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Autore: terrastoria    13/03/2008    7 recensioni
La conosceva da una vita. Compagna di scuola, di giochi, d’avventura, di sfogo e come se non bastasse anche di sport, e sì perché entrambi praticavano il nuoto da anni. Credeva d’esser ormai assuefatto al vederla in costume, o meglio credeva che non gli potesse fare nessun effetto: quella lì era la sua grintosa amica di sempre! Eppure negli ultimi tempi era successo come qualcosa nella sua mente…non riusciva a fare a meno di notare quanto fosse cambiata, cresciuta, di quanto quel suo allenato corpo calzasse ora a pennello con quello sportivo due pezzi o con qualsiasi cosa si mettesse. Era diventato tale e quale a tutti gli altri maschi? Scuoteva il capo. Quella era Ten Ten! Nell’ultimo mese qualcosa dentro si era modificato, era partito chissà cosa… La vedeva con occhi diversi e pure si ritrovava a chiedersi se per lei era lo stesso.
Dannazione. Si ritrovava a pensare cose assurde, per lui, e addirittura ad arrossire, certe volte, quando lei incrociava il suo sguardo proprio mentre la stava osservando in modo pericolosamente Intenso.
Credeva di poter dirle tutto di tutto, di poterle ancora parlare liberamente d’ogni genere di cose, magari di ragazze come era successo anni o mesi addietro, e invece… Non ci riusciva più.
- Neji! Ti sei imbambolato?! Pronto per la gara?
- Uhm? Sì, sì
- Vincerò io!
- Vedremo
Certo che era proprio graziosa, un po’ meno maschiaccio del solito, era lui solo che la vedeva così…donna?
[Neji/Ten Ten] Tutta per voi! ^^ Spero vi possa piacere... Buona Lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Aveva

 

“You’re mine”

[Neji/TenTen]

 

Au, romantica, piuttosto allegra

Buona Lettura!

 

Ten Ten

Aveva quegli occhi vispi che ti attiravano in maniera impressionante e facevano subito capire che tipino fosse: semplice, vivacissimo, pieno di grinta.

Aveva quel nasino piccolo e deliziosamente un po’ all’insù che, al vederlo, ti veniva voglia chissà perché di prenderlo affettuosamente tra il pollice e l’indice.

Aveva quel viso fatalmente dipinto dall’espressione di “Piccola dolcissima peste” che ti faceva cadere subito in suo controllo, tanto era convincente e soprattutto di una bellezza particolare e terrena.

Aveva quel corpo allenato e irrimediabilmente femminile che avresti potuto mangiarlo con lo sguardo, perché?lo potevi sapere solo tu. Il fatto era che, seppur lei non lo valorizzasse dato che indossava sempre pantaloni larghi e magliette di almeno una taglia in più, lo si notava lo stesso, il suo essere femminile, ormai che s’era fatta donna, emergeva da solo; le curve del seno era inutile che le nascondesse: le si vedeva e basta.

Non era alta, anzi piuttosto piccolina, però appariva ancor più graziosa: ti veniva pure voglia di portarla in braccio, sembrava leggerissima…Addirittura i suoi piedini erano adorabili.

Aveva quel fare atletico, fermo, spontaneo e senza frivolezze che ti lasciava secco: era una costantemente convinta, con la testa sulle spalle, determinatissima e pareva assai un maschiaccio come andazzo, un dolcissimo e simpatico maschiaccio. Non aveva paura a criticarti e sapeva usare bene le parole così come era capacissima di farsi giustizia da sola. Ogni tanto era fin troppo schietta, ma le concedevi tutto.

Stava specialmente con i ragazzi, in gruppo, anche se non aveva problemi a circondarsi di ragazze che, tra l’altro, l’adoravano.

Stava soprattutto con lui che la vedeva così, proprio così: con quegli occhi, quel naso, quel corpo, quel fare…quell’essere. Almeno per lui era adorabile, una persona da avere affianco in ogni momento.

Ci era cresciuto, con Ten Ten.

Passava ogni singolo giorno della sua vita, con Ten Ten.

La conosceva come le sue tasche, Ten Ten.

Era il suo “Sfogatolo”; il suo “Sergente” (quante volte l’aveva sgridato a fin di bene? Quante volte l’aveva rimproverato a mo’ di mamma?).

Era quella costante della vita che guai se mancava.

Se ne era reso conto.

Cosa avrebbe fatto senza di lei?

Accidenti, da quando era diventata così fondamentale?

