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Autore: Anna_Asia    13/03/2008    9 recensioni
Avrebbe giocato col fuoco, se ne rendeva conto? Kagome Higurashi non è capace di stare zitta se qualcosa accende la sua sfrenata fantasia e così, quando il capo le racconta che non sa come sbarazzarsi di una spasimante ossessiva, lei suggerisce di trovarsi una finta fidanzata che la scoraggi. Inuyasha Isoshi è entusiasta a tal punto dell’idea che… le offre la parte. E Kagome accetta. In fondo si tratta di un weekend! Notti comprese, però! Proprio la prima sera durante una festa, all’improvviso capita… Se vi ho incuriositi allora spero che leggerete in molti!
Genere: Romantico, Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Grazie di cuore ragazzi per aver letto e commentato!!! Vi lovvo!

Dunque devo ringraziare  ryanforever, bunny1987, marty_chan94, roro, bchan, monik, susunset che sono state così carine da lasciarmi un commento. Grazie ragazzi!!! >_<

Devo ringrazie anke a voi ke avete messo la storia tra le preferite:

1 - Bchan
2 - bunny1987

3 - Nayma85

beh! Voglio solo augurarvi buona lettura e spero di nn deludervi.

Bunny1987: sono contenta di sapere ke seguivi qst storia anke su manganet…^_^ grazie! Presto aggiornerò anke lì.

Baci Anna

 

Capitolo 3

 

 

Kagome infilò il casco sul motorino. L’afa estiva rendeva faticoso ogni movimento. C’era qualcosa di irreale nell’aria, pensava, mentre metteva in moto. Non riusciva a credere a quello che aveva appena accettato: fingere di essere la donna del suo capo.

Il piccolo motore dello scooter diede un paio di colpi sordi prima di mettersi in moto. Le era stato regalato da suo nonno e da suo fratello per il ventunesimo compleanno, un gesto per ringraziarla di tutto quello che aveva fatto per loro dopo la prematura scomparsa dei genitori.

Kagome condivideva un appartamento non lontano dalla Isoshi Company e a mezz’ora di metropolitana dal centro di Tokyo con una ragazza della sua età.

Quando decise di lasciare il piccolo villaggio in cui era cresciuta aveva una relazione molto importante con Hojo, praticamente convivevano. Quando però la loro storia finì decise di cercarsi un’abitazione più grande, poiché si sentiva sola, scelse di dividerla con un’altra ragazza.

Entrando nella sua abitazione cercò subito l’amica. “ Sango, ci sei?”

“ Sono qui!” rispose l’altra

La cucina era piccola ma una portafinestra su un minuscolo giardino la rendeva la stanza preferita da Kagome. Sango era appoggiata al frigorifero e mangiava fragole da una vaschetta di plastica. Era una ragazza bella e vivace, lavorava come hostess nella compagnia aerea più importante del paese. Questo significava che spesso non era a casa ma a Roma, Parigi e Madrid. Sango non aveva un fidanzato ma molti ammiratori. Sango osservò Kagome entrare nella stanza e notò nei suoi occhi uno sguardo insolito.

“ Ehi… è successo qualcosa?” chiese all’amica.

“ Beh… si” rispose Kagome, mentre prendeva una grossa fragola dal cestino. Si fermò per un istante come per dare più effetto a quello che stava per dire.

“ Questo fine settimana trascorrerò una giornata in compagnia di Miroku Jo!”

A Sango mancò poco che una fragola le andasse di traverso.

“ Hai preso una botta in testa o sei caduta dal motorino?” rispose incredula.

“ No! Sono stata invita ad un pranzo e ci sarà anche LUI!”

“ Raccontami tutto!” disse infine Sango.

Kagome cominciò a raccontare tutto quello che era successo e Sango ascoltava l’incredibile storia.

“ Hai già pensato come vestirti?” chiese Sango.

“ Non ne ho la più pallida idea e il mio guardaroba non è molto fornito…”

“ A questo provvederò io!” intervenne Sango. “ Ti presterò sia il vestito giallo che quello verde…”

“ Ma…” fecce per protestare.

“ Sarai stupenda!”

 

Il giorno successivo, in ufficio, Kagome guardava il suo capo con occhi diversi. Mai avrebbe pensato che Inuyasha avesse amicizie altolocate nel mondo dello spettacolo.

Lo osservò attentamente. Aveva una figura splendida, questo era certo, e gli occhi ambra erano decisamente espressivi. Quella settimana Inuyasha andò in Spagna e Olanda per affari ritornando solo di venerdì, poche ore prima della loro partenza.

“ Ho parlato con mio fratello, mi sono limitato a dire che arriverò in compagnia di una ragazza:”

“ Tutto qui?”

“Ehm…Inuyasha?”

Lui alzò lo sguardo. “ Dimmi…”

“ Devo farti una domanda…”

Kagome non riusciva a trovare le parole adatte e Inuyasha la guardava con impazienza.

