“You’re mine”
[Neji/TenTen]
Au, romantica, piuttosto allegra
Buona Lettura!
Ten Ten
Aveva quegli occhi vispi che ti attiravano in
maniera impressionante e facevano subito capire che tipino fosse: semplice, vivacissimo, pieno di grinta.
Aveva quel nasino piccolo e deliziosamente un po’
all’insù che, al vederlo, ti veniva voglia chissà perché di prenderlo
affettuosamente tra il pollice e l’indice.
Aveva quel viso fatalmente
dipinto dall’espressione di “Piccola dolcissima peste” che ti faceva cadere
subito in suo controllo, tanto era convincente e soprattutto di una bellezza
particolare e terrena.
Aveva quel corpo allenato e irrimediabilmente
femminile che avresti potuto mangiarlo
con lo sguardo, perché?lo potevi sapere solo tu. Il fatto era che, seppur
lei non lo valorizzasse dato che indossava sempre pantaloni larghi e magliette
di almeno una taglia in più, lo si notava lo stesso, il suo essere femminile, ormai che s’era
fatta donna, emergeva da solo; le
curve del seno era inutile che le nascondesse: le si
vedeva e basta.
Non era alta, anzi piuttosto piccolina, però
appariva ancor più graziosa: ti veniva pure voglia di portarla in braccio,
sembrava leggerissima…Addirittura i suoi piedini erano adorabili.
Aveva quel fare atletico,
fermo, spontaneo e senza frivolezze che ti lasciava secco: era una
costantemente convinta, con la testa sulle spalle, determinatissima e pareva
assai un maschiaccio come andazzo, un dolcissimo e simpatico maschiaccio. Non
aveva paura a criticarti e sapeva usare bene le parole così come era
capacissima di farsi giustizia da sola. Ogni tanto era fin troppo schietta, ma
le concedevi tutto.
Stava specialmente con i
ragazzi, in gruppo, anche se non aveva problemi a circondarsi di ragazze che,
tra l’altro, l’adoravano.
Stava soprattutto con lui
che la vedeva così, proprio così: con quegli occhi, quel naso, quel corpo, quel
fare…quell’essere. Almeno per lui era adorabile, una persona da avere affianco
in ogni momento.
Ci era cresciuto, con Ten Ten.
Passava ogni singolo giorno
della sua vita, con Ten Ten.
La conosceva come le sue
tasche, Ten Ten.
Era il suo “Sfogatolo”; il
suo “Sergente” (quante volte l’aveva sgridato a fin di bene? Quante volte
l’aveva rimproverato a mo’ di mamma?).
Era quella costante della
vita che guai se mancava.
Se ne era reso conto.
Cosa avrebbe fatto senza di
lei?
Accidenti, da quando era
diventata così fondamentale?
(E tutte quelle che ne avevano
combinato? L’ultima risaliva ad un’accidentale
mattinata in marina, voluta da lei, sia chiaro, ma aveva dovuto seguirla…e così avevano passato le ore a girovagare in
tram e per le vie della città. Tutto sommato l’avrebbe rifatto. Badate bene,
questo lo pensava ma non sarebbe andato a dirlo in
giro…).
Era quell’amica d’infanzia
che ti occupa l’esistenza tanto che non riesci ad
immaginare degli attimi senza la sua assillante
(in certi momenti) presenza gioiosa.
Era forte, Ten Ten.
Ne era orgoglioso e
pure…geloso?
La sua migliore amica.
L a s u a m i g l i o r e a m i c a…
Davvero?
Soltanto a sé stesso
ammetteva che in fondo…le voleva un bene dell’anima,
il suo orgoglio glielo faceva solo (e
almeno) pensare…
L e v o l e v a b e n e.
Solo?
La conosceva da una vita.
Compagna di scuola, di
giochi, d’avventura, di sfogo e come se non bastasse anche di sport, e sì
perché entrambi praticavano il nuoto da anni.
