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Autore: wislia    07/09/2013    2 recensioni
"Anche i sogni muoiono, e quando accade...beh, quando accade noi moriamo con loro...."
Trama: Un ricco commerciante di Toronto, un compito da svolgere e un piccolo paese del Canada da esplorare. Tutto sembrerebbe essere nella norma, se non fosse per i cittadini estremamente inquietanti che abitano il villaggio. Alejandro, il protagonista, si troverà a dover fronteggiare ragazze scortesi, case dai poteri magici e segreti alquanto improbabili. Ma, sopratutto, capirà che, a volte, anche alla morte c'è rimedio, perché il destino e l'amore ci permettono di salvare e...essere salvati dalla solitudine dei nostri stessi animi.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Cody, Heather, Sierra | Coppie: Alejandro/Heather, Cody/Sierra, Duncan/Courtney
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 3:
Guardians
 
 
 
Entrò nella locanda, sbattendosi la porta alle spalle.
Il signor Wilson girò la testa di scatto, confuso e sorpreso.
-Qualcosa non va?- chiese.
Alejandro si tolse il cappello e si sfilò la giacca, lanciandoli rabbiosamente sulla poltrona del salotto. Subito dopo, iniziò a gironzolare per la stanza, con le mani incrociate dietro la schiena.
-No...Non c’è niente che non va! E’ tutto a posto, caro signor Wilson. Ma andrebbe sicuramente meglio se voi non mi aveste mentito!- urlò istericamente il ragazzo,  continuando a fare avanti e indietro con le gambe.
Il locandiere corrugò la fronte.
-Mentito?- ripeté.
-In quale occasione?-.
Alejandro si fermò improvvisamente, rimanendo in piedi al centro del salottino.
Con un lieve ghignò, sussurrò appena -Ah, bene! Adesso fate pure lo gnorri!-.
L’espressione del signor Wilson  divenne ancor più spaesata.
-Io...Non so di cosa stiate parlando.- affermò, con la solita voce lenta e sibilante.
Il ragazzo si fece serio. Nei suoi occhi si poteva intravedere un mare di fiamme.
-Certo...- ridacchiò.
-Che mi dite della casa sulla collina, allora?- domandò, con tono provocante.
Il viso del locandiere si illuminò.
-La casa sulla collina? Vi avevo detto di non...-
-Oh, andiamo!- interruppe Alejandro.
-Voi sapevate benissimo che avrei ignorato il vostro avvertimento, e avete usato questa tattica per imbrogliarmi. A quale scopo, però, non l’ho ancora capito. Forse vi divertiva l’idea di farmi fare brutta figura di fronte ai proprietari della casa? Non è così?-.
Il ragazzo cessò di parlare, respirando affannosamente. La rabbia lo stava consumando.
Il signor Wilson, invece, rimase incuriosito dall’ultima dichiarazione del giovane, ma continuò a mantenere la solita aria confusa.
-Continuo a non capire...- disse.
Alejandro strinse i pugni. Quel comportamento così infantile gli stava facendo perdere la pazienza.
-Capire? Cosa c’è da capire? Mi avevate detto che quella casa era in vendita e che vi abitavano solo i guardiani! Invece, a quanto pare, mi avete mentito. Sono andato sulla collina, per verificare le condizioni dell’abitazione e decidere se acquistarla o meno, ma si dà il caso che sia stato bruscamente sbattuto a calci fuori dalla villa, e che, inoltre, abbia fatto una pessima figura il legittimo proprietario!- urlò.
Nella stanza calò il silenzio. Il signor Wilson, ancor più pallido in viso, era sconvolto.
Con voce tremante, l’uomo esclamò -Proprietario, avete detto? Ma è...E’ impossibile! Come vi ho già spiegato, la casa è abitata solo dai guardiani e non appartiene a nessuno. In questo paese, le vicende e le notizie di ogni cittadino sono sempre sulla bocca di tutti. Ognuno di noi conosce alla lettera ogni centimetro di Yellowknife, perciò, se la villa fosse stata acquistata, ne sarei certamente venuto a capo.-
Le parole del locandiere provocarono un freddo  brivido sotto la pelle di Alejandro.
Il ragazzo non sapeva se credergli o no. D’altronde, che motivo avrebbe avuto per mentirgli?
Chiuse gli occhi, sospirando.
- Va bene, va bene.- disse ad un tratto, gesticolando.
-Ciò che avete detto non fa piega, ma per verificare se avete ragione, domani tornerò sulla collina.-
Detto questo, il giovane raggiunse la porta del corridoio, inoltrandosi nell’androne.
C’era qualcosa che non andava. I conti non tornavano.
Avrebbe scoperto cosa si celava dietro all’inquietante aria che alleggiava su Yellowknife.
Ci volevano ben altro che una casa tetra e un locandiere funereo per ostacolarlo.
~
 