(E tutte quelle che ne avevano combinato? L’ultima risaliva ad un’accidentale mattinata in marina, voluta da lei, sia chiaro, ma aveva dovuto seguirla…e così avevano passato le ore a girovagare in tram e per le vie della città. Tutto sommato l’avrebbe rifatto. Badate bene, questo lo pensava ma non sarebbe andato a dirlo in giro…).

Era quell’amica d’infanzia che ti occupa l’esistenza tanto che non riesci ad immaginare degli attimi senza la sua assillante (in certi momenti) presenza gioiosa.

Era forte, Ten Ten.

Ne era orgoglioso e pure…geloso?

La sua migliore amica.

L a   s u a    m i g l i o r e    a m i c a…

Davvero?

Soltanto a sé stesso ammetteva che in fondo…le voleva un bene dell’anima, il suo orgoglio glielo faceva solo (e almeno) pensare…

L e   v o l e v a   b e n e.

Solo?

 

La conosceva da una vita.

Compagna di scuola, di giochi, d’avventura, di sfogo e come se non bastasse anche di sport, e sì perché entrambi praticavano il nuoto da anni.

Credeva d’esser ormai assuefatto al vederla in costume, o meglio credeva che non gli potesse fare nessun effetto: quella lì era la sua grintosa amica di sempre! Eppure negli ultimi tempi era successo come qualcosa nella sua mente…non riusciva a fare a meno di notare quanto fosse cambiata, cresciuta, di quanto quel suo allenato corpo calzasse ora a pennello con quello sportivo due pezzi o con qualsiasi cosa si mettesse.

Era diventato tale e quale a tutti gli altri maschi?

Scuoteva il capo.

Quella era Ten Ten!

Sì, certo…però…

Nell’ultimo mese qualcosa dentro si era modificato, era partito chissà cosa… La vedeva con occhi diversi e pure si ritrovava a chiedersi se per lei era lo stesso.

Dannazione.

Ten Ten!

La sua migliore…amica.

Si ritrovava a pensare cose assurde, per lui, e addirittura ad arrossire, certe volte, quando lei incrociava il suo sguardo proprio mentre la stava osservando in modo pericolosamente Intenso.

A stento riconosceva se stesso.

Credeva di poter dirle tutto di tutto, di poterle ancora parlare liberamente d’ogni genere di cose, magari di ragazze come era successo anni o mesi addietro, e invece… Non ci riusciva più.

Il problema era che lo riguardava.

Il problema, se così lo si poteva chiamare, gli era dannatamente consono.

Il fatto è che…

Non aveva mai creduto che la sua amica d’infanzia potesse assumete un altro significato…L’ammirava, la…voleva tutta per sé.

 

- Neji! Ti sei imbambolato?! Pronto per la gara?

- Uhm? Sì, sì

- Vincerò io!

- Vedremo

 

Certo che era proprio graziosa, un po’ meno maschiaccio del solito, era lui solo che la vedeva così…donna?

Era duro toglierle lo sguardo di dosso, specialmente in quel momento.

La vide prepararsi al tuffo dalla pedana, inclinare un po’ la schiena, stendere le braccia dalla pelle come petali di ciliegio, abbassare il capo e…girarsi un secondino a strizzargli l’occhio.

Non ce la faceva più davvero a resistere, a fare la figura da pesce lesso.

Ma che gli prendeva?- s’era chiesto innumerevoli volte.

E poi le gote le si fecero leggermente rosse.

Era arrossita?

E improvvisamente si tuffò, lasciandolo indietro. Accidenti.

 

- Ten ten!

 

E partì pure lui, schizzando acqua dappertutto a causa di un tuffo alla schifo via, se fosse stata un’altra occasione si sarebbe auto criticato o l’avrebbe addirittura rifatto, ma in quell’attimo non ci pensò nemmeno su, voleva raggiungerla e basta.

Il peso dentro che qualcosa fra loro era cambiato gli stava sull’anima.

Era sopraggiunto l’imbarazzo.

E poi…

Gli venne in mente quello che gli aveva detto due giorni prima…

 

“Rock Le mi si è dichiarato, sai? Vorrebbe che diventassi la sua ragazza”

“Ah”

“Non mi chiedi cos’ho risposto?!” l’aveva guardato con occhi rabbiosi e con un po’ di…delusione?

“Quindi?”

“Ho preso tempo!”

“Ah”

“Ma non te ne frega nulla?!” l’aveva gridato, battendo un piede a terra.

“Fai come vuoi”

“Certo, Neji, tanto!”e se ne era andata via, marciando nervosamente.

 

Non s’era comportato benissimo.

Però lei aveva avuto una reazione troppo dura.

