poteva crederci, proprio lei che in italiano aveva il cinque politico!
“Mi piace di questo tema il percorso che intraprende: cerca di definire l’amore ma non ci riesce, ammette che non è possibile. Tutti voi avete dato un significato, ma non vi ho chiesto una definizione. Quello che volevo erano delle riflessioni, un percorso!” disse il professore gesticolando con quelle sue odiose manine grassocce. Poi si tolse gli occhiali e invitò un altro alunno a leggere.
Non sapevo fossi una scrittrice, mi hai commosso ;)
Era il bigliettino di Elena, uno dei tanti che mandava al banco alle sue spalle allungando la mano fingendo di stiracchiarsi. Andrea lo nascose nel borsellino, non era in vena di risposte benché ogni minima attenzione di Elena la mandava in estasi.

  
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