Grazie di cuore ragazzi
per aver letto e commentato!!! Vi lovvo!
Dunque devo ringraziare
ryanforever, bunny1987, marty_chan94, roro,
bchan, monik, susunset che sono state così carine da lasciarmi un commento. Grazie
ragazzi!!! >_<
Devo ringrazie anke a
voi ke avete messo la storia tra le preferite:
3
- Nayma85
beh!
Voglio solo augurarvi buona lettura e spero di nn deludervi.
Bunny1987:
sono contenta di sapere ke seguivi qst storia anke su manganet…^_^ grazie! Presto
aggiornerò anke lì.
Baci
Anna
Capitolo 3 Kagome infilò il casco sul
motorino. L’afa estiva rendeva faticoso ogni movimento. C’era qualcosa di
irreale nell’aria, pensava, mentre metteva in moto. Non riusciva a credere a
quello che aveva appena accettato: fingere di essere la donna del suo capo. Il piccolo motore dello
scooter diede un paio di colpi sordi prima di mettersi in moto. Le era stato
regalato da suo nonno e da suo fratello per il ventunesimo compleanno, un gesto
per ringraziarla di tutto quello che aveva fatto per loro dopo la prematura
scomparsa dei genitori. Kagome condivideva un
appartamento non lontano dalla Isoshi Company e a mezz’ora di metropolitana dal
centro di Tokyo con una ragazza della sua età. Quando decise di lasciare
il piccolo villaggio in cui era cresciuta aveva una relazione molto importante
con Hojo, praticamente convivevano. Quando però la loro storia finì decise di
cercarsi un’abitazione più grande, poiché si sentiva sola, scelse di dividerla
con un’altra ragazza. Entrando nella sua
abitazione cercò subito l’amica. “ Sango, ci sei?” “ Sono qui!” rispose
l’altra La cucina era piccola ma
una portafinestra su un minuscolo giardino la rendeva la stanza preferita da
Kagome. Sango era appoggiata al frigorifero e mangiava fragole da una vaschetta
di plastica. Era una ragazza bella e vivace, lavorava come hostess nella
compagnia aerea più importante del paese. Questo significava che spesso non era
a casa ma a Roma, Parigi e Madrid. Sango non aveva un fidanzato ma molti
ammiratori. Sango osservò Kagome entrare nella stanza e notò nei suoi occhi uno
sguardo insolito. “ Ehi… è successo
qualcosa?” chiese all’amica. “ Beh… si” rispose Kagome,
mentre prendeva una grossa fragola dal cestino. Si fermò per un istante come
per dare più effetto a quello che stava per dire. “ Questo fine settimana
trascorrerò una giornata in compagnia di Miroku Jo!” A Sango mancò poco che una
fragola le andasse di traverso. “ Hai preso una botta in
testa o sei caduta dal motorino?” rispose incredula. “ No! Sono stata invita ad
un pranzo e ci sarà anche LUI!” “ Raccontami tutto!” disse
infine Sango. Kagome cominciò a
raccontare tutto quello che era successo e Sango ascoltava l’incredibile
storia. “ Hai già pensato come
vestirti?” chiese Sango. “ Non ne ho la più pallida
idea e il mio guardaroba non è molto fornito…” “ A questo provvederò io!”
intervenne Sango. “ Ti presterò sia il vestito giallo che quello verde…” “ Ma…” fecce per
protestare. “ Sarai stupenda!” Il giorno successivo, in
ufficio, Kagome guardava il suo capo con occhi diversi. Mai avrebbe pensato che
Inuyasha avesse amicizie altolocate nel mondo dello spettacolo. Lo osservò attentamente.
Aveva una figura splendida, questo era certo, e gli occhi ambra erano
decisamente espressivi. Quella settimana Inuyasha andò in Spagna e Olanda per
affari ritornando solo di venerdì, poche ore prima della loro partenza. “ Ho parlato con mio
fratello, mi sono limitato a dire che arriverò in compagnia di una ragazza:” “ Tutto qui?” “Ehm…Inuyasha?” Lui alzò lo sguardo. “ Dimmi…” “ Devo farti una domanda…” Kagome non riusciva a
trovare le parole adatte e Inuyasha la guardava con impazienza. “ È una questione
delicata…” balbettò lei, “ e…” “ Vieni al punto, Kagome”
la spronò lui. “ Mi riferisco al sesso.” Inuyasha sgranò gli occhi
ambra. “ A quale aspetto del sesso
ti riferisci?” chiese deglutendo a fatica. “ Se io devo fingere di
essere innamorata di te, forse…” “Si?” “ Insomma che tu ed io…” Lui non riusciva a capire.