Ci aveva pensato tanto su…ma era orgoglioso e non ci aveva discusso più, almeno con lei.

Le cose non andavano bene.

Lui era troppo possessivo per essere…un amico.

E il bello era che non poteva farci nulla: la desiderava tutta per sé e basta.

Accidenti…

Come dirglielo?

Cosa fare?

Perché doveva toccare proprio lui?

Che nome aveva il suo cambiamento?

Che nome aveva ciò che gli stava succedendo?

Succedeva anche a lei?

Se fosse andato avanti a domande senza risposta e facendo finta che niente stesse succedendo sarebbe impazzito.

 

Una cosa gli era ben chiara: non voleva perderla. Non doveva perderla per nulla al mondo.

E se questo significava dover tirare indietro l’orgoglio ed esser meno rigido un po’…Bè, forse…

 

- Presa!

- Neji! Ahia!

 

L’aveva raggiunta.

L’aveva afferrata per un braccio.

Lei si era voltata.

L’aveva in pugno.

 

- Chi doveva vincere?

- Uffy!

 

Aveva quegli occhi vivaci nei suoi.

Aveva quel corpo vicino.

Aveva quel viso dall’espressione di “Piccola dolcissima peste” davanti.

 

E se non perderla significava sciogliersi un po’…

E se non perderla significava mettersi in gioco e stupirla…bè…forse…

 

- Cosa hai deciso per Rock Le?

- …

- Rispondimi.

- …penso che…no.

 

E se per non perderla doveva darsi da fare allora…

 

- Fantastico.

- Neji, cosa?

- Sono salvo.

- …

- Vorrei averti tutta per me, lo sai?

 

E se per non perderla avrebbe dovuto fare il primo passo, allora…

 

- Oddio, ma sei proprio tu?!

- Ti va? Ti va di…bè, insomma…

 

Avrebbe resistito a tutto l’imbarazzo del mondo per non perderla.

 

- Oh, Neji…che carino sei tutto imbarazzato!

- Mpfh…

- Certo che mi va!

- Hai capito, eh ehm, hai capito cosa?

 

Com’era dura, però…

Avrebbe resistito.

Ancora un piccolo passo...

 

- Ora sono io che m’imbarazzo!

- Ten Ten!

- Non sono mica scema!

- Oh, bè, scusa…

 

Quegli occhi, quel naso, quel corpo, quel fare…quell’essere. Adorabile.

La voleva affianco in ogni momento.

Del resto,non avrebbe potuto farne a meno.

 

- Neji…

- Uhm?

- Non sai che voglia che ho di strapazzarti di coccole.

 

S’era semplicemente innamorato.

 

Ce l’ho fatta.

Incredibile.

E’ mia.

Fatemi pensare…e adesso?

Certo che quanto a questioni di cuore non ne so molto…mmh…

Devo chiedere consiglio a qualcuno…a chi? No…devo chiedere a  Rock Le? No…no. Per piacere! A quell’esaltato di un dongiovanni di Kiba non mi conviene chiedere che chissà che mi fa combinare… Naruto? No, non ne parliamo, quello mi rovina. Sasuke? Tsè, quello tiene tutti i segreti per sé! E allora?

No.

Me la caverò da solo.

Non ho bisogno degli altri, per non perderla… sono disposto a tutto”

 

- Altra gara?

- Certo! Senti…facciamo che chi vince ottiene qualcosa?

 

Forse era meglio se continuava ad essere se stesso, a proporre ciò che aveva sempre proposto, a rilassarsi.

Tanto… era sua.

Non poteva non sentirsi al settimo cielo.

 

- Cioè?

- Bè, facciamo che se vinco io potrò coccolarti aiosa…muahaha….

- …

- E se vinci tu…viceversa, ok?

- Vincerò io, tranquilla.

- In fondo…non mi dispiacerebbe…

 

***

 

 

Fuori dalla piscina…

 

- Ho vinto, visto!

- Mmh…

 

Ten Ten quando ci si metteva ti trattava così affettuosamente da lasciarti senza parole….

 

- Bè…Grazie, Ten Ten

- Grazie a te, Neji_kun

 

 

***

 

Ten Ten Neji

Con un Neji un po’ ooc…

*_*

Spero vi sia piaciuta!

Sono sempre speranzosa di ricevere recensioni, seguo il gran detto senza demordere: la speranza è l’ultima a morire!

Beh, non ho altro da aggiungere.

Saluti a tutti e già un grazie di cuore a tutti coloro che leggeranno e/o commenteranno!!!

Vostra

Terrastoria

 

 

   
 
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