Urla.
Fiamme.
Occhi.
Lacrime.
Silenzio.
Alejandro si svegliò improvvisamente nel cuore della notte, gridando.
Aveva fatto di nuovo quel sogno. Quello strano e terribile incubo.
~
 
Era mattina.
La carrozza arrancava di nuovo sui vicoli stretti della collina.
Alejandro, come promesso, era deciso a rivisitare la casa, per accertarsi di avere ragione.
Era la sua parola contro quella del signor Wilson. Anche se il ragazzo, in fin de conti, sapeva chi dei due aveva torto.
<< Guardiani? Pff...Io so quello che ho visto. Quella villa è abitata, non posso essermelo immaginato.  >> ripeté tra sé e sé durante il tragitto che, questa volta, sembrò non finire mai.
Finalmente il mezzo di trasporto frenò a metà salita, proprio di fronte al boschetto in cui il giovane Lord si era avventurato il giorno prima.
Scese dalla carrozza senza chiudere lo sportello, e si inoltrò nella fitta vegetazione di cui conosceva già l’odore.
Camminò velocemente per qualche metro, ricordandosi perfettamente quale fosse la giusta direzione.
Ci volle poco perché egli riuscisse a raggiungere il giardino della casa, protetto dalle foglie.
Attraversò di nuovo la stradina che conduceva al portone dell’abitazione, ignorando le imponenti statue medievali che lo scrutavano dietro ai loro occhi vuoti e scavati.
Arrivato alla porta, bussò con cautela.
Improvvisamente , il pensiero di essere nuovamente sbattuto fuori dalla villa gli attraversò la mente. Come avrebbe reagito il proprietario della casa nel ritrovarselo davanti per la seconda volta?
<< Ma che mi importa? Vada come vada, avrò comunque la soddisfazione di dimostrare al locandiere che lui aveva torto... >> pensò ridacchiando, poco prima che la porta iniziasse a scricchiolare, per poi essere spalancata.
Con sua grande sorpresa, sulla soglia apparve una donna dalla carnagione scura.
Aveva un aspetto severo, ma era estremamente graziosa. Sul suo viso erano incastonati due occhi marroni, che lo fissavano con aria seria e sicura. I capelli castano chiaro, poggiati delicatamente sulle spalle, alla luce del sole acquisivano dei riflessi color miele, illuminandole il volto olivastro.
Quello che spiccò di più agli occhi di Alejandro, furono le mani della ragazza. Erano dolcemente posate sulla pancia lievemente rigonfia, sino ad avvolgerla teneramente, come se ella volesse proteggere la creatura che riposava lì dentro.
-Posso aiutarvi?- chiese la ragazza.
Alejandro, ricollegando la carnagione della donna che aveva davanti, a quella dei gemelli visti il giorno prima, presuppose che ella fosse la moglie del proprietario della casa.
-Sì. Vorrei parlare con vostro marito. Io e lui abbiamo avuto l’occasione di conoscerci proprio ieri, ma il nostro incontro è stato un po’ turbolento. Vorrei che ci chiarissimo.-
Le buone maniere, se pur faticose da utilizzare per il giovane Alejandro, con le signore funzionavano sempre.
Infatti, facendosi da parte in modo da permettere all’uomo di entrare, la ragazza acconsentì dicendo -Strano, mio marito avrebbe dovuto parlarmene. E’ sempre il solito! Su, entrate.-
Sembrava una persona abbastanza cortese, a dispetto del coniuge.
Il giovane Lord fece il suo ingresso nella casa.
All’interno, l’abitazione era decisamente meno inquietante. Il soggiorno in cui era accolto pullulava di luce e oggetti luminosi, seppur bizzarri.  Vi erano tavolini dalle gambe in legno, le cui estremità calzavano vere e proprie scarpe da donna, e divani ricoperti da tessuti particolari con stampe eccentriche. I muri, invece, erano tappezzati di bianco, e “abbelliti” da inquietanti teste sporgenti, ricavate dagli animali più rari.
Non era esattamente il tipo di abitazione che Alejandro osava definire “casa”, ma di sicuro era più accogliente della locanda del signor Wilson.
Eppure...Intorno a lui aleggiava sempre quella tetra atmosfera che sembrava  non averlo mai lasciato da quando era arrivato a Yellowknife.
-Io sono Courtney Barlow.-
La voce della donna interruppe i suoi pensieri.
-Mio marito sarà qui tra un attimo.- aggiunse.
Il ragazzo si chinò, sfilandosi il cappello.
-E’ un piacere conoscervi. Io sono Alejandro Burromuerto...-
-Burromuerto? Che razza di cognome è?- urlò una voce divertita, che sembrava provenire dall’alto.