“Si?” “ La gente si
aspetterà che noi…” “ Facciamo anche sesso?”
la interruppe lui brutalmente. “ Certo che se lo aspettano, ma questo non
significa che vogliono assistere alle nostre performance.” “ Ma dovremmo almeno
fingere di..” “ Non ti preoccupare,
probabilmente dormiremo in due diverse zone della casa” la tranquillizzò lui. “
Mia madre è una donna all’antica, per cui le copie non sposate dormono in
camere separate.” Inuyasha continuò ad
osservarla. “ Non ti agitare, comunque. Fingeremo di essere una coppia molto
controllata. Basterà scambiarsi un paio di sguardi intensi durante la cena.
Pensi di potercela fare?” “ Credo di si!” Partirono subito dopo il
lavoro. Questo significò che Kagome dovette cambiarsi nel bagno dell’ufficio.
Entrò nell’attillato vestito di seta prestatole da Sango e si spazzolò con cura
i capelli. L’amica aveva insistito perché acquistasse un nuovo reggiseno da
indossare con quell’abito, e il risultato sorprese la stessa Kagome.
Accantonato per un istante il consueto scetticismo, riconobbe di avere uno seno
splendido e la scollatura del vestito gliene rendeva merito. Lo stesso Miroku Jo
l’avrebbe apprezzato! Uscì dalla toilette e si
diresse verso la hall. Passò davanti alle telefoniste e non rimase inosservata:
le due ragazze si scambiarono brevi frasi sottovoce. Non era difficile intuire
di che natura fossero i loro discorsi
considerando che Inuyasha, il suo capo, la stava aspettando fuori
dall’edificio. Spalancò la grande porta di cristallo e scese i gradini. Aperta
la portiera, si sedette di fianco a Inuyasha, sul sedile di pelle dell’auto
sportiva. “ Possiamo andare, sono
pronta” disse lei voltando il viso verso l’uomo. Gli occhi di Inuyasha
caddero sul meraviglioso paio di gambe
avvolto nella stretta gonna di seta color canarino. Le pupille si dilatarono per
la piacevole sorpresa. “ C…come dici?” balbettò
mettendo in moto. Il suo sguardo ora stava esplorando la scollatura. “ Non sei preoccupato di
che cosa possano pensare i colleghi?” chiese Kagome allacciandosi la cintura. Fino a quel momento non si
era preoccupato ma vedendola ora… “Preoccupato…per cosa?”
chiese lui fingendo di non capire. Kagome accavallò le gambe.
“ Di noi due che ci
allontaniamo dall’ufficio insieme. Con due valigie, per giunta!” “Possono pensare quello
che vogliono loro! Senti devi raccontarmi qualcosa della tua famiglia… per
conoscerci meglio..” “ Mia madre è morta di
parto dando alla luce mio fratello Sota, mentre mio padre è morto poco
dopo…incidente… ci ha cresciuto nostro nonno che però….se ne andato da poco
anche lui” disse con voce triste. “ Oh, mio dio!” Inuyasha
sentì il battito del cuore accelerare mentre tentava di assumere un tono
controllato. “ Kagome, io… Anch’io ho
perso mio padre da piccolo, ma tu….” Nell’auto l’atmosfera era
così calma e rilassata che la musica che proveniva dallo stereo la cullò
dolcemente e dopo pochi minuti chiuse gli occhi. Quando li riaprì dovevano
essere passate alcune ore perché il sole era basso all’orizzonte e splendeva di
una luce rossastra. “ Ti sei svegliata,
finalmente…” contò lui a bassa voce. Lei si sentiva confusa. I lunghi capelli
le coprivano gran parte del viso e sentiva il desiderio di una doccia fresca.
Voltò lo sguardo e si soffermò sul profilo di Inuyasha, che la luce del
tramonto illuminava dolcemente. “ Che ore sono?” chiese sbadigliando. “ Sono quasi le dieci e
siamo in ritardo. Abbiamo incontrato molto traffico, in autostrada. Ho chiamato
mio fratello per avvisarlo, forse è per questo che ti sei svegliata.” Non ebbe finito di finire
la frase che abbandonò la strada principale girando in uno stretto viale.
Dovevano essere quasi arrivati. La macchina percorse non più di un chilometro
seguendo quella strada in pietra, quando alla vista di Kagome si presentò…
accidenti, quello era un vero e proprio castello!