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Autore: samiak79    13/03/2008    5 recensioni
What if...? Cosa succederebbe se non fossimo solo noi fan a desiderare il lieto fine Tiva? La nostra rivincita avrebbe una degna alleata! Leggero SPOILER sulla quinta serie. In due capitoli.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Non solo non aveva aperto bocca per tutto il tragitto di rientro, ma aveva lasciato guidare lui senza discutere, era previsto che così facesse, lo sguardo fisso sul monotono paesaggio che avrebbe dovuto scorrere oltre il finestrino di un'auto in movimento, come lo vedesse realmente.

"Arrivati. Un penny per i tuoi pensieri, Zee-vah" la rintuzzò Tony, il solito sorriso da sciupafemmine sulle labbra. Era quello che stava aspettando, su cui aveva rimuginato fino a quel momento, la scintilla che, come nel più banale dei luoghi comuni, avrebbe dato inizio all'incendio, perchè lei strinse le mascelle e si fece in avanti puntandogli contro l'indice, gli occhi pura brace ardente "Vuoi sapere che cos'ho? Sono stufa, Tony, stufa marcia! Quanto ti ci vuole a decidere se ti interesso o no?" lo investì mentre il suo tono di voce aumentava suo malgrado di volume, e neppure si fermava a prendere fiato, continuando serrata. "Prima volevi soltanto portarmi a letto, e ci sei quasi riuscito nonostante Gibbs ti tenesse sotto dama con quella sua stupida regola!"

"Sotto...scacco..." replicò lui. Non sorrideva più, ma nemmeno sembrava più di tanto sorpreso: si sarebbe detto provasse un misto di imbarazzo, sollievo e persino senso di colpa.

"Fa lo stesso! Poi, appena ti si dice che devi frequentare una sciacquetta qualunque, ti ci innamori, e che fai? All'inizio ti comporti come niente fosse, giocando con i miei sentimenti, poi d'improvviso mi sventoli davanti agli occhi la tua relazione che è diventata tanto seria e importante per te, e mi ignori completamente, tanto io sono solo la tua collega, l'altra in ordine di merito!" era passata alle accuse vere e proprie, mentre tutto il dolore che aveva mandato giù le dava la forza di proseguire. "Lei ti lascia, e tu fai il sensibile e addolorato, che ha bisogno di conforto e di amicizia per riprendersi, e a chi importa che io sia preoccupata per la tua salute mentale? O perchè pensavo che potesse esserti successo chissà cosa, che tu stessi male? Forse solo a Ducky." scosse la testa, ciocche di capelli scuri che le volavano davanti agli occhi e poi di nuovo dietro le orecchie. "Finalmente torni quello di prima, io tiro un sospiro di sollievo, e tu ricominci a correre dietro ad ogni gonnella che ti svolazza davanti" torse le labbra in una smorfia corrucciata.

"Ma io..." cercò di giustificarsi "Ti avevo chiesto scu..."

"Zitto! Non ho ancora finito!" lo interruppe con piglio di comando. "Non mi vuoi? Benissimo, basta saperlo! Se non sono tua posso almeno essere di qualcun altro? O devo restare una tua esclusiva a vita? Che cos'ha Langer che non va? Non è di tuo gradimento? O posso permettermi di decidere io con chi uscire? Sei soltanto un...". Riempì d'aria i polmoni in un brevissimo secondo, non l'aveva mai visto così pallido, sofferente, ridotto al silenzio, sembrava persino più giovane "Infantile egoista! Non crescerai mai! Stupido! Stupido! Stupido!". Aveva quasi urlato, e si accorse di avere gli occhi lucidi. Tremava, ma si era tolta un grosso peso dallo stomaco, e adesso si sentiva come vuota: si era sfogata una volta per tutte.

Tony la prese per le braccia, all'altezza delle spalle, vincendo l'intorpidimento che quella tirata gli aveva lasciato addosso, e la spinse contro di sè, cercandole le labbra. Lei non oppose resistenza, non aspettava altro, anzi gli accarezzò il collo e lo serrò tra le braccia quasi con violenza. Non si separarono per un minuto buono, e anche allora rimasero fronte contro fronte, senza rompere la magia di quell'istante. "Perdonami" le sussurrò lui, carezzevole. L'israeliana si fece indietro e aprì la portiera della macchina, voltandosi solo per un istante "Non lo so, non so se sono io a volerti, adesso. Ci penserò", e la sua voce non era mai stata tanto fredda e metallica.

Cote sorrise soddisfatta, Ziva aveva avuto la sua rivincita.
  
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