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Autore: Heart_ShapedBox    06/09/2013    1 recensioni
Cosa può succedere quando, per caso, ci si trova ad una festa di compleanno di cui si conosce soltanto la festeggiata? Fu così che iniziò l'avventura di Sara. Qualcuno di voi, cari lettori, si aspetterebbe che in questa storia i due protagonisti, un ragazzo ed un ragazza, si incontrino ad una festa e si innamorino entrambi al primo sguardo. In effetti no, questa è un'avventura diversa dalle altre, dove non tutto va come dovrebbe andare ma, invece, il tempo se la prende comoda e Cupido decide di aspettare a scoccare la seconda freccia...
*CARI LETTORI, non spaventatevi se troverete tanti capitoli da leggere, sono molto corti e potrete sempre leggere il tutto con calma, quando ne avrete voglia, io non ho nessuna fretta e non darò mai e poi mai degli obblighi a chi legge; ma vi prego di non rinunciare a dare un occhiata alle storie, soltanto perché hanno un "tot. numero di capitoli", perché, a parer mio, è una stupidaggine. Siete daccordo? :)*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 15 – Attenzione: il freddo è altamente nocivo per il cervello di un ragazzo
 
<< Beh, allora ci vediamo all’arrivo >> mi salutò Greta.
Era giunta l’ora di partire per la gita in montagna con la scuola, finalmente. Potevamo fare una pausa e rilassarci, godendoci quei 3 giorni di “vacanza” che ci erano stati concessi. Peccato che, neanche nell’autobus per l’andata, finii insieme alla classe della mia migliore amica. Possibile? Di solito dopo la lettera A c’è la lettera B e, di conseguenza, le nostre sezioni dovrebbero essere assegnate l’una all’altra; già, “dovrebbero”, ma la nostra è una scuola superiore complicata che non segue affatto le regole: affibbia un quintale di compiti e non fa scegliere assolutamente niente.
Salii sull’autobus e mi sedetti vicino a Livia. Durante il viaggio Ilenia e Tina, dietro di noi, chiacchieravano con alcune ragazze della 1°C, mentre nei sedili davanti Marco e Giacomo si scambiavano a turno la PSP per giocare al nuovo Grand Theft Auto.
Invece io, dato che la mia compagna di bus aveva iniziato a leggere un libro e non volevo disturbarla, decisi che non mi restava altro da fare se non indossare le cuffie e concentrarmi sulla musica, unica cosa in grado di distrarmi completamente dal mondo esterno. Fissai lo sguardo fuori dal finestrino ed osservai il paesaggio: dovevamo essere più o meno a metà strada, perché la pianura cominciava a farsi salita e piccole montagne dalle cime innevate riempivano l’intero spazio attorno a noi.
Quando mi voltai di nuovo verso i miei compagni, scoprii che Livia si era addormentata. Poco dopo, Marco mi fece segno di andare a sedermi nel posto accanto a lui, vuoto ormai da qualche minuto perché l’amico si era spostato in fondo al bus, vicino a un ragazzo di 1°C. Scavalcai Livia, facendo attenzione a non svegliarla e mi spostai dal mio migliore amico. Ovviamente lui però intuì subito che qualcosa non andava..
<< Avanti, che è successo con Alessandro? >> mi sussurrò.
<< Diavolo, ma ho un biglietto appeso dietro la maglia per caso? >>.
<< Un che..? >>.
<< Non penso tutto il tempo ad Alessandro, va bene? Non è giusto che per qualunque cosa la colpa sia sempre sua, posso benissimo essere felice o triste anche senza di lui! >> stavolta parlai un po’ più forte e sentii la professoressa di italiano dire “sssssst” e voltarsi dalla nostra parte.
<< Vuoi farci beccare un rapporto o cosa? >>.
<< Scusa, lasciamo perdere, sono nervosa >>.
<< Okay e allora, se non sei nervosa per Ale.. perché? >>.
<< Insisti anche, eh? >>.
<< Cerco solo di essere d’aiuto >> sorrise.
<< D’accordo >> feci un respiro profondo << è per lui >>.
<< Ahn, vedi che avevo ragione! >> vedendomi irritata si scusò subito e continuò << Beh, racconta, no? >>.
<< Non lo so, non so neanche cosa raccontarti perché non ci capisco niente! >>.
<< Ehi ehi ehi frena! Ricordati che sono un ragazzo anch’io e, certo, non so proprio che tipo di persona è Alessandro, ma perlomeno se provi a spiegarmi qualcosa saprò come aiutarti; non potrò capire voi femmine ma almeno questo direi che posso farlo >>. Trattenni una risata, giusto per non dare alla prof. un altro motivo per cui richiamarci.
<< Qualche giorno fa, di mattina, io e Greta abbiamo seguito Alessandro e Pietro mentre facevano un giro intorno alla scuola dopo averci fissate per almeno 5 minuti; siamo riuscite a capire poche parole che non incastrano niente l’una con l’altra, ovvero “messaggio” “ragazzo” “fratello” “roast beef” e “ti sta usando” (sentita da Erika da un’altra prospettiva). Quando siamo tornati tutti nel cortile lui guardava dalla mia parte come se volesse terrorizzarmi; era inquietante, e.. ho pensato di aver fatto qualcosa, qualcosa che non gli è piaciuto, o magari mi ha vista mentre lo spiavo >> abbassai lo sguardo e Marco rise senza preoccuparsi minimamente delle occhiate assassine lanciate dai nostri professori.
<< Tu? Terrorizzata? Mi prendi in giro? Ahahahah! Ma se l’unico videogioco per x-box che hai e che non sia un horror è Just Dance! >>.
<< Senti, i giochi delle principessine da vestire e delle sfilate di moda mi annoiano, hai forse qualcosa in contrario o sei d’accordo con me? >> ribattei, sapendo già cosa avrebbe risposto.
<< Non ti contraddirei mai su questo, lo sai benissimo. Ma, se proprio vogliamo dirla tutta.. >> si avvicinò al mio orecchio << mi sa che quella meglio vestita qui dentro sei tu >>.
Doveva essere un complimento, e, per la prima volta in quel giorno, lo presi come tale.
<< Perché non mandi un messaggio a Greta e le chiedi com’è la situazione dall’altra parte? >>.
Acconsentii e scrissi subito alla mia migliore amica:
Sary#djPlay scrive:
- Ehi Gre’, come va di là? Qui da noi dormono praticamente tutti e possiamo a malapena chiacchierare con il compagno di sedile =( Ho raccontato a Marco di quello che è successo con Alessandro e..
 
