Toccala, avanti. Assapora quella mancanza che ti sembra irreale.
Ed è quasi così, perché fino a poche ore prima quella parte di lui (che tante volte ha accarezzato la tua pelle e che ti ha dimostrato sia la forza che la dolcezza) esisteva. E ti viene naturale chiederti se non sia solo un tuo sogno contorto, una fantasia che nasconde la tua paura di perdere l'unico modo che hai di dimostrare al mondo che esisti, che qualcosa puoi farla pure tu.
Invece, tastando piano quella spalla monca, capisci che è successo a lui, non a te. E la cosa non ti fa stare meglio.
"Rivaille..."
Lo osservi, ascoltando quella voce che è scampata alla morte, anche se delle ripercussioni ci saranno sicuramente.
"Che c'è?"
"Rivaille... Tu sei pronto a prendere il mio posto?"
Rimani in silenzio, lasciando che Irvin distolga lo sguardo e fissi il cielo nuvoloso, continuando a parlare piano.
"Io... Non credo potrò cont..."
"Non capisco."
La tua frase ha il potere di far girare il viso di Irvin e guardarti con un'aria perplessa.
"Come?"
"Ho detto che non capisco. A me non sembra che sei messo così male."
Irvin si chiede se sei impazzito tutto di un colpo o se preferisci vedere la realtà per quella che non è. Forse entrambe le cose, conclude.
"E il mio braccio?"
"A me sembra che li hai entrambi."
Se non fosse una situazione così tragica Irvin potrebbe ridere per quella conversazione così surreale.
Prima che possa dire altro allunghi la mano sul suo braccio, stringendo quella di Irvin con forza. Fissi quelle dita intrecciate tra loro, in maniera così seria ed eppure con una bellezza tale che Irvin non può far altro che osservarti senza riuscire a proferire verbo.
"Visto? Ho ragione io."
Solo allora Irvin capisce. E non può far altro che sorridere, chiudendo gli occhi.
"Hai ragione."
Il suo sguardo torna alla finestra, già con la mente proiettata al futuro.
Lascia a te il compito di continuare a sostenere quel braccio solitario.
Così come hai sempre fatto e sempre farai.

Note.
Ehm, dunque.
Questa fic nasce perché la mia Irvin è disperata per il capitolo 49. Ecco, volevo dimostrarle che anche nell'angst ci può stare un po' di fluff. Fluffissimo. Troppo FLUFF!
Comunque ecco, Nessa, questa è per te.