“ È una questione delicata…” balbettò lei, “ e…”

“ Vieni al punto, Kagome” la spronò lui.

“ Mi riferisco al sesso.”

Inuyasha sgranò gli occhi ambra.

“ A quale aspetto del sesso ti riferisci?” chiese deglutendo a fatica.

“ Se io devo fingere di essere innamorata di te, forse…”

“Si?”

“ Insomma che tu ed io…”

Lui non riusciva a capire. “Si?”

“ La gente si aspetterà  che noi…”

“ Facciamo anche sesso?” la interruppe lui brutalmente. “ Certo che se lo aspettano, ma questo non significa che vogliono assistere alle nostre performance.”

“ Ma dovremmo almeno fingere di..”

“ Non ti preoccupare, probabilmente dormiremo in due diverse zone della casa” la tranquillizzò lui. “ Mia madre è una donna all’antica, per cui le copie non sposate dormono in camere separate.”

Inuyasha continuò ad osservarla. “ Non ti agitare, comunque. Fingeremo di essere una coppia molto controllata. Basterà scambiarsi un paio di sguardi intensi durante la cena. Pensi di potercela fare?”

“ Credo di si!”

 

Partirono subito dopo il lavoro. Questo significò che Kagome dovette cambiarsi nel bagno dell’ufficio. Entrò nell’attillato vestito di seta prestatole da Sango e si spazzolò con cura i capelli. L’amica aveva insistito perché acquistasse un nuovo reggiseno da indossare con quell’abito, e il risultato sorprese la stessa Kagome. Accantonato per un istante il consueto scetticismo, riconobbe di avere uno seno splendido e la scollatura del vestito gliene rendeva merito.

Lo stesso Miroku Jo l’avrebbe apprezzato!

Uscì dalla toilette e si diresse verso la hall. Passò davanti alle telefoniste e non rimase inosservata: le due ragazze si scambiarono brevi frasi sottovoce. Non era difficile intuire di che natura fossero  i loro discorsi considerando che Inuyasha, il suo capo, la stava aspettando fuori dall’edificio. Spalancò la grande porta di cristallo e scese i gradini. Aperta la portiera, si sedette di fianco a Inuyasha, sul sedile di pelle dell’auto sportiva.

“ Possiamo andare, sono pronta” disse lei voltando il viso verso l’uomo.

Gli occhi di Inuyasha caddero sul meraviglioso  paio di gambe avvolto nella stretta gonna di seta color canarino. Le pupille si dilatarono per la piacevole sorpresa.

“ C…come dici?” balbettò mettendo in moto. Il suo sguardo ora stava esplorando la scollatura.

“ Non sei preoccupato di che cosa possano pensare i colleghi?” chiese Kagome allacciandosi la cintura.

Fino a quel momento non si era preoccupato ma vedendola ora…

“Preoccupato…per cosa?” chiese lui fingendo di non capire.

Kagome accavallò le gambe.

“ Di noi due che ci allontaniamo dall’ufficio insieme. Con due valigie, per giunta!”

“Possono pensare quello che vogliono loro! Senti devi raccontarmi qualcosa della tua famiglia… per conoscerci meglio..”

“ Mia madre è morta di parto dando alla luce mio fratello Sota, mentre mio padre è morto poco dopo…incidente… ci ha cresciuto nostro nonno che però….se ne andato da poco anche lui” disse con voce triste.

“ Oh, mio dio!” Inuyasha sentì il battito del cuore accelerare mentre tentava di assumere un tono controllato.

“ Kagome, io… Anch’io ho perso mio padre da piccolo, ma tu….”

 

Nell’auto l’atmosfera era così calma e rilassata che la musica che proveniva dallo stereo la cullò dolcemente e dopo pochi minuti chiuse gli occhi.

 

Quando li riaprì dovevano essere passate alcune ore perché il sole era basso all’orizzonte e splendeva di una luce rossastra.

“ Ti sei svegliata, finalmente…” contò lui a bassa voce. Lei si sentiva confusa. I lunghi capelli le coprivano gran parte del viso e sentiva il desiderio di una doccia fresca. Voltò lo sguardo e si soffermò sul profilo di Inuyasha, che la luce del tramonto illuminava dolcemente.

“ Che ore sono?” chiese sbadigliando.

“ Sono quasi le dieci e siamo in ritardo. Abbiamo incontrato molto traffico, in autostrada. Ho chiamato mio fratello per avvisarlo, forse è per questo che ti sei svegliata.”

Non ebbe finito di finire la frase che abbandonò la strada principale girando in uno stretto viale. Dovevano essere quasi arrivati. La macchina percorse non più di un chilometro seguendo quella strada in pietra, quando alla vista di Kagome si presentò… accidenti, quello era un vero e proprio castello!

 

 

 

  
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