<< Marco, secondo te cosa significa il comportamento di Ale? >> gli chiesi, interrompendo la scrittura.
<< Credo di doverci riflettere sopra, poi ti farò sapere >>.
<< Okay >> risposi, con poca convinzione.
 
- ..Dice che deve pensarci su per darmi i risultati del “caso”.
 
Vidi che il messaggio era stato visualizzato ma, prima che la mia migliore amica rispondesse, passarono almeno cinque minuti.
Greta#kissyou scrive:
- CODICE ROSSO, CODICE ROSSO, SARA! Quando mi hai mandato il mex io e Laura avevamo fatto a cambio di cellulare e lei ha letto al Ricci quello che hai scritto! Mi dispiace, ho provato a fermarla.. mi sono quasi presa un rapporto per impedirle di leggere, ma non me ne sono accorta in tempo! Ti prego, perdonami! :’(
 
<< Oh porca miseria >>.
Il mio migliore amico lesse la risposta di Greta e rispose lui stesso. Non ebbi il coraggio di guardare cosa scrisse, l’unico dubbio che mi frullava per la testa in quel momento era se la fortuna avrebbe mai smesso di remarmi contro.
Arrivammo verso mezzogiorno e quando dovetti scendere dall’autobus mi nascosi dietro alle mie amiche per cercare di non essere riconosciuta, pertanto che i 2 hotel erano diversi e distanti ma il tragitto iniziale era il medesimo. Notai Alessia lanciare un paio di sguardi tra la folla delle 3 classi nel mio autobus e probabilmente non riuscì a trovarmi perché svoltai l’angolo dell’albergo senza aver subito alcuna umiliazione (il che, lasciatemelo dire, fu molto strano).
Non avevo mai sciato prima di allora, di conseguenza non avevo neanche la più pallida idea di come si mettessero gli scii. Per grazia di Dio non ero la sola ad avere questo problema, peccato che così sia io che Livia fummo le ultime a raggiungere le altre classi per cominciare la lezione.
Nel complesso, tutta quell’“armatura”, pesava un sacco, e me ne resi conto soprattutto quando dovetti percorrere l’intera strada fino al termine della fila di ragazzi e ragazze delle altre sezioni.
Con la solita “fortuna” che mi ritrovo però, qualcosa doveva pur andare storto se non lo era già stato negli ultimi 20 minuti, e infatti, sotto il peso schiacciante dei miei scii, stavo cercando di raggiungere Marta in fondo al gruppo, Livia subito dietro di me, quando uno dei nostri futuri insegnanti di sci mi richiamò:
<< Ehi tu! Fermati! Di che classe sei? >>. Avrei voluto rispondergli “ma sei cieco o hai qualche problema di incomprensione mentale?”, insomma, dopotutto era prefissato che in quei 3 giorni sarebbero state le prime a frequentare le lezioni.
<< Sono di prima superiore >> risposi scocciata, e ripresi a camminare.
<< Ti ho detto di fermarti! Dimmi di quale classe sei! >> insistette.
- Madonna santa, oltre che cieco sei pure sordo? – naturalmente, non gli dissi neanche questo, e ripetei la risposta precedente. Fu allora che mi prese il tutto di mano, mi fece mettere gli sci (pretendendo tra l'altro che facessi in fretta, nonostante non avessi la più pallida idea di come indossarli), dopodiché, mi fece scivolare all’indietro in mezzo alla fila della 1°B.
 