Credeva d’esser ormai
assuefatto al vederla in costume, o meglio credeva che non gli potesse fare
nessun effetto: quella lì era la sua grintosa amica di sempre! Eppure negli
ultimi tempi era successo come qualcosa nella sua mente…non riusciva a fare a
meno di notare quanto fosse cambiata, cresciuta, di
quanto quel suo allenato corpo calzasse ora a pennello con quello sportivo due
pezzi o con qualsiasi cosa si mettesse.
Era diventato tale e quale a
tutti gli altri maschi?
Scuoteva il capo.
Quella era Ten Ten!
Sì, certo…però…
Nell’ultimo mese qualcosa
dentro si era modificato, era partito chissà cosa… La vedeva con occhi diversi
e pure si ritrovava a chiedersi se per lei era lo stesso.
Dannazione.
Ten Ten!
La sua migliore…amica.
Si ritrovava a pensare cose
assurde, per lui, e addirittura ad arrossire, certe volte, quando lei
incrociava il suo sguardo proprio mentre la stava
osservando in modo pericolosamente Intenso.
A stento riconosceva se
stesso.
Credeva di poter dirle tutto
di tutto, di poterle ancora parlare liberamente d’ogni genere di cose, magari
di ragazze come era successo anni o mesi addietro, e invece… Non ci riusciva
più.
Il problema era che lo
riguardava.
Il problema, se così lo si poteva chiamare, gli era dannatamente consono.
Il fatto è che…
Non aveva mai creduto che la
sua amica d’infanzia potesse assumete un altro
significato…L’ammirava, la…voleva tutta per sé.
- Neji! Ti sei imbambolato?! Pronto per la gara?
- Uhm? Sì, sì
- Vincerò io!
- Vedremo
Certo che era proprio
graziosa, un po’ meno maschiaccio del solito, era lui solo che la vedeva
così…donna?
Era duro toglierle lo
sguardo di dosso, specialmente in quel momento.
La vide prepararsi al tuffo
dalla pedana, inclinare un po’ la schiena, stendere le braccia dalla pelle come
petali di ciliegio, abbassare il capo e…girarsi un secondino a strizzargli
l’occhio.
Non ce la faceva più davvero
a resistere, a fare la figura da pesce lesso.
Ma che gli prendeva?- s’era chiesto innumerevoli volte.
E poi le gote le si fecero leggermente rosse.
Era arrossita?
E improvvisamente si tuffò,
lasciandolo indietro. Accidenti.
- Ten ten!
E partì pure lui, schizzando
acqua dappertutto a causa di un tuffo alla schifo via,
se fosse stata un’altra occasione si
sarebbe auto criticato o l’avrebbe addirittura rifatto, ma in quell’attimo non
ci pensò nemmeno su, voleva raggiungerla e basta.
Il peso dentro che qualcosa
fra loro era cambiato gli stava sull’anima.
Era sopraggiunto l’imbarazzo.
E poi…
Gli venne in mente quello
che gli aveva detto due giorni prima…
“Rock Le mi si è dichiarato, sai? Vorrebbe che diventassi la sua
ragazza”
“Ah”
“Non mi chiedi cos’ho risposto?!”
l’aveva guardato con occhi rabbiosi e con un po’ di…delusione?
“Quindi?”
“Ho preso tempo!”
“Ah”
“Ma non te ne frega nulla?!” l’aveva
gridato, battendo un piede a terra.
“Fai come vuoi”
“Certo, Neji, tanto!”e se ne era andata via, marciando
nervosamente.
Non s’era comportato
benissimo.
Però lei aveva avuto una reazione
troppo dura.
Ci aveva pensato tanto su…ma era orgoglioso e non ci aveva discusso più, almeno con
lei.
Le cose non andavano bene.
Lui era troppo possessivo per essere…un amico.
E il bello era che non
poteva farci nulla: la desiderava tutta
per sé e basta.
Accidenti…
Come dirglielo?
Cosa fare?
Perché doveva toccare
proprio lui?
Che nome aveva il suo
cambiamento?
Che nome aveva ciò che gli
stava succedendo?
Succedeva anche a lei?