I due si girarono verso la grande scalinata che portava al piano di sopra. Su uno dei gradini vi era un uomo dall’aspetto strambo e poco raffinato.
Era un tipo alto, con la pelle chiara e gli occhi celesti, che ispiravano furbizia. In testa portava un originale cilindro verde, perfettamente intonato al completo, sempre dello stesso colore.
Alejandro non aveva mai visto tanto cattivo gusto tutto in un volta.
-Duncan, non essere scortese! Quest’uomo è venuto fin qui per parlare con te. Dice che vi siete già incontrati.- lo informò Courtney.
 Il giovane Lord e il bizzarro ragazzo sulla scalinata si scambiarono all’unisono uno sguardo confuso.
-E chi lo conosce!- gridò Duncan, iniziando a scendere i gradini.
-Infatti! Temo che ci sia stato un errore...- aggiunse Alejandro.
La donna guardò tutti e due con aria di sufficienza.
-Ma come? Non mi avevate detto di aver già conosciuto mio marito?- domandò.
-Io...Deve esserci stato un equivoco. Ieri sono venuto qui con l’intenzione di visitare la casa, ma il proprietario, il padre dei gemellini, mi ha spiegato che è la villa è già abitata, cacciandomi via.-
Courtney e Duncan sgranarono gli occhi.
-Gemellini? Proprietari?- urlarono all’unisono, esageratamente sconvolti, quasi stessero recitando a memoria le parti di un copione.
-Almeno ché mia moglie non mi abbia tradito, noi non abbiamo gemelli, caro il mio Burromuerto!- ridacchiò l’insolito uomo.
-Già...E poi la casa non appartiene a nessuno. Vi abitiamo solo noi, che siamo i guardiani.- continuò la ragazza, con voce un po’ tremante.
Il cuore di Alejandro balzò in aria, completamente colto alla sprovvista.
Com’era possibile? Lui li aveva visti con i suoi occhi. C’era quel ragazzo...E poi sono spuntati i fratellini.
Non se l’era inventato. Non era pazzo.
-Ma...Ma...Siete sicuri? Insomma...Io so cosa ho visto.- balbettò il giovane, ormai pallido.
Duncan si fece serio per un attimo.
-Mmh...- cominciò, -...Capisco. Beh, le vostre parole non sono da sottovalutare. Io vi credo, signor Burromuerto, ed ho persino una rivelazione da farvi...-.
La conversazione cominciava a farsi interessante. Forse Alejandro era ad un passo dalla soluzione. Forse non era pazzo.
-Qui deve esserci lo zampino dei...- continuò il guardiano.
-...Funghi allucinogeni!- esclamò, infine.
Tutto l’entusiasmo del giovane ragazzo si sciolse, dando spazio ad una buone dose di rabbia mista a delusione.
-Insomma, mio carissimo amico. Non c’è altra spiegazione! Lo sapete che quella roba lì non si mangia? Sennò, eccone le conseguenze! Allucinazioni!- terminò Duncan, scoppiando in una misera risata che fece eco in tutta la stanza.
Alejandro, visibilmente infuriato, si sistemò la giacca, avvicinandosi all’uscita.
Courtney lo seguì, supplicando -Non ve ne andate! Mio marito è un imbecille, non prendetevela. Volevate visitare la casa? Beh, ecco la vostra occasione! Possiamo metterci d’accordo sul prezzo e...-
-Basta!- sbraitò Lord Burromuerto.
-Ne ho abbastanza di questa farsa! Ne ho abbastanza del signor Wilson e dei suoi giochetti! Ed ora, se non vi spiace, avrei altro da fare.-
Detto questo, abbandonò le facce sconvolte e spaesate dei due sposi, uscendo dall’abitazione e correndo verso il boschetto.
Possibile che credessero di poterlo ingannare con così poco? Volevano forse farlo impazzire con quelle sottospecie di squallide commediole?
No. Lui non avrebbe mai abboccato. Non si sarebbe fatto prendere in giro.
Tutto ciò che era successo...Non poteva essere vero.
Vero...
-Tornerete domani?- domandò una vocina angelica alle spalle di Alejandro.
Il giovane, che era arrivato alla fine del giardino, si voltò di scatto.
Semi-nascosta da un’altissima statua, c’era una ragazza graziosa, che lo osservava nell’ombra.
-Chi siete? Anche voi fate parte del “teatrino” creato apposta per me?- chiese acidamente il Lord.
-Mi chiamo Esmeralda.- disse dolcemente la piccola donna, avvicinandosi a lui e ignorando le sue parole.
Alejandro notò una somiglianza che lo fece rabbrividire.
La ragazzina aveva la pelle scura, proprio come Courtney. Ma c’era qualcosa di diverso...Qualcosa che lo indusse a pensare che non fosse parente della donna incontrata poco prima.
Esmeralda, infatti, aveva il viso costellato di lentiggini, gli occhi chiari e grandi e i capelli...
I capelli dai riflessi violacei.
~
 