*Scrittrice*
Arrivati a questo punto, voi che state leggendo starete pensando “e ti pareva che non capitava in quella classe!” perché si, in effetti è molto prevedibile, specialmente nelle storie inventate, ricordiamoci però che questo è un fatto accaduto realmente, perciò immedesimiamoci completamente nel personaggio (incosciente di tutto) e ripartiamo, sapendo che ciò a cui stavo pensando in quel momento era..
 
- Perché? Perché diavolo deve capitare sempre a me? Minchia, ma due persone più indietro non andava bene? Non ti dico dieci, ma perlomeno ero insieme ai miei compagni.. aspetta, no, cosa dico? Io devo finire nella sezione di Alessandro, tanto per fare altre bellissime figure proprio sotto il suo naso. Okay, perfetto. Mi arrendo. -.
Quando tutti fummo in fila, i maestri ci spiegarono come dovevamo tenere i bastoni, a cosa servivano, in che posizione mettere gli sci, e altri fondamentali dello sport.
Detto questo, per l’intera ora che seguì, ci obbligarono a fare su e giù per un dislivello, sudando sette camice dalla fatica. E non è finita qui: il pomeriggio passammo ad una vera e propria discesa che, anche se piccola, risultò sfinirci tutti.
All’ultimo giro, finalmente, ci fu concesso di risalire con il tapirulan, quando ormai cominciava a girarmi la testa per la stanchezza. Devo ammettere che era un po’ strano trovarsi sopra a quel tappetino che ti trascinava in salita perché, anche se era identico alle scale mobili, dopotutto indossavamo gli sci!
Immersa nei miei pensieri, sentii a malapena una voce gridare:
<< Ehi guardate chi c’è, ciao Sara! >>.
<< Chi diavolo..? >> sussurrai, mentre mi voltavo; purtroppo me ne pentii subito dopo perché uno dei miei scii si incastrò in una fessura del tappeto e non potei più muovermi.
<< Ricci muoviti, vieni qui: c’è la tua ragazza! >>. Lanciai un’imprecazione a bassa voce, beh, forse non troppo bassa perché la ragazza davanti a me si voltò con un’occhiataccia. – Benissimo, ora ho anche la religiosa che mi fa compagnia sul tapirulan! Questa si che è proprio sfiga! –.
Prima che si zittissero completamente sentii una voce molto familiare chiedere qualcosa al gruppo:
<< E chi sarebbe la tua ragazza? >> sembrava Tina, ma non ne fui convinta.
<< Sara, naturalmente! >>. Ecco, questo era Alessandro.
Quella volta rischiai davvero di cadere dal tappeto e di rotolare giù per lo stupore. – Naturalmente!? NATURALMENTE!? Chi si crede di essere quello? Per caso è il mio babysitter che può dire tutto quello che vuole su di me ai miei genitori? No. Ci conosciamo a malapena e, una qualunque persona come Alessandro Ricci, si permette di dire che IO sono la sua fidanzata?! E no, caro mio, qui non ci siamo proprio capiti: parlo, faccio, dico e, soprattutto, decido io! Diamine! –.
Quando scesi dal tapirulan ero talmente “arrabbiata” che liberai, senza volere, lo scii dalla fessura in cui si era incastrato, il che mi fu molto utile nel caso avessi voluto evitare un’altra figuraccia, dopodiché, seguii le mie compagne verso il luogo in cui avremmo lasciato l’imbracatura e tornai con loro all’hotel, sognando una doccia calda che facesse scivolare via le brutte sensazioni e che calmasse i nervi.
 
*Terra chiama autrice! Terra chiama Sara!*
Oh-oh.. vi prego non uccidetemi! So di non aver pubblicato praticamente niente per le ultime 3 settimane (?) ma il fatto è che, oltre ad essere stata piuttosto occupata, non avevo ispirazione e chiunque scriva sa bene che non è MAI una buona idea buttar giù qualcosa senza l’ispirazione. Bene, detto questo, chiudiamo l’argomento “scrittori in palla” e passiamo alla storia: dunque, la protagonista è partita per una gita con la scuola ed è molto nervosa soprattutto per via di Alessandro, di cui non riesce a comprendere lo strano comportamento (tanto per cambiare). xD Spero, come al solito, che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio di cuore cardie9980, Gaia_Metozzi99 e drawandwrite che recensiscono praticamente tutti i miei capitoli :) Thank you so much <3 Grazie anche a chi legge soltanto, ai nuovi lettori e beh, spero di sentire anche i vostri pareri in futuro ;) Alla prossima, cercherò di farmi viva presto! :D I love you all guys <3
  
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