Se fosse andato avanti a
domande senza risposta e facendo finta che niente stesse succedendo sarebbe impazzito.
Una cosa gli era ben chiara:
non voleva perderla. Non doveva perderla per nulla al mondo.
E se questo significava
dover tirare indietro l’orgoglio ed esser meno rigido un po’…Bè, forse…
- Presa!
- Neji! Ahia!
L’aveva raggiunta.
L’aveva afferrata per un
braccio.
Lei si era voltata.
L’aveva in pugno.
- Chi doveva vincere?
- Uffy!
Aveva quegli occhi vivaci
nei suoi.
Aveva quel corpo vicino.
Aveva quel viso
dall’espressione di “Piccola dolcissima peste” davanti.
E se non perderla
significava sciogliersi un po’…
E se non perderla
significava mettersi in gioco e
stupirla…bè…forse…
- Cosa hai deciso per Rock
Le?
- …
- Rispondimi.
- …penso che…no.
E se per non perderla doveva
darsi da fare allora…
- Fantastico.
- Neji, cosa?
- Sono salvo.
- …
- Vorrei averti tutta per
me, lo sai?
E se per non perderla
avrebbe dovuto fare il primo passo, allora…
- Oddio, ma sei proprio tu?!
- Ti va? Ti va di…bè,
insomma…
Avrebbe resistito a tutto
l’imbarazzo del mondo per non perderla.
- Oh, Neji…che carino sei
tutto imbarazzato!
- Mpfh…
- Certo che mi va!
- Hai capito, eh ehm, hai
capito cosa?
Com’era dura, però…
Avrebbe resistito.
Ancora un piccolo passo...
- Ora sono io che
m’imbarazzo!
- Ten Ten!
- Non sono mica scema!
- Oh, bè, scusa…
Quegli occhi, quel naso,
quel corpo, quel fare…quell’essere. Adorabile.
La voleva affianco in ogni
momento.
Del resto,non
avrebbe potuto farne a meno.
- Neji…
- Uhm?
- Non sai che voglia che ho
di strapazzarti di coccole.
S’era semplicemente innamorato.
“Ce l’ho
fatta.
Incredibile.
E’ mia.
Fatemi pensare…e adesso?
Certo che quanto a questioni
di cuore non ne so molto…mmh…
Devo chiedere consiglio a
qualcuno…a chi? No…devo chiedere a Rock Le? No…no. Per piacere! A
quell’esaltato di un dongiovanni di Kiba non mi conviene chiedere che chissà
che mi fa combinare… Naruto? No, non ne parliamo, quello mi rovina. Sasuke?
Tsè, quello tiene tutti i segreti per
sé! E allora?
No.
Me la caverò da solo.
Non ho bisogno degli altri,
per non perderla… sono disposto a tutto”
- Altra gara?
- Certo! Senti…facciamo che
chi vince ottiene qualcosa?
Forse era meglio se
continuava ad essere se stesso, a proporre ciò che aveva sempre proposto, a
rilassarsi.
Tanto… era sua.
Non poteva non sentirsi al
settimo cielo.
- Cioè?
- Bè, facciamo che se vinco
io potrò coccolarti aiosa…muahaha….
- …
- E se vinci tu…viceversa,
ok?
- Vincerò io, tranquilla.
- In fondo…non mi
dispiacerebbe…
***
Fuori
dalla
piscina…
- Ho vinto, visto!
- Mmh…
Ten Ten quando ci si metteva ti
trattava così affettuosamente da lasciarti senza parole….
- Bè…Grazie, Ten Ten
- Grazie a te, Neji_kun
***
Ten Ten Neji
Con un Neji un po’ ooc…
*_*
Spero vi
sia piaciuta!
Sono sempre
speranzosa di ricevere recensioni, seguo il gran detto senza demordere: la
speranza è l’ultima a morire!
Beh, non ho
altro da aggiungere.
Saluti a
tutti e già un grazie di cuore a tutti coloro che leggeranno e/o commenteranno!!!
Vostra
Terrastoria