Angolo autrice
Eccomi...Wislia SONOOO!
Emh...Basta hahaha. Mi sto sicilianizzando XD.
Ok. Giuro di essermi impegnata nella scrittura di questo capitolo, anche se probabilmente non si vede, perché è uscita fuori una schifezza >.<
E’ stato più difficile di quanto pensassi, ed è tutto così confuso. Io ho cercato di fare del mio meglio, e di rendere le vicende e le descrizioni il più chiare possibili, ma effettivamente mi sono persa anche io.
La caratterizzazione di Al è stata abbastanza semplice, ormai con lui ci sto prendendo la mano e spero di aver fatto un buon lavoro almeno in questo, ma Duncan e Courtney sono stati i personaggi più complessi. Ho cercato di far uscire le loro caratteristiche, rendendo Duncan un po’ più burlone e menefreghista, e Courtney un tantino severa nei suoi confronti. (Ovviamente l’abbigliamento di Duncan non poteva essere punk, visto che la storia è ambientata alla fine dell ‘800. Ho cercato di immaginami come sarebbe potuto essere il suo stile se lui fosse vissuto in quell’epoca, e ho pensato che dei vestiti ‘’particolari’’ e insoliti gli si potessero addire...incrocio le dita!)
Le vicende le ho narrate troppo velocemente, avrei sicuramente dovuto aggiungere più dettagli, più dialoghi e aggiungere altri avvenimenti, ma non ci sono riuscita, e mi dispiace. Sono un po’ delusa da me stessa.
Comunque, parlando della storia: Alejandro ha rivisitato la casa, trovando, questa volta, i guardiani e non più Cody e la sua famiglia.
Perché? Cosa si nasconde dietro a questo strano fatto?
Sarà forse una farsa, o c’è dietro dell’altro?
Scopritelo alla prossima puntata di...No, dai. Devo contenermi, stavolta XD
Poi, è entrata in scena Esmeralda, che assomiglia molto a qualcuno...
Bene. Basta. Non voglio fare spoiler alla mia stessa FF.
Bye bye ragazzuoli,
Alla prossima!
Wislia (speranzosa di non ricevere pomodori in testa)

 

 

 

 

 

  
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